Lui & Lei
Un medico per amico
di migratore
19.12.2014 |
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"“E’ una contrattura al bicipite femorale appena dietro la gamba destra..."
Ero da poco in pensione. Porto bene gli anni e da bravo medico, approfittando anche di una splendida giornata di primavera, stavo camminando a buona andatura sull’argine vicino a casa. Saranno state le 11, non pensavo a nulla, guardavo i pochi ciclisti e runner che percorrevano la stessa strada. Incrociai una donna che procedeva in bicicletta in modo sostenuto non vestita da biker, ma con eleganti calzoni di velluto e una giacchina in goretex antivento e un basco giallo sbarazzino a trequarti sui capelli ramati. Con la coda dell’occhio vidi che era finita sbandando sull’erba cresciuta sul bordo della pista e poi sentii un gridolino e un colpo. Mi girai e la vidi distesa sulla scarpata dell’argine incastrata con una gamba sotto la bici. Tipica caduta da frattura del femore…. Era una donna sui 40 anni, carina e le chiesi se avesse bisogno di aiuto. Mi disse solo “si penso di si”, mi sembrava dolorante.
“Mi chiamo Carlo e sono un medico, se è d’accordo, le darei un’occhiata prima di spostarla “.
“ Dottore? Dopo la sfortuna viene la fortuna; la ringrazio moltissimo mi chiamo Anna “.
Chinatomi, le chiesi dove le faceva male, anche se a prima vista non pareva esserci frattura .
“ Mi fa male appena dietro la gamba incastrata sotto la bici”.
“ Provi a muovere il piede e il ginocchio” “Ok, adesso la aiuto ad alzarsi, ma non mi pare nulla di grave.”
Spostai lentamente la bicicletta e la presi sotto le ascelle (capperi aveva un gran bel seno) per alzarla, senza lamenti da parte sua.
“Si appoggi alle mie spalle”. Intanto vedendola da vicino, con il viso e la bocca ad un passo ebbi una bella erezione. E pure la tentazione di baciarla. Era una bella donna.
“ Rimanendo così ferma in piedi sente dolore?”
“No sento come un indurimento “
“ Provi a fare un passo con la gamba destra”.
Data la posizione e l’altezza di una decina di cm inferiore alla mia, lo fece verso di me e arrivò vicino, troppo vicino, tanto che le tette (belle sode) mi toccarono il petto e lei doveva aver sentito il mio cazzo bello duro .
Il braccio destro mi era finito sopra la spalla e sembravamo due innamorati un po’ goffi.
“ Mi scusi” disse, ma non si mosse.
“ Di che? Guardi che sono un medico e le ho detto io di muovere la gamba…come va?”.
“Muovendola mi fa male dietro.”
“ La devo toccare e mi dica cosa sente”
Le passai il braccio sinistro dietro la schiena toccandole en passant il culo e scivolai sui calzoni palpandole la coscia.
“ Ho sentito calore e poi dolore nella coscia”.
“E’ una contrattura al bicipite femorale appena dietro la gamba destra. Non c’è nulla di rotto adesso la posso aiutare ad arrivare a casa; dove abita?”.
Scoprimmo di abitare non solo vicini, ma addirittura a poco più di 200 metri di distanza….il mondo è piccolo…
Percorremmo la strada: lei zoppicando si teneva salda al mio braccio ed io facevo rotolare la bici. Passeggiata gradevole in cui lei scoprì che io ero divorziato e avevo tre figli grandi mentre lei aveva il marito da tempo in Germania a farsi gli affari suoi, inviandole danaro ogni tanto. Abitava al terzo piano e senza ascensore fu piacevole solo perché per aiutarla mi feci mettere un braccio attorno al collo mentre io la sorreggevo sull’altro fianco anche se spesso finivo non sempre involontariamente per toccarle il seno……
Passai poi a casa mia a prendere il necessario per le prime cure.
La ritrovai seduta sul letto in un accappatoio bianco da palestra e mi sorrise dicendomi:
“Grazie, non ho mai avuto un servizio medico così efficiente”.
Io ero curioso (e desideroso) di vedere cosa sarebbe successo.
Afferrai un barattolo di crema, m’imbrattai le mani, le dissi che con quella pomata il dolore si sarebbe affievolito e il muscolo ne avrebbe tratto beneficio.
“Ti devi scoprire la gamba e metterti a pancia in giù per favore”. Indossava un paio di culottes di pizzo pervinca pressoché trasparenti. Incominciai un massaggio energico a due mani, imburrandole la gamba e spargendo un odore penetrante di lenimento.
“ Carlo sento già sollievo.”
Premevo la gamba dalla fine della natica alla caviglia: quando iniziavo il massaggio le mie mani sfioravano la culottes e a un passaggio più ardito finii con le dita sotto il bordo e sfiorai la fica. “Scusa Anna”.
“ Di nulla. Mai stata massaggiata così bene, sei bravissimo, mi piace”.
Ripetei l'azione una dozzina di volte applicando un sacco di crema direttamente alla gamba e, proseguendo con il massaggio, iniziai a solleticare l’apertura vaginale senza entrare nella fica. Mentre massaggiavo la zona interessata le dissi che non rispondeva bene il nervo che dal gluteo raggiunge la caviglia e suggerii che, se lo credeva opportuno, potevo eseguire il massaggio iniziando dalla natica.
“ Mi sembra una buona idea e poi sei tu il medico e sento che mi stai facendo bene ….”.
