La mia schiava racconta

Le rispose una voce impastata ma risoluta: "Vengo subito". Aveva agito d'impulso o forse no. Aveva deciso di uscire con le sue amiche per andare a ballare. A fare un pò la troia sosteneva Giulio. Già Giulio. Lo aveva conosciuto in un locale proprio facendo un pò la troia ed ora la stava venendo a prendere perchè era rimasta a piedi ed erano le due di notte. Gli aveva mentito. Si erano sentiti per augurarsi la buona notte ed invece lei poi era scesa ed ora si tormentava le unghie nell'attesa di lui. SI sarebbe incazzato. Sicuro. Ma questo le provocava paura mista a eccitazione. Voleva essere punita anche se ancora non sapeva a cosa sarebbe andata incontro...."Con te facciamo i conti dopo ora fila in macchina" le intimò lui andando a recuperare le sue amiche un pò brille per dare loro un passaggio. L'attesa fu snervante. Mentre attraversavano la città lo guardava sott'occhio cercando di indovinare i suoi pensieri perversi e le mutandine le si inzuppavano e i capezzoli si inturgidivano..."Entra in casa, muoviti!" Lui la spinse dentro con un calcio ben piantato nella schiena che la fece inciampare nei tacchi e provocare un'acuta storta. Ebbe solo il tempo di dire:"Ahi!"che lui la sollevo per i capelli e la strattonò fino in camera da letto. La guardava con desiderio e cattiveria. Le intimò di tacere col dito indice posato sulle labbra mentre le lacerava le calze nere e le alzava il micro abito che le evidenziava le curve morbide. La rigirò come una bambola mentre la stordiva con energici schiaffoni sul viso arrossandolo pian piano. Ora era con la testa aderente a terra le braccia mantenute dietro la schiena ed il culo svettante. Accadde tutto rapidamente. Giulio tirò fuori il cazzo gonfio che si allungò libero dalla costrizione degli slip lo diresse verso il buco della fica già largo e grondante ma poi cambiò idea. Quell'ano ansimante di lei era lì che aspettava di essere violato ed era una tentazione troppo irresistibile per non andarle incontro. Mantenne ben ferma la punta del pene per effettuare la penetrazione perchè voleva farle male e farglielo sentire subito tutto dentro. La pietà quella sera non era contemplata. Quel cazzone la stordì fino alle tempie, un urlo soffocato le uscì dalla bocca e calde lacrime iniziarono a rigarle il volto e farle sciogliere tutto il trucco. Intravide il volto di lui riflesso nella finestra con un'espressione di godimento assoluta e quell'estasi le fece rilassare lo sfintere ed iniziare a godere. Lo stantuffare di lui e la resa di lei in quella stanza identificarono chiaramente i loro ruoli. Il padrone e la schiava. Il dominatore e la sottomessa. Ed infine arrivò l'orgasmo. Schizzi di sperma invasero l'accogliente buco e fuoriuscirono a lungo giù per le cosce data la copiosità della sborrata poi il liquido lattiginoso lasciò spazio all'urina. Lui le pisciò dentro e poi fuori e poi di nuovo dentro ma stavolta nella fessa che aveva completamente tralasciato e poi abbandonò quel corpo devastato e sfiancato sul freddo pavimento costringendola a pulire tutto con la lingua. Fremiti di piacere si sentirono provenire da entrambi poi il piacere lasciò spazio alla sfinitezza e lui si accoccolò sul letto mentre lei si accinse a riporsi ai suoi piedi.