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Addestramento di una Sissi Slut


di Mauro78vr
08.09.2024    |    171    |    2 8.0
"Passai la giornata tra nuotate ed un po' di sole sullo sdraio, fino al tardo pomeriggio..."
Addestramento di una sissy slut



Conobbi un ragazzino, poco più che diciottenne, dai modi gentili, timido e desideroso di trovare una persona con cui aprirsi.
Ci conoscemmo in spiaggia e facemmo amicizia.
Chiacchierammo a lungo ed un tardo pomeriggio, lo invitai a prendere un aperitivo.
- Ciao. Prendiamo uno spritz?
- Va bene, grazie. Non sono molto abituato, ma uno non mi farà male.
Ordinai ed intanto mi soffermai a guardarlo.
- Sai che hai molti tratti femminili. Sei delicato, quasi senza peli ed hai anche un voce con toni alti.
- Non mi sento un maschiaccio ed in effetti mi piacciono le cose raffinate ed esteticamente carine. Ma non sono mica gay? Hahahaha
- Certo che non sei gay.
Giunsero le bevande e brindammo alla nostra amicizia.
Dopo qualche sorso, azzardai un discorso.
- Mi hai parlato molte volte di alcune sensazioni e di alcuni pensieri. Come dicevo sono convinto che non sei gay, ma potresti trasformarti in una bella femminuccia.
- In che senso. Sono un maschio, anche se dai lineamenti delicati.
- Intendo provare per gioco ad indossare qualche capo di vestiario, magari dell’intimo carino femminile.
- Ma scherzi?
- Ci hai mai provato? Sii sincero.
- Beh, ecco, una volta in effetti ho provato, così per gioco a mettermi uno slip di mia sorella. Mi sono guardato allo specchio e mi sembravo carino. Ma è stato così per giocare.
- Appunto. Questo volevo dire. Non vorresti riprovare? Sotto la guida di qualcuno?
- Cosa intendi? Se volessi vestirmi da femminuccia? Dovrei farlo davanti a qualcuno?
- Sei un ragazzino carino, ma potresti diventare una ragazzina carina e sexy. Vuoi provare?
- Ma con chi?
- Con me. Non mi trovi simpatico e magari attraente?
- Simpatico lo sei di sicuro, ma non avevo mai pensato a te in questo modo. Non saprei.
- Facciamo in questo modo. Finiamo il drink e passa un attimo da casa mia che voglio farti vedere una cosa.
- Vengo volentieri, ma cosa mi farai vedere? Mi devo preoccupare?
- Sai che di me ti puoi fidare. Saliamo insieme e ti rubo giusto qualche minuto.
- Va bene, dai.
Finimmo i drink ed andammo verso casa mia, chiacchierando.
Entrati in casa, ci accomodammo nel salotto ed accesi il computer.
- Siamo lontani da occhi indiscreti e tranquilli. Ti voglio far vedere alcuni video e fotografie di sissy.
Gli feci vedere come poteva essere molto sexy un corpo nato maschile, ma trasformatosi in una bella sissy e gli feci vedere alcuni video in cui le sissy amoreggiavano con i loro uomini.
- Allora, Ti piacciono i video e le foto?
Era evidente che gli piacevano, perché li guardava sgranando gli occhi ed un vistoso gonfiore spuntava dal pantaloncino, anche se non sembrava un grande gonfiore.
- Beh, non sapevo che ci fossero persone di questo genere e devo dire che i video sono molto eccitanti.
- Lo vedo che ti sei eccitato e che il tuo cazzetto si è irrigidito.
Gli passai una mano sul gonfiore e la strofinai alcune volte, scatenando una reazione.
- Mah, cosa fai? Sì sono un po' eccitato, ma …
- Ti dico una cosa. Io non sono gay né mi considero bisex, adoro solo le donne. Ma mi piacciono sia quelle biologiche, sia quelle che lo diventano.
- Dimmi una cosa. Se ti trovi in grande disagio e vuoi che ci fermiamo qui, ci vediamo domani in spiaggia e puoi andare. Ma se vuoi sapere qualcosa di più su cosa potresti diventare, quello che potrebbe accadere e quanto potresti godere, me lo dici e ti fermi.
- Ma, non so. Certo che è molto eccitante tutto questo. Non so cosa vuoi dire o fare, ma non voglio andarmene ora. Posso andarmene quando voglio?
