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Lui & Lei

Secondo incontro


di goldnoi
17.02.2024    |    271    |    7 9.8
"Strinsi il biglietto con il suo numero tra le mie mani eccitata, come se fosse un trofeo, una gran conquista, e andai via..."
Seconda puntata…
Dopo qualche giorno, come mio solito tornai li ma non vidi lui...era presente l’amico
proprietario. Aspettando sempre seduta al mio solito angoletto, cercavo di capire se
lui c'era, guardavo e scrutavo ogni movimento in cucina, per capire meglio, mi avviai
nella toilette, passando davanti e sbirciando all'interno della cucina...ma nulla. Entrai
in bagno e con rimpianto, mi passarono davanti quei momenti passati lì, ma non
c'era ombra di lui. Pranzai come mio solito aspettando una sorpresa, la sua visione.
Rassegnata e non sapendo come fare mi alzai per pagare il mio conto, e mi feci
coraggio domandando se lui era presente, il titolare mi rispose che non lavorava più
li. Ebbi un brivido di tristezza e non sapendo come avrei potuto rintraccialo mi
inventai una scusa. Chiesi al titolare se avessero trovato un braccialetto che non
trovavo più e che molto probabilmente lo avevo perso li nei giorni precedenti, mi
rispose che aveva una scatola dove di solito custodivano le cose dimenticate e
trovate, guardò e mi rispose che c'era di tutto ma nessun braccialetto. Mi feci
coraggio e gli chiesi se poteva darmi il numero di lui così da potergli chiedere se lo
avesse trovato, facendo una smorfia mi disse “Non credo” comunque questo è il suo
numero e potevo provare. Strinsi il biglietto con il suo numero tra le mie mani
eccitata, come se fosse un trofeo, una gran conquista, e andai via. Non persi tempo e
telefonai, mi rispose subito, meravigliato mi chiese come avessi avuto il suo
numero... e gli ho raccontato la scusa inventata per averlo....
Ridendo mi rispose di Si aveva il braccialetto e se volevo alle 16 mi avrebbe aspettato
a casa sua, per restituirmelo, e provarlo...in Via.... interno 3. Contavo i minuti che
non passavano mai...alle 15,45 ero sotto casa sua.
Suonai al citofono e prontamente si apri il portone del palazzo.
Un tremore di eccitazione mi invase tutta, avevo troppa voglia di incontrarlo.
Arrivata dinanzi alla porta int.3 feci il gesto di suonare, ma la porta era socchiusa, la
spinsi in avanti entrando dubbiosa, chiesi permesso e da non molto lontano sentii la
sua dolce voce... prego, prego arrivo, arrivo subito, accomodati. Le finestre erano
socchiuse, solo un po' di luce, quel che basta per intravedere… le porte erano chiuse
tranne una, con una luce rossa da dove fuoriusciva della musica jazz soft …. e
un'altra a vetro ben illuminata che si rivelò il bagno. Un po’ impacciata aspettai lì nel
il corridoio quando ad un tratto si apri la porta…fui avvolta dal vapore e dal profumo
di bagnoschiuma e intravidi la sagoma di un uomo in accappatoio che si stava
asciugando i capelli con il cappuccio. Mi salutò e mi chiese di avanzare e si scusò,
aveva fatto tardi al lavoro ed era un po’ in ritardo. In tutta risposta chiesi scusa, ero
io che ero in anticipo. Mi avvicinai, ci abbracciammo e ci scambiammo un lungo
bacio che faceva presagire cosa sarebbe potuto accadere da lì a poco. Infatti non
perdemmo tempo, baciandomi mi portò in quella camera da letto dove avevo visto
quella luce rossa con sottofondo musicale. Dolcemente mi distese sul suo letto
slacciandosi la cinta dell'accappatoio che nella foga non riuscì a togliersi del tutto. Ci
baciammo a lungo, i nostri baci non finivano più, il suo corpo profumato e semi nudo
era sopra di me, avvertivo il suo cazzo gonfio che si strusciava sul mio sesso.
