La villeggiante all’eremo

E’ un caldo pomeriggio estivo, fine luglio Padre Federico, sta leggendo nella penombra della stanza con gli scuri chiusi per evitare che entri troppo sole e mantenere l’ambiente fresco. D’un tratto delle voci da fuori attirano la sua attenzione, una voce è quella del suo anziano confratello Padre Lino, l’altra sembra una voce femminile, riprende a leggere ma quella voce è suadente, come un richiamo irresistibile, lo incuriosisce ed esce per vedere a chi apparitenga.
Uscendo si trova di fronte Padre Lino ed una donna, può avevre un’età tra i quarantacinque e cinquanta anni, altezza media sul metro e settanta, non magrissima ma in forma, tonica, indossa dei pantaloncini da trekking non strettissimi, coperti in parte da un maglione di cotone annodato in vita, una canottiera sportiva che evidenzia un seno generoso degli scarponcini e un cappello a tesa larga che mantiene in ombra il viso e gli occhiali da sole. Padre Lino ha in mano una bottiglia di acqua leggermente appannata dalla condensa che indica eesere fresca e un bicchiere che porge alla donna.
“Ciao Federico” dice il confratello, ho portato dell’acqua per questa signora per farla rinfrescare, “buongiorno!!” dice la donna avvicinandosi al frate e allungando la mano, facedondolo trasalire come da un momento di trance, “o buongiorno mi scusi, piacere”, “piacere Flavia” dice la donna appoggiando il bicchiere e togliendo occhiali e cappello, lasciando ricadere sulle spalle una lunga chioma rossa, raccolta in una treccia e rivelando due grandi occhi chiari e una bocca ben definita evidenziata da un pò di rossetto. “Sa sono in vacanza nel paese qui sotto e mi hanno detto del vostro eremo così ho pensato di fare una camminata fin qui ”, “ha fatto benissimo” risponde il frate iniziando così a parlare con la donna. Nel frattempo padre Lino saluta i due lasciandoli soli. Padre Federico parla con la donna, non potendo fare a meno di osservarla, è leggermente accaldata, la pelle dorata dall’abbronzata ricoperta da qualche qualche gocciolina di sudore, la canottiera che sembra comprimere non poco quel generoso seno apparentemente senza reggiseno, e poi le mani, i movimenti di quelle lunghe dita affusolate con un po di smalto, che si muovono lentamente accompagnando la voce, e la bocca, un particolare movimento delle labbra come ad essere mordicchiate durante le pause, ad un tratto la dona dice: “ sa Padre mi hanno detto che qui avrei trovato qualcuno con cui parlare, e disposto ad ascoltare chi ha bisogno”, “certo siamo qui per questo, se vuole possiamo accomodarci, la ascolto volentieri”, così dicendo il padre e la donna si incamminano verso l’interno dell’edificio.
Attraversano un corridoio passano alcune porte fino a quando il padre ne apre una e una targa affissa sul fianco indica “confessioni”. Entrando la stanza è in penombra, su un lato vicino al muro un piccolo inginocchiatoio a fianco due sedie poste una di fronte all’altra, il padre fa cenno alla donna di accomodarsi e lui si siede di fronte. Il padre è un uomo sulla sessantina brizzolato non atletico ma nemmeno grasso, indossaun paio di pantaloni corti con le tasche ai fianchi abbastanza larghi e una camicia a quadri a maniche corte un po' larga portata fuori dai pantaloni e dei sandali ai piedi. Sedendosi la donna mette sulle spalle il maglione legato intorno alla vita e si rivolge al frate: “ sa padre avevo bisogno di parlare con qualcuno della mia situazione”, “certo “, risponde il padre, “vede” continua la donna unendo tra loro le mani appoggiandole sulle sue ginocchia e avvicinandosi leggermente al frate, “mio marito”, dice avvicinandosi ulteriromente al frate “mio marito... io gli voglio molto bene andiamo d’accordo abbiamo un bellissimo rapporto ma…” una pausa, le mani della donna prendono quelle del frate che lui teneva giunte tra le gambe, “ma non posso fare a meno di sentire il desiderio di ” appoggiando lentamente le mani sulle cosce del frate il quale ha un sussulto, un tremore che lo porta ad indietreggiare leggermente “il desiderio di essere guardata e toccata...” nel frattempo le mani stanno risalendo pian piano l’interno dei pantaloni, “ da altri uomini…”, arrivando ormai all’inguine a contatto con gli slip del padre, il quale vorrebbe dire qualcosa ma la voce si interrompe, sente il battito del cuore aumentare così come il respiro e osserva la donna che con un gesto del mento fa scivolare dalle spalle il maglione mettendo in mostra la la riga formata dai due seni stretti dalla canottiera. Le mani della donna iniziano intanto ad accarezzare l’inguine del frate insinuandosi sotto il bordo degli slip, una strana sensazione di caldo improvviso pervade il frate che socchiude gli occhi e lascia andare la testa all’indietro sentendo il suo membro irrigidirsi. Le mani della donna si sfilano da sotto i pantaloni per arrivare al bottone e alla cerniera e lentamente aprili, ed ecco gli slip che mostrano un evidente rigonfiamento, una mano ora abbassa gli slip e l’altra afferra lentamente il cazzo del frate, la mano lo afferra scorrendo fino alle palle e lasciando scoperta la cappella pulsante. La donna si lascia scivolare in ginocchio allargando le gambe del frate e avvicina la bocca al suo cazzo, iniziando con le labbra a stingerlo sulla punta come a volerlo mordere, solo con le labbra spostandosi dalla punta al fianco e al bordo della cappella, poi la mano che lo stringe spinge verso il basso lasciando scoprire interamnete la cappella e la lingua della donna inizia lentamente a leccare il filetto; un movimento lento delicato continuo. Il frate riapre gli occhi rivolgendoli alla donna ed incontrando a sua volta il suo sguardo, quegli occhi grandi che lo guardano mentre è intenta a leccare. Lo sguardo della donna è quello di chi desidera avidamente, ha voglia si sta gustando quel cazzo e continua inumidendolo con la saliva e infilandolo tra una leccata e l’altra in bocca un pò per volta, il cazzo è durissimo e pulsa inceredibilmente, il frate sente l’inguine e il ventre fremere e contarsi e quello sguardo avido e voglioso … una voglia irrefrenabile… le sue mani afferranno la testa della donna e iniziano a spingerla ed allontanarla in un movimento prima lento che aumenta, così come aumenta la parte di cazzo che entra nella bocca di lei che intanto lo avvolge con la lingua fino a che la donna sposta entrambe le mani facendo arrivare le sue labbra fino alle palle. Le mani del frate continuano a spingere la testa di lei avanti e indietro, sente di non resistere ancora per molto cercando di contrarre e trattenersi ma non è più possibile, ed eccolo, arrivare come un fiume in piena, inarrestabile, le mani stringono la testa della donna e la portano verso il suo inguine e portando la sua testa verso la testa di lei per soffocare il grido di piacere che accompaga quel getto ed inonda la bocca della donna. Tutto fermo immobile per un tempo che sembra interminabile, poi le due teste riprendono a muoversi allontnandosi l’una dall’altra, nessuna parola, solo sguardi, quello incredulo di lui e quello soddisfatto di lei che un gesto della mano sfiora la bocca come per ripulirsi leggermente e si alza. “Grazie Padre lei è stato davvero molto comprensivo… tornerò volentieri a parlare con lei” e così facendo la donna si alza e va verso l’uscita lasciando l’uomo inerme senza forze lì per attimi interminabili nei suoi pensieri….