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Diario dello schiavo – Capitolo 1° – La prima volta schiavo


di slave27
04.01.2021    |    1.653    |    9 9.8
"Inizia dalle scarpe, poi giubba, felpa e maglietta ed infine i pantaloni..."
Ci siamo conosciuti il 27 gennaio 2016, impossibile dimenticare la data esatta in cui la mia vita è cambiata, quando il Padrone rispose ad un mio annuncio su un sito d’incontri dedicato al sadomaso molto noto in Italia. L’annuncio era vecchio di un paio di mesi, periodo nel quale ero stato contattato solo da Master con cui non riuscivo a creare la giusta intesa, per compiere questo passo molto delicato. Dopo solo 3 mail a testa, avevamo già creato un forte feeling ed una convergenza massima su come entrambi intendevamo il sadomaso. Lo scambio dei numeri di telefono è quindi stato praticamente immediato e con esso sono iniziati i messaggi e le telefonate. Dopo circa un mese avevamo praticamente definito tutte le regole che il nostro rapporto avrebbe avuto, e ci eravamo confrontati su tutto quello che ci sarebbe piaciuto provare insieme, e cosa invece avremmo tenuto a distanza dal nostro rapporto, vuoi per limiti del Padrone o per limiti miei. Quindi una volta svolti gli esami medici del caso, per escludere ogni tipo di malattia venerea, visto che avevamo deciso di non usare nessuna protezione nei rapporti sessuali, sabato 5 marzo 2016 finalmente ci siamo incontrati. Nei circa venti minuti di auto che separano casa mia dall’appartamento del Padrone ho mentalmente ripassato tutti gli ordini che il mio Signore mi aveva impartito per preparami al nostro primo incontro, ed ho spuntato tutte le voci. Questa attività mi ha permesso di distogliere la mia attenzione dalla tremenda agitazione/eccitazione che ho provato dal momento in cui mi sono seduto in auto per andare da Lui. Finalmente sono arrivato, ci siamo. Suono il citofono ed il mio cuore aumenta i battiti in maniera vertiginosa, non ricevo nessuna risposta ma sento il rumore metallico dell’apertura del cancello, una volta entrato faccio i tre piani di scale rigorosamente a piedi come ordinatomi e mi trovo per la prima volta di fronte a quella porta. In quel momento il mio cuore arrivò fino in gola, se avessi varcato quella porta la mia vita sarebbe cambiata per sempre, ero ancora in tempo per girarmi ed andarmene, ma la consapevolezza di sapere che se non avessi varcato quella soglia, in quel preciso momento, per conoscere quell’incredibile uomo che sarebbe diventato il mio Padrone non avrei mai più trovato il coraggio di essere uno schiavo per tutto il resto della mia vita. Ed io volevo essere schiavo. Guardo l’orologio, sono le 7:28 di Sabato 5 Marzo 2016, e quella fu l’ultima volta che espressi una mia volontà. Dal minuto successivo a quella mia scelta sono diventato un mero strumento per l’espressione delle volontà del mio Padrone. Abbasso la maniglia ed entro, richiudo la porta alle mie spalle e mi trovo in un piccolo atrio isolato dal resto della casa e sento una voce perentoria che subito mi ordina
P: “vieni avanti schiavo”
Faccio solo pochi passi e mi trovo nel soggiorno del Padrone ed in quel preciso attimo tutto ebbe inizio. Lui mi aspettava comodamente seduto in poltrona, vestito con una comoda felpa, jeans e con delle ciabatte che lasciavano intravedere i suoi piedi senza calze
P: “finalmente ci siamo. Non vedevo l’ora di averti al mio servizio, e credo anche tu fossi impaziente, visto che sei arrivato con due minuti di anticipo. La prossima volta se ti ordino di arrivare alle 7:30 tu apri la porta all’orario che ti ho ordinato. Se arrivi prima aspetti diligentemente fuori dalla porta di casa, intesi?”
Con questa prima fase e con queste poche parole il Padrone ha dimostrato sin da subito tutta la Sua autorità e la mia prima risposta, data con il capo chinato, è stato invece il manifesto del mio servilismo
S: “sì Padrone, mi scusi Padrone”
Sono passati 20 secondi ed abbiamo già definito in maniera inequivocabile chi comanda e chi subisce, facendoci scattare reciprocamente la scintilla
P: “in quella borsa cosa c’è? Hai portato tutto quello che ti ho ordinato?”
