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Il gioco della troia, del plug e il Dom. Il genere è un opinione.


di Mistressedoggy
01.10.2019    |    12.986    |    13 9.7
"E' tutto dentro, ma quando mi alzo viene respinto fuori, non riesco a trattenerlo'..."

Avete quella sensazione di sentirvi molto troia e volerlo far capire al partner, per eccitarlo? Magari, mostrandogli via chat le foto del vostro culetto, poggiato su un plug da 5.5 cm, che pian piano vi sfonda gradualmente il buchino.
Mi aveva regalato quel plug un mesetto prima e finalmente, dopo un certo periodo di trainning, il mio anello anale era arrivato a cingere la parte più grossa. Quella parte dopo la quale il giocattolo si restringe, permettendogli di rimanere incastrato dentro. Era distante quel periodo in cui due dita facevano fatica a farsi strada dentro di me. Prima di mettere il plug, per preparare il buco, entravano tranquillamente tre o quattro dita fin da subito.
Mandai nella chat le foto dei miei sviluppi, per mostrargli con che dedizione cercavo di servire la sua voglia di trasformare quel buco, in origine stretto e poco disponibile, in una fighetta morbida, bagnata e schiusa, pronta ad accogliere grosse misure. Sapevo che, se mi avesse avuto di fronte, mi avrebbe fatto inginocchiare e poggiare le mani contro il pavimento e, in quella posizione utile, avrebbe ammirato quel buchetto. L'avrei preparato una mezz'ora prima, per non fargli perdere tempo. Così, la sua eccitazione, avrebbe portato la punta del suo cazzo scuro contro di me, e si sarebbe fatto largo delicatamente, sgusciando dentro e facendo fluire fuori il lubrificante in eccesso. Le sue mani sul culo l'avrebbero tenuto aperto per favorire il mio prendere. La sua voce, vinta dalla passione, avrebbe sussurrato finalmente quella parola che tanto volevo sentirmi dire: 'troia' o anche più affettuosamente 'troietta', a seconda del momento, più o meno intenso.
Sotto le foto, scrissi 'cosa merito?', la sua risposta fu netta 'ancora niente, deve entrare tutto sino in fondo e restare lì, così che tu possa uscire di casa e passeggiare col tuo plug dentro, sculettando per strada come... come ciò che sei...'. Avrei voluto sentirmi dire quanto volesse incularmi e godere di quel buco aperto. Invece riuscì a mantenere la sua integrità morale per ottenere ciò che desiderava di più, non tanto o solo incularmi, quanto piegarmi alla sua volontà rendendomi un oggetto estremamente malleabile. Così come alla plastilina, il maggior calore permetteva di far assumere la forma desiderata, senza alcuna resistenza, a me che ero il materiale grezzo nelle sua mani.
Tanto più mi sentivo troietta e tanto più sarei stata molto più troia. Tanto più si faceva desiderare, non riempiendo quel vuoto accogliente, e ancora più quel circolo vizioso mi avrebbe reso totalmente succube delle sue fantasie. Era ciò che voleva e a mia volta non potevo che bramarlo fortemente.
'Riconosco però la devozione con cui stai lavorando a ciò che ti ho richiesto. Rimane aperto aperto e gonfio, proprio come una figa'. Io risposi 'E' la devozione che ti devo, in quanto troietta a te sottomessa' e allegai una foto, in cui il lubrificante scorreva fuori da quella fenditura, 'non sembra sperma?' chiesi per stuzzicare e continuai 'lo sai che un cazzo medio ha un diametro di 3-4 cm, e che a me mancano 50 mm per arrivare a poterne prendere, con un po' di impegno, due alla volta dentro?'. In realtà le misure del doggy erano un poco più generose, ma poco contava. Rispose 'non voglio che tu prenda due cazzi in culo. Io voglio sentire il mio polso stretto dal tuo buco e la mano dentro. Mi farebbe sentire potente e adoro sentirmi così'. 'Mmm come vorrei che tu ti sentissi così, sono un foglio bianco in attesa che tu scriva'. 'Cosa vuoi che scriva?'. 'Tutto quello che vuoi che io faccia o sia'. 'Troia!'. 'Mmmm amo quando lo dici, lo sai?'. 'Rischi grosso, a eccitarmi così! Ti mangio'. 'Ne sono ben consapevole. Proprio in questo momento ho messo sulla sedia il plug. Lascio che il buchetto si apra, sedendomi sopra. E' tutto dentro, ma quando mi alzo viene respinto fuori, non riesco a trattenerlo'. 'Secondo me lo hai sfondato troppo, mi toccherà mettere il cazzo e il vibro assieme, per farti sentire che ti sto inculando'. 'Ti piacerebbe?'. 'Si e anche a te. E' quello che l'ultima volta ti ho ordinato di infilarti nel culo, mentre scopavamo, e ti ha fatto venire all'istante'. 'Ricordo bene, l'abbiamo bagnato nella figa e poi l'abbiamo condiviso entrambi nel culo. Anche se è sottile, la sua vibrazione mi ha tolto la ragione, ho cercato di non venire ma, il cazzo nella figa e quel vibrare nel culo hanno vinto su di me'. 'E io ho seguito a ruota urlando'. 'Credo lo ricordino anche i vicini, chissà che avranno pensato'. 'Secondo me hanno pensato che stavamo scopando come due maiali e si sono eccitati. A me piace molto che ci sentano quando scopiamo, non è certo la prima volta che...'. 'Pensa come mi potrebbero guardare, se li trovassi in ascensore'. 'Fin troppo bene, probabilmente ti inviterebbero da loro per insegnargli qualche gioco'.
La base del plug era arrivata sino a poggiarsi al buco. Mi sdraiai sul letto e strinsi le cosce per trattenerlo. Continuai a stuzzicare, in chat, 'Ho il buco pieno'. 'Ti piace?'. 'Mi piacerà di più sentire il tuo bacino contro di me e le tue mani che mi afferrano i fianchi, per guidarmi verso di te, sino in fondo'. 'Non staranno solo lì le mie mani, ti afferrerò il culetto e te lo farò rosso sculacciandoti, mentre t'inculo'. 'Mmmm ora vuoi incularmi? Pensavo lo volessi più aperto'. 'E' così, sinchè non riuscirai a fare ciò che ti ho chiesto, non ti userò. Ti lascerò in calore'. 'Corri il pericolo che mi faccia inculare dal vicino, insegnerei alla moglie come si fa la troia, per farlo godere'. 'Sai che puoi farlo'. '...non credo però che il vicino possa più soddisfarmi, dopo che mi hai fatto aprire il culo così. E' sfondato...'. 'Vuoi il mio? Sicuramente ce l'ho più grosso del vicino. O vuoi che gli presti le palline anali per usarle insieme al suo cazzo?'. 'Il tuo è ciò che vorrei... e magari insieme al vibro.'. 'Che troia che sei. Se è ciò che vuoi, allora devi obbedirmi e riuscire in ciò che desidero'. 'Potresti usarmi nel mentre, anche senza farmi venire'. 'Voglio usarti e poi farti venire... quando deciderò io che tu lo meriti. Avrai tutto quello che ti occorre: una benda, un collare per tenerti al guinzaglio, un perizoma e un paio di calze autoreggenti da zoccola'. 'Mi piace essere la tua bambola... Sai, il plug dentro fa venire voglia di fare pipì, forse potresti autorizzarmi a farla, quando lo useremo assieme'. 'Preferisco di gran lunga farla io, con te sotto, dentro la doccia. Con giusto la benda, per non sporcare il resto'. 'Potrei approfittarne per farla anch'io. Non credo te ne accorgeresti'. 'Neanch'io lo credo. La mia concentrazione sarà sul regolare il flusso, per godermi a lungo il momento. Ne avrò tanta da fare, la tratterrò tutta per te. Dovrai stare ai miei piedi, a 4 zampe, mentre io mi svuoterò sulla tua schiena, lentamente, dandomi un gran sollievo e un forte brivido per la colonna vertebrale. Come un piccolo orgasmo, ma molto più bagnato'. 'Mmmm lo sai che puoi farlo quando desideri. Avrò gli occhi bendati e sentirò il tuo getto caldo e le gocce e ogni singolo rivolo che, da lì, percorrerà il mio corpo'. 'Non voglio solo farlo, sai che voglio che tu, da sotto, supplichi che io lo faccia'. 'E' molto umiliante...'. 'E' ciò che meriti e che ti serve per darmi piacere'. 'Vorresti anche che ti supplichi per ripulire tutto con la mia lingua?', sapevo bene che lo voleva. 'Lo voglio, certo! E dopo dovrai ringraziarmi per avertelo permesso. Se lo farai bene, ti premierò con un ultimo schizzo direttamente nella tua bocca aperta'. 'Sarò obbediente e riconoscente, come tu ordini, lo sai'. 'Lo so, ed è giusto che sia così'.

