tradimenti
Oggi è una bella giornata
di zvi
13.03.2018 |
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"Realizzo che devo vederla subito, che devo verificare quanto alto e bello sia il nostro livello di interesse che, sono sicuro, ci prenderà e ci porterà..."
Oggi è una bella giornata. La attendo, attendo il momento. Abbiamo concordato di incontrarci in albergo. Sogno da giorni questo attimo. Questa mattina mi sono svegliato molto prima del solito e sono rimasto a sognare il nostro incontro. La fantasia può correre libera, lei si è mantenuta sempre molto sulle generali, non si è scoperta molto sulle cose che le piacciono, quelle che intende fare, come intende muoversi anche se la nostra ormai lunga conoscenza virtuale mi ha fatto apprezzare sempre di più la sua persona tenendo sempre molto accesa la sua sensualità e la mia voglia di viverla. Tiene, in modo molto intrigante, a far divenire un gioco, un piacevole gioco di immaginazione e di sensi il desiderio che ho di lei. Il gioco eccita la mia fantasia e il pensiero vaga tra desideri e voglie, tra immaginazione e realtà. Tendo a mischiare e comporre il poco che so con quello che vorrei, il poco che ho visto con il molto che immagino…… Tra qualche ora ci incontreremo e tutto acquisterà la dimensione del reale, e sarà bellissimo.Quando ci incontreremo sarò come sono, niente trucchi o travestimenti. Enrico sarà solo e semplicemente Enrico. Con tutto il suo carico di voglie, di desideri, di sogni e di speranze.
Sento un formicolio dentro di me, parte dalla pancia e si espande a tutto il corpo, sto vibrando come una corda di chitarra sotto il sapiente tocco di un bravo musicista. Forse è lei che si è impossessata delle mie vibrazioni e le guida con consumata perizia…….
Questa volta la sveglia è stata anticipata, conseguenza finale di una notte piena di sogni e di speranze. Anche di allarmi, che ho prontamente messo a tacere e dimenticati in un angolo. Mi piace quello che sto per fare, mi piace e mi attira. E lo faccio. Appena in piedi mi sono dedicata meccanicamente alla preparazione della colazione. Non che ne sentissi il bisogno, tutt’altro: uno stormo di farfalle pareva albergare nel mio stomaco nonostante tentassi di scacciare insistentemente il pensiero di ciò che, da lì a poche ore, sarei stata capace, forse, di realizzare. Preparo il caffè, apro il barattolo e l’amato aroma inonda la stanza mentre riempio il filtro della moka. Nel riporre il barattolo del caffè all’interno del pensile mi accorgo di avere i capezzoli turgidi, dritti e duri reagiscono quasi con dolore nel momento in cui sfioro l’anta con il seno.
Uno sguardo all’orologio: il tempo passa ed è ora che mi dia da fare. Il pensiero dell’incontro mi procura un intenso tuffo al cuore, una sensazione di languore che mi si irradia dentro, e esplode sotto forma di migliaia di stelline dorate nella mia mente.
Infilo un reggiseno nero tutto traforato e pizzi, mutandine coordinate. Mi sorge il pensiero di togliere tutto e andare solo con il vestito, una bella improvvisata. So che a lui intriga molto sapere che vado senza le mutandine, ma poi penso che in questo modo tutto sarà molto più sensuale.
Infilo le autoreggenti, piene di fiori ricamati, trasparenti e coprenti allo stesso tempo. Frugo nell’armadio alla ricerca del giusto abito da abbinare a questa pazza occasione alla quale sto per darmi completamente in pasto.
Fuori dall’albergo troverò Enrico ad attendermi. A dire il vero non conosco Enrico di persona. Conosco i suoi pensieri, perlomeno quelli che ha lasciato trasparire in ore ed ore trascorse in chat a titillare la mia mente. Conosco la sua voce, mi piace. Siamo giunti al momento di muovermi, verso questo incredibile, affascinante, intrigante appuntamento.
La lunga frequentazione con Elisa in chat, le lunghe chiacchierate sempre giocose e sorridenti ci hanno avvicinato molto uno all’altra. Ora la sento più vicina e più familiare, credo di capirla meglio. Le barriere iniziali, in cui si esplicitava solo istinto anche se positivo, si sono aperte e hanno lasciato libero il passaggio alla fiducia, alla comprensione e alla complicità. La porta è ormai aperta e aspetta soltanto di essere attraversata. Conosco Elisa solo in fotografia, con gli occhi che lei tende sempre a nascondere allo sguardo (metti il cappello, le dico scherzando) tagliando la fotografia. Lo fa per schermirsi e proteggersi mentre io amo vederle il volto, il sorriso, lo sguardo e per questo le chiedo continuamente di mostrarsi, di togliersi il cappello. Ma a pensarci bene mi piace anche così.
