Lui & Lei

A1


di nientediserio71
14.04.2024    |    209    |    0 9.3
"Non c'è nessuno e non c'è nulla..."
Carico la macchina con gli ultimi scatoloni di libri da portare in un'altra città. Mi attendono 600 chilometri da fare da solo, ma sono impaziente di partire. Dopo mesi passati in chat conoscerò Sandra. Abbiamo cominciato parlando subito di sesso, ci siamo raccontati i nostri piaceri, ci siamo dati compiti a vicenda e spedito file audio di quando li eseguivamo, ci siamo anche raccontati e l'ho consolata quando mi ha chiamato delusa per la sua relazione al termine. Sarebbe una bella amicizia sessuale se non ci fossero questi 600 chilometri di distanza.
Ci diamo appuntamento nei pressi dell'autostrada prima del casello di Roma Nord.
Arrivo in anticipo come mio solito. Lei arriva in ritardo come spesso succede. Vogliamo solamente guardarci in faccia.
Scende dall'auto e ci baciamo. «Che ne diresti di un caffè?», «Sì, arriviamo al primo autogrill?», «Ti seguo».
Saliamo in macchina e percorriamo i pochi chilometri. Questo primo scambio è stato positivo, nessuna delusione. Chissà come continuerà?
All'autogrill parliamo di quello che ci aspetta, del mio viaggio, del suo, del fatto che avremmo voluto incontrarci prima se solo vivessi ancora a Roma.
Torniamo alle nostre macchine. L'accompagno alla sua, si siede, mi faccio più vicino e la bacio. Stavolta è un bacio appassionato. Ricambia e rilancia. «Devo andare ma non ho voglia. Tu hai proprio fretta di andare a Milano?», «Nessuna fretta a dire il vero. Tu piuttosto?», «Io a Orvieto devo fare solo una commissione di un'oretta», «Facciamo così: partiamo, tu vai a Orvieto e io ti aspetto... che ne dici della prima area di parcheggio dopo Orvieto?», «Mi aspetti lì?», «Sì».
Ci salutiamo e cominciamo il viaggio.
Due persone in autostrada. Due macchine. Nessun contatto se non una rapida occhiata dallo specchietto.
A Orvieto lei esce, io proseguo e mi parcheggio dove detto. Non c'è nessuno e non c'è nulla. Posso solo aspettare.
Dopo circa un'ora ricevo un sms: «Ho fatto. Tu ci sei?», «Sì ti sto aspettando. Pochi chilometri dopo Orvieto, parcheggio con una struttura gialla», «Arrivo».
Poco dopo vedo la sua macchina, parcheggia, scende e sale sulla mia.
Scopiamo in quel parcheggio deserto. Io seduto al posto del passeggero e lei su di me di schiena. Le mie mani a stringerle i seni. Poche macchine si fermano ma vanno tutte verso le coperture, all'ombra. Noi siamo rimasti un po' indietro.
Passiamo il nostro tempo assieme e poi decidiamo di ripartire con la promessa di rivederci al mio ritorno per le festività.
Sistemo il sedile e mi avvio.
Lei mi segue. Nei pressi di Fabro mi sorpassa, mi manda un bacio e poi la vedo imboccare l'uscita.
Continuo a guidare verso nord.
Dopo dieci minuti ricevo una telefonata: «Ciao. Questa te la devo raccontà. Il casellante ha controllato il biglietto e mi ha detto: "Signorina, mi spiace tanto ma sono obbligato a farle una domanda. Come mai ci ha impiegato più di un'ora per fare solo 20 chilometri?", e io: "Stavo co n'omo"
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