Lui & Lei
Io e la mia amica Julia (sogno realistico)
di robyftlover
28.11.2014 |
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"Io mi trovavo in un angolo di quel salotto, tra un divano e una delle sedie prima citate, in ginocchio e a capo chino per non dare nell'occhio, ero nascosto..."
La stretta vicinanza con la realtà di questo sogno mi ha spinto a raccontarlo perché davvero mi ha lasciato senza parole,sono rimasto quasi sconvolto e nello stesso tempo eccitato da ciò che ho sognato. Parte tutto da una situazione un po confusionaria in cui mi trovo nella lussuosissima villa di Julia Roberts dove probabilmente sono entrato eludendo la sicurezza perché la scena si presenta esattamente così. In una specie di elegante salotto,oltre a comode poltrone e divani era dislocato a lato un grosso tavolo di legno massiccio con relative imponenti sedie, probabilmente destinato ai ricevimenti della bella Julia. Io mi trovavo in un angolo di quel salotto,tra un divano e una delle sedie prima citate,in ginocchio e a capo chino per non dare nell'occhio,ero nascosto perché volevo vederla da vicino,la desideravo,non mi importava nulla di essere cacciato a pedate o malmenato in caso di fallimento. Ricordo nel sogno il sentimento “quasi” incredibilmente reale di attrazione fatale e convinta verso quella donna,quando ad un certo punto mi si presentò davanti proprio lei,era da sola e non mi vide,mi diede le spalle si sedette nella sedia di fronte a me e ci rimase per pochi istanti lasciandomi nel frattempo con il cuore in gola,ero agitatissimo,non ebbi il coraggio di fare nulla e continuai a stare li,accovacciato per terra come un cane. Con un movimento lento e quasi velato si girò a più di 90° gradi con tutto il corpo,aveva in mano dei documenti che stava controllando attentamente,senza l'ausilio di occhiali,era meravigliosa,ricordo la tensione mescolata all'eccitazione che mi attraversava il corpo quando lei proseguendo la sua lettura verso la fine della pagina e abbassò lentamente gli occhi ,mi vide. Rimase sicuramente colpita ma non si spaventò,non urlò,non disse niente,trattenne solo un sospiro e inspiegabilmente non chiamò la sicurezza. Io ero impietrito ma non tremolante,era li a pochi centimetri,con le gambe accavallate e un tailleur lilla,così quasi automaticamente molto lentamente avvicinai le mani verso le sue caviglie,ai piedi calzava delle bellissime decoltè,abbastanza classiche,in vernice a punta anch'esse color violetta , con molta delicatezza sostenendole il polpaccio con la mano sinistra le sfilai dolcemente con la destra la raffinata calzatura. La Roberts, a bocca aperta non fiatò,non disse nulla e mi lasciò fare, fissandomi dall'alto dell'imponente sedia si “sgranchì” le dita del piede ritraendole verso di sé per poi allungarle in fuori, così iniziai a massaggiarle delicatamente la pianta del piede, proprio nella parte più larga a ridosso delle dita. Non potevo fare a mento di fissare la sua estremità,di carnagione pallida, aveva un velo di smalto sulle unghie anch'esso lilla molto chiaro,ma a mia sorpresa non aveva dei bellissimi piedi che in un punto portavano addirittura una piccola ma vistosa cicatrice,palpabile anche al tatto. Mi ricordo benissimo di avere percepito i particolari di quel gesto come se anche in sogno i cinque sensi fossero attivi,con il palmo della mano sentivo la pelle umida delle sue dita e la puzza pungente di vernice delle scarpe mescolata con il “tipico odore” del piede probabilmente rimasto avvolto per un po dalle eleganti decoltè. Finito il massaggio,con un po di coraggio in più avvicinai la testa verso la punta del suo alluce e rimasi un istante con le labbra appoggiate ad esso ma non potei resistergli per tanto e gli bacai le dita più volte. Con la punta della lingua le accarezzai dolcemente fino ad arrivare a leccare più decisamente la pianta ma non il dorso e infine mi infilai in bocca le dita una a una. Sentivo chiaro e forte il sapore salato dei suoi piedi,erano sudati,ma non mi importava nulla,cavolo era Julia Roberts in carne e ossa,almeno per me,continuai per alcuni minuti che passarono molto velocemente per poi,prima di passare all'altro piede e replicare specularmente per filo e per segno il tutto,ripresi la decoltè lilla,aveva la pianta del piede ancora bagnata dalla mia saliva ma gli calzai ugualmente la scarpetta. Indossata anche la seconda scarpa lei si alzò mi diede un occhiata maliziosa che mi fece quasi tremare,non sapevo cosa poteva accedere ora,temevo andasse a chiamare i rinforzi per cacciarmi o per farmi arrestare dalle autorità ma rimasi li fermo seguendola con la sguardo mentre si dirigeva verso l'uscita del salotto. Erano momenti d'ansia,sentivo il rumore della sua camminata,il battere del tacco sulla pavimentazione ma quando arrivò sulla porta finalmente sentì per la prima volta la sua voce paradisiaca,appoggiata allo stipite diede chiare indicazioni alle sue domestiche di annullare i suoi appuntamenti in programma fino a sera e di non essere disturbata per nessun motivo. Si voltò chiudendo nervosamente la porta, camminò sino al divano e si inginocchiò sulla seduta dandomi le spalle,porto i suoi lunghi capelli al di la della spalla e con un dito mi fece cenno di avvicinarmi sorridendomi. Lentamente mi alzai e feci come volle,mi fermai dietro a lei inebetito,la Roberts lasciò cadere a terra con un tonfo le scarpe scoprendo le piante delle sue affaticate estremità e le unì e mi sussurò......vai avanti...continua.....Fine. Mi svegliai ponendo fine a tutto.Preciso che non ho né inventato né ingigantito il mio sogno,ho descritto più dettagliatamente possibile ciò che ho sognato realmente..chissà se oltre ai feticisti piacerà anche a qualcun altro..fatemi sapere..Baci,Ciao.
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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