tradimenti
Tutto in uno scatto
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27.12.2018 |
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"Cazzo come baciava bene la moglie di Marco, baciava con passione, baciava come se fossi stato il suo amato, baciava bagnato, baciava come se entrasse..."
Mi alzai presto quel mattino, avevo preso un lavoro molto importante, dovevo fare foto per un evento di alta moda, era un dopo sfilata in casa di un uno dei più famosi stilisti di Padova. Cominciai la giornata con una bella colazione energetica, per affrontare la giornata e arrivare alle 19:00 alla grande serata, tutto pulito, profumato, in abito impeccabile, con la mia fedele reflex e tutto l'arnamentario annesso. Arrivato davanti al palazzo dove abitava lo stilista, mi soffermai ad osservare i particolari dell'edificio; sontuoso, imperiale, uno di quei palazzi che vedi solo nei film, marmo ovunque, teste di leone e nessun citofono, solo un numero impresso alla porta 469 e una maniglia per poter bussare, quelle di una volta. Decisi di non perdere tempo e bussai sul portone, venne subito ad aprirmi un uomo ben vestito, scarpe lucide e giacca lunga, m'invitò ad entrare.Appena entrato mi trovai di fronte ad una scala antica; l'uomo mi invitò a salire al primo piano dove avrei trovato un'altra porta, l'abitazione dello stilista. Busso nuovamente alla porta e questa volta mi trovai di fronte lo stilista Marco, un uomo sulla 50ina, corporatura media, barba perfettamente rasata e capelli con brillantina, uno di altri tempi, mi fa accomodare all'interno e mi chiede se volessi qualcosa da bere. Gli chiedo come mai ancora non ci fosse nessuno all'evento, dato che eravamo solo io e lui in un salotto grande quanto la somma di tutte le camere di casa mia, mi rispose dicendomi che gli invitati erano già arrivati e che mi stavano aspettando.
Bevvi il mio bicchiere di vino bianco gentilmente offerto da Marco e m'invitò a seguirlo in un'altra stanza. Passo dopo passo il mio cuore cominciò a palpitare in modo più vigoroso poichè la curiosità e la sorpresa regnava principe nella mia mente, nella mia immaginazione, fino a quando arrivammo in una stanza dove al centro c'era un gran letto tondo, corredato di lenzuola di seta, rosse, forse più bordeaux, una macchia rossa al centro della camera dove intorno regnava il color oro tra mobili, oggetti e specchi.
Chiesi a Marco, nuovamente, dove fossero gli invitati e lui mi rispose: "L'unico invitato, sei tu" e in quel momento... entrò la moglie di Marco, una donna di 35 anni di una bellezza sconvolgente, un corpo sinuoso ed in carne al punto giusto, uno sguardo talmente sensuale che potresti venire masturbandoti solo osservando una foto stampata dei suoi occhi davanti.
Ci presentammo con una stretta di mano, ma non una qualunque... le sue mani erano di una tale morbidezza, vellutate, di un profumo inebriante che mi rimase addosso sul palmo; Marco si sedette sull'unica poltrona presente in sala e mi ordinò di scattare qualche bella foto alla moglie.
I miei pensieri andavano già ben oltre quello che sarebbe dovuto essere un servizio fotografico ma, per professionalità, cominciai a prepararmi l'attrezzatura per fare gli scatti: luci, pannelli riflettenti, cavetti sincro, lenti e... appena mi portai la reflex sul viso per guardare all'interno dell'oculare, mi arrivò una vampate del profumo della moglie trasferito sul mio palmo della mano... questo fece provocare una gocciolina umida dal mio pene, avevo inumidito le mutande.
Incominciai a fare qualche foto alla moglie, pose naturali, pose impostate, fino a quando scorsi, attraverso il riflesso di uno specchio, Marco seduto sulla poltrona che aveva tirato fuori il cazzo e dava inizio ad un movimento manuale a me conosciuto. Feci finta di niente, continuai a fare le foto. Avrei voluto pensare già come sarebbe andata a finire ma io sono professionale, amo la fotografia e già fotografando provo un piacere pari al sesso, mi soddisfa moltissimo ritrarre le persone, entrare nel loro intimo, togliere la maschera che ci portiamo tutti i giorni.
