Lui & Lei
Quella donna di 55 anni
di Med96
05.08.2023 |
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"L’ascensore si apre, lei si fionda fuori, vado verso la porta dell’appartamento, faccio finta di nulla..."
Sono inerme su quel divano, non riesco a controllare la rabbia e la foga di quella meraviglia che mi sta prendendo già da 2 minuti buoni, su e giù, su e giù, su e giù. Sono con la bava alla bocca, quasi demolito con la testa riversa lateralmente sul cuscino e con gli occhi socchiusi dal piacere. Non credevo che potesse sprigionare tutta quella forza nell’atto sessuale. Sentivo le sue mani che si spingevano sul mio petto, al fine di darsi la spinta necessaria al movimento sensuale. Il sudore le cola da tutte le parti. L’aria è umida e pesante e lei ansima quasi le manca il respiro. Si ferma! Mi ridesto e mi appoggio al suo seno, a succhiarlo come un bambino allattato.Quella donna di 55 anni:
Nome: Lorella
Cognome: G.
Professione: Bidella.
Stato civile: Divorziata
Figli a carico: Nessuno (già maggiorenni)
La scuola d’estate è triste. Regna il silenzio e la solitudine. Lorella guarda fuori, c’è rimasto solo un maturando (io).
*vuoi che ti dia uno strappo a casa? * mi disse
*ma no non mi permetterei mai di disturbarla*
*nessun disturbo, il tuo quartiere è di strada per me
*che caldo* mi disse, non ne posso più*
la macchina era senza aria condizionata, il sudore le colava sul petto come se nulla fosse. Sopraggiunge un’erezione dura da non lasciare nei pantaloni. Si fa fatica a contenere la vista di quella protuberanza e solo un piccolo astuccio con delle penne, deve coprirmi. lei si accorge che cerco di nascondermi.
Arriviamo a casa. Io rasserenato, ma lei con la solitudine negli occhi. Mi azzardo a chiedere * Signora, vuole venire su da me le offro un po' d'acqua? casa mia oggi è un deserto tra genitori in vacanza e fratelli a lavoro*
*Si....grazie* mi disse con esitazione. Quel vecchio modello di ascensore angusto e soffocante. Entrato per primo noto il vestito, le mette in evidenza il grosso culo, sformato dall’età. Gambe dai polpacci lisci, tacchi bassi da signora. Mi ero dimenticato di essere ancora col cazzo di marmo.
Dovendo arrivare al decimo piano del palazzo c'è tutto il tempo per strusciarsi su di lei. Lo sente, non si sposta, vedo le sue code degli occhi che mi scrutano.
Il pianerottolo è a portata della porta. L’ascensore si apre, lei si fionda fuori, vado verso la porta dell’appartamento, faccio finta di nulla.
entro in casa e mi chiede se può fare un salto al bagno prima di sedersi. le rispondo con cortesia *certo nessun problema*
lei va, io poso l'astuccio e prendo i bicchieri per versare dell'acqua ghiacciata. I minuti passano e da quel bagno non esce nessuno
Mi avvicino alla porta. È una vecchia porta con le serrature molto larghe
La spio. È in piedi ed ha lo sguardo fisso allo specchio, si guarda il seno. Non mi chiedo il perché, guardo e basta. Se lo alliscia. Sembra sodo e morbido, una seconda forse, non so.
Si ritrasse il vestito e venne verso la porta, feci appena in tempo ad andare in cucina quando lei uscì.
*grazie dell'acqua* mi dice con quella voce terribilmente rovinata dal fumo, e poi di nuovo uno sguardo fisso nel vuoto
sono in imbarazzo, non so che fare e tantomeno cosa dire
ad un certo punto la situazione sembra sbloccarsi, mi dice*hai una bella casa, si vede che hai una mamma che ci tiene*
*beh sono io in realtà che curo la casa, mia madre non c'è mai in realtà* le dico *come i miei figli insomma, che mi lasciano sempre sola*
*beh non so, posso farle compagnia io forse* mi azzardo nuovamente a chiedere.