- Ma certo che puoi andartene quando vuoi. Adesso voglio solo chiarire due cose. Primo che tu hai un fisichetto delicato, magro e dai lineamenti sottili. Il corpo perfetto per diventare una bella sissy.
- Grazie. Sembra che tu sappia di cosa parli e che abbia già avuto altre esperienze.
- Certo che ne ho avute altre. Parecchie. Secondo ora ti metto alla prova e ti faccio vedere una cosa.
Mi spogliai lentamente davanti a lui e mi tolsi anche il costume.
Il mio cazzo svettava duro e nodoso davanti al ragazzino e guardai divertito la sua faccia che lo osservava tra lo stupito ed il rapito.
- Mamma mia, è grosso e duro. Ma perché ti sei spogliato? Vuoi violentarmi?
- Ma certo che no e non intendo fare nemmeno sesso con te, nemmeno se tu me lo chiedessi. Volevo solo farti vedere come è bello il mio cazzo e basta. Vedo che ti piace.
- Beh, come dicevo è grosso e duro ed in un certo senso mi piace.
Mi rivestii molto lentamente e mi misi a sedere davanti a lui.
- Ti ho voluto mostrare quello che mi serviva per farti capire di cosa stavo parlando ed ora ti lascio andare a casa.
- Io… non so cosa dire. Non me lo aspettavo e non so… cosa dire.
- Stai tranquillo, non devi dire niente. Ci vediamo domani in spiaggia.


II
Il giorno seguente ci salutammo e scambiammo solo i convenevoli, ma notavo che il ragazzino era in imbarazzo e mi guardava di sottecchi.
Passai la giornata tra nuotate ed un po' di sole sullo sdraio, fino al tardo pomeriggio.
- Ciao, come va?
Comparve all’improvviso il ragazzino davanti a me.
- Bene e tu? Sembrava che volessi evitarmi oggi. Se sei rimasto infastidito da ciò che è successo ieri sera, ti assicuro che non accadrà più.
- No, beh, ecco… stai tranquillo, non sono infastidito. E’ che…
- Allora sei interessato?
- Ecco in parte sì, anche se non so bene cosa accadrebbe, come si fa…
Lo guardai intensamente. Era a disagio davanti a me e si dondolava da un piede all’altro, guardando spesso in basso. Ma era come un cucciolo in attesa di essere adottato.
- Siediti accanto a me.
- Ascoltami bene. Sarò molto chiaro. Non intendo perdere tempo dietro ad insicuri, indecisi, parolai e simili. Se vuoi seguire un percorso serio, ti posso aiutare, altrimenti rimaniamo amici e basta.
Mi guardava in silenzio ed i suoi occhi brillavano di eccitazione.
- Se accetti di intraprendere un percorso di trasformazione, fai quello che ti dico, come lo dico e quando lo dico. Hai capito bene?
- Ma, si ho capito, ma non so se sarò capace di… se mi piacerà…
- Hai capito bene? Rispondi solo con un sì o un no.
- Ssssi…
- Bene. Allora domani ti fai trovare a casa mia verso metà mattinata. Io avrò comprato una crema depilatoria ed una emoliente. Comprerò anche un completo intimo che ti possa stare. Taglia 46, giusto?
- Come fai a saperlo? Sì è giusta.
- Io so tante cose. Prenderò anche altre cose. Fatti trovare diciamo alle 10.30 a casa mia.
Ci salutammo e lo congedai.
Dovevo prepararmi in fretta ed andai subito in farmacia a comprare il necessario, oltre che in un negozio per l’intimo, che lavai immediatamente.


III
In orario suonò il campanello e lo feci accomodare.
- Ciao. Oggi sarà il tuo primo giorno della tua nuova eccitante vita. Spogliati.
- Ma come così? Davanti a te? Mi vergogno un po'…
- Pensi che possa depilarti vestito? Avanti muoviti.
Il tono autoritario sembrò fare effetto ed il ragazzo si svestì velocemente.
- Vedo che sei eccitato e che hai un cazzetto piccolo. Questo è un bene per una femminuccia.
Presi la crema depilatoria e la spalmai con calma, soffermandomi a massaggiare delicatamente la pelle.
Procedetti con calma, tra la crema, i risciacqui e la lametta per completare l’opera.
Poi venne il momento della crema emoliente che spalmai sulle gambe, braccia, tronco ed il resto del corpo.
