Lui & Lei
Carne spagnola
di goliath11
18.11.2017 |
4.532 |
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"Stremati e felici rimanemmo abbracciati nel letto per alcune ore a parlare del futuro e di cosa avremmo combianto in seguito..."
Il giorno dopo presi entrambi da un’insaziabile voglia di rivederci ci rincontrammo a Venezia. Ero già eccitato durante il viaggio e nel tragitto per raggiungere Venezia dovevo nascondere, agli occhi di estranei, in maniera imbarazzata la mia erezione. Raggiunsi la sua abitazione che si trovava in una zona tranquilla della città e mi accolse con un sorriso raggiante. Il suo corpo era nascosto dalla porta e solo il viso con i suoi morbidi capelli apparivano dinanzi a me. Mi fece cenno di entrare e facendomi strada verso il salotto il mio sguardo seguiva i suoi movimenti da geisha e il suo meraviglioso culo che si muoveva in quel sensuale tessuto quasi aderente. Era eccitante sentire quel suono di piedi nudi che calpestano il pavimento.Chiacchierando seduti davanti ad un caffè e alla vista di quello splendido scorcio in cui soggiornava, i miei occhi scrutavano l’apertura della veste per ammirare quel seno dolcissimo al quale mi ero attaccato la sera prima. Ad un certo punto la conversazione cadde sull’esperienza vissuta la sera prima e fu qui che la sua espressione cambiò. Delicatamente si alzò, fece scivolare l’abito, prese con le sue mani la mia testa e se la avvicinò alla sua fica profumatissima. Estasiato da tanta bellezza cominciai a leccare delicatamente le grandi labbra per passare a succhiare il suo clitoride. Le sue mani erano immerse nei miei capelli e io con le mie afferravo, in una il suo morbido culo. Il suo respiro si fece profondo e il suo corpo si era surriscaldato. Ad un tratto, mi fece cenno di fermarmi, prese la mia mano e mi portò in camera. Sembrava che il tempo si fosse fermato. In quel pomeriggio primaverile nessun rumore si udiva. Sdraiati nel letto la mia lingua era impegnata a limonare a succhiare i suoi enormi capezzoli e leccare intensamente la sua fica bagnatissima. Era uno spettacolo affondare la mia lingua in quella fessura ma quando il suo respiro si fece intenso per il piacere mi guardò e mi gridò “Fòllame!” (scopami!). Senza che dicessi niente si posizionò alla pecorina, allargò le sue gambe, misi le sue mie mani sui suoi fianchi, montai sopra di lei e cominciai a penetrarla per qualche minuto. Quando sentii che seguiva il ritmo capii che avrei dovuto aumentare l’intensità e così feci. Lo scopai come un ossesso e dalle finestre aperte di quella stanza è probabile che si sentissero i suoi gemiti. In un gesto repentino interruppe la mia penetrazione, si voltò e prese a leccare avidamente il mio uccello. La lascai impegnata in quel lavoretto fino a quando la presi per i capelli e glielo infilai in bocca. Quando lasciavo la presa, la sua testa nel movimento alternato si spostava a destra e a sinistra in un suo personale godimento come quando un bambino lecca il suo gelato e nel momento di venire estrassi il mio uccello e le schizzai in faccia. Parte del mio sperma era rimasto sul glande ma non si fece perdere l’occasione per continuare a succhiare quello che era avanzato.
Stremati e felici rimanemmo abbracciati nel letto per alcune ore a parlare del futuro e di cosa avremmo combianto in seguito. Che cosa sarebbe accaduto poi sarebbe diventata la mia e la sua prima esperienza anale.
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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