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Magdalene


di Membro VIP di Annunci69.it fabio1979
16.05.2022    |    6.458    |    11 8.5
"Scostandomi lentamente sostituivo il mio cazzo con un plug anale vibrante in modo da far rimanere dentro tutto il mio sperma..."
Il tutto cominciò a casa nostra, lei in bagno e io in salotto.
Ad un certo punto mi sento chiamare.
Sono entrato e Magdalene aveva delle palline di Kegel in mano e mi ha detto:” me la lecchi per favore così vado meglio a metterle dentro?”

Quindi si metteva a 90 e io cominciavo a gustarmela ma mi mandava via praticamente subito e si infilava dentro le palline vibranti.

Dopo che si era finita di preparare uscivamo a far spese. Chiedevo di avere il telecomandino delle palline vibranti a disposizione ma me lo negava.

Entrati nel primo negozio si provava dei reggiseni. Io come sempre mettevo dentro la testa e sbirciavo. Finito di indossare il primo mi caccia fuori e mi richiama solo con la seconda scelta dopo averlo indossato per chiedermi un parere e quando le dicevo che le stava benissimo mi chiedeva di entrare in camerino, di slacciarglielo e di succhiarle i capezzoli.

Io come al solito non mi accontentavo e glieli strizzavo forte (l’ha sempre fatta impazzire) ma venivo quasi subito ricacciato fuori dal camerino.

Pagavo il reggiseno e ci spostavamo quindi in un altro negozio a provare i vestiti.

Il primo vestito che provava se lo metteva senza farmi vedere niente mentre per il secondo mi mandava a prendere la taglia giusta e quando arrivavo mi diceva di entrare e così potevo vedere che era senza mutandine. Me lo aveva tenuto nascosto fino a quel momento.

Quindi eccitato alla follia le saltavo subito addosso, la baciavo intensamente e infilavo due dita nella sua vagina che colava umori girando le dita a circolo attorno alle palline.

Veniva praticamente subito e io, come al solito, mi abbassavo ad assaporare gli umori della sua venuta. Ne andavo matto e le dicevo sempre che era il mio nettare degli dei.
Quindi mi mandava fuori, si rivestiva e cominciavamo la serata dirigendoci verso il centro.

Prima di scendere dall’auto mi guardava maliziosa e mi consegnava il telecomandino facendomi promettere che non lo avrei usato all’interno dei locali.

Quindi neanche il tempo di uscire dalla macchina mettevo in funzione la vibrazione e mi si appendeva subito al braccio per non dar troppo dell’occhio nella camminata con annessa vibrazione.

Appena usciti dal secondo aperitivo riaccendevo subito la vibrazione ma mi toglieva bruscamente il telecomando dicendomi:" basta non ce la faccio vengo qua davanti a tutti e non è il caso credimi”. Acconsentivo anche se per me era invece assolutamente il caso.

Ci spostavamo quindi in un locale per la cena e ad un certo punto è andata in bagno e mi arrivava quasi subito una foto della sua vagina tutta bagnata con scritto: “Ti Vuole”.

Scappavamo il più velocemente a casa.

Appena varcata la soglia dell’appartamento la spogliavo (avevamo un patto, quando era vestita comandava lei ma quando era nuda comandavo tutto io), la prendevo di peso e la sbattevo sul tavolo della cucina a pancia in giù.

Le legavo mani e piedi alle gambe del tavolo, accendevo le palline che aveva ancora all’interno della vagina e lubrificavo per bene il suo bel culetto.

Su quest’ultimo ci mettevo dentro un piccolo vibratorino e lo mandavo su e giù mentre con l’altra mano schiaffeggiavo ad intermittenza il sedere.

Tempo due minuti veniva la facevo venire.

Quindi prendevo una peretta e la riempivo di vino. La spremevo tutta dentro la sua figa e da sotto bevevo quello che usciva.

Dopo poco lubrificavo di nuovo il suo culetto con le dita e quando era largo a sufficienza le mettevo dentro il cazzo (sempre con le palline che vibravano davanti).

Dopo pochissimo (vista la giornata di intense emozioni) le venivo dentro rimanendoci almeno x 5 min mentre le accarezzavo e baciavo dolcemente la schiena.

Scostandomi lentamente sostituivo il mio cazzo con un plug anale vibrante in modo da far rimanere dentro tutto il mio sperma. Tenere dentro qualche cosa di me la faceva impazzire.

Ci distendevamo quindi sul divano e coccolandoci per un tempo indefinito.

