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Gay & Bisex

Sirio e Ale


di Superperv
27.02.2024    |    3.335    |    3 9.5
"Poi alla pecorina, e a faccia in giù, fino a che venimmo, ansimando e facendo versi da mandrilli in calore..."
Mi svegliai e il pensiero del sogno con Ale mi fece tornare alla mia quotidianità, da giorni lo stavo trascurando, inconsciamente lo evitavo, ed era arrivato il momento di parlargli, era il mio affetto più grande e mi sentivo sleale a non dirgli nulla.
E così lo andai a cercare, col cuore in subbuglio.
Ale, che veniva da una storia gemella alla mia, quando avevo iniziato a usare eroina, mi prese a botte dalla rabbia, lui è un anno più grande di me ed è molto più muscoloso ed atletico di me così le dovetti prendere, e tacere, per due giorni non mi parlò, ma alla fine tornammo amici, lo eravamo da che eravamo io di 3 e lui di 4 anni.
Oddio, la sua famiglia non era da meno rispetto alla mia, sua madre era tossica come la mia, ma almeno lei stava con il fratello, seppur sfigat,o di un grosso trafficante di coca, insomma, pur facendo vita Bohemien erano in una situazione meno precaria, Giuliano grazie al fratellone aveva il suo giro e per la Baba c’era sempre quel che le serviva, e poi, lei, a differenza di mamma, sapeva gestirsela la droga.
Fatto è che baba, la mamma di Ale, aveva ottenuto che all’inizio,, quantomeno gli italiani a me non la vendessero, e anche i serbi, ma i tunisini erano fuori controllo, sicché nonostante le buone intenzioni di Giulio e Baba io ero finito dove ero finito ed ormai non aveva senso chiedere che fossi off limits.
Io di Ale evidentemente ero stato innamorato, senza accorgermene, lo ammetto, forse ai tempi delle seghe assieme, ed anche dopo, di pensieri su di lui ne avevo fatti, ma ora il quadro mi era più chiaro.
Ed era difficile non innamorarsi di Ale, sia per come era fatto dentro, solare, leale, sveglio e disponibile, sia per come era fatto l’involucro.
Ale era davvero uno dei ragazzi più belli, anzi il più bello che avessi visto.
Era alto come me, ma aveva, a differenza mia, una struttura naturalmente portata ad essere muscolosa, con poco sforzo metteva massa, e siccome andava in palestra almeno tre giorni a settimana, di muscoli ne aveva in abbondanza.
Il viso di Ale, poi, era davvero perfetto, non c’era un lineamento sbagliato, o irregolare, con grandi occhi neri e profondi, era così bello che una sua ex compagna di classe diceva che sembrava figlio di Carla Bruni.
Con mille pensieri salii a casa sua, uno strano misto di miseria e nobiltà, come lo era sua madre, col visone di tempi migliori, e la gonna da figlia dei fiori in ritardo.
Ci mettemmo in camera sua, e lì gli sciorinai tutto, dalla prima marchetta, al cinema, allo stupro, tutto, senza ritegno e con qualche lacrima.
Mentre parlavo lo vedevo taciturno, ma non era arrabbiato con me, anzi, mi carezzava i capelli, e quando tacevo aspettava con calma, come sempre, che io, il “fratello” disgraziato riprendessi il filo delle parole, cercando quelle giuste per mostrargli l’animo raccontandomi con esattezza.
Poi mi disse che forse era colpa anche sua, forse Samir mi aveva preso di mira oltre che perché ero bello anche perché ero il suo migliore amico, per fare uno sgarro a Giuliano e quindi al suo criminale fratello maggiore.
Ci pensai, ed era possibile, meglio non dire nulla, allora, meglio evitare ulteriori casini, sussurrai, e lui convenne che era meglio così. Eravamo sul letto, abbracciati, le gambe fra le gambe.
Lui mi sfiorò le labbra con le labbra, io gli sorrisi, lui mi disse che aveva iniziato a vedersi con un tipo più grande, molto più grande, era confuso, io lo guardai, lui mi baciò, e per la prima volta in vita mia davo un bacio con passione, con trasporto, forse anche amore.
Si sfilò la maglietta, era perfetto, una statua di perfezione, io tolsi la mia, poi furono i pantaloni e le mutande a cadere dai corpi sul pavimento, mentre noi ci divoravamo di baci.
Eravamo nudi, nudi ed eccitati, e nessuno dei due era innocente, lo sembravamo, e forse eravamo ancora ingenui, ma non più innocenti.