Quando giunsi alla zona inguinale, notai che dal cazzetto era colato abbondante liquido e sorrisi.
Il ragazzo era imbarazzato.
- Voltati.
Ripresi a cospargere il corpo di crema e mi soffermai sulle natiche, le aprii un poco e massaggiai il buchetto piano piano.
- Ma, ma … cosa fai?
Il suo respiro era affannato e io non mi presi nemmeno la briga di rispondere.
Andai avanti a massaggiare il buchetto, che si rilassò.
Sembrava piacergli, perché non parlava e muoveva un pochino il culetto.
Spinsi piano il dito, introducendo solo la punta e ritraendolo subito per tornare a massaggiare.
Questa volta non disse nulla e continuava a muovere il culetto.
Si stava godendo il trattamento.
Continuai a spingere il dito sempre più in fondo e ritraendolo.
Avevo preso una crema lubrificante ed adesso il dito con calma entrava tutto; lo spinsi in fondo e lo ritrassi.
- Mettiti a quattro zampe, con il culetto in fuori.
Ormai era inebetito ed ubbidì prontamente.
Gli diedi un paio di sculacciate leggere sul culetto, che sembrò vibrare.
- Mi sembra che ti piaccia e parecchio…
- Sssssi… non credevo che… mi vergogno , ma mi … mi piace e sono … un po' … ecco… eccitato.
- Diciamo che sei in calore e molto eccitato e che se ti toccassi verresti, ma non è il momento.
Lui mi guardò con un’aria da cucciolo implorante, eccitato, umiliato, desideroso ed un altro po' di emozioni tutte insieme.
Gli misi ancora il dito nel culetto e mi godetti il fatto che lui agevolava ed andava incontro alla piccola penetrazione.
Presi un piccolo plug rosa e misi parecchio lube; lo infilai piano piano nel culetto, che lo prese tutto, senza grandi difficoltà.
- Ma cosa… cosa era? Mi sento … pieno. Toglilo… per favore…
- Non tolgo niente ed è solo un piccolo plug. Serve ad abituarti. Stai zitto.
Gli andai davanti e piano piano mi sfilai i pantaloncini e la maglietta, poi i boxer.
Il mio cazzo svettava duro davanti ai suoi occhi, che lo guardavano.
- Apri la bocca e tira fuori la lingua.
- Cosa? Ma … io… non voglio e non sono… non voglio farlo con un uomo.. ti prego.
Lo guardai e sorrisi. Era ormai mio.
- Tu lo vuoi e lo sai, il tuo corpo lo vuole e tu dici queste parole perché vuoi essere obbligato. Ma ora lo lecchi e lo prendi in bocca subito, oppure te ne vai adesso e non ti fai più vedere.
Aprì un poco la bocca e tirò fuori la linguetta, timidamente.
Gli avvicinai il cazzo e lo spinsi contro la lingua, che pian piano saettava sulla cappella lucida.
Glielo spinsi con decisione verso la bocca semi aperta, che si spalancò con un po' di forzatura.
Era dentro e lui sembrava non sapere che fare.
Allora iniziai a spingere e ritrarmi come per scopargli la bocca, piano piano, per farlo abituare.
- Non sai proprio come si succhia un cazzo di un uomo, ma imparerai e diventerai molto brava. Ormai ti chiamo al femminile e ti troverò anche un bel nome che ti si addica.
Lei stava per dire qualcosa, ma aveva la bocca impegnata e non era troppo convinta.
- Succhia e lecca, fai uscire il cazzo e usa la lingua per leccarlo tutto, dalla cappella, all’asta.
Eseguiva in modo goffo, ma eseguiva.
- Vedo che ti incomincia a piacere, brava.
- Beh, ecco… non so cosa mi stia capitando, ma… non è come… ecco… come pensavo… potrebbe… insomma…
- Zitta e succhia.
Me lo feci succhiare con calma per una decina di minuti, cercando di insegnargli a leccarlo per bene e devo dire che stava imparando.
- Ora ti faccio indossare qualche bel capo di vestiario che ho comprato.
Gli diedi delle calze a rete fini, un top e basta.
Lei mi guardò e sembrava chiedersi come mai non ci fossero gli slip.
- Indossali, muoviti.
Con fare goffo, ma con una certa decisione, li indossò e mi chiese se avessi gli slip.
- Non ne hai bisogno.
Mi guardò con aria interrogativa ed attese.
