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Lui & Lei

Storie astratte di un singolo d'assalto


di Membro VIP di Annunci69.it dreamofthebluturtles
25.02.2022    |    2.128    |    5 7.1
"Sono in uno stato psico fisico ideale, ho anche preso una abbronzatura che mi ha dato quel tocco da bronzo di Riace..."
E niente. Sono qua intento a districarmi tra circolari e analisi prezzi. Ascolto un pezzo di Apparat e subito la mente scivola verso di lui: Giacomino maiunagioia Leopardi. (Il collegamento tra Apparat e Giacomino è complesso, solo in pochi possono comprenderlo, ma so che non mi deluderete.)

“Giacomino secondo te come andrà stasera su A69? La contatto? Che dici…? Bella è bella. E' anche in Gallura…”

“Dio non voglia che si disperda una cotanta occasione. Tenta la fortuna mio giovane guerriero. Non esser cuore pavido, vedrai sarà un successo.”

“Sti cazzi” Con meno prosa fu la mia telepatica risposta.

Comunque l’assenso di Giacomino fu l’ultimo tassello mancante per fugare ogni mia remora. “Farfallina 91” Già il nick mi intriga…(intriga, capisc ammè eh). Foto belline. Due feedback, ovviamente di giovani palestrati che scoppiano di salute. “Mmmmm speriamo che Giacomino abbia ragione”

Partì la spedizione epistolare.

“Ciao!!! Ma sai chi hai l’opportunità di conoscere?”

“Ciao! Dreamofthebluturtles. C’è scritto anche nel profilo”

La vocina di Giacomino rieccheggiò nella testa. “Vai guerriero stai andando forte. Colgo un interesse. Continua…”

In effetti la lampadina dei messaggi riapparve dopo pochi secondi. “Leggo il forum spesso e di tanto in tanto mi imbatto nei tuoi post. Sei un notevole pirla ma talvolta scrivi cose di senso compiuto. In effetti non ho capito ancora se ci sei o ci fai”

“Vai campione! Ti conosce, è fatta.”

“Sono contento di non esserti nuovo. Ora che abbiamo rotto il ghiaccio fornichiamo?” (Seeee vorreste un approccio così eh?) Ma anche no.

“Sono molto contento di non esserti nuovo. In realtà ci sono, ma un pochettino ci faccio.”

(Ancora oggi penso alla marzullesca risposta e non posso che provare orgoglio.)

"Ascolta, qua ognuno dice la sua, quindi ora tu dimmi la tua: caffè conoscitivo, aperitivo o pranzo in agriturismo?”

“Pranzo in agriturismo. E’ da un po’ che non mangio zuppa cuata. Domenica?”
(L’approccio enogastronomico in effetti mi mancava. Speriamo di non spararci tutte le cartucce a tavola NDR.)

“E domenica sia. Dove?”

“Fuori Arzachena, prenoto io.”

Minchia era lunedì. Sei giorni a struggermi. Guardai e riguardai le foto. La tentazione era tanta…ci pensai, ma una voce mi fermò. “Se solo ti azzardi a prendermi in mano ti schizzo in faccia”

Cioè ora capite come devo campare? Da una parta ho Giacomino come motivatore e addetto ai testi. Dall’altra ho la testa di cazzo che mi gestisce anche le attività onanistiche. “Tartarù io lo dico per noi, come dice Lessing (favoloso scrittore del settecento di cui conosco tutte le opere reperibili su google): “l'attesa del piacere è essa stessa il piacere.”

Comunque in effetti ne seguii il consiglio e mi astenni.

In modo rocambolesco la settimana passò e venne finalmente l’agognato sabato sera. Già in preda a pensieri nefasti finalmente comparve il messaggio. “Ore 12 e 30, località e soprattutto numero di telefono”. Ed alla postazione pc un triplice sospiro di sollievo si sciolse immediatamente. Strette di mano, abbracci in alcuni casi anche lacrime di commozione.

Finalmente dopo decine di messaggi di altri singoli pronti a risucchiarmi ovunque o disposti a concedermi il privilegio di risucchiare loro, forse avevo trovato l’incastro giusto per arrivare a fornicare tramite A69.

La notte passò insonne ma finalmente giunse l’alba e insieme ad essa anche una certa voglia di rendersi presentabili. Il numero di telefono c’era. Camicia aperta e capello con un accenno di bianco man manco crescente. Una foto partì su whatsapp.
La risposta non si fece attendere. Camicetta con un e dico un bottone aperto e un solco che lasciava immaginare passione e poesia. “Tartarù ma vuoi dire che…ma soprattutto pensi ti facciano entrare ad Arzachena con quella macchina?”

“Ascolta fatti i cazzi tuoi, sono entrato al Pevero in pieno luglio, vuoi che non mi facciano arrivare all’agriturismo a febbraio?”