Era fantastico ed era la cosa che desideravo di più in quel momento. Avevo voglia di
sottomettermi a lui, volevo sentirmi la sua preda, la sua troia, volevo che mi usasse
in tutti i modi, volevo il suo cazzo e basta.... difatti, mentre ero in preda
all'eccitazione, lui prese la sua mano e la diresse sul cazzo, lo strinsi così forte che
quasi gli feci male. Mollai la dolce presa del spingendolo al mio posto, mi spogliai
velocemente guardandolo negli occhi e ansimando dalla voglia non persi tempo, gli
riafferrai il cazzo e lo masturbai per bene...quando scorsi una goccina del suo piacere
mi buttai a capofitto sul suo glande e lo leccai, leccai assaporandolo tutto, il suo
cazzo aveva un profumo inebriante, era pieno e gonfio di lussuria…non mi sarei mai
staccata da quel cazzo, me lo stavo gustando fino in fondo e da come lui si muoveva
e gemeva capii che a lui non dispiaceva affatto. Il suo membro era inzuppato della
mia saliva e cosi ripresi a segarlo, la mia mano scorreva facilmente su e giù e io mi
sentivo la padrona di quel bellissimo cazzo! Lui continuava a ripetere “che brava
pompinara, sei proprio una dolcissima troietta” e io sentendo queste parole mi
eccitavo ancora di più e in preda all’eccitazione del momento non mi vergognai di
chiedergli di leccarmi la fica…non se lo fece ripetere e mi ribaltò sul letto, mi aprì le
gambe in modo un po' violento (cosa che mi fece andare su di giri!!!) e affondò la
testa in mezzo. La sua lingua cominciò a leccare minuziosamente la mia fica, a
risucchiare tutta la sborretta. Mi mordicchiava il clitoride, me lo succhiava e io, senza
ormai nessun ritegno, strillavo dal piacere…dai continua, di più, così…..
Mi sfilò il cazzo dalle labbra e guardandomi dall’alto e mi sussurrò: 'Voglio
sodomizzarti' ti prego! Abbassai istintivamente gli occhi sul suo cazzo, lo tenevo
stretto in una mano, ho immaginato per un attimo quella cappella che mi allargava il
buchetto vergine… mi irrigidii quando sentì un dito e poi due, infilarsi nel mio ano.
“Ce l’hai ancora strettino” disse lui. Ebbi un brivido, un fremito di paura, ma sapevo
che ormai era tardi per ripensarci e cosi quasi senza voce risposi 'Si'. Mi sentii
pervadere da una forte eccitazione. Assistetti allo specchio alla mia sodomizzazione,
cosa che mi eccitò tantissimo, era vero, stavo godendo ma per pudore, per salvare la
faccia, cercai di dire che mi stava facendo male. “Storie” affermò lui. Con
abbondante lubrificante, mi accarezzò delicatamente e con la mano ancora sporca si
lubrificò il cazzo, allargò e appoggiò la cappella bollente sul buchino. Da principio
lentamente, con delicatezza, un va e vieni fatto con metodo preciso, poi il ritmo
aumentò, mi stava proprio scopando nel vero senso della parola, il pensiero mi
faceva impazzire…mmm pensavo, sono posseduta da un uomo, mi sta
sodomizzando, si vero, dolorosa come mi aspettavo, ma il piacere era immenso,
incomparabile a qualsiasi altro piacere sessuale io avessi mai provato.
Non lo credevo possibile ma mi stava piacendo, faceva ancora male ma il piacere
aumentava ad ogni colpo e ogni volta che lui si ritirava, alzavo istintivamente i fianchi
per andare incontro alla sua spinta, per sentirlo ancora entrare dentro.
Gli chiesi di chiamarmi 'Troia' la TUA Troia...
All’improvviso sentii il suo respiro aumentare, le sue spinte accelerarono di colpo e
diventarono più violente, stava per arrivare, mi preparai per ricevere la sua sborra.
Dopo l’ultima spinta lo tenne dentro di me con tutte le sue forze, sentii le contrazioni
del suo cazzo e un fiume bollente che mi riempiva le viscere e può sembrare
assurdo, ma quel sentire il suo orgasmo scatenò anche il mio. Non l’avevo mai
provata una sensazione così…
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