Ad un tratto, dopo un bel po' di foto, sempre attraverso lo specchio, noto che il pene di Marco si è fatto più grande e godurioso, la moglie, comincio' ad essere più disinibita nelle foto: alza la gonna un po' di più e s'intravede la giarrettiera, s'infila una mano nella spalla e scende verso i seni... ne tira fuori uno e comincia a massaggiarselo dolcemente, delicatamente si passa anche un dito bagnato di saliva sopra la punta del capezzolo, facendo dei piccolissimi, lentissimi giri intorno a quello splendido promontorio, bello scuro, come piace a me. Il seno era forse una terza misura, ma era veramente sensuale con quei capezzoli, una perfezione unica. Marco mi chiamò per nome e mi fece una domanda: "Oscar, ti piace mia moglie?", ero molto eccitato e, senza voltarmi risposi: "Certo!", allora mi disse "Baciala"...
Non potevo tirarmi indietro, io stavo lavorando cazzo, è uno stilista famosissimo, pensavo tra me e me, non posso permettermi di baciare sua moglie! Non posso farlo!!! Ma nello stesso tempo non vedevo l'ora di prendere tra le mie labbra le labbra di questo angelo, così sensuale e provocatorio, che mi aveva già fatto inondare di umori le mutande! Mi avvicinai a lei e ci trovammo faccia a faccia, lei sempre con un seno scoperto e la gonna alzata da una parte, s'intravvedevano le mutandine ora, mutandine di pizzo bianche, il velluto solo nella parte dove appoggia la vagina... oddio... non capivo più niente... prese lei l'iniziativa e appoggiò le sue labbra sulle mie, erano morbidissime... mi prese la mano e la portò lentamente in mezzo alle gambe e con due dita accarezzai sfiorando il velluto liscio delle mutandine, già umide al suo interno... le dita affondavano nel solco della vagina di lei, qualcosa che sognerò sicuramente il resto dei miei giorni.
Marco continuava a masturbarsi, non parlava, osservava la situazione, sentivo solo dei gemiti di piacere.
Cazzo come baciava bene la moglie di Marco, baciava con passione, baciava come se fossi stato il suo amato, baciava bagnato, baciava come se entrasse dentro al mio desiderio. Si tirò su la gonna in vita, così da chinarsi verso il basso, mi slacci' i pantaloni per far uscire il mio cazzo, duro come non lo è mai stato, lo prese subito in bocca appoggiandolo alla lingua, gustandosi le gocce di desiderio che già erano fuoriscite e comincio' a succhiarlo con una tale calma e amorevolezza che avrei voluto rimanere dentro la sua bocca per il resto della mia vita. Marco mi chiese di farle qualche foto mentre succhiava e gliela feci.
Non mi aveva neanche detto come si chiamava lei, non che fosse fondamentale, mi sarebbe piaciuto chiamarla per nome ma non volevo rompere quella poesia erotica di cui ne ero protagonista e che stava accadendo realmente.
Marco si segava sempre più forte e con un tono più alto mi disse: "Scopatela ti prego!". Ho capito che stava godendo quanto me, lei si staccò con la bocca dal mio pene, si volto' a carponi, avevo davanti agli occhi il suo culo, fece scendere le mutandine verso le ginocchia e mi offrì quello che avevo già immaginato nel momento in cui passai le mie dita un attimo prima, accarezandola... il mio pene scivolava dentro nelle pareti interne come se fosse olio, una figa stretta al punto giusto, amorevolmente calda e accogliente, continuavo ficcandola, scopandomela tenendo una mano sulla reflex e una sul suo fianco fino a quando sentì la sua voce prendere volume, stava venendo ed io incalzavo con gli affondi fino a quando decise di girarsi e, prendendomi il cazzo con le mani, mi fece sborrare sul suo seno e sulla sua bocca... Marco venne qualche secondo più in là.
Ero estasiato dal piacere, avevo il cervello sospeso nell'aria, dei rumori viscidi del sesso che echeggiavano nella stanza, Marco mi chiese: "Fai l'ultimo scatto, fotografa il suo seno pieno del tuo piacere, quello sarà l'unico scatto che dovrai darmi"; feci lo scatto e gli chiesi: "Ma delle altre foto?" e lui mi rispose: "Tienile per te, a me basta quella finale, c'è tutto in uno scatto".
La moglie di Marco andò via dalla sala, senza salutarmi, uscendo, scomparendo lentamente quanto così lentamente non andrà via il mio pensiero di questa surreale fantasia.
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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