Questo genere di conversazioni via chat, mantenevano alta la mia eccitazione. Provocare, mi faceva sentire molto troietta. Come tale non avrei detto no a nulla di quanto mi avesse chiesto di fare, consapevole che sottomettermi totalmente, affidandomi al suo giudizio, alla sua eccitazione e ai suoi sogni più proibiti, avrebbe aumentato il suo e il mio piacere oltre ogni limite. Mi regalava la gioia di poter godere, così come può farlo una femmina sottomessa, con un dominante eccitato che soddisfa ogni sua voglia, liberamente.
Solo il mio cazzo rigido, a quei pensieri, mi ricordava il mio genere di appartenenza, quello maschile e ricordavo il motivo per cui amavo quel gioco... Ma prima di poter godere come uomo, avrei dovuto mostrarmi degno di poterlo essere: imparando come gode una donna, per applicare tali nozioni, nel momento in cui sarei stato di nuovo autorizzato a essere un maschio.
Per questo, mentre scrivo questo racconto, continuo a fare esercizio. Cullandomi sopra il plug e cercando di farlo rimanere dentro, anche se forse sono troppo aperto affinché questo avvenga.
Circa quanto raccontato, se vedrete per strada un uomo, che cammina come se avesse un grosso plug nel culo, probabilmente sono io che sto andando dalla mia Padrona, a farmi finalmente inculare con il suo nuovo strap-on.
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