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Caro fratellino


di Napocapo
01.09.2012    |    51.925    |    3 9.2
"Se ne stava seduto sul letto della sua cameretta a guardare un giornale porno, dopo poco si sbottonò i pantaloni, abbassò le mutande e tirò fuori uno..."
Questo è in assoluto il primo racconto che scrissi, ormai più di dieci anni fa, mi fa piacere ogni tanto vederlo pubblicato qua e là su internet

Me ne accorsi una volta mentre mi cambiavo d'abito. Siccome avevo fretta mi ero dimenticata di chiudere la porta. Fu appena un istante, ma quando mi girai, per rimettere a posto i jeans, intravidi abbastanza bene la sua figura ritrarsi di scatto per non farsi vedere. Dato che tutto si era svolto così velocemente e che nella stanza non c'era molta luce, per uscire dall'imbarazzo mi fu facile fingere di non aver visto nulla. Ma mi sentivo lo stesso offesa e umiliata, per essere stata tradita da una persona per la quale provavo un enorme affetto, da mio fratello.

Quello che mi aveva fatto mi sembrava una specie di molestia o di violenza sessuale, poiché aveva violato la mia intimità e incurante dei legami di sangue aveva approfittato della situazione per appagare i suoi istinti da maiale. Inoltre il pensiero che eccitato fosse andato a masturbarsi nella sua camera mi faceva orrore.

Tuttavia non avevo il coraggio di reagire. Tante volte mi ero chiesta cosa avrei fatto in situazioni del genere, se avessi avuto la prontezza di denunciare un tizio che mi avesse molestata in qualche modo. Sapevo bene che la ragione sarebbe stata tutta dalla mia parte, ma nonostante ciò la vergogna e l'imbarazzo in me erano troppo grandi. Così mio fratello continuò a spiarmi e io non dissi nulla. D'altra parte devo ammettere che lui era molto discreto nel suo vizio, e continuava a comportarsi per tutto il resto come il migliore dei fratelli. Inoltre, siccome l'animo umana si adatta a tutto per difendersi, io non provavo più tanto disgusto ad essere spiata. Devo anzi confessare che dopo un po' cominciò a piacermi.

In quel periodo mi annoiavo parecchio e qualsiasi cosa che risultasse fuori dalla banale quotidianità mi pareva molto eccitante o per lo meno mi incuriosiva facendomi così distrarre.
Inoltre tutta questa faccenda soddisfaceva la mia vanità, mi faceva sentire molto sensuale e desiderabile, sicché, col passar del tempo, godevo sempre di più di questa forma di esibizionismo. Tanto grande divenne il piacere di esibirmi che non ne potevo fare più a meno. Avevo bisogno di sapermi guardata con occhi pieni di desiderio. Ciò mi inebriava , mi faceva sentire la protagonista di quel piccolo universo formato da me e da mio fratello. Lui era il mortale che ammirava e desiderava ed io ero la dea che si lasciava ammirare e desiderare. Per di più potevo abbandonarmi a questo “illecito” piacere senza la paura di venir considerata da chi conoscevo come una puttana, una che si diverte a farla vedere. Infatti rimaneva una cosa segreta tra me e mio fratello, e neppure lui poteva considerarmi una troia, visto che io facevo finta di non accorgermi di essere spiata.

Ma in seguito cominciò a ossessionarmi un pensiero. Sempre più spesso, quando mi mostravo a lui, mi capitava di pensare a come dovesse essere eccitato e a quanto dovesse avercelo duro. Così non potei fare a meno di pensare anche al suo cazzo e a come dovesse essere. Allora, avendo visto già abbastanza cazzi, avevo acquisito una certa esperienza in materia, e qualche volta, vedendo un bell'uomo, mi capitava di immaginare come fosse fatto il suo cazzo.
Ben presto quindi mi ritrovai a desiderare di vedere il cazzo di mio fratello, per sapere come fosse. In fine il desiderio di vedere il cazzo di mio fratello si tramutò nel desiderio di toccarlo, di stringerlo nelle mani, di cacciarmelo in bocca, di far correre la mia lingua dai testicoli fino al glande, di sentirlo nella mia fica . La voglia del suo cazzo oramai mi eccitava a tal punto che la notte prima di addormentarmi mi dovevo masturbare.

Quando poi mi esibivo, l'eccitazione era tale che un giorno non resistetti e mi masturbai proprio mentre sapevo che mi spiava. Ma quando finii di masturbarmi la vergogna mi travolse. Non potevo più guardare in faccia mio fratello senza arrossire. Il fatto che mi aveva visto masturbarmi mi tormentava talmente che non volli più continuare con quelle maledette esibizioni. Così non mi facevo più vedere nuda da mio fratello, prendevo tutte le precauzioni possibili perché non mi spiasse, chiudevo sempre bene la porta e addirittura appendevo qualche cosa alla maniglia per impedirgli di vedere dal buco della serratura. Ma la notte continuavo a masturbarmi pensando al cazzo di mio fratello. Finché un giorno fui io, spinta dal desiderio, a spiare mio fratello. Se ne stava seduto sul letto della sua cameretta a guardare un giornale porno, dopo poco si sbottonò i pantaloni, abbassò le mutande e tirò fuori uno splendido cazzo duro.

