Cinquanta sfumature di cazzi - #1

Operai, medici e via dicendo: mi sono resa conto, osservando le mie avventure da trav, di aver avuto più di cinquanta contatti con cazzirsi ma adorabili con cui sono fiera di aver condiviso momenti di erotismo e divertimento.
Non so se cinquanta siano tanti o pochi ma comunque per me sono un numero sufficiente per farmi sentire una vera troia.
Ho pensato quindi di condividere con voi alcune di queste esperienze con una serie di racconti a tema intitolati "Cinquanta sfumature di cazzi".
Spero che vi piacciano e che la loro lettura sia di stimolo anche per le vostre eccitazioni in solitaria o in compagnia.

#1 - Che musica Maestro!

Non capita spesso che quello che potrebbe sembrare un incontro come tanti altri, si riveli invece incredibilmente armonico. L'armonia è spesso in sintonia con la sorpresa. E tale fu quando giunsi a casa di un signore conosciuto in chat, con cui avevo concordato un incontro.
Infatti, dopo essermi preparata e fatta carina, durante i convenevoli di conoscenza, ho appreso che mi trovavo a che fare con un direttore d'orchestra.
Non capita tutti i giorni di avere a che fare con artisti di tale levatura. Non mi sono però intimorita e mi sono resa subito disponibile per la messa in scena di un'opera da scrivere insieme.
E sotto la direzione della sua bacchetta (e che bacchetta!) ho così cominciato a suonare per lui. Come overture ho assaggiato il suo flauto magico, pigiando i tasti prima delicatamente e poi con più ardore, tenendo il bocchino sempre tra le mie labbra, come per seguire il ritmo di un'esecuzione di una sinfonia, alternando momenti più lenti e dolci ad altri pieni di ritmo e variazioni sul pentagramma.
Successivamente, il Maestro ha voluto accordare il mio mandolino, trovando la giusta chiave per aprire il suo suono profondo e ho sentito la sua bacchetta tesa come un corda di violino penetrare nella buca intonando cosi un duetto perfetto per un vero e proprio concerto in fuck maggiore.
Dotato di un perfetto controllo,.nonostante la grande eccitazione, prima di tirare giù il sipario, ha evitato di inondare il mio mandolino, anche perché la pelle di tamburo stava ancora proteggendo la sua bacchetta.
Mi ha quindi chiesto di soffiare nuovamente il bocchino del flauto, ricercando ancora una mia azione di bocca. "Si La Do": con questa successione di note ho quindi dato il mio assenso al nuovo cambio di scena.
Abbiamo così eseguito insieme una melodia meravigliosa che al termine mi ha lasciata a bocca aperta pronta ad accogliere gli applausi finali, davvero scroscianti quanto schiumosi e gustosi. Libiam!