Lui prese l’iniziativa, era evidente chi sarebbe stato a penetrare chi, io scesi leccandogli lo sterno, il ventre, il pube, fino al suo pene eretto e di notevoli dimensioni, lui mi spinse con ferma gentilezza, e io iniziai a succhiare, ingurgitai il suo cazzo, lo sentii a fondo, lo massaggiai con le labbra, con la lingua, coi movimenti della gola, sbavando sui suoi folti peli pubici neri, succhiai i suoi testicoli che si muovevano nella mia bocca e pareva stessero producendo sborra per l’inculata che mi attendeva.
Lui iniziò nel contempo a lavorarmi l’ano con lingua e dita, era bravo come un adulto ormai esperto, ed eccitato come solo un sedicenne può essere.
E come un sedicenne mi prese, cioè con furia, entrò dentro di me con la foga di chi ha atteso troppo, e iniziò a fottermi come se non ci fosse stato un domani, faccia a faccia, lui su di me, le bocche che si baciavano, e il cazzo di Ale dentro e fuori, una cavalcata instancabile, e poi a smorzacandela, con me sopra di lui, e lui che riusciva, anche così, a dare il ritmo della scopata.
Poi alla pecorina, e a faccia in giù, fino a che venimmo, ansimando e facendo versi da mandrilli in calore.
Ci mettemmo a ridere, poi a baciarci, e dopo la doccia eravamo di nuovo pronti per un secondo giro.
Per quanto Ale scopasse da dominante, tenendomi per i capelli, dandomi pacche, e pure insultandomi, la cosa aveva contorni diversi, io gli rispondevo, e andavamo avanti, come due bambini che fanno la lotta, anche se noi quel giorno stavamo facendo l’amore.
Ci accorgemmo solo dopo un bel poco che Baba, sua madre era entrata e ci guardava ammirata, come se avesse visto Patroclo e Achille in carne ed ossa che davano sfogo alla loro passione.
Ovviamente ci fermammo, ma lei sorrise, chiuse la porta e ci disse che raramente aveva immaginato che la bellezza potesse entrare in quel modo in casa sua.
Dopo un poco di ridanciano imbarazzo riprendemmo da dove eravamo rimasti, come se ogni istante perso fosse irripetibile.
Mi venne in bocca al secondo giro ed io ingoiai tutto, come se fosse stato miele e non sperma, e poi ci fu il terzo round, sempre più frenetico, appassionato, sconcio per quanta poca vergona stavamo avendo a far venir fuori quel che volevamo.
Mi legò al letto usando due sciarpe, mi bendò, mi scopò, mi slegò, mi possedette in piedi, contro alla finestra, sorridendo a chi ci guardava dalla strada infame di quel quartiere così strano del centro.
Alla fine, nella doccia, io gli chiesi di pisciarmi addosso, di farmela bere, e lui non si fece pregare.
Questa cosa ci eccitò nuovamente, e di lì a un attimo lo stavo spompinando di nuovo, in ginocchio e con al collo il collare ed il guinzaglio di Kiro, il loro pastore tedesco, tutto ridendo, tutto trovandoci gioia..
Mi venne sul viso, ed io leccai la sua sborra che mi scivolava sulle guance e verso le labbra.
Poi ci rivestimmo, erano passate ore, ed era ora di cena, anzi era pure passata, ma sua madre ci aveva aspettati.
Mi chiese se mi fermavo a dormire, io e Ale ci guardammo, e per un istante fu amore, ma un istante dopo era tutto impossibile.
Già mangiando ero diventato nervoso, e ora un poco tremavo, bastò uno starnuto senza apparente motivo, Baba comprese che stavo iniziando a star male e così Sirio il ragazzino lasciava il posto a Sirio che deve fumare la roba, Sirio innamorato svaniva, e da casa di Ale usciva Sirio il marchettaro, quello che si era pure raccattato la roba gettata per terra fra piscia, sperma e sudore.
Forse era pioggia, forse furono due lacrime, ma poco contava, sapevo che non volevo coinvolgere Ale nel casino della mia vita, come sapevo che dopo questo pomeriggio lui non mi avrebbe comunque abbandonato.
Trovai Nico, che mi diede una busta di nera, a credito. Decisi che i soldi li andavo a guadagnare l’indomani, quella sera no, quella sera ero solo Sirio, senza aggettivi.
A casa mi addormentai subito, ero stanco, ovviamente stanco e poi non volevo pensare al giorno dopo, e anche se sapevo già quel che avrei fatto, non lo volevo avere davanti, volevo addormentarmi con davanti la foto di me e Ale da bambini, assurdamente felici .
Continua
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