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La cognata pt.11


di tongue81
16.01.2023    |    15.542    |    2 9.7
"Vedendola ancheggiare in modo tanto sinuoso, Enrico decise di piombare su di lei come un rapace, afferrandola per un polso e attirandola su di sé: da pochi..."
Dopo quell'invito così diretto ed osceno, senza cercare neppure un punto d'appoggio, decisi di inculare Carla, sempre con il preservativo, in piedi, assestandole una serie di lievi sculacciate sui glutei piccoli e sodi: "Poooorcooooo! Seeeeeiiiiii un poooorcooooo! Piùùùùùù di fraaaaatetoooooo!".

La penetrai senza alcuna difficoltà. trovando un buco caldo e già pronto ad accogliermi, tanto da farla ululare di piacere, stantuffandole il culo senza il minimo ritegno, tirandole leggermente i lunghi capelli castani come se fossero le briglie di un cocchio fuori controllo!
"Pooooooorcooooooooo! Zuzzzzzzussssss! Sfooooondaaaamiiiiii!" e riprese l'oscena litania paragonandomi al mio gemello, anzi sottolinenando quanto fossi più porco e dissoluto di lui ed evidenziando spesso il mio ruolo di padre di famiglia e marito all'apparenza impeccabile.

Quelle parole mi galvanizzarono non poco e riuscirono a far emergere il mio lato più perverso, tanto da rendere quell'inculata furiosa. Eppure, quei continui riferimenti da Enrico mi portarono a cercarlo all'interno della stanza: lo trovai in piedi, al lato di un lettino, intento a spruzzare il suo sperma sulle tette di Stefania, arrossate dopo una plausibile spagnola, mentre costei era impegnata a limonare a turno con Susanna e Cristina.

"Sbooooooooooorramiiiiiiiii in facciaaaaa!!!!" disse senza alcun pudore la maggiore delle sorelle Farine mentre il mio cazzo ancora entrava e usciva senza sosta dal suo ano.
"Un po' pure a me, Enrì.... Anzi, la lecco dalle tette di Stefy!" disse Cristina andando in risonanza con la sorella.

Pur avendo il cazzo avvolto dalle fiamme di quell'inferno anale, non accennai a rallentare la frequenza della chiavata: tuttavia, sentii colare gli umori bollenti dalla fica della mia amica mentre ancora le trapanavo il culo, avvertii le sue ginocchia cedere per lo scompenso ormale, la sorressi per non farla rovinare a terra: e, infine, chiamai Susanna, ringhiando il suo nome in preda ai demoni della lussuria.

La misi a pecora, cambiai il cappuccetto e puntai il glande verso il buchetto: "Non ci provare! Lì non si entra!" mi rispose con fermezza ma chiaramente eccitata.
Le infilzai la figa, mettendola a quattro zampe sul pavimento, di fianco a Carla che ancora si contorceva a causa della impetuosa scarica ormonale.

La scopai per la seconda volta ma con ancor maggiore impeto e riuscendo ancor di più a godere dall'esplorazione del suo corpo: saggiai la consistenza del seno, mi inebriai del piacevole profumo della sua pelle, percorsi le gambe lunghe e tornite e infine, con entrambe le mani, mi dedicai al suo culetto scultoreo. Sentendomi le palle relativamente scariche, tanto da farla venire per ben due volte a distanza ravvicinata, riuscii a penetrarla con una foga ed un impeto per me quasi sconosciuto: "Sssssssiiiiiiii.... siiiiiiiiiiiiiiiiii! Commmm me piaaaacccccc! Comm meeee piaaaac o caaazzzzz!" mugolò Susanna stravolta da un terzo e violento fremito di piacere, preceduto da una copiosa squirtata.
Rimasi così, sporco degli umori di Susy e con il cazzo ancora in tiro: cercai mia cognata, che si stava ripulendo dallo sperma di Enrico con l’aiuto di Cristina e mi fiondai con un satiro impazzito su quest’ultima. La penetrai con decisione, sorprendendola alle spalle: "Cristì, oggi non ti ho pensato proprio!" le sussurrai con un tono di voce dolce e caldo che contrastava nettamente con l’impeto con cui le martellai la fica.

"Strizzami le zizze!" esclamò in preda all'eccitazione e accolsi la sua richiesta senza alcun indugio ma con immenso piacere, godendo appieno di quel seno non grandissimo ma decisamente imponente per una figura minuta come la sua.
"Mmmmhhhhh... tiiiii piaaaaaacioooonooo! Sonoooo veeent'aaaanni che tiiiii deeesideeerooooo!"
Sorrisi compiaciuto e osservai il suo volto riflesso nello specchio trasfigurato da un piacere atavico, da un desiderio che si era avverato in modo inaspettato che le portava a contrarre tutti i muscoli del corpo, comprese le pareti vaginali che avvolgevano il mio cazzo.

Continuai a scoparla a pecora finché il suo respiro non divenne corto e affannoso, finché non scorsi nei suoi occhi la luce del piacere e del godimento, poi mi sfilai dalla sua fica gonfia, rossa e inzuppata di umori, tolsi il preservativo e le feci cenno di accovacciarsi.

