Lui & Lei
il mercenario
di valderice74
08.04.2008 |
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"Dopo che lei si era messa la mia camicia l’accompagnai verso la stanza del personale..."
Uscendo dall’albergo pensavo moltissimo alle 2 ragazze, una più bella dell’altra, il taxi era gia pronto davanti l’albergo, Salì sull’auto e gli dissi al taxista di portarmi all’aeroporto di Madrid.Dovevo partire per la Romania, mi aspettava una missione di un paio di giorni.
In Romania mi spettava una squadra di ex militari di cui ne dovevo assumere il comando, dovevamo proteggere un politico del parlamento europeo. Questa persona doveva incontrare in una località segreta un politico serbo ed uno kosovaro per via delle lotte che c’erano state dopo l’annuncio dell’indipendenza del Kosovo, e che duravano ormai da moltissimi anni, la missione era segreta in pochissimi erano ha conoscenza.
Arrivato all’aeroporto di Timisoara, trovai nella sala d’arrivo un vecchio amico di tante avventure e battaglie Sebastian, ci salutammo , mi spiegò la situazione, mi disse che il politico europeo era arrivato in prima mattinata e gia si trovava in albergo con 2 uomini della squadra.
Andammo verso l’albergo che si trovava a pochi km dall’aeroporto, giunti sul posto, mi presi la chiave della mia stanza alla resepcion, mentre andavo verso la mia stanza incrociai una ragazza, bionda alta 170cm circa molto bella occhi azzurri, si occupava della pulizia delle stanze, spingeva il carrello con le fodere e vari prodotti per l’igiene, mi salutò, ricambiai il saluto, ormai ero giunto davanti la porta della mia stanza, entrai ed ebbi il tempo di sciacquarmi un pò la faccia e andai subito nella stanza del politico per un briefing sulla missione di domani in un piccolo paesino della Romania
A confine con la Serbia Montenegro, il paesino si trovava intorno hai 10km dalla struttura alberghiera.
Il mattino ci preparammo per uscire, avevo consigliato una tenuta mimetica visto che la zona era piena di ex militari e mercenari per non dare nell’occhio, anche il politico si era adeguato, ci avviammo con 2 veicoli, una vecchia UAZ con 3 uomini a bordo con tenuta da combattimento kalashnikov pronti all’uso ed un Land Rover Discovery blindato con me e gli altri 2 uomini ed il politico, anche qui i mitra non mancavano, siamo arrivati in questo paesino, l’incontro doveva svolgersi in un caserma dell’ONU, arrivati sul posto c’erano già i politici delle due frazioni in conflitto ed in più il generale che comandava la forza di pace dell’ONU.
Lasciammo il politico nelle mani dei militari ONU, io con i miei uomini ci allontanammo di pochi centinaia di metri ove c’era una specie di locanda molto simile ad un bar.
Entrammo dentro, a 2 dei miei uomini indicai di sedersi ad un tavolo di fronte la vetrata per controllare i mezzi mentre con gli altri ci andammo a sedere al bancone, sulla mia sinistra si sedette il Tedesco, ottimo militare ma una testa calda pazzesca, sinceramente non lo avrei voluto in squadra ma non avendola fatta io me lo sono trovato, un paio di volte aveva quasi rovinato delle missioni, basta che vedeva una ragazza non gli ne fregava nulla partiva dietro di lei.
Mi stavo bevendo una specie di caffè quando vidi passare una ragazza, la vidi passare con la coda dell’occhio ed entrava nel bagno, il mio amico Sebastian mi stava indicando alcuni accorgimenti sulla mappa per il percorso di ritorno in albergo quando mi accorsi del tedesco non si trovava più seduto, cazzo immaginai subito, aveva visto entrare la ragazza nel bagno, mi alzai ed andai verso il bagno entrai nell’anticamera ove c’erano i lavandini e poi 2 porte, quella dei bagni degli uomini era aperta e non si vedeva nulla di strano, invece quella dei bagni delle donne era chiusa e si sentiva un timoroso pianto di una ragazza, la situazione non mi convinceva, tirai fuori il pugnale dalla fodera e con un calcio alla porta la apri, mi trovai una scena disgustosa, il tedesco stava tentando di violentare la ragazza, lei era distesa per terra con la camicetta strappata ed una parte del reggiseno abbassata mostrando una mammella e la gonna rialzata fino al bacino mostrando l’intimo, lui si trovava sopra di lei, lo presi alle spalle per il giubbotto e lo trascinai via sbattendolo dentro una delle stanzette dei cessi, nel frattempo mi aveva seguito Sebastian, mi stavo dirigendo verso la ragazza quando il mio amico mi disse: stai attento ha preso la pistola, mi voltai di soprassalto e tirandogli il pugnale che gli passò a fianco la testa fissandosi nella porta del cesso, lui butto la pistola a terra, Sebastian si avvicino al tedesco prendendogli la pistola e dicendogli: Ti e finita bene, se voleva Lo Slavo ti ammazzava.
Io andai verso la ragazza, cacchio era la cameriera che avevo incrociato in albergo, stava piangendo ed i suoi bellissimi occhi celesti erano atterriti forse dovute al mio avvicinamento a lei, mi abbassai, le dissi di stare tranquilla, era come se fosse paralizzata dalla paura, le avvicinai le 2 punte della camicia cercando di chiudere poi le abbassai la gonna ed in fine l’aiutai ad alzarsi a questo punto mi tolsi il giubbotto mimetico più quello antiproiettile ed infine mi tolsi la camicia color blu scuro dandogliela a lei per mettersela addosso.
