Lui & Lei
Scarpe strette
di Napocapo
27.12.2014 |
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"Poi con vera goduria prese a togliersi le scarpe e i calzini, ma proprio allora entrò nella stanza la ragazza..."
Giulio era un ragazzo molto timido e sensibile. Purtroppo, nonostante le sue qualità, non aveva mai avuto molta fortuna con l'altro sesso. In vita sua aveva avuto solo una ragazza, Francesca, la quale, pur apprezzando molto la sua dolcezza e bontà d'animo, lo tradiva spesso e volentieri. Ma ogni volta Giulio la perdonava, lei gli diceva che quei tradimenti la facevano soffrire più di quanto potesse soffrire lui.“Giulio, lo so che sono stata una stronza a comportarmi così, ma adesso ci sto veramente male, credimi. Il fatto è che io ti amo tanto che alle volte mi spaventa quanto sia forte questo amore. Così alle volte provo il desiderio di tradirti, per dimostrare a me stessa che non sei così assolutamente vitale per me. Ma poi mi pento sempre e capisco che non c'è niente da fare, senza di te io non so vivere. Mi capisci, vero?”
“Sì, certo”
“Lo sapevo che mi avresti capito, tu sei l'unico che mi capisce così bene. Ti amo da morire!”
Ma un brutto giorno Francesca se ne andò per sempre. E il povero Giulio, triste e sconsolato, non faceva altro che passare tutto il tempo libero a casa, piangendo sul suo ultimo fallimento in amore. Per fortuna Giulio poteva contare su amici, che gli volevano molto bene e che si preoccupavano per lui.
“Giulio, non puoi ridurti così per quella là. Ci sono un sacco di donne meglio di quella!”
“Non è vero. Lei era così dolce e sensibile...”
“E mignotta!”
“Non è vero!!”
“O.k., stendiamo un velo pietoso su questo punto. Comunque, resta il fatto che tu non puoi rimanere tutto il giorno rintanato in casa, devi uscire, svagarti, fare nuove amicizie, soprattutto di tipo femminile”
“Ma ragazzi lo sapete bene che io alle donne non piaccio proprio, poi figurarsi se riesco a interessare a qualcuna nello stato in cui sono adesso”
“E tu che ne sai se non ci provi. Dai, sabato si va a ballare e vediamo se riesci a rimorchiare qualcuna. Vedrai, ti portiamo in un posto dove si rimorchia facile”
Giulio non era un grande frequentatore di discoteche, e i suoi amici lo sapevano bene, perciò la prima cosa che fecero fu quella di vedere se il poverino avesse nel suo guardaroba qualcosa che, nella frastornante atmosfera della discoteca, potesse conferirgli un po' di fascino. Purtroppo la perlustrazione diede esiti disarmanti: banalissimi jeans, scialbi golfetti, e camicie a quadrucci da far cadere le braccia. Bisognava assolutamente provvedere. Così Giulio fu letteralmente trascinato in giro per quei negozi alla moda del centro, dove ti sparano musica a un volume di appena qualche decibel inferiore a quello delle discoteche.
Alla fine di quella giornata di shopping, l'eroe della nostra storia poteva esibire un look veramente favoloso. Ma giunti a questo punto, conviene spendere due parole su un importante articolo che compone il nostro abbigliamento: le scarpe. Viviamo purtroppo nell'epoca del prêt-à-porter, del preconfezionato. Solo pochi privilegiati possono permettersi di farsi fare le cose su misura. Pertanto, anche se paghiamo molto caro quel paio si scarpe di marca, magari prodotto dalla economica manodopera tailandese, può succedere che i nostri piedi si ritroveranno in veri e propri stivaletti malesi. Ed è inutile provare bene le scarpe prima di comprarle, chissà perché ma al negozio le scarpe calzano sempre bene. Solo quando esci per la prima volta con le nuove scarpe, dopo appena una mezzora senti i tuoi piedi stretti in una tale morsa, che ti viene voglia di toglierti le scarpe e gettarle via per la rabbia.
