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Ale, Sirio, e la loro compagnia


di Superperv
29.02.2024    |    2.499    |    5 9.5
"Leonardo, mi scompiglia i capelli, mi sorride, e mi dice che sono bello, anzi che sono più bello, quando sono assorto, mi scuso con lui, e lui sorride..."
Il giorno dopo il pomeriggio di sesso con Ale mi svegliai tardi, ed uscii di casa, sapevo che dovevo pagare la roba a Nico, e non potevo temporeggiare più che tanto, quindi un poco scollettando davanti alla Esselunga, e grazie al furtarello di qualche articolo che rivendetti subito ad un bottegaio indiano, racimolai quel che serviva per pagare parte del debito, e promisi che avrei saldato entro sera, non avevo mai fatto scherzi, nonostante la mia giovane età.
Poi decisi di passare da Ale, anche per non fra pensare che ci fosse imbarazzo, ma lui non c’era .
Sulla porta Baba mi dice che Ale era andato a trovare un tipo, immaginando che fosse quello di cui mi aveva parlato l’altra volta, decisi di passare più tardi.
Già che ero in centro storico pensai bene di fare un giro, giusto per vedere se recuperavo una mezza di roba.
E girati due angoli incontro Samir e lo saluto; alla fine il mondo tossico è fatto così: uno ti può anche aver fatto una stronzata pessima, ma se è uno dei tuoi pusher lo saluti, e comunque, fai finta di nulla.
Perché di lui avrai bisogno.
Lui mi fa un cenno e mi dice che vuole incularmi e chiavarmi in gola, lo dice e mi fa vedere due buste di roba, so che è meglio se dico di sì.
E così saliamo a casa sua. Quando mi hanno violentato lui, come gli altri, salvo Nadir, mi hanno preso da dietro, senza manco spogliarsi, solo i cazzi di fuori, ora lo vedo nudo, ha un bel fisico, il viso no, ma il fisico è notevole e anche il cazzo lo è.
Saliamo sul letto, lui mi spinge giù a succhiare, mi fa impressione farlo così con uno che mi ha stuprato due giorni prima, ma sono Sirio, tossico e marchettaro, e agli arabi un ragazzino di 15 anni come me fa sempre gola.
Insomma, cerco di aggiustarmela, perché se rifletto su quello che sto facendo dovrei prendermi a sberle. Sto accettando di confermare a Samir quello che vuole sapere, cioè che in quanto tossico italiano non ho dignità, che loro possono farmi, o farmi fare, ciò che vogliono, per la roba.
E purtroppo ha ragione lui. Quindi scaccio il pensiero e succhio a fondo simulando passione. Invero il suo cazzo è davvero bello, scuro, curvo il giusto, circonciso e con una grande cappella, se attaccato a quel pene non ci fosse lui direi che avrei apprezzato.
Succhio, lecco, passo alle palle, poi alla verga, poi di nuovo giù in gola, e lui grugnisce e dice parolacce in arabo e italiano.
Poi mi prende per i capelli, mi da due sberle accusandomi di volerlo far venire con la bocca e basta, sono due vere sberle, come le avrebbe date a una puttana che lo vuol fregare, mi spinge in su, mi alza le gambe, si piazza sopra e lo spinge dentro, praticamente a secco e a freddo, mi fa un male becco.
Samir inizia a stantuffarlo dentro e fuori, con forza, ma non troppo veloce, si vede che vuol godersi il mio culo, che alla fine è stato chiavato poche volte.
Lo trapana a fondo, lo apre, mi fa male, ma non posso dire che non mi ecciti e ancor più mi eccita quanto cazzo io mi stia umiliando, quanto io stia essendo indegno.
Si capisce che anche lui di me pensa questo, lo capisco dallo sguardo di disprezzo, e poi inizia a fottermi più veloce, ovvio che non gli importa se io godo oppure no, conta solo il suo piacere.
Va avanti ancora un poco di minuti, diciamo 10-15, poi mi sborra in culo, si lava, si riveste, mi da quanto promesso, e scendiamo giù.
A quel punto torno da Ale, che è rientrato, ha l’aria strana, so che non gli dirò di quello che ho appena fatto, si arrabbierebbe troppo, e pure a ragione, e forse si domanderebbe come ha fatto a voler bene a uno come me.
So anche che quando ha quella faccia si deve attendere che si lui a parlare, fargli domande non porta a nulla, io gli propongo di andare alla panchina del parchetto a vedere quali dei nostri amici sono lì, e magari ci scappa qualche canna, qualche birra, e roba del genere.
Annuisce e andiamo verso la fermata del bus, e mentre aspettiamo mi racconta di quello che è successo poco prima con Renato e con Luchino. E poi tace, questo è il suo modo di domandare la mia opinione, non mi mette mai davanti le proprie riflessioni, solo i fatti .
Io ci penso su un poco, e poi gli dico che qualcosa non mi convince. Io Luchino lo conosco bene, vive nel mio caseggiato, e so che vita di merda fa e quanto sia fragile.
E so quanto sia facile vedere dentro ad Ale, leggerne il bisogno di certezze e l’estremo romanticismo. Quell’uomo ha voluto ferirli entrambi, li ha trasformati in giocattoli che fanno un 69 per divertirlo, poi ha voluto degradare Luchino, fargli capire che lo fa scopare, e lo scopa, come, e quando vuole, ed ha fatto capire ad Ale che lui è solo uno dei tanti.
Lo dico ad Ale, so già che anche lui lo ha pensato, perché chi vive ai margini non può permettersi di non usare il cervello, anche se a scuola si è dei disastri.
