Lui & Lei
L'impero dei sensi (BISCUITS&MILK2)
di lordofthepimps
24.02.2017 |
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"I regnanti inoltre pensano di sapere più degli altri, di essere più istruiti e sopratutto di capire cosa gli altri pensano e intendono dire o fare..."
Questa è una storia triste... la storia di un povero singolo, sfigato, senza una donna. E' basata su personaggi, luoghi e fatti di fantasia, si intende.
Questo singolo subisce ogni giorno le angherie di un padrone despota e iniquo. Un reggente arrogante che lo sfrutta, lo rifiuta e lo disprezza. Questo padrone, anzi questi padroni, perché sono in coppia, e da ora li chiameremo così, hanno potere assoluto di giudicare, di esigere e di rifiutare il singolo. Ciò, in un certo senso, è giusto e sacrosanto, e rientra nella libertà. Inoltre è permesso dal singolo stesso che si offre a tale schiavitù volontariamente. Ciò avviene perché c'è una risorsa che hanno i regnanti e che il singolo non ha. Un bene prezioso e desiderabile di cui egli purtroppo, per sua natura, non può fare a meno, ma che i padroni elargiscono con parsimonia.
Questo sembrerebbe un ordine di cose naturale.
Tuttavia in questo regno incantato vigono delle leggi grottesche!
Per esempio: il bene supremo di cui dispongono i despoti, da solo, non da il suo rendimento massimo, ma deve essere lavorato anche dal singolo. Sia quest'ultimo che i feudatari, sono liberissimi di "lavorarsi" da soli... ma il risultato è assai scadente e deludente! Questo lo sanno benissimo entrambi. Nonostante questa equivalente utilità di entrambi gli attori, il singolo non è considerato di alcuna utilità! E questo, badate bene, non perché la risorsa della coppia sia più rara in natura - tutt'altro! - ma solo perché appunto utilizzata con grande parsimonia dai padroni che in questo modo possono continuare a detenere il potere.
Un'altra regola è che se il povero sfigato decide di elemosinare un pò della risorsa deve farlo nei modi e nei termini stabiliti arbitrariamente dalla coppia. E non importa se questi modi cambiano da un momento all'altro, da persona a persona e da contesto a contesto. Questa sarebbe cosa buona e giusta ma, in cambio, i padroni non devono nulla e non sono tenuti mai a ricambiare. Questo è generalmente accettato da tutti. E nessuno si sogna di dire mai che i rapporti tra questi due attori dovrebbero essere equanimi.
Il nostro povero singolo non ha altresì facoltà di parola/replica. E può essere accusato pubblicamente ma non potrà replicare. Verrà appeso un cartello alla sua porta con scritte infamanti e non potrà toglierlo. Verranno cancellate le tracce delle sue colpe. Così tutti dovranno ritenere a priori che lui si sia colpevole, perché egli non avrà modo di dire la sua, e non sarà possibile verificare nemmeno il reato. In genere gli altri singoli inveiranno anch'essi contro di lui se eventualmente chiamati in causa, per non dispiacere al padrone.
Il padrone è pertanto capriccioso e arrogante. Se è bianco, ma decide che non vuole essere appellato come "bianco", anche se l'evidenza del suo candore è chiara a tutti, potrà farlo e dire pubblicamente che chi lo definisce tale è in torto. Potrà decidere anche che "bianco" è una parolaccia, un insulto, una violenza verbale. Potrà scriversi "suino" sulla fronte e non voler essere appellato come tale nobile creatura. Anche se è evidente a tutti che sguazza nella sua melma e si comporta come tale.
I regnanti inoltre pensano di sapere più degli altri, di essere più istruiti e sopratutto di capire cosa gli altri pensano e intendono dire o fare.
Non accettano il confronto. Com'è è tipico dei sovrani assoluti. Loro sanno, loro decidono.
Questo regno è assai strano. Forse ci piace anche per questo. Forse diversamente sarebbe giusto.. e quindi banale.
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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