Dopo che lei si era messa la mia camicia l’accompagnai verso la stanza del personale.
Ritornai nella sala grande, pagai le consumazione del gruppo e diedi l’ordine di ritornare sui mezzi, stavolta il tedesco lo mandai nell’altro mezzo, non avevo voglia di trovarmelo tra le scatole.
La riunione stava durando più del previsto infatti finì verso le 20:00 ritornammo in albergo, durante il viaggio aggiornammo briefing per la mattina, la riunione non aveva avuto l’effetto desiderato quindi l’indomani mattina avremmo lasciato l’albergo alle 8 del mattino per andare in aeroporto ove il politico avrebbe preso il volo per il Belgio ed io un paio d’ore dopo avrei preso il volo per l’Italia. Me ne andavo a riposare perché la missione in Venezuela (vedi racconto una notte a Madrid ) e questa appena conclusa mi avevano stressato.
Ritornati in albergo siamo andati a cenare nel ristorante dell’hotel. Dopo la cena me ne salì in camera, ero abbastanza stanco già il solo buttarmi sul letto mi bastò per addormentarmi.
Non so quanto tempo era passato, mi svegliai perché mi bussarono alla porta, presi la pistola da sotto il cuscino ed andai ad aprire la porta, con la sinistra girai la maniglia della porta mentre con la destra tenevo la pistola in mano nascosta dietro la schiena.
Aprendo la porta rimasi non convinto di quello che vedevo, era la ragazza che avevo tolto da sotto le grinfie del tedesco, mi disse che voleva entrare, la feci accomodare dentro la stanza, mi aveva portato la camicia che gli avevo dato per coprirsi.
La posò su una sedia e poi si lancio verso di me aggrappandosi con le braccia al mio collo piangendo e ringraziandomi di averla salvata.
Mi chiese se poteva passare la notte con me, nella vita mai nessuno l’aveva aiutata e protetta.
Rimasi molto perplesso, non sapevo cosa fare, pero non me la sentivo di lasciarla andare, l’avrei solamente ferita ancor più psicologicamente.
Gli dissi di andare a dormire nel mio letto, era un matrimoniale io sarei andato a dormire sul divanetto, lei mi abbraccio dicendomi di voler dormire accanto a me.
Si tolse la divisa di cameriera, rimase in reggiseno e slip e si infilo sotto le coperte, mi disse di chiamarsi Anita, era di nata in Grecia ma poi i suoi genitori si erano in Romania quando lei era ancora piccola. Io posai la pistola nascondendola sotto i pantaloni posati nella sedia vicino al letto, ero in boxe ed una maglietta, mi infilai sotto le coperte, lei si aggrappo a me, con le mani cercai di allontanarla un po da me, la guardai in volto e la baciai sulla fronte per poi avvicinarmela di nuovo a me.
Per la prima volta stavo provando una sensazione particolare, lei si addormento subito mentre io rimasi sveglio per qualche altra ora poi crollai.
Verso le sei del mattino mi svegliai, lei era ancora attaccata a me e si sveglio anche lei, si sposto mettendosi sopra di me, e mi guardo, stavolta i suoi bellissimi occhi emanavano una luce incantevole si abbasso baciandomi sul collo poi si avvicino all’orecchio dicendomi di aver dormito benissimo e mi bacio, le sue labbra erano fantastiche, la sua lingua cercava la mia, il contatto delle due fù elettrizzante, con la mano destra andò sui miei boxe abbassandoli e prendendo in mano il mio fedele amico, quando senti il contatto della sua mano sul mio pene, si in duri subito,lei con l’altra mano si sposto lo slip e poi si abbasso permettendo la penetrazione poi comincio lenti movimenti fino ad aumentare il ritmo, gli slacciai il reggiseno, aveva un bellissimo seno, i capezzoli erano piccoli ma ben turgidi, la sentii aumentare il ritmo per poi fermarsi, io mi senti colare gli umori sul mio arnese, lei aveva avuto un orgasmo poi si rialzo riprendendo il ritmo.
Anch’io ormai ero vicino all’apice del piacere mi alzai anch’io rimanendo nella posizione di “ultimo tango a Parigi” continuammo a baciarci fin quando gli venni dentro, rimasi per qualche minuto dentro la sua stupenda vagina, per la prima volta non avevo fatto sesso ma avevo fatto l’amore.
Si alzo e ando verso il bagno a farsi un bided, io rimasi qualche altro minuto coricato poi guardando
L’orologio mi accorsi dell’ora, le sette, mi vesti subito preparando lo zaino poi presi una banconota da 10euro e la strappai a metà una parte me la tenni nel portafoglio e l’altra parte gli scrissi il mio numero di telefono ed un indirizzo di un mio carissimo amico, lui era in grado di reperirmi in tutto il mondo, presi la mezza banconota e la porsi nella mano di Anita, dicendogli, In qualunque momento hai bisogno di un aiuto, chiama questo numero oppure puoi contattare questo indirizzo in Italia.
La bacia in fronte, i suoi occhi si rintristirono di nuovo, ma io dovevo ripartire, il politico con la mia squadra erano gia davanti l’albergo che mi aspettavano, lei mi abbraccio baciandomi, le sue labbra, erano salate per via delle lacrimi.
Mi distaccai, me ne andai dalla stanza ritornando al mio lavoro che non po’ avere un cuore.
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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