Mentre mi avvicino al momento dell’appuntamento devo confessare che mi sta montando dentro una certa curiosità. Mischio la realtà col sogno, i desideri con le voglie. Dentro di me appaiono per poi scomparire subito flash ottici di forte impatto emotivo. L’ho davanti a me, in sottana nera o bianca, trasparente ma mai troppo. L’ho davanti a me spettacolosamente seminuda o nuda, grande visione. Sogno di attimi fugaci e desiderio di concretizzare il sogno. Realizzo che devo vederla subito, che devo verificare quanto alto e bello sia il nostro livello di interesse che, sono sicuro, ci prenderà e ci porterà verso le strade del piacere reciproco.
Mi guardo allo specchio mentre finisco di prepararmi a questo incontro. Mi piace quello che vedo, il mio corpo nudo. Lo vedo ogni volta nuovo e ogni volta familiare, so che può dare e ricevere felicità e mi appresto a usarlo allo scopo. Seno, pancia, ventre, cosce come attrezzi di godimento. Mi giro e vedo due belle natiche, alte, rotonde. Le guardo con gioia. Mi piace intensamente quello che sta per accadermi e provo una pulsazione di piacere al solo immaginarlo. Ma sto sognando ad occhi aperti. Metterò un vestito nero. Nel sistemarlo, scuro e attillato, non posso fare a meno di stringermi per un attimo i seni tra le mani per dare un po’ di sollievo a questo turbine di emozioni incontrollate che stanno vorticando tra la pancia ed il cervello. Rimmel, un filo di trucco, un po’ di rossetto. Mi guardo ed un po’ mi spaventa quel languido sguardo che vedo rimbalzare dallo specchio. Sono pronta, afferro il cellulare, la borsa (nella quale ho sistemato il vibratore, fedele compagno, non si sa mai…) e mi fiondo giù per le scale. “Sto facendo la cosa giusta?” mi chiedo mentre salgo in macchina per andare all’appuntamento. Si, sto cogliendo l’attimo, voglio vedere quanta adrenalina sono capace di produrre, quanto riesco a reggere un gioco di sesso totale. E’ una sfida con me stessa.
Salgo in macchina, vado verso l’appuntamento con Elisa. Mi piacciono i pensieri che vagano nella mia mente, che si affacciano in continuazione dentro di me e cercano di spiegarmi e raccontarmi tutto quello che voglio sperimentare con lei. Posizioni, carezze, movimenti si accavallano in me e tra una apparizione e l’altra ecco il suo volto sorridente, ecco il suo sguardo limpido e chiaro che mi fissa negli occhi e mi sprona a seguire i suoi ordini ed i suoi desideri. “Quando siamo insieme voglio vederla così, la voglio far muovere davanti a me, voglio stringerla e accarezzarla…… voglio sentire il suo seno nelle mia mani, voglio leggere nel suo sguardo invito e voglia, desiderio di donarsi e ricevere….” Sarà sicuramente una esperienza bellissima, incredibilmente bella. Voglio tutto da lei e lei vorrà tutto da me.
E’ una pazzia lo so. Sto per darmi in pasto a uno sconosciuto che si ciberà della mia carne sino al midollo. Lo immagino implacabile mentre spazza via, oltre ai pochi lembi di stoffa che fasciano il mio corpo, i residui di resistenza che ancora albergano in qualche angolo remoto della mia mente. Non ne ho voluto parlare con nessuno per evitare che anche le amiche più intime potessero rischiare di smontare questa mia fantasia.
Sono viva, sento il cuore che batte, padrona del mio corpo e delle mie decisioni. Mi farò scopare e scoperò intensamente. Mi scoperà il corpo, prenderà tutto di me senza bisogno di chiedere, e mi scoperà anche la mente. Ho voglia di godere una giornata di puro sesso.
La sto aspettando nel parcheggio antistante l’albergo. Mi piace arrivare in anticipo, sempre. In questo caso in modo particolare perché mentre attendo la posso immaginare, vedere nella mia mente mentre arriva, riconoscere il suo sorriso attraverso quella folta chioma scura, attraverso i grandi occhiali che sono come la sua maschera, come una sua seconda pelle e secondo volto. Le sorriderò con garbo e per me parleranno i miei occhi. Mi riconoscerà ed un ampio sorriso le si aprirà sul volto. Leggerò il piacere di avermi incontrato e di avermi trovato nei suoi occhi. Allora scenderò dall’auto e le andrò incontro, mi presenterò con un sorriso: “Elisa penso. E’ un grande piacere vederti ed uno ancora più grande incontrarti. Sei bellissima”….
