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Bombo, Eli e soprattutto Asso


di Superperv
07.03.2024    |    2.623    |    1 9.1
"E così mi ritrovai a terra, in posizione fetale, a coprirmi dai calci e dalle botte, in lacrime, supplicandolo di non massacrarmi e chiedendo scusa e..."
Stavo con la Eli proprio per i motivi per cui altri la evitano, cioè perché è violenta, sadica, dominante e maschiona, insomma soddisfa molte delle mie, diciamo, necessità.
La sera l’avevo passata con lei, che mi aveva legato al letto, portato vicino all’orgasmo molte volte scopandomi col suo strap on doppio, lei godeva, io quasi, e lei si fermava, e io restavo a mordermi le labbra, guardando i suoi orgasmi mentre lei giocava con l’elettrostimolatore sulle mie palle, insomma, Eli lo sa che a me viene duro solo se soffro e solo a certe condizioni arrivo al piacere.
Anzi, mi viene duro solo in quel tipo di situazione, altrimenti, o lavoro di fantasia, ma debbo concentrarmi tanto, oppure resta inerte come una trota al banco del pesce.
Ammetto che Eli sotto quel profilo è brava, lei si masturba sugli uomini, come dice lei se fossero morti e col cazzo eretto sarebbe pure meglio.
Forse proprio per questo prima mi aveva menato di brutto, perché non avevo fatto abbastanza marchette per comprare tutta la coca che serviva per i suoi gusti, e poi, per fare la pace mi ha legato come ho detto, e dopo l’ultimo orgasmo suo poi mi ha legato strette le palle e mi ha lasciato li fino a che la ho implorata perché dovevo pisciare, cosa che l’ha fatta solo ridere e rispondere: “pisciati addosso, merda di un rottinculo sfigato”.
Poi mi si seduta sulla faccia, si è fatta leccare la figa, fino a che è venuta sgrillettandosi da sola e accusandomi di essere troppo culattone per saper mangiare la mona, e poi mi ha pisciato lei in bocca e sul viso.
Tanto per incrementare il mio disagio, e il mio bisogno di pisciare, oltre che la paura che mi tenesse legato fino all’astinenza.
Cosa che aveva fatto la settimana prima, per vedermi star male come una bestia. Legato, con la roba sul comodino, vicina e irraggiungibile.
Questa volta mi ha fato fumare prima e poi mi ha lasciato legato tutta notte, mi sono pisciato addosso e lei mi ha punito.
E poi un altro giro di doppio strap on, sberle, insulti, pinze ai miei capezzoli, mi ha fatto mettere calze a rete e tacchi mentre mi sodomizzava col suo fallo artificiale mentre lei si godeva quello più curvo e più piccolo dentro alla vagina.
Poi di nuovo legato è andata avanti fino a mezza mattina, a volte sedendosi sul mio cazzo duro, facendo su e giù, tenendomi per i coglioni, per poi negarmi, ogni volta, il mio agognato orgasmo di schiavo.
Alla fine è uscita per andare a casa sua, che poi casa non è, visto che dorme in una stanza di un ex stamperia abbandonata ed abusivamente occupata da gente di strada, ma poi sarebbe andata da sua mamma, una brava signora, vedova di un maresciallo dell’esercito.
Mi ha lasciato sul letto i vestiti che lei ha preso dall’armadio, prima di richiuderlo a chiave, perché io non posso accedervi, senza il suo permesso.
E così sono uscito fuori in pantaloni bianchi corti e larghi, niente mutande, perché come dice Eli i cani non le portano, maglietta rosa, che è a mala pena copriva l’ombelico, e ai piedi American Eagle, sempre rosa, imposte da Eli, insomma, zero maschio.
Per dirla tutta, apparivo come un allampanato ragazzo alto 191 cm, per 65 kg, coi capelli rossi lunghi a coprire il collo vestito da bambina, o quasi.
Però diciamolo un bel ragazzo lo ero, perché sono sì magro, molto magro, ma ho lo scheletro ben fatto, cioè spalle larghe, torace aperto, ed ho anche un bel viso, un poco da ragazzino, di anni non ne dimostro affatto 21, e in più ho un bel paio di occhi verdi, grandi, e sempre un poco trasognati, perché un filo di miopia c’è e spesso le lenti a contatto non le ho.
Quanto al rottinculo la Eli In effetti non mentiva.