Purtroppo sapevo già che conoscere sé stessi non aiuta ad evitare gli errori, soprattutto quando si è accecati dal desiderio, o dal bisogno di qualcosa, e quindi sapevo che Ale sarebbe tornato da Renato..
Arrivati al parchetto vediamo che ci sono Nicola, Lucio, Simo, Mattia, Andrea e Rashid, che è un marocchino da poco in Italia, dice di avere 14 anni ed è di una bellezza inquietante, e si è aggregato subito a noi, anche perché fuma roba pure lui. Con l’aggiunta mia e di Ale, chiunque fosse passato avrebbe visto solo un gruppetto di efebi belli, ma se avesse visto dietro ai bei visi anche le nostre storie, avrebbe visto dei verminai di degrado.
Passiamo qualche ora, ridendo, chiacchierando, facendoci mezze confidenze, bevendo qualche birra di sottomarca presa al Penny.
Si fa buio e Ale è stanco, gli propongo di fermarsi a dormire da me, anche perché ci sono meno bus, ma lui dice che l’indomani deve andare a scuola, quindi deve rientrare per forza a casa.
Alla fermata lo accompagniamo io e Mattia e poi decidiamo di accompagnarlo fino in centro, per stare assieme ancora un poco, sono 5 fermate.
Arrivati sotto casa, Ale sale su ed io e mattia ci incamminiamo, noi mica abbiamo la scuola.
Mattia come me ha da poco 15 anni ed è decisamente carino, se ami il genere. Sua madre è etiope, suo babbo italiano, lui è alto, slanciato, sottile, capelli e occhi neri, carnagione meno scura di sua mamma, ma decisamente afro, insomma si capisce che è un misto, ed un misto venuto molto bene.
Manco a dirsi anche lui ha una situazione disastrosa alle spalle, e dire che fra tutti lui e Nicola sono quelli messi meglio della compagnia, come famiglie, intendo dire.
Mi chiede se ho roba, e siccome a me lui qualche volta la ha offerta, questo giro sono io che offro, alla fine delle due buste ne ho fumata mezza ed ora ne ho proprio bisogno.
Poi invento una scusa e mi sgancio, perché a quel punto realizzo che debbo andare a battere, altrimenti con quel che mi è rimasto a mala pena ci faccio fino al pomeriggio, prima di scoppiare, quindi debbo poter uscire il mattino, saldare Nico e comprarne altra.
Sono circa le 11 quando arrivo in zona stazione, è la mia seconda notte da marchettaro di strada.
Noto la macchina di Leonardo, lui rallenta e si ferma, io mi avvicino, lui apre lo sportello, io salgo, lui sorride e parte.
Mi chiede dove fossi finito, capisco che mi ha cercato, e mi lusinga saperlo. Gli rispondo evasivamente, non voglio dirgli che uso roba, e neanche spiegargli la mia vita.
In quel contesto io sono altro, e poi mi piace rivederlo, non solo perché è stato il primo, ma un poco per tutto.
A casa sua appena entrati mi bacia, un bacio profondo e passionale, mi spoglia e si spoglia, finiamo sul suo letto, sembra che voglia quasi divorarmi, è un fuoco, mi prende, mi spinge il cazzo in gola, sento le sue mani poi ancora baci, poi, il suo cazzo, e poi ancora baci, poi mi possiede, mi sento desiderato, ricambio il suo ardore col mio, faccio del mio meglio, mi adeguo a ogni suo desiderio, posizione e voglia.
È tutto così intenso che mi dimentico che è una marchetta quella che sto facendo, sembra una gara a chi farà venire l’altro prima, a chi sarà il migliore a dar piacere.
Il che sembra il contrario del prostituirsi, chi paga pretende il piacere suo, mica cerca di far avere un orgasmo al prostituto!
E invece è quel che avviene, perché Leonardo, mi afferra i polsi, mi immobilizza e inizia a fottermi in maniera spettacolare, mi fotte, mi bacia, mi insulta, mi domina e sovrasta, fino a che mi arrendo è vengo io per primo, vengo sussultando, quasi è uno spasmo del corpo tanto questo orgasmo è forte.
Poi anche lui viene, sembra un leone che ruggisce, mi inonda il culo di sperma, poi quasi mi si accascia addosso, restiamo così, in silenzio, io per un attimo penso ad Ale e al fatto che sono preoccupato, uno che fa male a Luchino, o non sa che vita fa, oppure, se lo sa, ha qualcosa di malvagio dentro.
Leonardo, mi scompiglia i capelli, mi sorride, e mi dice che sono bello, anzi che sono più bello, quando sono assorto, mi scuso con lui, e lui sorride.
A quel punto,, come se mi avesse letto la mente aggiunge. “ sei così bello, così giovane, e di sicuro così fragile… se per caso ti avvicinasse uno che si chiama Renato, tu scappa via. Lo conosco, sei il suo tipo, ed è pericoloso per qualsiasi ragazzo fragile e bello, davvero pericoloso. Se capita dimmelo. Lo conosco e lui sa bene che con me non passa la linea, sa bene che non può…”
Restai basito, mi domandai cosa sapesse, se Ale magari avesse parlato di me a questo Renato, se fosse il caso che parlassi io.
Decisi che lo avrei fatto, se fosse servito.
Poi a differenza della volta prima, dopo la doccia Leonardo si riveste e mi dice che mi riporta lui a casa
Mentre gli indicavo la strada pensavo a cosa avrebbero pensato vedendomi arrivare su un macchinone di quel tipo, a quell’ora di notte, ma decisi che mi interessava ben poco, tanto, di lì a poco il pettegolezzo avrebbe iniziato a girare.
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