Con un cenno della testa, feci intendere a Susanna di affiancarsi a Cristina e l'invito, pur non essendo rivolto anche a lei, venne accettato anche dalla maggiore delle sorelle Farine: sborrai non appena tutte e tre, sedute sulle proprie ginocchia, si sistemarono davanti a me, vogliose di sentire il mio sperma solcare i propri visi.

Visibilmente stanco, mi lasciai cadere sul primo giaciglio disponibile e, poco dopo, fui raggiunto da Enrico: "Hai rotto il culo di Carlotta?" mi chiese ansimando
"Sì! E tu hai sborrato su Stefy?"
"Ovvio! E anche in gola a Cristina! Hai visto che portento quelle goccine?"
"Poi mi dici dove le posso comprare, anche perché mi sta tornando duro di nuovo!"

Enrico mi sorrise e mi fece cenno di volgere lo sguardo verso il suo cazzo già barzotto: "Vuoi fare bella figura nei tuoi viaggi di lavoro con la cognata?"
"Non solo. Vorrei farmi una gran chiavata con mia moglie ad anno nuovo, magari lasciando i gemellini per una giornata con lo zio e i nonni!"

Scoppiammo a ridere e attirammo l'attenzione delle ragazze che dopo essersi pulite ci raggiunsero.
"Tenete la passione dei divanetti? Manco foste due pensionati." affermò maliziosamente Cristina, immergendosi nella vasca e venendo seguita da Susanna.

Accolsi mia cognata sulle ginocchia e, palpeggiandole le tette, le chiesi come si sentisse: "Nonostante Vittorio, mi sono divertita ma non credo che lo rifarò. Preferisco quando mi scopi da sola e mi fai ingoiare tutta la tua sborra!" rispose a voce bassa.
"Onestamente anche io. Certo che Susanna è stata una scoperta e meno male che non andava da anni con un uomo!"
"Porco!" rispose alzandosi e dirigendosi sculettando verso l'idromassaggio.

Vedendola ancheggiare in modo tanto sinuoso, Enrico decise di piombare su di lei come un rapace, afferrandola per un polso e attirandola su di sé: da pochi centimetri di distanza, vidi mia cognata farsi impalare dal cazzo del mio gemello, mi feci ipnotizzare dal movimento armonico delle sue tette mosse dai poderosi movimenti di bacino, mi eccitai nel vedere comparire sul suo volto le prime impercettibili smorfie di piacere.

Osservai le mani di Enrico, quelle mani uguali alle mie, esplorare il corpo di Stefania, osservai le sue labbra, sempre uguali alle mie, addentare ed avventarsi sul seno della mia cognatina e iniziai a segarmi, non in preda alla gelosia ma mosso dal desiderio di unirmi ai loro corpi.

Con il cazzo in tiro, mi alzai e mi posizionai dietro di loro, attendendo il momento giusto, attendendo che quel corpo femminile sinuoso e flessibile fosse nella giusta posizione: quando finalmente tutti gli elementi si allinearono, bagnai le dita di saliva e iniziai a giocare con il buchetto di Stefy

"Mhhhhhh... ssssssiiiiiii... Poooorco! Cheeee miiiii vuoiiiiii faaaareeeee?"
"Indovina?"
"Ahhhhhh.... aaaaahhhhhhh... Pooooorcooooooooo!"
"Jammm... non dire che non ti sta piacendo…"

Non rispose ma con un movimento dolce si posizionò in modo da facilitarmi l'esplorazione del suo culetto, azione che fece aumentare in modo vertiginoso la frequenza dei suoi gemiti.

Quando finalmente fu pronto ad accogliere il mio bastone, fulminai Enrico con lo sguardo prima che mi chiedesse di scambiarci le posizioni e poi, dopo aver lubrificato il cazzo con abbondante saliva, iniziai a farmi strada in un anfratto stretto e bollente, facendo entrare prima solo la cappella.

In breve tempo, riuscii a penetrare il canale anale di mia cognata senza causarle alcun fastidio mentre fu necessario qualche minuto prima che io e il gemello riuscissimo a sincronizzare all'unisono la frequenza e il vigore dei nostri colpi anche perchè rimanemmo entrambi meravigliati dalla sensazione di condivisione e di contatto tra i nostri sessi, oltre ad incontrare difficoltà oggettive di posizionamento.

Tuttavia, una volta raggiunto un equilibrio, iniziammo una breve ma intensa cavalcata nella prateria del piacere, scandita dal ritmo dei nostri gemiti che si susseguirono con andamento strettamente crescente.

La prima a venire investita da un orgasmo fu mia cognata mentre io ed Enrico la seguimmo dopo pochi secondi, riversando tutto il nostro sperma sul suo culetto.

Esausto e, ormai, completamente scarico mi abbandonai sul divano, felice di aver accettato il consiglio osceno del mio gemello "cattivo"!

[Continua]
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