tradimenti
Palestra
di CockAndFox
05.05.2021 |
5.561 |
20
"La mano del fusto si era ormai trasferita sul suo clitoride, lei gliela prese di forza e la infiló dentro i leggings..."
La sala in questi periodi è quasi deserta, siamo sempre al massimo 4/5 persone, ognuno concentrato sul suo lavoro, sul suo fisico, sul suo sforzo. Ero intento a eseguire i miei esercizi davanti lo specchio, arrivo sempre qualche minuto prima di M in palestra che finisce più tardi il suo lavoro.
La vidi entrare, elegante e composta anche in leggins e t-shirt bianca, capelli legati e niente trucco, mi saluta con un bacio veloce e inizia il suo riscaldamento sulle sue amate scale (i glutei sono la sua fissazione, li allenerebbe anche durante la notte).
Preso dai miei esercizi, non mi ero soffermato molto ad osservarla, notai invece gli sguardi che due ragazzi intenti anche loro ad allenarsi, le rivolgevano quasi furtivamente.
Non capivo.
Dopotutto dividevamo la sala quasi ogni giorno ormai da più di un mese, non avevo notato mai questo interesse, da entrambi poi.
Fu quando finì il suo riscaldamento, che si avvicinò a me davanti lo specchio e tutto si fece più chiaro:
“Che guardi?” mi disse “Si nota che sono senza reggiseno?”
La t-shirt bianca di cotone leggero era praticamente trasparente, i suoi capezzoli tondi e ispidi si facevano ben notare, i suoi seni delicati e sodi risaltavano sotto i neon artificiali della sala.
“Si! Sei praticamente nuda, se vuoi t butto addosso un po’ di acqua così risaltano ancora di più!”
Mi sorrise quasi sgomenta “Sei un cretino!”
Adoro farla imbarazzare, vedere il rossore sulle sue guance, la forma degli occhi sospettosi che si guardano intorno, la sua espressione che subito si trasforma in maliziosa, sono tutti meccanismi che creano in me istinti quasi animaleschi.
La posta era imbucata, lei sapeva di essere osservata da me e dai due muscolosi ragazzi, sapeva che mi stavo eccitando e di conseguenza iniziò anche lei a fantasticare. Loro la guardavano, e con la coda dell’occhio guardavano me, forse per paura di una mia reazione, e io guardavo solo lei quasi incitandola a ricambiare gli sguardi con i due atleti.
Andò avanti per diversi minuti e diversi esercizi, il gioco di sguardi tra noi 4 si faceva sempre più intenso e sfacciato, lei era diventata un turbinio di ormoni, si percepiva il suo odore nella sala, e i suoi capezzoli perennemente rigidi ne erano la conferma. Ogni movimento che faceva era percepito maliziosamente da tutti noi uomini, le bastava afferrare un peso o chinarsi per un esercizio, ogni movimento la rendeva appetibile, lei si sentiva desiderata, una preda impaurita ma eccitata.
Si stese a terra con il tappetino per fare addominali, allargò le gambe osservandomi da lontano e iniziò a massaggiarsi l’interno coscia.
“Scusami, puoi vedere se ho una contrattura qui?”
Fece avvicinare il più atletico dei due con questa scusa, gli prese la mano e se la portó quasi all’inguine.
“Mi tira qui!”
Guidava la sua mano tra coscia e inguine, lo costringeva a esercitare una pressione e a roteare.
Il suo sguardo si era trasformato, la osservavo da lontano eccitato e con il cazzo che quasi mi usciva dai pantaloncini.
La mano del fusto si era ormai trasferita sul suo clitoride, lei gliela prese di forza e la infiló dentro i leggings. Appena sentì le dita entrarle nella vagina bagnata, alzó la testa e fece segno all’altro ragazzo, che osservava la scena sbigottito, di avvicinarsi.
Io ero immobile, seduto sulla panca a guardarla mentre faceva la troia, stesa con le gambe divaricate verso di me, lui dietro di lei con le mani nelle sue mutande e l’altro in piedi davanti. Le prese la mano e le fece toccare il cazzo in implosione da sopra i pantaloncini.
Da timida e pacata ragazza innocente si era trasformata in arrapante e assatanata ninfomane. Sputava sui cazzi di quei due ragazzi come una professionista del porno, dettava lei le regole e i tempi, quei muscolosi uomini erano dei giocattoli a sua disposizione per lo show che mi stava regalando, era lei che scopava loro, come mai aveva fatto sola con me.
“Hai finito? Dai che è tardi e devo tornare a lavoro”
Tornai sulla terra, era di fianco a me, la guardai stranito
‘Tutto ok? Che hai?” mi chiese quasi preoccupata.
Le fantasie mi avevano rapito e fatto volare, il cervello mi aveva tratto in inganno, ero piombato così tanto nei pensieri da raggiungere quasi un orgasmo.
Ero stato capace di trasformare un semplice esercizio per gli addominali in una fantasiosa orgia di corpi ai suoi servigi.
Era stato solo un sogno ad occhi aperti e lei guardandomi negli occhi lo aveva capito.
“Stasera mi racconti tutto” mi sussurró soddisfatta e io sorridendo la presi per la mano e andammo via.
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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