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La cognata pt.8


di tongue81
30.09.2022    |    27.245    |    5 9.7
"Nonostante la magistrale esecuzione meritasse di non essere interrotta, mi resi con che il tempo correva più veloce della luce: sollevai Stefania e facendole..."
Dopo aver sodomizzata per la prima volta mia cognata, trascorremmo il rimanente tempo in Toscana lavorando e scopando in egual misura. Ampliai la mia collezione di cimeli fotografici immortalando il culo della cognata, a pecora sui sedili posteriori della mia auto, sporco di sperma e realizzando un filmino della nostra ultima scopata notturna.

Tornati a casa, le nostre vite ripresero a seguire i binari della quotidianità: in modo sporadico io e Stefania riuscimmo a deragliare in scopate frettolose ma soddisfacenti che non riuscirono a placare la nostra fame di sesso.

Inoltre, ad inizio dicembre, due eventi inaspettati cambiarono lo scenario della mia vita: il primo fu la vittoria di mia moglie Valentina di un concorso per ricercatore a tempo determinato di tipo B mentre il secondo fu l'inizio di una relazione tra la cognatina e il collega Gennaro, biondo, occhi chiari, slanciato e mascella squadrata, da me prontamente ribattezzato Azzurro per la spiccata somiglianza all'omonimo personaggio di Shrek.

Durante la cena organizzata per festeggiare il nuovo lavoro di mia moglie, regalai al prestante Gennaro il primo paio di corna confezionate dalla sua nuova amichetta: come in tutte le cene organizzate a casa dei suoceri, mentre le signore con l'aiuto dei gemelli si preoccupavano di preparare la tavola e terminare la cottura dei cibi, sarebbe toccato a me e mio suocero la passeggiata in cantinola per la scelta del vino.

Considerando le difficoltà motorie post operatorie del padre di Valentina e Stefania, chiesi a Gennaro di accompagnarmi, adducendo anche la scusa che in questo modo si sarebbe sottratto alla raffica di domande che gli sarebbero arrivati dagli altri commensali.
"Antonio, per favore, vai da solo. Così possiamo conoscere meglio Gennaro!" ribatté mia moglie abboccando all'amo.

"Amore, lo sai che ho bisogno di aiuto nella scelta! Il compito è sempre stato ripartito tra gli uomini di casa ma non voglio far affaticare tuo padre."
Il cerbiatto in erba, ovviamente, si rese disponibile a supportarmi ma venne stroncato nuovamente dalla mia dolce metà che chiese alla sorella di affiancarmi nella scelta.

Bingo! Per non creare sospetti, protestai debolmente contro la decisione unanime di farmi assistere dalla cognata ma, alla fine, indossammo i soprabiti e ci dirigemmo verso la cantina.

"Devo verificare se la mia cognatina ha iniziato a dare anche il culo al suo nuovo ragazzo!" le bisbigliai maliziosamente all'orecchio in ascensore, palpandole senza alcun preavviso una natica.

"Strunz! Hai previsto tutto, vero?"
Risposi stringendo la presa vigorosamente e leccandole spudoratamente il lobo sinistro: "Ti dispiace? Non ti andrebbe di cenare accanto al tuo "Azzurro" ancora piena dello sperma di tuo cognato?"
"Sei porco! Un porco schifoso!" rispose ansimando e infilando un dito sotto la gonna che successivamente portò alle mie labbra, lasciandomi assaporare quanto fosse già eccitata.

Scendemmo nel sottoscala del palazzo già avvinghiati l'uno alla altra senza preoccuparci di occhi indiscreti, che fortunatamente non ci videro: mia cognata mi precedeva con la mano sinistra infilata nella mia patta mentre i miei palmi ondeggiavano vergognosamente tra le sue tette, ormai spogliate e parzialmente nascoste dal giaccone, e la sua vagina, già calda e accogliente.

Entrati in cantina, Stefania chiuse la porta, tolse il soprabito e sollevò la gonna, invitandomi a leccarla senza alcuna esitazione: mi tuffai tra le sue gambe assetato e desideroso di abbeverarmi del suo nettare, leccando frenetico prima le piccole e poi le grandi labbra, lasciando al clitoride già turgido le attenzioni delle mie dita.

"Mmmmmhhhh.... Braaaavooooo.... Seeeeeei seeeeempreeeee il miglioooooreeeee!"
Le afferrai le chiappe, la guardai in volto e ripresi a lavorarla di bocca e lingua, infilandola sempre con maggiore frequenza dentro il suo sesso arrossato e gonfio.
"Mmmmmmmmmhhhhhhhhh.... Mo basastaasaa! Faaaaaammi ciuccccciare pureeeee a meeeeee!"

Obbiettivamente, il tempo era poco, troppo poco per non destare sospetti: a malincuore abbandonai l'opera incompiuta, feci accovacciare la cognata e le offrii il mio bastone. Lo accolse con un bacio famelico prima di farlo sparire e riapparire tra le sue labbra colorate per l'occasione di un rosso amaranto che le conferiva un aspetto ancora più arrapante del solito: "Se hai il rossetto che comprasti il mese scorso con Vale, sappi che è da quel momento che desideravo di farmi fare un bel bocchino dalle tue labbra!" e dolcemente portai la mano sulla sua nuca per dettarle il ritmo e la profondità delle pompate.

Nonostante la magistrale esecuzione meritasse di non essere interrotta, mi resi con che il tempo correva più veloce della luce: sollevai Stefania e facendole fare una piroetta la misi a 90 gradi, afferrando un preservativo gelosamente custodito nella tasca interna della giacca per queste fugaci occasioni: "Cazzo! Ma che sang... È rotto!" affermai imprecando in preda alla rabbia.

"Scopami a pelle! Tanto sei l'unico con cui ho scopato senza protezione!"
"Manco al povero Azzurro hai concesso questo privilegio?"
"Forse un giorno... Tu invece in quante fighe hai azzuppato?"
"Nessuna..." E la infilzai con un colpo secco.

Guardando l'orologio, mi resi conto che la situazione in cui ci eravamo ficcati, anzi in cui la stavo ficcando, era ad altissimo rischio, vuoi per il luogo non esattamente lontano da occhi e orecchie indiscrete, vuoi per i gemiti profondi e rumorosi a cui mia cognata si abbandonava, vuoi per il poco tempo; tuttavia, bastò una breve ma intensa raffica di colpi di cazzo per farla godere tanto da farle tremare le gambe.

Senza perdere tempo, la sorressi per i fianchi continuai in modo incessante a fotterla come un forsennato aumentando ulteriormente il fattore di rischio di quella fantastica scopata a pelle, che nel giro di pochi minuti ci regalò uno stupendo e animalesco orgasmo simultaneo.

Talmente tanta era l'eccitazione che le riempii la figa della mia sborra calda, privilegio che prima d'ora solo mia moglie mi concesse, incurante di tutte le possibili conseguenze che sarebbero potute sopraggiungere perché totalmente incapace, in quel momento, di lasciar spazio alla razionalità e alla lucidità.

"Tranquillo... prendo anche la pillola!" affermò serafica mia cognata raccogliendo lo sperma che colava dalla figa e avanzava lentamente la balza dell'autoreggente per poi assaggiarla compiaciuta.

"Ne, Anto, vuoi continuare a stare con il cazzo di fuori o vuoi prendere il vino?"

[Continua]



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