Lui & Lei
L'estate di Veronica

30.07.2024 |
274 |
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"Ma quest'anno, questa abitudine avrebbe avuto una svolta inaspettata..."
L'ultimo giorno di scuola era finalmente arrivato. Le campanelle suonarono l'ultima volta, portando via la tensione delle ultime settimane passate a rincorrere un voto di recupero per salvarsi dagli esami di recupero. Con la mia a classe eravamo soliti organizzare una giornata al mare per festeggiare la fine della scuola. Ma quest'anno, questa abitudine avrebbe avuto una svolta inaspettata.Il professor Bianchi, l'insegnante di storia tanto amato quanto temuto, aveva proposto qualcosa di diverso per festeggiare la fine dell'anno scolastico. Con un sorriso enigmatico, durante l'ultima lezione, aveva detto: "Ragazzi, quest'anno vi invito a casa mia. Ho una villa al mare, e penso che sia l'occasione perfetta per chiudere in bellezza questo quarto anno." Un coro di applausi e grida di entusiasmo da parte dei miei compagni aveva accolto l'annuncio. Io provai un fremito di eccitazione tra le gambe al pensiero che avrei potuto vedere il prof in costume da bagno. Avevo una cotta per lui da quando era arrivato l'anno prima e avevo anche provato più volte a stuzzicarlo innocentemente presentandomi alle interrogazioni con generose scollature e chinandomi il più possibile. Lo avevo visto sbirciare un paio di volte, ma senza nessuna reazione evidente purtroppo!
Il giorno concordato, ci incontrammo in piazza ma di tutta la classe ci presentammo solo in cinque e prendemmo l'autobus per Torvaianica.
Io indossavo già il bikini sotto un vestitino leggerissimo bianco con una fantasia a fiorellini azzurri. Il tragitto verso il mare si preannunciava davvero estenuante. Il pullman stracolmo di gente accalcata come sardine. Alla fine io e le mie amiche inevitabilmente fummo separate. Non me ne preoccupai, la maggior parte delle persone sarebbero scese alla piazza di Torvaianica, noi seguendo le indicazioni del prof sapevamo di dover andare oltre.
Mi misi l'animo in pace che avrei fatto il viaggio schiacciata e separata dalle mie amiche e mi posizionai in uno spazietto microscopico dove però potevo tenermi saldamente ad un sedile. Ero lì, compressa in quel piccolo spazio che avevo tanto faticato a conquistare, sballottolata come tutti gli altri tra le curve e le famose buche romane che l'autista non mancava di cogliere in pieno la maggior parte delle volte, immersa nelle mie fantasie erotiche con il prof, quando sentii una mano accarezzarmi la gamba.
L'uomo seduto sul sedile al quale mi ero ancorata, con la più totale noncuranza aveva infilato la mano sotto il mio vestito e mi stava palpeggiando! Normalmente mi sarei spostata in un'altra zona, ma vuoi la calca che mi comprimeva le ginocchia contro il suo sedile, vuoi che mi ero eccitata immaginando il prof che finalmente mi sbatteva a pecora, decisi di lasciarlo fare e di immaginare che quella mano fosse quella del prof.
L'uomo fissava davanti a se distrattamente, ma la sua mano non era per niente distratta, anzi, sapeva esattamente come muoverla senza farsi vedere, anche aiutato dal mio vestito lungo fino alle ginocchia. Avrà avuto circa 50 anni, ed era anche un bell'uomo a guardarlo bene.
Quando capì che non avrebbe trovato ostacoli da parte mia, si fece più audace e fece salire la mano ancora più su sulla coscia. Io rimasi ferma a godermi quella coccola delicata.
Lo osservavo dall'alto mentre mi toccava. Cercava di non tradire emozioni per non attirare sguardi su quello che stava facendo a una liceale ancora minorenne (anche se per poche settimane), ma non poté trattenere un sussulto quando aprii leggermente le gambe per agevolargli il compito. Intanto nei suoi pantaloni potevo distinguere chiaramente una grossa erezione.
Preso atto della mia disponibilità fece salire rapidamente la mano fino allo slip del bikini. Con il pollice cominciò ad accarezzarmi da sopra il costume, io ero molto eccitata dalla situazione e aprii di più le cosce. Lui cercava di nascondere il suo respiro affannato e il suo cazzo gonfio, e la cosa mi divertiva. Spostando il bikini di lato liberò la strada verso la mia fica. Lessi sul suo viso una certa soddisfazione nel trovarmi bagnata. Pensavo mi avrebbe infilato subito un paio di dita dentro, invece si concentrò sul clitoride, dandomi scariche di piacere che generalmente riuscivo a darmi solo io. Continuò a sgrillettarmi ancora per un po' finché non sentì chiaramente sulle sue dita le vibrazioni del mio orgasmo, poi si decise ad infilarmi due dita dentro e iniziò a trapanarmi senza pietà infilandole fino in fondo. Ad ogni affondo con il pollice mi titillava anche il clitoride. Stavo avendo un orgasmo che sembrava infinito con uno sconosciuto che avrà avuto circa l'età di mio padre circondata da un centinaio di persone. Era tutto troppo eccitante.
Adesso il mio desiderio più grande era che il pullman non arrivasse mai a destinazione, e che quell'uomo continuasse a perlustrare ogni anfratto della mia fica. Come se mi avesse letto nel pensiero, lui riprese un certo ritmo e una nuova esplosione di piacere riparti tra le mie cosce. Non riuscivo a trattenere gli spasmi, anche se pensavo di averli mascherati bene tra gli scossoni del pullman e le buche e stavo anche tenendo la testa bassa per nascondere le mie espressioni di godimento. Evidentemente però qualcuno aveva notato i miei movimenti e me ne accorsi quando da dietro sentii arrivare una seconda mano palpeggiarmi il culo senza vergogna, ero troppo eccitata e senza nemmeno riflettere inarcai la schiena offrendo una presa migliore. L'uomo alle mie spalle, di cui non conoscevo neanche il volto, capì al volo di avere tra le mani una troietta in calore quindi decise che piazzarmi il suo cazzo gonfio tra le natiche e strofinarlo su e giù assecondando gli scossoni del pullman era molto più soddisfacente di una toccatina di culo. A ogni fermata salivano non so come altre persone, ma né io né l'uomo alle mie spalle ci lasciavamo trascinare via dal nostro piccolo angolo di paradiso. Ormai sentivo i miei umori colarmi lungo le cosce sotto il tocco di quelle dita mentre mi strofinavo vogliosa sulla grossa mazza puntata tra le mie natiche. Sentii l'uomo alle mie spalle contorcersi di piacere, e dopo poco lo sentii allontanarsi. Provai una certa soddisfazione a pensare di aver fatto venire un uomo solo strofinandogli un po' il culo addosso. Questo pensiero, unito alla mano tra le mie cosce mi fece provare un altro orgasmo.
Il pullman arrancava a fatica verso il mare, l'uomo sfilò la mano da sotto il mio vestito non prima però di aver rimesso a posto lo slip del bikini.
"Che gentiluomo!" pensai con un sorrisetto ebete.
Ci guardammo finalmente negli occhi, era un bell'uomo anche in ottima forma fisica, mi sorrise e mi disse che doveva scendere alla prossima. Quando si alzò si chinò leggermente e mi sussurrò un grazie lasciandomi il suo posto a sedere e un biglietto da visita.
Proseguii il resto del viaggio con la fica gonfia ma comodamente seduta, ripercorrendo nella mia mente tutto quello che era accaduto.
Non eravamo ancora arrivate al mare e già la giornata era diventata molto interessante.
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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