Come avrete già capito, al nostro povero Giulio accadde proprio una cosa del genere quando uscì insieme ai suoi amici per andare in discoteca. Ovviamente nel sentire le scarpe un po' strette all'inizio Giulio non si allarmò, dato che era la prima volta che le indossava. Ma appena arrivato in discoteca il dolore divenne straziante. Con indicibile sofferenza, riuscì a fare quei pochi metri, che lo separavano da un invitante sgabello vicino al bar. Anche se stava seduto il dolore era lo stesso così forte da farlo impazzire. L'animo di Giulio era ormai letteralmente sconvolto, a causa dell'indicibile sofferenza che provava. Sentiva nascere dentro di sé una rabbia incredibile. Avrebbe voluto urlare e spaccare tutto. Alla fine non riuscì più a trattenere l'aggressività che stava montando dentro di lui. Diede un terribile pugno al bancone del Bar, richiamando così l'attenzione di tutti i presenti.
“Vuole qualcosa, Signore?”, chiese il barista.
“UNA COCA COLA !!!!!” rispose Giulio, per giustificare il suo gesto.
Il barman, impaurito dal tono terrificante, che aveva ormai la voce di Giulio, si sbrigò a servirgli la coca cola. Il nostro povero e martoriato eroe afferrò il bicchiere di coca cola, con tutta la forza che aveva, e trangugiò il frizzante e nero liquido, nella speranza illusoria di un qualche ristoro. La sua bocca era contratta in una smorfia di dolore, che sembrava però una specie di ghigno satanico, i suoi pugni erano serrati per sopportare meglio il dolore, ma chiunque lo guardava era percosso da un brivido di terrore. Immobile sul suo sgabello, reprimeva a fatica la sua rabbia, provocata dal dolore e aspettava che i suoi amici si decidessero a riportarlo a casa.
Ma a questo punto il destino imprevedibile ci mise il suo zampino e quella serata cominciò finalmente a volgere per il meglio per il povero Giulio.
“Amico, togliti dai piedi e fammi sedere accanto alla mia ragazza!”
Una specie di energumeno completamente vestivo di lucida pelle nera, con incredibile tracotanza, aveva osato ordinare a Giulio l'unica cosa che lui mai avrebbe fatto, neppure se si fosse trovato di fronte l'incredibile Hulck. Ma l'uomo insistette nella sua pretesa.
“Carlo, non fare così. Lascialo stare, è possibile che dovunque si vada devi attaccare briga con qualcuno”
“Tu stai zitta e non rompere i coglioni! E adesso brutto stronzo ti vuoi scollare da lì o devo prenderti a calci nel culo.”
L'incredibile quantità di rabbia che aveva accumulata fino ad allora era pronta a trovare il suo oggetto di sfogo. Giulio si alzò in piedi e fissò negli occhi colui contro il quale presto i suoi pugni, serrati da molto tempo, avrebbero scaricato tutto la tensione dei muscoli, contratti dal dolore. Il malcapitato energumeno, notando gli occhi iniettati di sangue di Giulio, capì di colpo il tremendo errore commesso, ma fu troppo tardi, perché immediatamente dopo un terrificante destro si scagliò contro il suo naso, che cominciò a sanguinare copiosamente.
Chi ben conosceva il tizio steso da Giulio, non poté fare a meno di battere le mani in segno di approvazione per il nostro eroe, che aveva dato una bella lezione a uno stronzo di prima grandezza che era in antipatia a molti. Persino i buttafuori erano soddisfatti dell'accaduto, per cui lasciarono in pace Giulio e amorevolmente accompagnarono all'uscita l'indesiderato maleducato col naso rotto.
Ora che aveva potuto sfogare un po' della rabbia che lo dominava, Giulio cercò di scusarsi con la ragazza della sua vittima.
“No guarda, la colpa è tutta sua, se lo è meritato. Prima o poi doveva incontrarlo uno che fosse capace di dargli una bella lezione.”
