Io e L.seconda parte

Una volta tornato in Italia dovetti riorganizzare la mia vita: avevo un nuovo lavoro, l’appartamento da sistemare, gli amici da ritrovare, riallacciare i vecchi legami, le vecchie conoscenze.
Erano passati 8 anni e tutto mi sembrava davvero molto diverso da prima.
Io per primo.
Non avevo il numero di telefono di L., né un indirizzo e non la trovai sui social.
Mi decisi a chiedere di lei a mia madre con la scusa che volevo parlarle per lavoro. Mi diede il suo numero senza fiatare. Era stato così semplice. Mi chiesi perché ci avevo messo tanto e non seppi darmi una risposta.
Le scrissi un messaggio chiedendole quando avrei potuto chiamarla.
Mi chiamò lei dopo qualche istante.
Era allegra e disinvolta, si rivolgeva a me come se ci fossimo visti la settimana prima. Mi disse che era ansiosa di rivedermi e mi diede appuntamento per il sabato sera successivo alle 22 in piazza San Babila, a Milano.
"Vestiti elegante!" - fu la sua raccomandazione.
Pensai che era misteriosa come sempre.
Arrivai puntuale e 5 minuti dopo la vidi scendere da un taxi proprio davanti a me.
Stentai a riconoscerla. Era in abito da sera e si era truccata in modo elegante ma allo stesso tempo appariscente. Il sorriso era rimasto lo stesso e così la sua risata. Mi abbracciò con trasporto ed io mi sentii davvero felice.
Mi prese sottobraccio e mi condusse lungo Corso Vittorio Emanuele.
Si muoveva completamente a suo agio sulle scarpe con i tacchi altissimi, come se non avesse fatto altro per tutta la vita.
Eravamo a nostro agio e parlavamo dell’unica cosa che ci univa davvero, le mie lettere.
Mi domandò alcune cose che la incuriosivano e ascoltò con attenzione le mie risposte.
Volevo apparire disinvolto e spiritoso.
Le chiesi perché non mi avesse mai risposto ma lei lei si limitò a dire che era meglio così.
Improvvisamente si fermò davanti ad una serie di vetrine colorate di rosa fosforescente. Parcheggiate davanti macchine molto lussuose. Guardai meglio e vidi che era un night club.
Mi sorrise ed entrammo.
Il tipo all’ ingresso la salutò per nome e lei ricambiò, presentandomi.
Lasciammo i cappotti e ci inoltrammo nel locale.
Ero già stato in posti simili quando ero in America e al primo sguardo non mi sembrò nulla di speciale. Divani imbottiti, lampadari di cristallo, colori predominanti oro e rosso. Ci sedemmo ad un tavolino. C’era una cantante niente male e l’atmosfera mi sembrava languida e rilassata. Ero ansioso di sapere di lei, di scoprire qualcuno dei suoi molti segreti.
- "Perché mi hai portato qua?" - le chiesi.
- "Era tanto che non ci venivo. E’ un posto carino e si presta a tutte le esigenze."
- "Esigenze? Che tipo di esigenze?"
Mentre lo dicevo vedevo che stava osservando qualcosa alle mie spalle. C’erano due uomini seduti su un divano che ricevevano le attenzioni di tre belle ragazze in lingerie molto succinta.
- "Quale ti piace di più tra quelle ragazze? Se non ricordo male avevi una predilezione per la pelle chiara.E’ ancora così?"
- "Ricordi bene. Sì è ancora così."
Mi voltai per guardare le ragazze con maggiore attenzione ma una di loro tirò la tenda di velluto rosso ed improvvisamente il divano e i suoi occupanti sparirono alla nostra vista.
- "Troppo tardi" – dissi io.
Arrivò una cameriera in baby doll a portarci due bicchieri di champagne. Facemmo un brindisi alle nuove scoperte.
Poi L.prese il cellulare e fece una chiamata, ma prima di rispondere me lo passò.
- "Invita Denise a raggiungerti qui" disse. Io mi agitai come un ragazzino non appena rispose una voce di donna.
- "Pronto?"
- "Denise?"
- "Sì?"
- " Potresti raggiungermi al club ?"
- "Sì certo Luca. A fra poco."
- "Che significa tutto questo? Perché sa il mio nome?" – domandai ridendo.
Lei mi guardò intensamente.
- "Ho letto i tuoi desideri per anni, permettermi di realizzarne almeno uno."
- "Stai scherzando?"
- "Affatto. Vieni con me. Andiamo in un posto più tranquillo."
La seguii mentre saliva le scale e mi portava in una stanza.
Era chiaro che il club veniva incontro in ogni modo ai suoi clienti.
Era una camera da letto molto lussuosa con ogni genere di comfort.
Di sicuro un posto dove conoscersi intimamente.
Mi chiesi cosa avesse in mente e la possibilità che volesse fare sesso con me mi rese euforico.
Si sedette su una poltroncina ed io rimasi in piedi davanti a lei.
Ero eccitato e smarrito allo stesso tempo.
- "Tra poco da quella porta entrerà Denise. Sono certa che la sua bellezza aderisce perfettamente ai tuoi canoni di perfezione. Ti ho letto per anni e so cosa ti piace. Questa sera realizzerai il tuo desiderio di fare sesso con una donna mentre un’altra donna vi osserva."
Io rimasi immobile ad assorbire le sue parole. Ritrovai la presenza di spirito necessaria per dirle:
- "Se ricordi bene c’era un’altra cosina oltre a questo."
- "Ricordo perfettamente, non preoccuparti." - rispose lei sorridendo.

