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Gay & Bisex

Gli universitari


di lonchite
16.06.2009    |    30.878    |    0 8.7
"Mi arrapava, non c’era nessun dubbio..."
Spesso in questi mesi estivi vado a farmi un giretto sui colli vicino a Padova, per gustarmi, tra l’altro, i bei fisici dei ciclisti di turno. La scorsa settimana, però, ho fatto un incontro inatteso, inaspettato ma godurioso. Seduto in uno dei meravigliosi posti-ristoro all’interno dei colli e intento a sorseggiarmi un birrone e a mangiare pane e soppressa veneta, ecco mi vedo arrivare una comitiva di bei giovanotti a bordo di un gippone con la musica a palla. Scendono allegri, li osservo: non sono mai stato attirato dai giovani, ma questi avevano un’aria da “vissuti”. Sono quattro bei manzetti e indossano tutti pantaloncini corti che lasciano intravvedere le loro gambe villose e ben fatte. Hanno fisico sportivo, asciutto, barbetta incolta ma alcuni hanno un barbone decisamente maschio. Si siedono, vocianti, nel tavolo davanti a me: li posso così vedere meglio. Scopro essere tutti studenti della vicina Università, in allegria per aver superato un esame difficile. Io faccio finta di nulla, sorseggio il birrone e osservo: il più grande, almeno 20-21 anni, porta un paio di calzoncini sportivi; gambe sode, muscolose e pelosissime per densi e folti peli neri. Un pacco prominente lasciava immaginare un bel cazzo lungo, largo e pelosissimo. Braccia possenti, villose e un viso maschio, dai tratti decisi, con lo zigomo alto. Barba fitta nera ed incolta, che gli dava un’aria trasandata ma decisamente arrapante… e intanto il mio cazzo si era risvegliato fantasticando su quel manzetto. Mi arrapava, non c’era nessun dubbio. Inaspettatamente il macho peloso mi chiede da accendere: non so se sia una scusa, se abbia visto i miei sguardi lascivi. Passo l’accendino e contemporaneamente mi chiede, con forte accento toscano, se conoscevo posti interessanti sui colli. “eh ti porterei io dove so… ho pensato tra me e me”. Era fatta. Mi sono avvicinato al loro tavolo incominciando la discussione. Si presentano: sono appunto universitari che festeggiano il brillante superamento di un esame di ingegneria. Intanto spiego loro quel poco che so di questi colli, apprezzando l’amenità e la tranquillità del posto. Scherzano e ridono: offro loro un giro di buon vino e salumi veneti: ridono della loro spensierata gioventù… Il toscano, Mattia, sembra il più audace: chiede malizioso di posti da imbosco e, intanto, con la gamba pelosa sfiora le mie…mi tocca…io mi eccito ancora di più. Non capisco più nulla…sarà stato il vino, il toscano che mi toccava, il sole cocente dell’incipiente estate, mah chissà, ma me ne sono uscito chiedendo loro, di botto, se volevano che facessi loro un bel pompino. Scende il silenzio, si guardano smarriti…ma intravedo nei loro occhi un guizzo godurioso. Mattia, il toscano, mi dice di sì, che era oramai una settimana che non scopava (aveva la morosa? era gay? bisex?) e che si sarebbe scaricato sulla troia di turno, che in fin dei conti, ero io. Anche gli altri acconsentono, alcuni sono già palesemente in tiro. Paghiamo e dico loro di seguire la mia auto col loro gippone. Non so che mi sia venuto, ma la cosa mi eccitava assai: poter spampinare quel toscanaccio rude e peloso mi mandava in estasi. Arrivati in un posto decisamente imboscato scendo e loro mi seguono. Si dicono qualche cosa che non riesco a capire, e intanto con la mano ogni tanto palpeggio il toscano, che è già abbondantemente in tiro. Arrivati in una piccola radura, mi fermo e ci spogliamo. Per terra una coperta ed io in mezzo con i maschioni ai lati. Si spogliano sotto i miei occhi. Come avevo intuito hanno fisici delineati e ben fatti, taluni con pettorali ben scolpiti da esercizi in palestra, immagino, e ben messi come cazzi: tutti sui 18/20 cm. Il toscano lo osservo bene: molto peloso sulle gambe e cosce (lo si intravedeva) con una lingua nera che, dal pube, saliva ai pettorali e si allargava contornando due capezzoli scolpiti eretti come di marmo. Il cazzo non lungo, ma molto largo e venoso e due palle grosse e pelosissime! Con la bocca afferro quel bastone di carne e cerco di scappellarlo