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La cognata pt.12


di tongue81
26.01.2023    |    13.074    |    4 9.7
"Dopo essersi spogliata completamente, si avvicinò a Stefania e la baciò sulla bocca, infilando anche le sue mani sotto il maglione e congiungendosi alle mie..."
Era trascorso più di un anno da quando tra mia cognata e me era iniziata una relazione di sesso e molte cose erano cambiate, anzi la sua vita era giunta ad un punto di svolta epocale ed impensabile quando la nostra storia era iniziata.

Durante una romantica fuga in Portogallo, Gennaro aveva fatto la proposta a Stefania, decidendo di coronare l'estate seguente il loro rapporto. Ovviamente, fui il primo ad essere informato da mia cognata, con l'intento di rassicurarmi che questa novità non avrebbe interrotto i nostri incontri ma li avrebbe, forse, solo diradati.

L'organizzazione di un matrimonio non è semplice e richiede tempo ma nonostante tutto fu necessario nuovamente richiedere la consulenza legale di mia cognata per la grande commessa in Toscana avviata l’anno precedente. In realtà, il mio supporto sarebbe dovuto essere Gennaro, il mio futuro cognato, ma un infortunio durante una partita di padel lo aveva obbligato a 10 giorni di riposo assoluto.

"Dici la verità: quanto sei contento che sia dovuta venire al posto di Genny?"
"Bah... Mi ero già immaginato lunghe chiacchierate a base di calcio, auto e donne irraggiungibili!"
"Giusto... Allora, dato che non sono la tua compagnia preferita, ascolterò la musica e mi rilasserò un po'..."

Sorrisi e allungai la mia mano in mezzo alle sue cosce, gesto che venne accolto da una resistenza fasulla e tutt’altro che irremovibile: tuttavia, i nostri piani sporcaccioni vennero repentinamente stravolti da una serie di avvenimenti atmosferici poco gradevoli.

Al confine tra Lazio e Toscana, nebbia e pioggia resero la guida al quanto complessa e meritevole di estrema attenzione ma il peggio doveva ancora venire. Sotto un diluvio torrenziale e dietro i suggerimenti dei familiari da casa, decisi di fermarmi in una area di servizio, aspettando che le condizioni climatiche si placassero.

"Cioccolata calda?" domandai a Stefania
"Sì ma corretta con il Bayless!"

Entrammo nel bar e ci dividemmo: mia cognata si diresse verso la toilette mentre io mi misi in fila alla cassa. Ricordai il viaggio fatto l'anno precedente e fui certo che fossimo nella stessa area di servizio dove lo scorso anno consumammo un amplesso in auto. Ancora in attesa di pagare le consumazioni, venni raggiunto da Stefania, che seppure inguainata in un piumino lungo, attirò gli sguardi maliziosi di tutti avventori di sesso maschile, in particolare di un gruppetto di autotrasportatori che non fecero assolutamente nulla per

"Tony, ti ricordi l'anno scorso?"
Feci cenno di sì e osservai la lentezza nello scegliere uno snack di un tizio alla cassa.
"Mi avrebbe fatto piacere rinfrescare la tradizione ma il parcheggio è pieno!"
Concordai che non c'erano le condizioni per il bis, sia per la presenza di troppe vetture nel parcheggio sia per la temperatura estremamente sia rigida, nonostante la pioggia incessante potesse consentirci di scopare nascosti dagli occhi chi ci circondava.

Chiacchierando chiacchierando, arrivammo finalmente alla cassa e, non appena iniziai a fare l'ordinazione, venimmo chiamati da una ragazza, che dai comportamenti doveva essere la titolare dell'attività.

"Piacere sono Carmen, cosa vi possiamo portare?"
Risposi stranito che volevamo due cioccolate calde, di cui una corretta.
Con fare autoritario, trasmise la comanda ad uno dei baristi e ci invitò a seguirla nella zona fast food, al momento chiusa e in attesa del turno serale.

La seguimmo e, una volta seduti ma dopo aver saggiato la bevanda, Stefania le chiese: " Ti ringraziamo per la gentilezza! Possiamo darci del tu? Come mai tutte queste premure?"

Afferrai un pasticcino e attesi pazientemente la sua risposta, che tardò ad arrivare: Carmen si alzò e prese un tablet che stava in mobile chiuso a chiave lì vicino.

Lo posizionò sul tavolo e ci mostrò un video, una ripresa delle videocamere di sicurezza dove si vedeva la furiosa scopata che io e Stefania ci concedemmo l'altra volta.

"Se non vi soddisfa, posso farvi vedere la scena anche da altre prospettive..."
Avvampai e la interruppi: "Non c'è bisogno di rinfrescarmi la memoria..."
Mi fulminò con lo sguardo e riprese: "Immagino che la memoria non abbia bisogno di ripassi ma vi consiglio di non interrompermi più e di osservare quest'altro video."
Sullo schermo del tablet, si alternavano nuovi fotogrammi frutto di un lavoro di montaggio accurato tra almeno quattro diverse riprese.
"Che ne dite? Ho fatto un buon lavoro?"
Guardai mia cognata cercando un'idea per svicolare da quella situazione e l'unica cosa che mi venne in mente fu quella di prendere il portafogli.