Macchina imbarcata sul traghetto. Una Opel del 2009. Da 0 a 100 km/h in 2 minuti e 55 secondi e non fatevi sentire scontenti, altrimenti si pianta. Il trattore di Artemio ne “il ragazzo di Campagna” aveva più sprint. Arrivai comunque per tempo. Un agriturismo nelle campagne fuori dal centro smeraldino. Mentre ero in preda all’ansia da primo impatto, arrivò il suo messaggio: “scusa il ritardo sto arrivando. Spero tu possa perdonarmi. “

“Sei già perdonata, ti aspetto.”

Passarono non più di 5 minuti e una Yaris fece il suo ingresso nel parcheggio, posteggiandosi a pochi metri da me.
“Tartarù mi sembra molto molto carina, io ho riposato a dovere. Sono in uno stato psico fisico ideale, ho anche preso una abbronzatura che mi ha dato quel tocco da bronzo di Riace.. soltanto qualche tua cazzata può toglierci il Sacro Graal di questa bella guagliona. Ricorda: parla poco, concetti chiari evita di dirle che voti a destra, poi lascia fare a me.”

“Giacomino, digli di andare a cagare.”

Scesi dalla macchina con uno charme che avrebbe fatto impallidire Argentero mentre in corsia distribuisce dosi di enterogermina a chiunque lamentasse un dolore qualsiasi.

“Ciao.” Le aprii la portiera e nel vederla scendere… ira di deu: stivaletto, una gonna corta ma non cortissima, collant da un certo numero di denari che quando avrò imparato a contarli sarà sempre troppo tardi, camicetta bianca con, questa volta, bottoni chiusi, giacchettino in pelle, 1 metro e 65 di forme proporzionate e longilinee completate da un sorriso solare, due occhi verdi che rubavano l’anima e da dei capelli castani raccolti dietro di cui ero già innamorato come solo altre 742 volte mi era capitato prima.

“Ciao Tartarugo, io sono Alessandra.”

“Alessandra, il piacere è mio” Rispose la testa di cazzo.

“Che strana voce…”

“Lascia stare è una lunga storia, soffro di laringiti improvvise. Ma dimmi: tutto questo mistero? Pochissimi dettagli. donna misteriosa fino all’ultimo istante…diffidavi?”

“Tu nel sito sei un pirla, io misteriosa. E poi quello che interessa voi uomini era presente sottoforma di book fotografico.”

“Ha ragione. Cosa c…o le chiedi ste stronzate. Hai visto che corpicino? E’ perfetta.”

“Ma sei sicuro di stare bene? Mi sembri distratto…”

“Nono tranquilla, ti sto studiando.”

“io ho prenotato una camera, magari avrai tempo per studiarmi…se lo meriterai.”

“Ma quindi qua sono specializzati in zuppa cuata? (Tra l’altro a me, se devo dirla tutta, la zuppa cuata non è mai piaciuta molto. Decisamente meglio i culurgiones, ma alla fine c’è chi per fornicare si depila i gioielli di famiglia e chi si riempie lo stomaco di zuppa gallurese. Alla fine so gusti. NDR)

“Senti tartarugo, io mi darei una rinfrescata prima di pranzo, tu mi aspetti giù nella sala o vieni su con me?"
“Letmethinkaboutit: salgo.”Fu la istantanea risposta della testa di cazzo, emanata con tempi di reazione che avrebbero scaturito una falsa partenza in qualsiasi competizione di velocità”

“Grandissimo tartarugo, stai andando alla grande, tra poco lascia campo libero a me. Accenditi una sigaretta e vedi la rumba che le facciamo provare.

Un tartarugo un tantino perplesso sulla deficienza del suo pisello seguì in camera la sua nuova fiamma.

La camera era molto carina, in realtà la tipica architettura dello stazzo gallurese. Ve la potrei anche descrivere ma sostanzialmente non ve ne importerebbe una beata ciolla, perché voi, malefici pervertiti, volete sapere se abbiamo fornicato. Ebbene no. Fui un gentiluomo e non la sfiorai neppure con un dito.

Seeeeeeee e che so pazz. In realtà fu lei a sfiorarmi e per parecchio tempo.

Io mi ero appollaiato su una sedia, a circa un metro (o forse erano 80 centimetri) dal letto. Lei si tolse gli stivaletti e nell’entrare in bagno la osservai camminare. “Azzo ma quanto è figa”

“Vero Capo. E' fighissima. E' talmente gnagna che quasi mi mette soggezione e non riesco a capacitarmi sul perchè ci abbia scelto.”

“Ma Giacomino?”

“Quello scrive la notte e dorme di giorno comunque mi ha detto di mandargli un messaggio se facciamo centro.”
La fanciulla finalmente uscì dal bagno e mi osservava con un misto di curiosità e commiserazione. Si avvicinò e si sedette sul letto. “Come va su A69 Tartarugo?”

“Bene dai, non mi lamento” Falso come una moneta da tre euro. E ne contatti una in zona e ti dice che gente vicina non ne vuole incontrare; ti sposti verso Sassari e ti dice che sei lontano; per una sei troppo basso; per l'altra sei troppo corvino; gli occhiali no; gli occhiali sì ma solo quelli con l’anti riflesso. Insomma un manicomio.