Lei uscirà dalla sua macchina, le lunghe gambe sui tacchi altissimi, e si avvicinerà. Le stringerò la mano e ci daremo un leggero bacio sulle guance, due vecchi amici che si incontrano.
Sono finalmente arrivata al parcheggio dove dobbiamo incontrarci. C’è più di una macchina ferma. Mi sforzo di ricordare il viso di Enrico ma si tratta di immagini confuse…. Mi sembra lui. Mi riconosce e lo vedo sorridere venendo verso di me. Mi avvicino camminando sicura sui miei tacchi che risuonano nitidamente nella confusione dell’ambiente. E’ una persona più alta di come me lo sono sempre immaginato, più robusta e trasmette un’idea di solidità e salute. Mi chiedo anche come possa venirmi in mente la sua salute in un momento come questo. Nel frattempo la distanza tra noi si è annullata e mi trovo a stringere le sue mani in una sorta di improbabile presentazione. La stretta è vigorosa e la cosa mi rassicura. E’ sorridente. Scambiati i convenevoli di rito incentrati sul mio viaggio ci incamminiamo verso la sua auto per entrare nell’hotel. Mi sento un po’ agitata ma riesco a dissimulare abbastanza bene, solo un leggero fiatone dovuto all’emozione della situazione che spero non venga percepito dal mio compagno di avventura.
Sono eccitatissima e credo che anche lui se ne sia accorto. A passo lento l’auto si muove verso l’albergo. Tra pochi secondi saremo dentro. E’ l’ultima possibilità che mi rimane per rinunciare. Ma io non voglio fuggire, voglio entrare velocemente ed abbandonarmi finalmente a questo gioco che mi sta consumando dentro in una piacevole spirale di emozioni.
E’ arrivata puntualissima e ci siamo finalmente incontrati. E’ bellissima e mi piace da morire. Ha una meravigliosa voce leggermente roca e molto sensuale. La mia voglia di lei, dopo averla conosciuta, è aumentata moltissimo. Ora facciamo il check-in e poi saremo finalmente soli in camera. Io e lei. Lei ed io. Ci incammineremo insieme verso un momento di piacere e di gioia, verso lo scoppiare dei nostri sentimenti reciproci. Che voglia di accarezzarla, di sentire finalmente dal vivo la bellezza della sua pelle sotto le dita che la cercano e la sentono, calda e vibrante. Esco dalla reception e le porgo la chiave della camera. Ci avviamo lentamente verso la camera assegnataci.
Ho in mano la chiave della camera, la chiave della porta del piacere verso cui stiamo marciando. Siamo arrivati e scendiamo. Infilo la chiave ed apro la porta. Entriamo uno dopo l’altra. Enrico richiude a doppia mandata. La stanza è illuminata in modo molto soft. C’è un piacevole odore di biancheria pulita nell’aria mista ad un’essenza di fiori d’arancio. Mi sfilo le scarpe appoggiando le piante dei piedi su una soffice moquette color carta da zucchero. L’arredamento è essenziale ma di pregio, il letto è largo, forse due piazze e mezzo, proprio come piace a me. Mi sento padrona di me stessa, mi sento felice ed eccitata allo stesso tempo. Appoggio la borsa su un tavolo di fianco alla televisione e mi giro di scatto roteando sul vestito come a voler sollevare la gonna, con il movimento rapido e circolare.
Lui si avvicina e la ferma nel suo roteare, fuggevole visione di un corpo. La prende per le spalle e la avvicina sé. Con le mani afferra le spalle, accarezza la testa e il collo. Poi si china a baciarla. Lei risponde e lo stringe a se. Due corpi che iniziano la antica danza dell’amore… Le mani scorrono sull’abito alla ricerca dei bottoni e iniziano a slacciarli. Vogliono liberare quei corpi, hanno fretta. Anche le zip si aprono con quel leggero sibilo che le contraddistingue: zzzzziiiiiiiiipppppp! Aperta, via libera. Le mani, dopo aver slacciato tutto, la liberano dalla camicetta. Il seno prorompe fuori, dolcemente arcuato con i capezzoli già turgidi, bellissimo. Lei lascia cadere a terra il vestito e esce, statuaria, dalla stoffa che la copriva. Cadono anche le ultime barriere: reggiseno e mutandine finiscono in terra.... Rimane inguainata nelle sue autoreggenti, praticamente nuda ed offerta agli sguardi concupiscenti e pieni di ammirazione per lo spettacolo cui stanno assistendo. Lei lancia uno sguardo ammaliatore, si lecca le labbra e ruota su sé stessa, lentamente, mentre si accarezza i fianchi.