"Caro ingegnere, lascia stare i soldi. Non mi mancano affatto e non voglio quelli, sia da te sia da Stefania... A proposito, diamoci del tu!"
"Come cazzo sai cosa faccio e come fai a conoscere il suo nome?" ringhiai a denti stretti.
"Mi è bastato concedere un piccolo favore ad un impiegato dell'ACI e dalla targa dell'auto ho ricavato i tuoi dati. Successivamente tra social e internet..." mimando con un movimento chiaro ed inequivocabile che il favore era di tipo sessuale

“È illegale ciò che hai fatto, ne sei consapevole?" rispose mia cognata con tono grave e professionale.
"Non è lecito neppure scoparsi il marito della propria sorella. Se state tranquilli e mi fate parlare, sono certa che troveremo un accordo che soddisfi tutti."

Corrugai la fronte e le chiesi cortesemente di continuare il discorso, dato che, nonostante tutto, eravamo pur sempre in una trasferta di lavoro.
"Ottimo: allora la mia proposta vi aggraderà sicuramente. In cambio della cancellazione del video, vi chiedo di essere miei ospiti per queste due notti in cambio della vostra compagnia!"

In quel momento la rabbia si trasformò in eccitazione, mi alzai dalla sedia, tolsi il cappotto e mi sgranchii gambe e braccia, poi fissai la ricattatrice dritta negli occhi per qualche secondo e mi avvicinai a Stefania per sbottonarle il giaccone.

Iniziai a palparle le tette senza alcun pudore, avvicinai un dito alle sue labbra e le sfiorai dolcemente, attendendo la reazione della nostra ricattatrice, che non tardò molto. Si liberò dall'uniforme consentendomi di osservarla bene: alta, occhi e capelli a caschetto corvini, labbra carnose e piene sovrastavano un corpo asciutto e longilineo.

"È carina la nostra amica..." affermò Stefania abbassando la zip del mio pantalone e riuscendo a tirare fuori il mio bastone già turgido.
"Un bel visino da schizzare e un culetto invitante ma è un modello zero zero tette!" affermai guardando Carmen in modo famelico, la quale, per risposta, tolse maglione e camicetta, rimanendo con un reggiseno di tipo sportivo, uno di quelli che nasconde le forme per favorire l'attività fisica.

"Mi devi scusare ingegnere ma nei miei piani giornalieri era prevista la solita lezione di pilates!" rispose sarcastica e mostrandomi un seno non grandissimo ma ben proporzionato rispetto alla sua fisicità e con due capezzoli importanti e succulenti.

Dopo essersi spogliata completamente, si avvicinò a Stefania e la baciò sulla bocca, infilando anche le sue mani sotto il maglione e congiungendosi alle mie. Soddisfatta dal bacio, bisbigliò all'orecchio di mia cognata una frase che non riuscii a captare e poi si fiondò sul mio uccello, facendolo sparire tra le sue labbra.

Preso alla sprovvista da un’ingordigia imprevista, di riflesso mollai la presa dalle tette di Stefania consentendole di allontanarsi e accomodarsi in una posizione privilegiata per osservare la scena.

Carmen mi succhiò il cazzo appassionatamente, ingoiandolo in tutta la sua lunghezza senza alcun problema.
Osservai mia cognata e la vidi intenta a roteare armonicamente le dita sopra il leggero velo di stoffa che copriva la fighetta umida: al primo gemito profondo di Stefania, Carmen smise di spompinarmi, si alzò in piedi e salì sul tavolo, facendomi intendere che dovevo ricambiare il piacere.

"Ste, porta qui la tua boccuccia..."
"La cognatina può solo assistere!"
Sorrisi sornione e mi tuffai su quella fica pelosa ma curata, oscenamente già dilatata ed appetitosa: era talmente tanto eccitata che, non appena iniziai a sfiorarla con le labbra, Carmen serrò le gambe attorno al mio collo schiacciando la mia testa contro il suo sesso con violenza, impedendomi qualsiasi libertà di movimento.

Quell'involontaria privazione di libertà di movimento mi eccitò non poco e mi dedicai alla sua fica con grande trasporto, alternando giochi di labbra lingua e dita con grande maestria, tanto da farla zampillare per due volte e impregnando il mio volto con tutti i suoi umori.

"Sbattimelo dentro.... fai presto che tra un po' arriva il personale di cucina!" sibilò Carmen ancora stravolta dal secondo orgasmo; indossai un preservativo, la misi a 90° e affondai dentro di lei con decisione, afferrandole i capelli e scopandola ad un ritmo folle. Nella foga degli eventi, le assestai un ceffone rumoroso ma non doloroso su una natica e lo replicai più volte, tanto da arrossarla in modo discretamente evidente.
"Fooottimiiii! Spaaaaaacaaaamiiiiii!"
"Ste, visto che troia?"
"Ssssssiiiiiiiii! Sssssiiiiiiiii!"

Continuai a pomparla fin quando non venne travolta da un terzo orgasmo, tirandole i capelli, strizzandole le tette, infilandole dita sia in bocca sia nel culo che li accolse senza offrire grande resistenza, segno di essere stato spesso profanato.

Venni travolto anche io da un’onda di piacere in modo alquanto imprevisto, tanto da non avere neppure il tempo di rimuovere il preservativo e schizzare il mio nettare sul suo corpo ma tanto, ormai, sarebbe stata solo una questione di tempo.

[Continua]
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