gustando gli umori. Gli altri se lo menano incitandomi a spampinarli. Non ho mai avuto 4 cazzi a disposizione contemporaneamente e sono scoordinato, ma contento della situazione. Quello col cazzo più lungo, eccitatissimo, emette molta sborrina, tanto da farla colare per terra… non ho mai visto una cosa simile e mi avvento subito e lecco quel succo gelatinoso trasparente e dolcissimo direttamente dalla fonte che sembra essere inesauribile. Passo da un cazzo all’altro succhiando e leccando quelle aste giovani e prepotenti: fremono di goduria. Alcuni mi offendono con parole ingiuriose ma sono contento di essere in quel momento la loro troia. Mattia mi infila il suo affarone in gola e comincia a scoparmi la bocca in modo deciso: la apro a più non posso e quasi soffoco per i colpi vigorosi che mi da. Incitati dal toscano anche gli altri mi scopano la bocca furibondi ed eccitatissimi. Il primo ad arrivare alla meta mi viene direttamente in bocca: pochi fiotti densi e caldi escono da una cappella palpitante e dura e io succhio avido e ingoio con naturalità. Lui geme sotto i miei pompaggi. Sfinito si defila e si siede più in là. Un altro, quello della sborrina, infoiato per la scena mi viene in faccia con almeno 8/9 fiotti di seme bianco, imbrattandomi viso, capelli e collo. Riesco a prendere il suo cazzo in bocca giusto in tempo per aspirare gli ultimi zampilli dolcissimi: mi lecco con avidità tutto, senza perdermi una goccia di bianco nettare. Il terzo mi viene in bocca con potentissimi schizzi e urlando come un pazzo: mi riempie la bocca di seme aspro e di odore muschiato e ingoio tutto per non soffocare. All’ultimo, il toscano arrapante, riservo una sorpresa: gli chiedo se vuole sfondarmi! Lui, fuori di se dalla goduria dice di sì. Gli passano un preservativo (sempre pronti ‘sti giovincelli!) e comincia a lavorarmi il culo allargando il buco pian piano con le dita. Mi appoggio ad un albero e dono la mia illibatezza! Poi sento la cappella che si fa strada e, in pochi attimi, ce l’ho tutto dentro! Un dolore atroce, lancinante e una sensazione nuova (ero vergine sic!) di questo oggetto pulsante nelle mie viscere; Lui comincia a muoversi prima lentamente e poi con un ritmo via via sempre più deciso e maschio. Le palle sbattono contro le mie chiappe con un rumore secco e i suoi peli pubici ispidi e duri incidono la mia carne. Sento il suo respiro affannoso sulle spalle: va giù deciso e mi scopa con passione e con veemenza giovanile. A volte la sua barba dura raspa la mia schiena, provocandomi brividi che scendono giù per la colonna vertebrale incontrando quelli che salgono dal mio culo in fiamme! Gli altri guardano e lo incitano, uno si masturba anche. I colpi profondi e vigorosi della sua cappella sulla mia prostata mi producono un’abbondante sborrata: e in effetti vengo schizzando sul tronco dell’albero. Il mio seme cola mentre l’altro, alla scena, mi penetra ancor più selvaggiamente. Non riesco più a rimanere in piedi, sto cedendo, ma anche l’altro sta arrivando. Mi fa girare si toglie il preservativo e, urlando, mi scarica sulla bocca 6 fiotti densissimi di densa bianca sborra che lecco con piacere osceno. Gli prendo subito in bocca il cazzo e pompo per spillare le ultime gocce di vita. Mattia è esausto e si accascia per terra: vedo il suo corpo respirare e il suo pelo bagnato di sudore rigarsi di gocce che cadono verso il basso. Nel frattempo, con sorpresa, uno degli altri mi schizza ancora in faccia seguito da un altro che mi lava la schiena. Siamo tutti distrutti ma contenti delle sborrate. Mattia sembra il più provato e mi “offro” per portarlo a casa mia a ristorarsi e farsi una doccia: l’avrei, poi, accompagnato nel suo appartamento a Padova. Mattia acconsente. Ci vestiamo e andiamo verso le macchine. Gli altri salgono sul gippone e mi seguono fino al punto di ristoro dove li avevo trovati. Ci salutiamo. Mi ringraziano sperando in un futuro incontro. Mattia siede vicino a me e, intanto, gli accarezzo le gambe sode e pelose. Sorride contento… ci avviamo verso casa mia, dove mi avrebbe accontentato con un secondo round. Ma questa, come si suol sempre dire, è proprio un’altra storia!
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