Successivamente le chiedevo di mettersi a carponi e di camminare a quattro gambe con il culetto bello in vista fino alle scale. La legavo alla ringhiera delle stesse e corredavo il tutto con le pinze per i capezzoli legate assieme dalla catenella.

A quel punto accendevo il plug dietro e le palline davanti.

Così messa alternavo sculacciate e carezze sul suo culetto con una mano e con l’altra tiravo ogni tanto la catenella delle pinze non dimenticando ogni tanto di pizzicarle il clitoride.

Abbassatomi poi a leccare il suo clitoride veniva quasi immediatamente ma continuavo a tenerla legata con tutte le vibrazioni accese.

Prendevo quindi un uno vibratore massaggiante strusciandolo su e giù tra clitoride e ano.
Stanco del movimento prendevo un’imbracatura in modo da tenerlo fermo sopra il clitoride così da potermi dedicare a leccare ogni squisito centimetro del suo corpo perfetto.

Mi avvicinavo al suo viso e la baciavo intensamente e la sentivo venire con la mia lingua all’interno della sua bocca e supplicarmi di interrompere il tutto perché era sfinita.
Anche se nuda le ubbidivo. Toglievo l’imbracatura, il plug e le palline vaginali e la portavo in braccio fino alla doccia.

Quindi mi inginocchiavo davanti e lei che, sapendo già cosa volevo, mi lanciava addosso un lungo fiotto della sua pioggia dorata. Aprivo quindi l’acqua e la facevo girare di spalle e glielo mettevo dentro muovendomi lentamente e lasciando che ci godessimo l’acqua calda sui nostri corpi.

Finito il nostro momento di relax ci asciugavamo, la bendavo e le legavo le mani dietro alla schiena.

Portata sul divano la mettevo a pecorina sul poggiolo dello stesso e a quel punto andavo ad aprire la porta e facevo entrare un amico preavvisato poco prima per messaggio e a cui avevo detto di attendere che lo avessi fatto entrare.
Si metteva a suo agio spogliandosi completamente e io cominciavo a leccare la figa di Magdalene così da vedere il nostro amico eccitarsi e far crescere i suoi 21 cm di cazzo.

A un mio cenno si è messo un profilattico e ha appoggiato la cappella appena all’esterno strusciandola su e giù sulla vagina.

Dopo poco carico di voglia ha spinto un pochino ed è appena entrato.

E’ rimasto li un po’ mentre io baciavo Magdalene con la lingua e poi ha cominciato a spingere a fondo provocando in lei un piacevole dolore che la ha portata a mordermi il labbro facendomi uscire un rivolo di sangue.

Lui troppo eccitato ha cominciato a pomparla e io le ho messo il mio cazzo in bocca. Dopo poco mi sono spostato dietro e ho cominciato a metterle le dita nel culetto. A quella mia penetrazione, accompagnata alle forti spinte di quel cazzone veniva subito accasciandoti sul divano ma siccome il nostro amico non aveva finito continuò a pomparla senza accennare minimamente a fermarsi.

Per fortuna altri 5 colpi ed è uscito, si è tolto il profilattico le ha inondato la schiena di sperma.

Dopodichè si è rivestito e se ne è andato mentre io provvedevo a ripulire la schiena di Magdalene.

Dopo averla slegata e sbendata la ho fatta distendere sul divano accarezzandola e baciandola per un sacco di tempo. Poi mi ha guardata e mi ha chiesto se poteva fare qualcosa per me.
Io le dicevo che aveva fatto già tanto per me e che solo con la sua presenza aveva già fatto qualsiasi cosa che avessi mai desiderato nella mia vita.
Lei allora mi guardava negli occhi e mi diceva: “Ti amo – ma non voglio finire così quindi siediti sopra la mia pancia e masturbati per me”.
Non facendomelo ripetere per una seconda volta cominciavo a masturbarmi e quando stavo per venire mi sono avvicinato alla sua bocca e le ho schizzato sulle labbra per baciarle poie gustarci assieme il gusto del mio sperma.

Finito il tutto la ho fatta alzare e distendersi su di me e pochi instanti dopo, sfinita dall’intensa giornata, si addormentava sopra il mio petto.

Io invece sono rimasto sveglio tutta la notte a sentire ogni suo respiro e battito del suo cuore e quasi subito sentivo tutto il mio corpo indolenzito e non sentivo più braccia e gambe ma nonostante questo sapevo che quello era l’unico posto al mondo dove dovevo e soprattutto volevo stare.
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