*Che ore si sono fatte* mi dice, *è quasi l’una, l’ora di pranzo per me di solito* le rispondo, *beh io essendo sola non ho mai un orario fisso per mangiare*, *nel mio caso me lo sono dovuto imporre un orario, nessuno mangia mai con me, quindi nel frattempo faccio anche altro*, *quindi cucini sempre tutto da solo?* *Mah sai mangio sempre una gran quantità di cose confezionate, prima o poi avrò un disturbo alimentare sicuro ahah*, *male, male* mi disse a braccia incrociate.
Tira un respiro profondo *vuoi che ti cucini qualcosa io?* *ma assolutamente, non mi permetterei mai a dare tanto disturbo a una persona* risposi con tono di voce alto *dai dai, mostrami dove tieni la spesa su*, *mah no veramente…* sono fortemente in imbarazzo. Cerco di fermarla trattenendole la spalla, si scrolla la mia mano di dosso delicatamente, sfoggiando un sorrisetto e continua imperterrita ad aprire sporteli su sporteli per trovare della salsa e un pacco di pasta ed un attimo dopo e lì ai fornelli a cucinare.
Rassegnato mi siedo a tavola. La guardo da dietro. Si cava via le scarpe. Quei tacchi le danno troppo fastidio. Comincia a fare su e giù dalla cucina a piedi scalzi. Il culo le cade un po’. Ha le caviglie leggermente ingrossate, ma ha dei piedi molto naturali dalla pelle rugosa. sono distratto come al solito dal testosterone. In quel momento penso a quanto dev’essere bello un footjob.
Mi porta il piatto con la pasta, lei si siede accanto a me e mi guarda teneramente mentre mangio. Io penso *come mai mi guarda così* non credo a quello che vedo. A detta di molti era una stronza di prima categoria e anche io lo pensavo, ma non avevo mai avuto rapporti con lei e mi tenevo sempre lontano.
Non mi era mai capitata una cosa del genere. È una situazione stranissima quasi irreale, quelle situazioni che ti sconvolgono le abitudini a tal punto che ti sembra quasi di vivere la vita di qualcun altro.
Finisco di mangiare, faccio per lavare i piatti, ma lei mi blocca e mi guarda con quegli occhi scavati dall’età e truccati pesantemente. Fa ormai tutto lei oggi, io sono impietrito, non riesco a fare null’altro. Quella situazione mi sconvolge.
Finisce di lavare i piatti. Io l’ho guardata tutto il tempo muovere quei polpacci e quei piedi, con il culo che le ballava da una parta all’altra.
*hai un televisore* mi dice *di pomeriggio guardo sempre un programma in tv e non vorrei perdermelo*, *si ne ho uno in soggiorno, ma veramente io…* le volevo dire che dovevo studiare, per non dire che il pomeriggio era sempre riservato al mio momento per una bella sega. Ormai era un’abitudine, quasi come fumare una sigaretta.
Ma mi interrompe dicendomi *possiamo guardalo insieme, è veramente molto interessante*, *va bene, oggi giornata particolare* penso. Faccio si con la testa.
Mi ritrovo seduto sul divano accanto a una bidella di 55 anni a guardare qualcosa di noioso. avevo impostato il cervello per il mio momento di autoerotismo e sapevo benissimo che, sempre arrivata quell’ora, in mente cominciavano a scorrere tutte le donne possibili e immaginabili in situazioni da porno. Lei è piuttosto vicino a me. Ha delle belle gambe. C’ho già fatto un pensierino nell’ascensore. Glielo ho appoggiato, lei non ha detto nulla allora, e nessun cenno di ostilità adesso. Allungo di poco le dita, le sfioro la coscia. Fa un leggero sobbalzo quasi impercettibile. Lei continua a guardare il televisore. Fa finta di nulla. Io continuo a toccarla sempre più avidamente. Ho un’erezione, stavolta più potente rispetto che nell’ascensore. Lei non solo fa finta di nulla ma asseconda il movimento della mia mano e si avvicina sempre di più a me. Ci ritroviamo a strusciarci le cosce pesantemente e di tanto in tanto si volta verso di me e sorride, io faccio lo stesso. Sembra stizzirsi adesso. Si allontana, incrocia le braccia e mi dice *smettila, ora basta*. Era molto stizzita. Non faccio finta di nulla, e dico con la voce tremolante *ok*. Mi fermo, sono in imbarazzo quel fenomeno mi ammazza l’erezione. È tutta chiusa. Braccia e gambe incrociate. In quella posizione è molto accattivante. Mi eccita il suo piede nudo che punta verso il pavimento. Basta *vado in bagno* le dico. Ho bisogno di sfogare quella libidine che ho accumulato. Mi alzo di scatto, lei mi segue con lo sguardo. Entro in bagno. Mi abbasso i pantaloni e comincio una masturbazione furibonda. Inizio a sentirmi male, tutta la stanza gira, la vista mi si offusca e stramazzo per terra.