Il culo me lo hanno rotto in galera, ci sono entrato a 19 anni e ci sono rimasto per quasi due anni, e per quei due anni ho avuto in cella Asso e Giulio, gli altri sono andati a rotazione.
Ammetto che in quei due anni il mio masochismo è diventato ancora più assoluto.
E ammetto pure che come con Asso non ho mai goduto, mentalmente, e qualche anche volta fisicamente, così, sapendo che era uscito pure lui, spesso in quei giorni mi era venuto in mente di andarlo a cercare, ma ho sempre pensato che probabilmente fuori di galera manco si sarebbe voluto fottere un altro uomo.
E proprio quel mattino, un paio di ore più tardi, me lo sono trovato davanti, bello come il sole, jeans neri, anfibi, maglietta grigia, aria da duro, pacco in vista, e il pacco di Asso è davvero super.
Mi squadra, poi mi sorride e saluta, io mi avvicino e lui mi dice che ha voglia di scoparmi.
Anzi precisamente che ha voglia di sfondarmi il culo.
A quel punto avrei potuto tirarmi indietro, e tornare nel mio cerchio di sicurezza, negare a me stesso cosa mi piaceva e cosa non mi piaceva, ma siccome credo fortemente nel karma, e nel fatto che nulla sia casuale, ritenni che l’incontro facesse parte del mio destino, e così gli proposi di salire a casa mia.
Sapevo che Eli non sarebbe tornata per giorni, e poi manco aveva le chiavi, così salimmo da me, chiusi a chiave e stetti ad aspettare.
Bastò mezza parola sbagliata e mi caricò di botte, si vedeva che ne aveva una voglia infinita di picchiare qualcuno, e io le presi, anche perché è così che reagisco, imploro e piagnucolo, ma non mi difendo, so di non averne i mezzi e imploro, sperando che si fermino, ma uomini come Asso non si fermano.
E così mi ritrovai a terra, in posizione fetale, a coprirmi dai calci e dalle botte, in lacrime, supplicandolo di non massacrarmi e chiedendo scusa e pietà, promettendo che non aprivo più la bocca.
Lui mi sollevò per un braccio e per i capelli, io barcollai e lui a spinte e sberle e mi gettò sul letto dopo avermi abbassato i pantaloni e strappato la maglietta, e li mi infilò il suo palo di carne dentro al culo.
Mi sodomizzò con furia, colpi forti, secchi, veloci e violenti.
Mentre mi scopava compresi che la mia vita stava per cambiare, almeno per i prossimi mesi, o forse anni.
Perché era evidente che nessuno dei due era davvero uscito dal carcere, cioè dalla relazione che avevamo in carcere, e che, quindi, sarei stato la sua puttana, il suo schiavo, e che avrei vissuto adorandolo ed avendo terrore di lui al tempo stesso e che lui sarebbe stato il mio padrone, mi avrebbe protetto come nei due anni di gabbio, mi avrebbe umiliato, ma mai sfruttato.
Mentre pensavo a queste cose mi scattò un click e mi venne duro, e iniziai a sborrare eccitato dal male che sentivo dove mi erano arrivati i suoi pugni ed i suoi calci e dal trionfo di violenza che sentivo dentro al culo.
Venne anche lui, e si guardò in giro, notò manette, frustini, lo strap on di Eli ed altre cose che forse facevo meglio a nascondere.
Mi guardò e negli occhi lessi furia e gelosia, mi afferrò la faccia e quasi mi fece sbattere la testa contro al muro, dicendomi: “ricordati che tu sei di Asso, se fai marchette è perché sarò io a fartele fare, se esci è perché io ti permetto di uscire, di mangiare, anche di respirare, ricordalo”
Lo ringraziai, baciai la sua mano e sperai che restasse ancora lì.
Ma lui era “Asso” mica per caso, mi disse solo che doveva uscire a prendere due cose e di dargli le chiavi.
Mi chiuse in casa e andò per i cazzi suoi.
Tornò dopo due ore, io ero rimasto nudo, lui aveva messo un paio di pantaloni di pelle ed aveva comprato un poco di cose in un porno shop di una sua amica trans, e nell'altra mano aveva un mazzo di 5 rose rosse.
Per me, e per lui, iniziava una nuova giostra, mi sollevò e baciò, a fondo, io pensai che anche il nostro, a modo nostro, era amore.
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