“Non mi lamento neppure io. Questa camera conosce già molti segreti di me.” Io e la testa di cazzo la ascoltavamo pendendo dalle sue labbra, ma il pendolo durò pochi istanti. Il suo piede si allungo verso di me, infilandosi tra le gambe e stuzzicando delicatamente la testa di cazzo, stranamente rimasta senza parole.

“Alessandra, io non faccio l’amore di piede dal 2003”

“Lasciati andare. Sei teso”
Le presi le gambe e iniziai ad accarezzarle. Prima i piedi, poi risalendo lungo le cosce. Sollevai un poco la gonna. Collant con le aperture giuste, intimo, che ve lo dico a fare? assente.

Mi si chiuse la vena, sanificai mani e braccia con l’amuchina (in tempi di covid bisogna essere sempre attenti) e scivolai sotto. Una jolanda parzialmente rasata, le gambe appoggiate sulle mie spalle mi caricarono a pallettoni, la testa di cazzo ripresasi dallo stupore per l’approccio di piede era già alle 12 05 e 36 secondi. Ma le cose ragazzi vanno fatte con calma. E sue e giù e destra e sinistra e dai la cera e togli la cera, il “bravo Tartarugo” furono i sui gemiti che partirono dopo 65 secondi.

“Alessandra, non ho scritto abile linguista sul profilo solo perché questo grande dono che mi ha dato il buon Dio voglio che sia per poche, ritieniti fortunata. “ In realtà lei non credo capì granché. La vidi solo con dei capelli molto più disordinati di quando entrammo in stanza e con le gambe che, incrociate tra collo e spalle si erano chiuse sempre più in una morsa ferrea. (Piuttosto interessante per un vecchio maiale amante dei giochini sado come me tra l’altro.)

“Foffoco” riuscii a stento a farfugliare con la testa schiacciata tra le cosce e con gli umori che mi inumidivano il volto.

In tutta risposta ricevetti un: “lecca e non rompere”

Alzai lo sguardo e la intravidi rossa in volto mordicchiarsi le labbra. Per tutto il tempo ci fu un feeling fatto di complicità, pirlaggine e voglia di godere senza tanti fronzoli. Io ero partito per scoparle la mente ma nel mentre mi feci l’dea che la mente me la avrebbe trombata lei, passando però attraverso la prostata.

Mi lasciò andare un attimo. “Ora tocca a te.”

“Siiiiiiiiiiiiii” un sussurro in stereofonia. “Tesoro sono morbida argilla tra le tue mani”
“Ma che cazzo le dici imbecille? Ma guarda come sono!!!! Sono un uomo cannone vestito da Humphrey Bogart in Casablanca. Sono l’uccello più in tiro che si sia visto in Costa Smeralda da anni.

“Smettetela di parlare tra di voi, ora siete nelle mie mani”

Balbettai a stento un: “ma??”

“Si. Parli con il tuo pisello. Molti uomini lo fanno e non sei il primo. Il problema è quando iniziano a raccontargli stronzate”
“Comunque ora zitti tutti parlo io.” E mi fece scivolare giù i pantaloni ed i boxer a forza.

Io pensai che per parlare durante un pompino, dovesse avere delle enormi doti ventriloque. Comunque mai disturbare una donna che vuole donarti un rapporto orale.

Prese dalla borsa un barattolo con del liquido all’interno. “Amuchina? Ti disinfetti?” Le chiesi con la faccia da pirla. (Insomma la solita.)

“No. Gel lubrificante. Preparati: sarà dura”

La guardai un attimo preoccupato.
Iniziò una lentissima sega…prima una mano, poi due mani, poi due mani e due piedi, poi due mani due piedi a testa in giù. No, cioè sto deragliando… Rimasi tra le sue mani un tempo indefinito. Ricordi indelebili. Cominciai seriamente a preoccuparmi solo quando mi resi conto di aver preso leggermente le fattezze di un cappone ripieno.

“Ale…ormai il pranzo è saltato prima che il sole tramonti, proviamo la carriola?”

“Sei sempre così delicato e romantico?”

“No, di solito so anche essere rustico. Non so come dirtelo, però yo soy gonfio de amor. Noi siamo gonfi d’amor…intiende?” (Ho sempre avuto una forte propensione per i discorsi motivazionali NDR.)

Non ho contezza di come il preservativo finì al proprio posto, rimane il quarto segreto di Fatima, però come unica risposta me la ritrovai sopra. Risalgono dei flash: il bottone della sua camicetta strappato, i graffi sulla mia schiena, il suo dito piantato nel sedere mentre godevo (fortunatamente un dito esile), la doccia fatta insieme a fine battaglia e il messaggio whatsapp di Giacomino: “A volte il sole può battere anche sul culo di un cane” (Cit. cinematografica per pochi NDR).

E molte altre cose serie di cui non farò menzione.

Racconto volutamente confuso e disordinato, esattamente come il suo autore.

R.
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