Per facilitarmi il massaggio sulla natica tirò la parte destra della culottes così da lasciare in parte scoperta la figa che era indubbiamente bagnata. Sparsi parecchia crema sulla chiappa e una parte scivolò verso il buco del culo infilandosi tra le natiche. Andai con un dito a toglierla e il dito fece una rapida ricognizione nel bel buchetto. Non era un gesto strettamente professionale, ma Anna fece solo un mugolio di piacere…. . Anzi apri un poco di più le gambe ed io iniziai a massaggiare la natica con grande impegno. Aprivo e chiudevo la fessura sempre con maggior forza spinto oramai da un forte desiderio: ogni volta che aprivo la natica vedevo il buchetto del culo che si apriva e si racchiudeva, e vidi anche l’eccitazione più che evidente di Anna che si tirò la culottes ancora di più da parte. In questo modo mi fece vedere un flusso che usciva dalla fica…uno spettacolo che mi fece indurire il cazzo fino a farmi male. Infilai la testa tra le cosce e mi misi ad annusare e a leccare quel sugo che usciva. Anna mugolava e gemeva... Afferrai le mutandine e le tolsi, le tolsi l’accappatoio e, tra una leccata e un'altra, mi denudai anch’io. La afferrai per la vita e la misi con le ginocchia piegate e il culo in alto, la testa ferma sui cuscini. Così vedevo in tutti i particolari culo e figa. Da questa debordavano deliziosi liquidi che succhiavo e leccavo mentre con le mani ancora piene di crema tenevo separate le natiche. La mia lingua stava camminando dal suo clitoride, passando in mezzo alle grandi labbra, al perineo e poi affondava la punta nell’apertura anale, mentre accarezzavo il culo che desideravo prendermi al più presto. Ripetei più volte queste passeggiate con la lingua mentre i buchi di Anna si allargavano e si bagnavano di saliva e di succhi.
“ Mi piace dottore, sei bravo”
La mia lingua esplorava il suo ano e lei godeva sempre di più eruttando liquidi della fica. Notai che mi assecondava spingendo lo sfintere per catturare la mia lingua e sentirla di più e rilasciandolo per ricominciare il gioco. Il suo buchetto, pur piccolino, si era dilatato e mi sembrò che Anna potesse ricevere il mio cazzo...Ero eccitato come un ventenne infoiato. Non potevo più resistere dovevo infilarglielo dentro. Mi lesse nel pensiero:
“ Rompimi finalmente il culo dottore”.
Abbassai dolcemente le sue gambe in modo che i piedi toccassero il pavimento per porre culo e cazzo alla stessa altezza. Lei aprì bene le gambe mentre io gli insalivavo ancor più il culo, separò le sue natiche al massimo e vidi che mi guardava attraverso le sue gambe piegando la testa.
“Fottimi, infilamelo tutto…”
Impugnai il cazzo e spinsi il glande che scivolò dentro persino troppo velocemente e fino in fondo dove Anna lanciò un grido misto di dolore e piacere,
“ Mi hai impalata, mi piace…”.
Avevo però paura di farle male quando mi accorsi che le tremavano le gambe allora lentamente estrassi il cazzo, la accarezzai dolcemente la baciai sul collo e …tornai a infilarglielo fino all’intestino,
“Fallo ancora mi piace…mi piace….”
Perfettamente d’accordo, tornai ripetutamente a entrare e uscire e la boccuccia rosa ogni volta si dilatava di più. Aveva il culo di una giovane. Glielo dissi e lei di risposta mugolò di piacere Aumentai gradualmente il ritmo delle entrate e uscite dal suo buco e Anna cominciò a urlare di piacere mentre io continuavo a perforare il buchetto senza tregua e le mie mani tenevano saldi i suoi fianchi per accompagnare la penetrazione.. .Dovetti porle la mia mano sulla bocca per attutire le sue grida, ma continuai inesorabile ad aprirmi spazio nel suo culo. Improvvisamente mi fermai con il cazzo fuori per qualche secondo, anziché trivellarla di nuovo, mi chiese cosa succedeva ed io senza rispondere la chiavai nella figa con il cazzo che era rimasto duro anche se vibrava tutto pericolosamente; era così allagata di flussi e tanto dilatata dall’eccitazione che entrai di colpo. Anna cominciò a titillarsi il clitoride con la mano, e a questo punto cominciai ad aggiungere le mie grida alle sue, mi sembrava di ruggire, tanto forte arrivava il mio orgasmo Da anni non ne avevo avuto uno simile, sentivo il mio cazzo impazzito che sussultava e sparava sperma contro il fondo dell’utero. Era un assalto selvaggio, il letto si muoveva, eravamo in un bagno di sudore e non mi ricordavo più della sua gamba, sentivo solo il mio cazzo e la sua figa che si colpivano, sussultavano violentemente, vibravano. Come per telepatia avemmo un orgasmo simultaneo: dentro la sua figa c’era una cascata di flusso e di sperma che la inondarono completamente… Per alcuni minuti rimasi dentro di lei sentendo il pene che si afflosciava e la vagina che si contraeva... L'odore di sesso nella camera era forte, andai ad aprire le finestre e la spinsi sotto le coperte abbracciandola e piazzandole la faccia tra le grosse tette iniziando a succhiare i capezzoli. Anna invece mi prese con una mano il cazzo e lo accarezzava, con l’altra cominciò a solleticarmi lo scroto. Io di rimando le ficcai una mano intera dentro la figa e tre dita dell’altra nel culo.
Anna mi guardò con gli occhi semichiusi e mi disse solo:
” Adesso sei il mio medico e devi controllare spesso la mia salute”.
Cosa che da quel giorno ho fatto, come mio dovere.
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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