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Lui & Lei

La scopamica


di Ullallero
04.12.2024    |    30    |    0 6.0
"Il marito è morto per una malattia..."

Fabrizia a 20 anni era una ragazza vivacissima.
Non solo era bella, mora e alta 175 ma aveva un seno piccolo e i capezzoli a punta che con una t-shirt o una canottierina estiva era di un erotismo estremo, un culo a mandolino da stenderti e labbra carnose da morsi e pompini.
Soprattutto era la mia cara scopamica.
Non che facessimo sesso spesso, capitava ogni morte di papa ma quanto bastava per aspettare la volta successiva che poteva durar settimane se non mesi.
Sessualmente ero il suo passatempo.
Aveva altri uomini e si confidava. Storie brevi sempre o quasi.
E se non la cercavo io, era lei a cercare me.
In inverno ci facevamo dei lunghi giri in macchina lungo la litoranea laziale. E a lei non mancavano mai due o tre spinelli da farci insieme.
Poi ridevamo come matti.
Non facevo mai la prima mossa.
Sapevo che, se le andava, sarebbe stata lei a farla.
Una domenica d'inverno tornavamo da Civitavecchia e pioveva che Dio la mandava.
Mi disse di fermarmi su uno spiazzo dell'Aurelia e una volta fermo mi aprì la patta e mi fece un bocchino con ingoio fa paura. Così, leccandosi le labbra, ridendo di sé stessa e di me sconvolto.
Un'altra volta, sempre in macchina, dopo uno spinello cominciò a massaggiarmi la patta dicendomi che avevo davvero un gran bel cazzo. Me lo tirò fuori e si pose a cavalcioni facendoselo strusciare sullo spacco della fighetta aperta.
Poi se lo introduceva appena e se lo tirava fuori grondante.
Fu un gioco lungo un intero pomeriggio invernale che durò fino all'ora di cena.
Penetravo poco o niente.
Lasciavo fosse lei a decidere se e quanto ficcarselo dentro.
Un gioco da tortura spasmodica eccitante.
All'epoca era fidanzata con uno stewart 35enne dell'Alitalia col quale poi andò a convivere.
Cominciammo a vederci molto meno fino a perderci di vista.
Capitò così che un pomeriggio, e non ci sentivamo da mesi, mi telefonò.

Dopo essersi ampiamente lamentata per non averla più cercata e avermi accusato di disinteresse, mi propose di andare a cena da lei a casa del fidanzato che era assente per una tratta Roma-NY che lo avrebbe visto tornare solo il giorno dopo a pranzo.
Provai fintamente a desistere ma lei insistette e cosi verso le 8 di sera mi presentai con una bottiglia di Chianti in mano.
Durante la cena parlammo del suo rapporto, di quel che le mancava dal tipo, del fatto si sentirsi spesso sola per i suoi continui viaggi, di avere l'opportunità di diventare hostess.
Poi entrò in dettagli più intimi prendendo in giro il suo uomo per l'assenza di fantasia e dimensioni poco onorevoli e scarsa reattività rispetto alle sue esigenze.
Fu inevitabile per me cominciare a pomiciarla di brutto.
"Fermati a dormire con me!"
"Ma dai! Ma come...! E poi?... Va bene!"
Insomma finimmo a letto.
E lei cominciò a godere come un'ossessa ad ogni mio affondo.
Mi saltò sopra, la arpionai a pecora, poi la misi a pancia all'aria. Guardavo la sua figa completamente aperta e unta da una quantità indefinita di umori di fica.
Poi riprendevo a scoparla, un po' di violenza e poi in fondo fisso come una trave.
Fu lei a dirmi di sborrarle dentro, che prendeva la pillola e quindi le eruttai tanta e tutto dentro. Lei tornò con la bocca a ripulirmelo fino all'ultima traccia di sperma lucidissimo di saliva.
"Che troia adorabile che sei"
"Che cazzo malandrino che hai"
Prendemmo sonno abbracciati.
Verso le 7 lei si alzò per far la pipì e poi si rimise a letto.
Fu un risveglio di baci e di mani che si carezzavano.
"Voglio che mi fai il culo" mi disse e alzate le gambe con i piedi che arrivavano alla spalliera oltre la sua testa ed io in ginocchio davanti a lei, glielo spingevo lentamente dentro.
Mi guardava negli occhi con la bocca aperta.
"Sono una troia?"
"Sei divina, Fabri"
"Fottimi allora come fossi la tua donna"
La pompavo nel culo fino alle palle e lei si sgrillettava con la mano la fighetta pelosa.
Dopo diversi orgasmi anali, arrivato al mio culmine, glielo sfilai e glielo posi in bocca. Lei si bevve tutto.
Me ne andai verso le 10 dopo un caffè.
"Sei un maschio splendido e io ti adoro", "idem".

Seguii la sua vita tramite amici, venni a sapere che aveva avuto un figlio e che si era sposata con lo steward e era diventata a sua volta hostess.
L'ho rivista un paio di anni fa dopo varie chat su un social.
Ci siamo dati appuntamento in un hotel fuori Viterbo dove lei ora abita.
Il marito è morto per una malattia.
Il figlio, 25enne, studia a Bologna e quando me lo ha mostrato in foto m'è preso un colpo.
Lei vive agiatamente della pensione del marito ed è una splendida 50enne, con vari amanti.
Ovviamente abbiamo riscopato, in quell'albergo di Viterbo, restando svegli a parlarci tutta la notte.
È ora una delle mie scopamiche di t.
Poi chissà che non la riveda.
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