Riprendo conoscenza ma sono inerme su quel divano dove prima avevo avuto l’incontro ravvicinato con Lorella. Non riesco a controllarla. mi sta scopando già da 2 minuti buoni, su e giù, su e giù, su e giù, con quel suo culo pesante e sformato. Sono con la bava alla bocca, quasi demolito con la testa riversa lateralmente sul cuscino e con gli occhi socchiusi dal piacere. Guardavo la scena dall’alto quasi fossi in un'altra dimensione.
Non credevo che potesse sprigionare tutta quella forza nell’atto sessuale. Sentivo le sue mani che si spingevano sul mio petto, al fine di darsi la spinta necessaria al movimento sensuale. Il sudore le cola da tutte le parti. Mi finisce in faccia e in bocca. L’aria è umida e pesante e lei ansima quasi le manca il respiro. Si ferma! Mi ridesto e mi appoggio al suo seno, a succhiarlo come un bambino allattato. Le accarezzo i coscioni dalla pelle rovinata, ha un piccolo tatuaggio vicino al culo, ormai sbiadito.
Mi toglie il viso dal suo seno, tenta di baciarmi, ma il suo grosso naso non le permette di andare in fondo, allora mi scruta la bocca con la lingua.
Non ho la forza di trattenerla. Mi spinge verso il divano e si sfila il cazzo dalla fica matura. Sono lucido ma senza forze. Guardo verso il basso. Mi ritrovo un pene grosso e lungo. Mai stato così dotato.
Cosa diavolo stava succedendo? Non mi ricordo nulla dopo che sono svenuto. Ma soprattutto non mi ricordo che fossi cosi dotato. E come avevo fatto a convincere quella specie di bidella stronza a scopare con me? Ma perché mi sentivo un’ameba? Ero stato drogato?
Mi tira le gambe fuori dal divano, sono molli. Si inginocchia e comincia spompinarmi duramente. Ancora quella rabbia, ancora quella foga. Sentivo tutte le mie energie disperdersi in quella sucata. L’asta è fradicia di saliva. I suoi occhi mi guardano morire di piacere. Ha i capelli madidi di sudore. Con la bocca percorre tutta la lunghezza del pene, arriva fino alle palle, se lo infila in gola sino al conato. Le palle tremano, l’asta si indurisce, sento il seme che scorre, lei che lo munge, se lo spreme tutto in gola. Sento un mancamento, svengo di nuovo.
Mi risveglio, lei è li che mi guarda. Il suo seno quasi sulla mia faccia. È vestita. Dopo qualche minuto mi rendo conto di essere sdraiato su un letto di ospedale. Pare che mentre mi cimentavo in quell’autoerotismo furibondo in bagno, svenendo battei la testa sul lavandino. Avevo immaginato tutto allora? Lorella girandosi per uscire dalla stanza, rivolge la nuca verso di me. Una macchia biancastra le contrasta sui capelli Neri.
Comunque avevo iniziato a provare qualcosa per quella Signora e con il tempo ho potuto constatare che anche lei sentiva qualcosa per me. Non era banale Amore, era qualcosa di più profondo.A
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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