Eccola, maliziosa e porca, che si china a raccogliere il vestito da terra volgendo le spalle e offrendo la completa visuale del suo culo dolcemente schiuso dalla posa. Il suo scrigno si mostra impudico allo sguardo. L’adrenalina sale immediatamente. Lei si sente avvampare dal piacere dello sguardo che indugia sul suo corpo maliziosamente esposto. Deve trattenersi dal mettere una mano tra le cosce per masturbarsi ma la voglia sta salendo davvero a livelli impensabili. Lui la prende per la mano e la tira a se. Vuole stringerla, vuole sentire il suo corpo attaccato al suo, stretta in modo da riempire ogni possibile spazio, quasi una compenetrazione dei corpi…. Lei si avvicina seguendo la mano che la tira, ma dopo un scambio di baci si tira leggermente indietro e inizia a spogliarlo. Ha voglia di vederlo nudo, di sentire la sua pelle, di annusare il suo cazzo, di giocare con le palle, di sfiorare il suo culo…. E’ nudo, si è spogliato in un attimo, aiutato da lei, e le si è gettato addosso con impeto. La schiaccia sulla parete e inizia a baciarla: bocca, collo, orecchie, seno…. La sta cercando, ogni centimetro della sua pelle va assaporato. Lei sente le mani che la frugano febbrilmente ovunque, non ci sono più barriere. Sono due esseri umani che si stanno donando l’un l’altro.
In un crescendo di desiderio e piacere si struscia sul torace di Enrico mentre lo bacia lingua a lingua. Non riescono più a contenere il loro respiro e stanno ansimando forte…. si sentono porci…. Lui cerca la sua figa con desiderio e piacere, lei ha voglia del suo cazzo, ovunque!
Lui la accarezza dappertutto, le sue mani salgono e scendono sul corpo di lei, la stanno esplorando. Lei sente la mano che le afferra il seno, le dita che stringono i suoi capezzoli facendoli inturgidire, quasi con dolore per il forte piacere. E poi la mano scende, si ferma sul monte di venere, lo preme e lo rilascia continuamente, come una forte carezza. Questo movimento la fa “danzare”, e seguire l’andamento della mano. Questa poi lascia il monte di venere e scende verso le labbra, umide e accoglienti. Si chiude sopra la figa come una mutandina, ma il medio entra e comincia a esplorare l’interno, accarezzandolo lungo le pareti. Poi la mano esce e allarga le labbra mettendo in mostra il clitoride che viene preso tra le dita, premuto, accarezzato, tirato. Le gambe di lei approvano muovendosi, vorrebbero che la mano continuasse mentre la lingua lecca i capezzoli e li prende in bocca, li tira e li mordicchia. Improvvisamente la mano scende e entra nella figa, le dita che cercano e esplorano, sentono il piacere che si manifesta bagnando tutto, recepiscono il piacevole caldo che emana. Caldo passione.
Lei si mette ad accarezzare il suo cazzo tra le dita, si perde a valutare quanto ne sia innamorata: il cazzo, duro, pulsante, rude, rivestito di vene sporgenti, talvolta più aggraziato ed elegante; il cazzo da annusare inebriandosene, umettare, ingoiare, inondare di saliva…. La cappella da scoprire e poi nascondere tra le pieghe del prepuzio su cui sputare calda e golosa saliva. Il cazzo da accogliere quando si accosta alle carni e poi da contenere quando, indemoniato, si prende ciò che in quel momento gli appartiene. Il cazzo che al culmine della sensuale pugna si abbandona ad aromatici effluvi lattiginosi, caldi ed entusiasmanti. Il cazzo in tutta la sua maestosità e fierezza. Pensa a quanto lei adori il cazzo e nel farlo lo prende in bocca, lo lecca, lo ingoia, lo succhia tenendo questa asta di carne saldamente nella sua mano.
