Lui & Lei
Una prof esemplare pt.2
di Infinity666
05.01.2024 |
8.138 |
17
"Poi mi girò, afferrò quelle natiche ancora sode e iniziò a contemplarle..."
Quella mattina ero più inquieta che mai. Era passata una settimana e oggi sarei tornata per il mio corso di aggiornamento in quella classe così “diversa”. Ci sarebbe stato lui..il furbetto..e il fatto di rivederlo da un lato mi metteva agitazione, dall’altro il ripensarci mi rendeva vogliosa e bagnata al solo ricordo. Decisi di non vestirmi in modo provocante, ma non mancai di curare i dettagli del mio intimo, quasi come se sapessi che lui avrebbe trovato il modo di scoprirli. E forse era quello che volevo. Scelsi il coordinato migliore, quello in pizzo nero, quello che tiene su le tette in modo impeccabile. Mentre indossavo lentamente le autoreggenti i miei pensieri vagavano liberamente .“Oggi ti faccio vedere io..insolente sfacciato che non sei altro.” Goccia di profumo e via per non arrivare in ritardo. Giunta in azienda, trovai il dirigente che mi volle a colloquio prima di iniziare la lezione. “Professoressa, che piacere conoscerla. Ho sentito che la sua prima lezione con i miei impiegati è andata benissimo e li trovo entusiasti. Spero possa continuare il suo lavoro allo stesso modo. L’altra volta non ho avuto modo di essere presente per presentarle l’organico, ma oggi rimedierò e le presenterò il vice capo personale a cui potrà fare riferimento per qualsiasi esigenza”. Lo ringrazio con un sorriso e al suo cenno di seguirlo mi incammino con lui. Entriamo in una stanza luminosa, con una bella vetrata e lì seduto alla scrivania trovo lui…!Lui..il furbetto!!! Ci guardiamo un istante trattenendo il respiro, poi le presentazioni. “Non si preoccupi direttore, la professoressa potrà fare completo affidamento sulla mia collaborazione”. Dentro di me pensavo “che stronzo..”. Ma quanto mi attirava..Dio mio. Il direttore si congeda e ci lascia soli. Ero in anticipo, mancava un po’ prima dell’inizio della lezione.
“Allora professoressa..ci si rivede”.
“Già..con piacere immagino.” Lui sorrise compiaciuto, poi abbassò la testa facendo finta di prendere un foglio.
“Ma lo sai vero che non era un discorso chiuso…si?”.
Rimasi in silenzio, guardandolo fisso e aspettando che alzasse lo sguardo per lanciargli la mia sfida a quella sua provocazione.
“Eppure sembrava ci fossimo detti abbastanza. Le ricordo che sono qui per la lezione, e non sarà certo la sua lezione personale”. Alzò lo sguardo e in quel momento mi sentii violata, posseduta. E la cosa sotto sotto mi eccitava. Si alzò dalla scrivania e venne a mettersi di fianco a me, sostenendo il mio sguardo con tutta la prepotenza di cui era capace.
"Prima mi fai innamorare..professoressa.. e poi scompari? "mi disse.
"Tu non sei innamorato di me ma delle tue perversioni."
"E che male c'é! Io ci penso spesso alla tua faccia mentre sono dietro di te. E adoro il tuo modo di sculettare. Pensi non ci abbia fatto caso?”.
Con una mano mi prende il mento..mentre con il dito sfiora le mie labbra. Lo blocco. “Devo andare in classe” e faccio per alzarmi ed andare verso la porta. Mi afferra il braccio e mi cinge in vita, rimanendo dietro di me e con la sua bocca ad un millimetro dal mio orecchio. E mentre cercava di parlare seriamente di questa sua ossessione mi mise una mano davanti alla bocca. "Voglio il tuo culo!"
"Ma come?" risposi arrossendo.
"Da quando ti ho rivista, non penso ad altro" "Ma ti sembra il modo per dirmi certe cose? Tienile per te!"
"Lo voglio!"
"E io cosa dovrei fare adesso che so questa cosa?" La conversazione si interruppe lì. Iniziò a baciarmi sul collo, passando le mani sui fianchi. Poi mi girò, afferrò quelle natiche ancora sode e iniziò a contemplarle. Con forza tirò giù i leggins e il perizoma e diede un morso. Non riuscii a trattenere i gemiti. Ancora una volta non mostravo alcun segno di opposizione, mentre lui dolcemente mi abbassò sulla sua scrivania, accarezzandomi la schiena. E senza alcun preliminare, si dedicò a quella mia parte con un po' di saliva e mi penetrò dolcemente. Interamente dentro. Urlai. "Mi fai male" .
"Si, dai, urla. Finalmente sei mia."
"Aspetta! Aspetta!" risposi ansimando.
"È mio, ne faccio ciò che voglio" mi diceva mentre con una mano mi teneva una spalla tirandomi forte verso di sé e con un altra mi dava dei sonori schiaffi sul culo. Godevo irrefrenabilmente ad ogni affondo, a quei colpi fortissimi che arrivavano. "Dillo, dillo che il tuo culo è mio!" E tra un urlo e un altro "si…sono tua! ". Mi girai un po’ per guardarlo, fingendo uno strano imbarazzo.
"Lo sapevo che ti piaceva!" disse lui. "Guardami ancora" mi disse. E io mi girai ancora, con la bocca aperta, la faccia di chi provava dolore e godimento. Ancora una volta non riuscii a resistergli, ancora una volta aveva dominato il gioco, ancora una volta si era appropriato della mia autorità. Mi tenne il viso per fissarmi mentre aumentava il ritmo dei colpi. Le urla diventavano sempre più forti.
"Stronzo, mmmmmh, non ce la faccio piu" e mentre parlavo lui sorrideva. La cosa andò avanti per un'ora e io ero venuta già 3 volte. Ad un certo punto lui mi si stese addosso e diede gli ultimi 5,6 colpi così forti che fui costretta a mordermi l’orlo della mia giacca per non urlare. Lui venne. Tenendomi ferma. "Non ti muovere!". E sentii tutto il suo godimento dentro di me che sembrava non volersi fermare più
“Ora sì che sei davvero mia”. Ero esausta.
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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