S: “sì Padrone, ho trovato tutto, e come da Suoi ordini ci sono due ciotole, un guinzaglio per cani di metallo, un grembiule bianco, una moleskine nera ed una penna”
P: “perfetto, posa pure la borsa a terra. Vedo con piacere che ti sei vestito come ti ordinato e ad una prima occhiata direi che sei stato bravo e non hai messo l’intimo. Scopriamolo subito. Ora ti spoglierai in modo naturale, ma lentamente, che mi voglio gustare al massimo questo momento. Inizia dalle scarpe, poi giubba, felpa e maglietta ed infine i pantaloni. Una volta finito raccogli i vestiti da terra, li metti in quella cesta contro il muro, porti la cesta alla porta d’ingresso e ritorni in piedi di fronte a me nell’esatto punto in cui sei ora. Se sarai bravo rivedrai i tuoi vestiti a fine giornata, altrimenti ti rispedisco a casa nudo come un verme” e rise fragorosamente
S: “subito Padrone, e spero che il mio corpo nudo sia di Suo gradimento anche dal vivo”
P: “dal vivo sarà meglio di sicuro schiavetto. Mi sono già fatto un bel po’ di seghe con le tue foto, ora non vedo l’ora di sborrare direttamente sul tuo corpo nudo e caldo”
Arrossii immediatamente per il complimento e senti il mio cazzo indurissi all’istante. Come ordinatomi mi tolsi per prima cosa le scarpe, ed i miei piedi nudi a contatto diretto con il freddo pavimento in cotto mi aiutò a sbollire leggermente i miei bollenti spiriti, anche se vista la situazione il mio cazzo restava ancora duro come il marmo. Sempre come da ordini del Padrone mi tolsi il giubbino da corsa impermeabile, la felpa ed infine la maglietta attillata, ed ora non mi restava che sfilarmi i leggings da corsa super aderenti da corsa che mi era stato ordinato di indossare. Essendo stato obbligato a non indossare nessun tipo di intimo sotto i leggings si poteva vedere in maniera nitida la mia erezione sotto di essi, e per questo motivo mentre salivo le scale avevo sperato di non incontrare nessuno. Misi i pollici all’interno dei leggings per sfilarmeli ma venni fermato
P: “fermati schiavo, voglio che ti sfili i leggings molto lentamente e dandomi le spalle, voglio che la prima cosa che io veda nuda sia il tuo culetto, del tuo inutile cazzo mi interessa il giusto”
Quindi mi girai e molto molto lentamente feci scivolare i leggings sulle mie gambe fino ad arrivare alle caviglie. Poi li sfilai dai piedi ed una volta che fui completamente nudo mi girai di nuovo verso il Padrone, divaricando leggermente le gambe ed incrociando le mani dietro la nuca
P: “confermo che dal vivo il tuo culo da troia è ancora più spettacolare che in foto, e non vedo l’ora di sfondartelo con il mio Scettro. Ma prima voglio a giocare un po’ con il tuo corpo prima di incularti. Beh, cosa fai lì impalato, cosa ti ho ordinato di fare con i tuoi vestiti?”
S: “mi scusi Padrone, eseguo subito”
Una volta portati via i vestiti ritornai nella medesima posizione di prima, ed il Padrone si alzò e venne verso di me. Il nostro primo contatto fisico fu la Sua calda mano che afferrava e stringeva con forza il mio cazzo, ed ancora oggi mi ricordo in maniera nitida quel momento
P: “direi che stare nudo di fronte al Padrone ti eccita parecchio. Ora non ti muovere che ti ispeziono per bene”
La Sua mano destra si toglie dal cazzo, scorre sula mia coscia destra e poi sale sul mio petto e poi al collo. Mentre mi tiene il collo il Padrone gira attorno a me e si posiziona alle mie spalle. A quel punto la sua mano scende fino alle mie chiappe e le palpeggia per bene entrambe e quando ha finito si ferma tra le due natiche mentre il Suo dito medio inizia dolcemente e titillarmi l’ano per qualche secondo, fino a quando con un colpo secco me lo infila tutto all’improvviso. Non aspettandomelo mi irrigidisco leggermente, ma il Padrone sente il mio ano stringersi sul Suo dito, quindi lo sfila bruscamente e mi da un forte schiaffo sulla chiappa destra. Il colpo è talmente forte che i miei talloni si alzano leggermente da terra.
P: “non prova più a stringere quel tuo buco da troia quando ti infilo qualcosa nel culo schiavo di merda”
S: “mi perdoni Padrone”
Fece poi scivolare la sua mano sul mio braccio sinistro e poi risalì accarezzandomi il volto. Alzò anche la Sua mano sinistra e prese il mio viso tra le Sue forti mani e mi diede un profondo e lungo bacio con la lingua appassionato. Senti la Sua lingua esplorare avidamente la mia ed i peli della Sua barba pungermi il viso. Il mio pene durante quel bacio arrivò molto vicino all’esplosione, era la prima volta che un uomo mi baciava, e fu stupendo. In quel preciso istante capii che la scelta di aprire quella maniglia fu stata la scelta migliore che potessi fare. Si staccò da me e torno a sedersi in poltrona
P: “bravo schiavo, vedo con piacere che hai eseguito bene i miei ordini e ti sei preparato al meglio. La tua pelle è liscia e non c’è traccia di un pelo. Hai preparato bene anche il tuo buchetto del culo?”
