Lui & Lei
Epistolario breve
di nientediserio71
15.04.2024 |
124 |
2
"Ecco di nuovo il piacere arrivare..."
Troia. Mi piace questa parola, mi piace il suo suono articolato. T-r-o-i-a. Non te la dico per umiliarti, te la dico perché voglio liberarti da ogni freno.L'uomo che gode è in figo? Perché mai allora la donna che gode e ama godere dovrebbe essere dispreggiata per questo? La chiamano così, no? Pensando di disprezzarla quando invece andrebbe venerata.
E allora ti chiamo TROIA e te lo ripeto mille volte mentre ascolto i tuoi gemiti.
Voglio che questa parola sia la tua bandiera, un vessillo da usare sul letto con orgoglio. Voglio farti sentire troia e voglio che essere desiderato al punto che tu mi dica che essere troia è quello che ti faccio sentire.
Ribaltiamo il pensare gretto, rivoluzioniamo la morale.
Voglio essere orgoglioso del tuo sentirti troia.
Non solo donna. Una donna lussuriosa.
Una donna troia.
Troia e mia.
—
Non credo esista uno spettacolo più bello di guardarti mentre mi cavalchi. Stai usandomi per il tuo piacere. Guardo tutto di te. I seni turgidi, il viso rosso di piacere, la schiena che si incurva seguendo i movimenti del tuo bacino.
Mi guardi e mi sorridi un attimo dopo aver sentito la più bella delle scosse percorrere il tuo corpo. Vuoi far godere me ora? Lo capisco da come acceleri. Io invece voglio aspettare ancora, voglio possederti tenendoti su di me.
Ti afferro la testa stringendo il viso. Ti appoggi sui miei avambracci e la tensione della tua schiena si scioglie. Ti abbandoni facendoti sorreggere da me. Muovi il bacino più intensamente.
Ecco di nuovo il piacere arrivare. Ti blocco con ancora più forza e comincio a muovermi dentro di te. Con colpi secchi, sbattendoti.
Ti lamenti. Col più bello dei lamenti.
Adesso sì che posso finire.
Mi afferri una mano e ti metti in bocca due dita. Me le bagni di saliva il più possibile. Lo so che cosa vuoi: vuoi che si finisca come ci piace di più.
Ora i nostri busti si toccano. Ti abbraccio e ti tengo stretta nel mio braccio mentre cerco il tuo buco del culo con le dita che mi hai bagnato.
Ti abbandoni, ti apri, ti afferro, ti riempio e ti scopo. Siamo avvinghiati. E siamo bellissimi.
—
Nella mia scatola dei giochi ce ne sono alcuni che non ho ancora usato. Uno lo voglio usare su di te.
Si tratta di un plug fatto da una serie di sfere di diametro crescente.
Prova a immaginarlo: cinque sfere, la più piccola in punta, le altre via via più grandi e alla fine un anello per tenerlo con un dito.
Continua a immaginare. Tu carponi sul mio letto. Il viso sul lenzuolo, leggermente ruvido. Hai il sedere alzato e con le mani lo tieni aperto. Ti offri completamente alla mia vista e io ti guardo. Guardo il tuo buchino, guardo le labbra del tuo sesso.
Ti lecco. Lecco tutto e ti assaporo. Lecco il tuo succo e ti bagno della mia saliva dove sei asciutta.
Lecco e continuo per darti piacere ma soprattutto per prendermelo.
Prenderò anche te fra poco.
Apro la confezione del giocattolo. Lo detergo per pulirlo e poi lo riempio di lubrificante mentre tu attendi, carponi, in offerta.
Infilo la prima pallina nel tuo ano. Quasi non si sente. La guardo scomparire dentro di te e poi riemergere. Ancora non è successo nulla. Tu aspetti.
Adesso non tiro più fuori la prima pallina ma spingo dentro la seconda. Ecco, adesso il gioco comincia e il tuo culo comincia a essere costretto a dilatarsi. Lo senti. Io lo guardo. Ma non voglio forzare. Non voglio farti sentire il sollievo del muscolo che intrappola la sfera. Smetto di spingere quando la seconda pallina è esattamente a metà. Massima dilatazione... Fin qui.
Gioco un po', avanti e indietro e poi la spingo dentro.
Ora hai capito cosa succederà. Il gioco si ripete con la terza e la quarta pallina. Hai faticato un attimo ora ma hai preso tutto senza dirmi mai di fermarmi. Sono contento, sei brava e ti accarezzo le natiche e la schiena e ti bacio la bocca.
Il tuo sesso è bagnato e non so se questi umori sono la tua ricompensa o la mia.
Ma abbiamo ancora una pallina, ricordi? È la più grande e entrambi la vogliamo dentro.
Ecco, la spingo, il buco si allarga, un po' si sforza. Rinuncio. Riposati tesoro e respira. Riproviamo. Sì apre, si allarga, arrivo al massimo diametro, aspetto un attimo e poi la pallina scivola dentro. Rimane fuori solo l'anello.
Ora voglio scoparti.
Infilo il cazzo dentro di te e ti sbatto. Ad ogni colpo senti il cazzo dentro, il plug nelle viscere e i miei fianchi sbattere sui tuoi glutei.
Afferro le tue braccia e continuo a sbatterti mentre il tuo viso struscia sul lenzuolo. Sei mia.
Non ho ancora finito con il giocattolo. È ora di toglierlo e di farti sentire di nuovo il buco del culo aprirsi e chiudersi. Con la stessa lentezza di quando è entrato.
Una a una le palline tornano alla luce e il tuo buco torna libero.
Tesoro mio ho ancora il cazzo duro, dimmi, dove lo vuoi?
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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