- Fammi vedere come cammini, ma fallo come una femminuccia, non come un maschiaccio.
Provò con timidezza e ci mise anche impegno, ma dovetti correggerla molte volte.
- Ti insegnerò come camminare e come comportarti e poi dovremo fare qualcosa per quel clito che tu chiami cazzo, perché una sissy non mostra certe cose e non sgocciola tutta.
Lei sembrava vergognarsi e si strinse le mani per coprirsi.
- Ora diventerai mia in tutti i sensi e mi prenderò la tua verginità. Sarà il primo giorno di una nuova vita.
- Nooooo…. Cosa dici? Non … non voglio… ti prego non farlo. Non voglio farmi penetrare. Mi hai già fatto… leccare, Ma questo no… dai.
Non le risposi e la feci mettere a quattro zampe con il culetto bene in alto.
Eseguì senza protestare.
Accarezzai piano il culetto liscio e mi soffermai sul solco.
Presi il piccolo plug e iniziai a tirarlo fuori, con calma; uscendo le strappò un piccolo gemito.
Lo introdussi di nuovo fino in fondo e poi lo tolsi.
Ansimava leggermente.
Ne presi uno un po' più grande e lo lubrificai.
Lo introdussi piano ed entrò tutto con un po' di difficoltà.
Quando fu dentro fece un sussulto ed inarcò la schiena.
- Cccosa ...fai?
Aveva la voce roca e le parole uscivano come sussurrate.
Dopo qualche andirivieni, lo tolsi ed introdussi un paio di dita; entravano bene adesso e il culetto era disteso e rilassato.
Mi alzai e lubrificai con calma il cazzo.
Puntai la cappella al buchetto.
- No… ti prego. Non … dai. Non vorrei… non posso. Fermati…
La sua voce era un sussurro e non le badai.
La cappella stava entrando e il buchetto si chiuse d’istinto.
Continuai a spingere con calma, ritraendola e spingendola sempre di più, finché entrò tutta con un affondo.
- Ohhhh… ohhhh… nooo…
Mugolava e diceva parola poche comprensibili.
Continuai imperterrito a spingere e ritrarre il cazzo, finché fu tutto dentro.
Non intendevo darle tregua, mi fermai un attimo e la presi per le spalle, spingendo un po' per farle sentire la pressione del cazzo dentro di lei.
- Piano… ti prego. Fa un po' male… ahhh… io… non …
Le parole si mescolavano, ma era evidente che era molto eccitata.
Iniziai a pompare piano piano e ad ogni affondo andavo un pochino più veloce.
- Noooo… ahhhh… ohhhh… cosa… non possooo...
Si stava eccitando molto e io continuai a scoparla un po' più forte.
- Tiiii prego… mi fai… nooooooooo…
- Ahhhhhh… vengoooo… dai… vengoooo… ahhhhhh…
Di colpo si muoveva per venire incontro al mio cazzo ed io iniziai a scoparla, sbattendola forte e facendo sbattere le palle sul suo culo.
Venne schizzando sperma su tutto il letto, senza toccarsi.
Andò avanti a gridare, mugolare e muoversi per parecchi secondi, poi piano piano si rilassò, mentre io continuavo a scoparla a fondo.
Ora si sentivano i miei colpi nel suo culo e lei che ad ogni affondo emetteva un gemito.
Andammo avanti per un quarto d’ora e credevo mi chiedesse di smettere, anche se non lo avrei fatto.
Mi sarei gustato quel culetto vergine fino alla sfinimento e non avevo nessuna intenzione di smettere.
Eravamo sudati e ad un tratto sentii un cambio di mugolio.
Si stava eccitando di nuovo.
Ora ad ogni affondo i gridolini erano più forti ed iniziava di nuovo ad emettere parole di godimento.
Intanto io la sbattevo forte e la prendevo bene per i fianchi per infilarle il cazzo fino in fondo.
- Ahhh … ancora… ti prego… non ttti ffermaare…
Stava di nuovo godendo ed io andai avanti con lo stesso ritmo duro e cadenzato.
Mi ci vollero altri cinque minuti e la sentii di nuovo.
- Ahhhh… vengooooooo… siiiiii vengo… ahhhhh… spingi…
Venne di nuovo come un fiume in piena ed il suo corpo si mosse come un’anguilla, mentre io la sbattevo come un forsennato e menavo colpi ed affondi senza ritegno.