Forse perché lo avevo desiderato tanto, ma mi sembrò il più bel cazzo che avessi visto, non era molto lungo ma era bello largo e grosso, dava l'idea di essere una specie di colonna massiccia e tozza. Con la mano sinistra strinse il cazzo sotto le palle e poi con la mano destra prese a masturbarsi, all'inizio molto lentamente poi sempre più forte e velocemente , finché non reclinò la testa all'indietro e il suo sperma schizzò dal cazzo per poi ricadere sul ventre. Da allora presi a spiarlo, a non perdermi una sola occasione per poter vedere quel suo bel culetto così piccolo e sodo, le sue gambe belle e muscolose, ma soprattutto il suo meraviglioso cazzo. La paura di essere scoperta rendeva poi la cosa ancora più eccitante.

Non ricordo più quanto durò la cosa. Ma è certo che ricorderò sempre quanto accadde quell'estate. Mio padre aveva preso in affitto una casa vicino al mare, ed era mia abitudine andare in spiaggia da sola la mattina molto presto e poi andarmene quando si faceva troppo affollata per i miei gusti, vi tornavo poi nel tardo pomeriggio quando la maggior parte della gente se ne era andata. Ma proprio il 15 d'agosto non ero riuscita ad alzarmi presto e così pensando a quanto dovesse essere affollata la spiaggia quel giorno non avevo proprio voglia di andarci. Sennonché mio fratello cercò di dissuadermi, mi disse che ero solo una snob, una di quelle persone che si tiene a distanza dalla massa per il puro gusto di sentirsi appartenente a qualche presunta élite dello spirito. Insomma, tanto mi provocò che per non dargli ragione accettai di andare con lui alla spiaggia. Appena fummo arrivati mi diressi subito verso una cabina, ma il caro fratellino mi disse che quella che avevo scelta non andava bene perché dietro aveva un bel buco e qualcuno avrebbe potuto spiarmi.

Non mi meravigliò affatto che sapesse del buco, data la sua passione per “l'osservazione della passera”, doveva conoscere bene ogni cabina di quella spiaggia. Così nella cabina col buco ci andò lui. Da quando eravamo arrivati al mare io avevo smesso di spiare mio fratello, il sole, il mare, la spiaggia, le notti passate a ballare insieme ad amici mi avevano assai distratta. Ma adesso quell'occasione mi fece venire una voglia tremenda di rivedere il bel cazzo di mio fratello, tanto più che alla vista di tutta quella gran massa di gente che affollava la spiaggia fino all'inverosimile pensavo che quella mattina mi sarei annoiata a morte, sicché mi decisi a dare una sbirciatina. Mio fratello se ne stava seduto proprio davanti al buco e si masturbava tranquillamente. Pareva proprio che lo facesse a posta per essere visto da me.
Quella che era al principio solo un impressione divenne subito dopo una certezza, lui sapeva, quello spettacolo era solo per me. Ero umiliata e infuriata, giuro che in quel momento avrei voluto tagliarglielo quel cazzo. Letteralmente fuori di me lo chiamai, lui aprì la porta della cabina e se ne stette lì davanti a me nudo col cazzo duro contro il mio corpo. Non sapevo più cosa dire o fare, non riuscivo più neppure a reggere il suo sguardo, dovevo abbassare gli occhi, ma così era anche peggio perché dovevo posare lo sguardo sul suo cazzo. Allora lui mi prese per un braccio e mi tirò dentro la cabina. Tenendomi stretta a sé cercava di toccarmi ovunque potesse. La voglia di scoparmi era così forte in lui che lo rendeva violento, ogni suo gesto era dominato da una frenesia incontrollabile.
Quando mi spogliò le sue mani quasi tremavano, se fosse stato più calmo ci avrebbe messo molto meno a mettermi nuda. Poi mi girò e mi fece piegare, sentii la sua verga tra le natiche e un momento dopo era già dentro la mia fica. Menò dei colpi tremendi dentro me, la passione gli aveva fatto perdere il controllo di sé. La sua fame sessuale sembrava placarsi solo dandomi dei colpi di cazzo così forti che mi costringevano a reggermi alla porta per non cadere a terra. A ogni colpo tremavo letteralmente tutta e mi sembrava che non avrei potuto godere di più. Avrei voluto gemere e strillare con tutta la voce che avevo, ma dovevo trattenermi per paura di essere sentita da qualcuno. Quando venne, oltre che piacere provai anche un certo sollievo, perché non credo che avrei potuto continuare a godere così tanto senza fiatare.

Adesso ogni volta che gli va mi scopa, senza tanti riguardi, non parliamo mai delle scopate che ci facciamo, e fino a quando non gli prende la voglia ci comportiamo come fanno normalmente fratello e sorella.
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