S: “assolutamente Padrone. Ho eseguito tutti i Suoi ordini. Spero vivamente che il mio ano sia pronto al meglio per accogliere come si deve il Suo Scettro. Per tre settimane, per almeno tre volte al giorno mi sono penetrato l’ano avanti e indietro per almeno 5 minuti con il dildo che mi ha ordinato di comprare. Mentre nelle ultime due settimane facevo tre sessioni al giorno in cui la mattina prima di andare al lavoro, in pausa pranzo e la sera tenevo il dildo dentro di me per almeno un’ora. Ed infine nell’ultima settimana tutte le sere mi facevo anche un abbondante clistere d’acqua. La mia fighetta dovrebbe essere pulita.”
P: “perfetto, tra poco lo verificherò. Vedo dalla tua eccitazione che vorresti avere il mio Scettro dentro di te subito, ma non devi essere impaziente, abbiamo tutto il giorno. Prima del piacere purtroppo per te viene il dovere. Ora vediamo se hai capito bene cosa voglio da te merda. Cosa ti ho detto che devi essere per il tuo Padrone?”
S: “io da oggi appartengo a Lei mio Padrone, e alla bisogna devo essere per Lei uno schiavo, una cameriera, una troia ed una cagna.”
P: “mi fa piacere che quando parlo mi ascolti bene cagna. Però per essere una cagna vera mi sembra che manchi qualcosa. Mettiti subito a quattro zampe e muoviti sensualmente qui dal tuo Padrone”
Immediatamente faccio quanto ordinatomi ed a quattro zampe e con il capo chino arrivo fino ad un palmo dai piedi del Padrone. Lui mi prende il mento e mi alza la testa ordinandomi di mettermi in ginocchio. Poi si volta verso il comodino alla Sua destra, apre il cassetto ed estrae un collare nero di pelle per cani con un anello cromato sul davanti. Poi dopo avermi massaggiato delicatamente il collo mi applica il collare chiudendo la fibbia sul retro, poi dopo avermi osservato per alcuni secondi mi tira un ceffone in pieno viso
P: “beh, non si dice nulla al Padrone per questo regalo?”
S: “mi scusi Padrone, grazie Padrone per questo magnifico regalo, posso baciarle i piedi per ringraziarla?”
E dicendo questo la mia eccitazione torna a livelli massimi, non avrei mai immaginato nemmeno nei miei migliori sogni che fosse così appagante stare inginocchiato di fronte ad un Padrone.
P: “mi piacioni queste tue iniziative cagne, credo davvero di aver fatto davvero un buon acquisto con te, le premesse sembrano buone. Avanti, ringrazia il Padrone come si deve”
Il Padrone accavalla le gambe porgendomi il piede destro, quindi gli sfilo la ciabatta e gli bacio il piede, sentendo l’odore del Suo piede leggermente sudato invadermi le narici ed il Suo sapore acre insaporirmi le labbra. Poi rimetto la ciabatta al mio Signore che esegue la medesima operazione con il piede sinistro.
P: “brava cagna. Ora tu ti starai domandando se è arrivato finalmente il momento di venir scopata dallo Scettro del Padrone, ma prima del piacere viene il dovere, e non posso far finta di nulla sul fatto che sei arrivato con due minuti di anticipo. Ti devo punire subito per farti capire che gli ordini del Padrone vanno eseguiti con la massima precisione. Un po’ di frusta sin da subito mi aiuterà ad addestrati per bene”
S: “ha ragione Padrone. Sono qui a Sua disposizione affinché Lei mi addestri al meglio. La imploro di punirmi così che capisca il mio errore”
Il Padrone a quel punto apre di nuovo il cassetto alla Sua destra ed estrae tre dadi rossi. Poi mi fissa nuovamente chiedendomi
P: “schiavo, ti ricordi cosa devi fare quando ti frusto vero?”
S: “ certo Padrone, ad ogni colpo devo contare il colpo ad alta voce e dire sempre Grazie Padrone”
P: “e se sbagli il numero del conteggio o non sento il tuo ringraziamento cosa succede?”
S: “Lei riprende la punizione da capo Signore”
P: “perfetto, vediamo quante frustate ti meriti per la prima punizione”
Tira i dadi sul pavimento ed escono cinque, cinque ed uno. La mia prima punizione sarà quindi di undici frustate. A quel punto il Padrone si alza nuovamente e si sfila la cintura dai jeans.

Prossimo Racconto: Diario dello schiavo – Capitolo 2° – Lo Scettro del Padrone
Continua…
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