La lasciai calmare per un minuto e poi mi fermai.
Estrassi il cazzo che era tutto sporco.
- Guarda cosa hai fatto. Questo non dovrà mai più accadere. Vai subito a prendere un asciugamano in bagno.
Non si reggeva bene sulle gambe ma mi portò l’asciugamano, che usai per pulirmi un poco.
- Vieni in bagno.
La portai in bagno e mi feci lavare il cazzo per bene, poi tornammo in stanza.
- Ti avrei scopata ancora, ma per oggi basta così. Ora succhia e lecca e mi raccomando bevi tutto senza perderne una goccia.
Stava per dire qualcosa ma aprì la bocca ed iniziò a succhiare.
- Adesso mettiti in ginocchio, apri bene la bocca e tira fuori la lingua. Guardami mentre vengo e non perdere nulla.
Eseguì guardandomi come una cucciola scodinzolante e con un sorriso timido ma deciso.
Mi masturbai per qualche secondo e poi iniziai ad eruttare sperma in quella boccuccia inviolata.
- Ecco, ci siamo. Guardami godere e guarda come viene un uomo. Apri bene. Ahhhhhh… Siiii.
Le inondai la bocca di sperma caldo e lei stava per ritrarsi, ma il mio sguardo duro glielo impedì.
- Ora deglutisci e non sbavare.
Lo fece ed aprì la bocca, stupita di averlo fatto, ma cercando la mia approvazione.
- Brava, ora lecca bene e pulisci tutto con cura.
Lo riprese in bocca e lo succhiò con evidente passione.
- Allora, vedo che ti è piaciuto molto essere scopata e trattata da troietta?
Lei mi guardava con gli occhi da cerbiatta e non sapeva cosa dire, disse semplicemente: - Sì.
- Era una domanda retoria.
- Ora ti dico bene cosa accadrà. Ti ho voluto far provare il grande piacere che hai provato, per farti capire cosa potresti perdere. E non pensare che siano tutti come me e tu possa ritrovare lo stesso piacere facilmente.
- Mah…
- Zitta e ascolta.
- Io ti voglio far diventare una bella sissy e poi una sissy slut, farti vestire da femminuccia, farti camminare sui tacchi, farti imparare a truccarti, metterti una cb e farti dimenticare per sempre la tua parte maschile.
- Ti voglio usare tutte le volte che voglio, come voglio e dove voglio; desidero che ti comporti come ti viene ordinato e desidero usare il tuo corpo in altri modi.
Era in silenzio con la bocca aperta.
- Ora hai due possibilità. La prima è accettare incondizionatamente le mie decisioni, ora e in futuro e diventare la sissy che desidero, oppure te ne puoi andare e non ci rivederemo mai più.
- Ma … così all’improvviso… Mi è molto piaciuto oggi e… vorrei farlo magari ancora… ma tutto quello che dici, non so bene … cosa significhi. Non saprei…
- Tu lo sai benissimo cosa vuoi e lo so anch’io, ma desidero che tu ti impegni con me in modo esplicito ed umiliante.
- Nnnon capisco…
- Adesso ti consegno un pacco e dentro troverai un altro completino intimo sexy, una magliettina attillata che ha una scritta ed un paio di jeans molto corti. La aprirai fuori di qui. Se vuoi diventare mia, indossi tutto quello che trovi, ti metti un paio di braccialetti carini, una cavigliera, ti metti un po' di trucco molto velato, tutti accessori che troverai in una altro pacchettino che ti darò.
- Stasera ti passo a prendere verso le 19,00 davanti al molo e ti porto a mangiare lontano da qui, dove nessuno ti conosce e quando ci incontriamo tu dovrai essere vestita come ti ho detto, ma porterai un maglioncino sopra alla maglietta con la scritta.
- Se non vuoi farlo, se hai paura, se hai altre idee o richieste, vuol dire che rifiuti la mia offerta.
- Ma … aspetta. Non possiamo parlarne con calma...Io devo pensarci…
- Non mi interessa cosa vuoi fare tu, io l’offerta te l’ho fatta e non la ripeterò. Se stasera non fai quello che ti ho detto, non ci rivedremo mai più. Adesso vai, che voglio farmi una doccia.
Mi guardò inebetita, come in trance, si rivestì in fretta e prese i pacchetti.
Andai a farmi la doccia, calda e rimasi a lungo a gustarmela.
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