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Pausa pranzo...storia vera
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16.01.2025 |
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"Dopo la pausa riprende il suo animale e lo rimette avanti a se nella posizione in ginocchio..."
Il pranzo e’ servito. Storia di una pausa pranzo particolare in compagnia del mio PadroneAssoluto dominatore e proprietario di una donna pian piano ammaestrata a diventare cagna
Liberamente...scelgo ogni mattina di appartegnergli
Liberamemte
Tutto è pronto.
La scatola con gli strumenti e’ aperta sul tavolo.
Ogni cosa a portata di mano del mio padrone. E in fondo al tavolo il sushi.
Il pranzo del mio padrone è servito.
Quell’attesa del suo arrivo con il cuore palpitante di emozione e il succo che già inumidiva la mia figa.
E poi i suoi passi il suo avvicinarsi e la cagna ferma in posizione occhi
e sguardo abbassati. Lui era finalmente lì davanti a me. Ogni volta
un’emozione diversa. L’abbandono nelle sue mani e il piegarsi ai suoi
voleri. Mi scruta, mi mette sdraiata sulla schiena e alzandomi la gonna
mi colpisce le natiche inserendomi un dildo nel culo e legandomi le
caviglie. La sottomissione della cagna e’ cominciata. La cagna su ordine
di padrone si tocca ma tiene il limite. Godrà solo quando lo deciderà
lui. L’animale ingoia il piacere e si contorce sotto le spinte
prepotenti del suo padrone. Una volta estratto il dildo padrone colpisce
le piante dei piedi del suo animale. Prima piano poi sempre più forte
testando la sua sottomissione. La porta poi in bagno per lavarsi le mani
prima del pranzo e la fa mettere a quattro zampe cavalcandola per farsi
riaccompagnare al tavolo. Cagna si piega per lo sforzo ma padrone la fa
toccare e arrivare al limite per darle maggior forza per sostenerlo.
Cagna siede al tavolo con il dildo inserito nel culo e lo serve
imparando ad aspettare il suo ordine per mangiare a sua volta. Finito il
pranzo padrone si fa lavare, succhiare e massaggiare i piedi e poi
leccare il buco del culo e le palle mentre fa masturbare la sua cagna
senza farla godere. Cagna tiene limiti e quando padrone glielo ordina
scoppia in mille orgasmi. Suo padrone glielo concede per essere stata
servizievole e attenta. Per aver obbedito e ingoiato il dolore. Per
premiarla ancora una volta la gira quindi di schiena e le punge le
piante dei piedi la figa e il culo con gli spilli spingendo la sua
intera mano nella sua figa. La cagna quindi gode libera innumerevoli
altre volte senza tenerne più un conto. Ogni orgasmo più profondo e più
intenso del primo. La figa della cagna e’ ora ben sfondata, aperta,
violata con il succo che cola sulla gambe e sul pavimento. Padrone
quindi la porta infine in bagno e la pulisce prima di andare via.
L’animale si inginocchia baciando e leccando la sua mano come
ringraziamento per i doni ricevuti per le attenzioni avute e per aver
ribadito la sua autorità su di lei. La cagna è sottomessa. La cagna
impara ogni giorno da padrone ad essere una brava cagna.
Secondo episodio
Lì su quel lembo d’erba già testimone di emozioni vissute assieme al mio padrone lo aspetto. Impaziente e trepidante ripongo i caffè vicino al telo e cerco il suo volto all’orizzonte. Quando lo intravedo mi metto in ginocchio, nella posizione dell’animale, con lo scotch sui seni e le puntine già infilzate nei capezzoli, per accoglierlo come una cagna deve saper fare. Occhi bassi MIA lo sente avvicinarsi e sedersi avanti a lei. Il suono della sua voce riconoscibile tra milioni di voci le intima di togliergli le scarpe e le calze. Da brava schiava eseguo senza mai guardarlo negli occhi. La cagna sa di aver sbagliato, sa di dover essere punita ed esegue pedissequamente senza mai fiatare. Il padrone le spinge a forza un calzino nella bocca e il secondo lo passa prima sulla sua figa già colante per poi ficcarglielo di forza in bocca. Padrone le strizza i capezzoli più volte spingendo in profondità le puntine nei suoi seni. La cagna ingoia il dolore un dolore forte, pungente. Il dolore della sottomissione. Padrone le passa poi un dito sul clitoride bagnato. Fa scivolare le sue dita sulla sua figa in calore controllando lo stato di eccitazione della sua cagna. La penetra con le dita toccando il clitoride duro e gonfio. La cagna chiude gli occhi e sussulta tremante Con il vento sul viso e la bocca piena ansima e mugula di piacere. La cagna sa che deve tenere il limite. Lei non gode se non glielo permette il padrone. L’ha imparato bene nel corso del suo addestramento. Padrone si gira e appoggia la testa sulle gambe del suo animale tenendola in posizione. La fa poi stendere a faccia in giù spingendole i seni sulla terra per farle sentire il dolore. La prende per i capelli a con una calma autoritaria chiede spiegazioni alla sua cagna. La riporta nel suo ruolo la rimette nella giusta posizione e lei annuisce tenendo sempre gli occhi abbassati. La schiaffeggia tenendole il muso abbassato. Solo il padrone decide quando lo potrà guardare negli occhi. La cagna viene girata a pancia in su. Lui le prende la mano e gliela infila nelle sue mutande. Cagna impugna il suo sesso sente la sua potenza e il suo calore. Sente il desiderio del padrone per la sua cagna. E non c’è posto al mondo dove la cagna ora vorrebbe essere se non in quel luogo. Silenzio intorno solo animale con il suo padrone. Che ora la alza e le consente di guardarlo negli occhi. Lui beve il suo caffè. Il caffè ordinato e fatto trovare dalla sua schiava servizievole. Dopo la pausa riprende il suo animale e lo rimette avanti a se nella posizione in ginocchio. Infila la mano sotto la gonna e pizzica e tira con le mani la figa di MIA, infila le unghie e le dita nella carne del suo animale. La penetra poi nuovamente e le ordina di godere in 10 secondi. Cagna era già gonfia e a limite e si lascia andare al piacere. A quel godimento estremo. Un misto di piacere e dolore. La sua figa brucia e cagna gode davanti al suo padrone. Per mani del suo padrone. Lui solo sa come far godere sua cagna. Lui solo decide come e quando donarle il piacere. Ora padrone è soddisfatto. Ha ribadito la sua autorità e tenuto la sua cagna ben piantata ai suoi piedi. Soddisfatto la saluta e lei rimane li in ginocchio a vederlo andare via, piena di lui stordita, colante del suo succo.
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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