Bussarono alla porta. Andai ad aprire a Denise.
Era un vero schianto.
Era esattamente uguale alla protagonista dei miei sogni erotici più spinti.
Alta, lunghi capelli ramati mossi da onde sinuose, pelle chiara e sottile, occhi verdi e bocca carnosa, silhouette formosa e morbida al punto giusto.
Entrò nella stanza e fece come se L. non fosse presente.
Mi si avvicinò. Con i tacchi era alta quanto me.
Il suo profumo era inebriante.
i suoi occhi erano invitanti e le sue labbra scintillanti e leggermente socchiuse.
Intravedevo la lingua rosa confetto.
Non sapevo da dove cominciare e fu lei a baciarmi per prima.
Era una donna decisa e non era venuta per darmi piacere ma per prendersi il suo.
Anche questo atteggiamento era uno dei miei preferiti.
I suoi baci si fecero sempre più pressanti e il suo respiro più affannoso anche se le sue movenze erano calme e per nulla ansiose. Una calma estremamente eccitante, tipica di una donna che sa esattamente cosa vuole e come ottenerlo.
Era abituata a godersi tutto quanto e quando mi chiese di spogliarmi sentii i suoi occhi addosso dall’inizio alla fine.
Non osavo lasciare il suo sguardo ipnotico per guardare L. .
Quando fui nudo e lei vide che il mio cazzo era più che pronto e umido di eccitazione mi fece sedere sul letto e si inginocchiò davanti a me desiderosa di assaporarlo.

Fu quello il momento in cui potei voltarmi verso L.
No, non se ne era dimenticata. La donna che nella mia fantasia mi guardava fare sesso con un’altra lo faceva masturbandosi ed era quello che stava facendo lei, accarezzandosi la figa con un dildo che muoveva con estrema familiarità.
Vederla mi causò un'ulteriore eccitazione.
Il dildo si spostava dalla bocca alla figa e viceversa.
Le gambe spalancate, le mutandine di pizzo spostate di lato, le unghie rosso fuoco che stringevano il giocattolo, la lingua che lo leccava lentamente......era davvero un sogno erotico ad occhi aperti.
La bocca di Denise era impossibile da ignorare e il lavoro della sua lingua richiese tutta la mia concentrazione per non esplodere.
Fu una scopata memorabile.
Denise era una donna calda e selvaggia. Il suo corpo diafano era bollente e dovetti impegnarmi al massimo per soddisfare tutte le sue voglie. Mi permise di godere solo dopo che l’ebbi fatta venire tre volte. Era autoritaria ma generosa. Non c’era angolo del mio corpo che non avesse toccato, baciato, esplorato.
L. non la guardai più. Era uscita dalla mia mente, scacciata prepotentemente da Denise.
Quando mi ripresi dopo l’orgasmo guardai verso di lei e mi resi conto che se ne era andata, lasciando il dildo bagnato sulla poltroncina.