“Ma non sei dispiaciuta almeno un po'? In fondo è pur sempre il tuo ragazzo”
“Un corno, non ce la faccio più a stare con lui. Quando mi son messa con lui ero affascinata dalla sua aria da duro, ma adesso ho capito che è solo un bastardo. Se ancora esco con lui è solo perché mi fa paura.”
Vedendolo in compagnia di una ragazza, uno degli amici di Giulio si avvicinò a lui e gli fece scivolare tra le mani la chiave della macchina.
“Ma voi come farete?” Disse sotto voce all'amico.
“Non preoccuparti, ora ne hai bisogno più di noi.E poi in qualche modo ci arrangeremo. Per un amico questo ed altro”
Tuttavia, con le scarpe che continuavano implacabili a tormentarlo, Giulio non si sentiva proprio dell'umore adatto, per corteggiare la ragazza nella maniera più consona. Desiderava solo andare a casa e togliersi le scarpe. Per cui si comportò in modo molto brusco e sbrigativo, senza perdersi in mille gentilezze e complimenti, come era suo solito.
“Senti io voglio andarmene via di qui, se vuoi ti accompagno altrimenti rimani pure qui e tanti saluti”
“No, voglio venire con te”
La pronta risposta della ragazza lo sorprese un po', ma al momento ciò che più gli premeva era togliersi quelle maledette scarpe, che lo stavano uccidendo. Corse come un pazzo per arrivare il più presto possibile a casa della ragazza.
“Mi piace molto correre in automobile. Sei stato velocissimo. Ma adesso vuoi salire un attimo da me?”
“Ma veramente...”
“Per favore, non farti pregare …solo cinque minuti, solo il tempo di prendere qualcosuccia”
“E va bene, ma solo cinque minuti”
Ovviamente, Giulio aveva fatto resistenza all'invito, perché non vedeva l'ora di togliersi le scarpe, ma ciò gli aveva dato l'aria di uno che è abituato a farsi pregare dalle donne, rendendolo ancor più intrigante agli occhio della ragazza.
I famosi cinque minuti erano passati da un pezzo,ma lei stava ancora in cucina ad armeggiare,per preparare qualcosa che avrebbe dovuto deliziare Giulio, che ormai non riusciva più a sentirsi i piedi. Completamente stravolto dalla sofferenza immane, provata durante la serata, il poverino si imbucò in una camera e si sdraiò sul l'invitante letto che trovò. Poi con vera goduria prese a togliersi le scarpe e i calzini, ma proprio allora entrò nella stanza la ragazza.
“Lo sapevo che tu sei un tipo che non ama perdere tempo. Che sfacciataggine entrare in camera mia e infilarsi nudo nel mio letto senza chiedermi niente”
Lei si avvicinò con uno sguardo che più invitante di così non si poteva. Giulio, che ormai si era sbarazzato delle terribili scarpe, l'abbracciò e la baciò dolcemente. Mai la ragazza era stata amata con tanta generosità e tenerezza. Non un solo centimetro quadrato del suo corpo rimase privo di baci e di piacevolissime carezze. Lei ebbe la netta sensazione che in quegli istante nulla era più importante del suo piacere e del suo benessere. Ogni suo desiderio era prevenuto o prontamente esaudito. Non una richiesta le veniva fatta e tutto le veniva donato. Tanta disinteressata passione, la indusse a ricambiare con infinito trasporto.
“Quando fai l'amore sembra che ti trasformi completamente. Sei dolcissimo e non pensi affatto a te stesso. La generosità che dimostri quando fai sesso è commovente e allo stesso tempo eccitante in modo sconvolgente. Te lo ripeto sembri veramente un altro. Sei proprio l'uomo che piace a me, duro ma che sa anche essere dolce quando è necessario.”
Quando sentì ciò, Giulio capì che con quelle maledette scarpe avrebbe dovuto fare ancora molta strada.
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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