“Aspetta…. Un momento….. ” dice lei. Si allunga e estrae dalla borsa il vibratore: è stata una buona idea portarlo. Lo cede a lui dicendo “giochiamo, fammelo sentire”. Lui lo prende e lo struscia sulla figa bagnata per inumidirlo. Poi la spinge sul letto. Lei cade supina e lui la fa girare, le mette un cuscino sotto la pancia per averla piegata giustamente, le allarga le gambe e le infila il vibratore nella figa, tutto. Poi lo aziona e appoggiando la mano sulle grandi labbra avverte le vibrazioni che corrono sulla pelle, bello. Il suo culo è in mostra aperto, rotondo, invitante. Mentre il vibratore lavora inizia ad accarezzare dolcemente lo sfintere, le dita umide corrono sul buchino e lo bagnano, lo rilassano con dolcezza e continuità. Piano piano le mani avvertono un segnale di accettazione e di piacere, di invito e di rilassamento. Il dito si insinua dentro di lei e comincia a massaggiarla internamente. Lei gode. Il piacere aumenta a dismisura, arriva a vette altissime, sale dalla pancia al cervello e si propaga dappertutto. Le gambe si muovono, stringono come a non voler rischiare di perdere nulla. Lei ansima sempre di più e alla fine perde il lume degli occhi, viene totalmente in una esplosione di piacere. “Che bello! Che piacere! Come godo ad essere porca, in preda ad un vero maiale!”. Lui la guarda mentre viene e prova una sensazione di piacere unica, formidabile. E’ bellissimo vederla venire, il corpo agitato in preda al piacere, la faccia quasi contratta da quel godimento che la pervade e la agita. Si sdraiano sul letto, vicini, toccandosi, per riprendere fiato.
Stanno abbracciati, la testa di lei sulla spalla di lui. Le mani di lui che scorrono lentamente sulla spina dorsale, dal collo alle natiche. Sono belle quelle natiche, gli piacciono molto. Rotonde, piene, accoglienti: è un piacere sentirle sotto le mani. Lisce come seta scorrono sui polpastrelli molto piacevolmente. Dopo momenti di immobilità concentrata sul continuare a respirare al massimo il piacere appena goduto lei si muove e si appoggia di fianco sul corpo di lui. Una gamba sopra le sue come a impedirgli di allontanarsi, il braccio sulle spalle e un seno sul petto, dolce peso. Lui continua ad accarezzarla con le mani che vagano sul corpo di lei. Ama sentire il suo seno nella sua mano. Giocando con il capezzolo avverte una nuova linfa che sta scorrendo in lei. Il capezzolo si inturgidisce e prorompe trionfante dalla areola, che come si increspa. Sono certamente le avanguardie di una voglia di sesso che sta tornando a prenderla. Le mani di lei iniziano a cercarlo, a vagare nel corpo di lui. Accarezzano il petto, giocano con i suoi capezzoli, scendono dal petto e vanno a cercare il suo sesso, che reagisce inturgidendosi e diventando duro. Lo accoglie nelle sue mani, palle comprese, e lo accarezza quasi con affetto. Poi si china mentre lo maneggia e lo masturba e infine lo lecca sulla punta, tutto intorno alla cappella e lo ingoia, lo succhia, lo bagna di saliva leccandolo. Lui si sposta e si gira stando attento a lasciare campo libero a quella meravigliosa bocca che lo sta facendo vibrare come una corda tesa. Ora ha di fronte il suo sesso spalancato, porta del paradiso, e guarda intensamente il suo culo. E’ bello e appetibile. Prende in mano il vibratore e lo appoggia al suo buchino, lei è pronta a riceverlo e lui spinge il vibratore dentro, piano piano ma continuamente. Il vibratore entra e si mette in opera tra un sospiro di lei che muove le natiche accompagnando le vibrazioni. Vorrebbe stringere le gambe per intercettarle meglio ma lui lo impedisce. La fa girare, la fa salire a cavallo sopra di lui e la penetra. Prima sente le sue labbra bagnate sulla cappella, lei vorrebbe entrare e lui la frena. “Piano - le dice - piano”; “Ti voglio dentro” replica lei. “Facciamo con calma, è più bello, ce la godiamo di più” “Voglio sentirti dentro, tutto, dappertutto. Entra, sfondami tutta. Fammi sentire troia!”…… “Ebbene sia, mi fa impazzire vederti porca, sentire crescere in te il tuo istinto di troia!”
Allora con una forte spinta entra prepotentemente in lei, entra nella figa fin quando è possibile. Lei si abbassa per raggiungere il maggior contatto tra i corpi, per permettere al cazzo di penetrare in lei. Dentro è bagnata e ricettiva, il suo bacino si muove a ritmo con i colpi che riceve, sale e scende, sale e scende……
Lui ha le mani sui suoi fianchi e la aiuta nel movimento. Poi la fa abbassare sul suo corpo e le toglie il vibratore dal culo. La fa girare e mettere alla pecorina. Inserisce nuovamente il vibratore dentro la sua figa e lo attiva. Lei lo sente dentro di se, vivo. Poi lui si mette in ginocchio dietro di lei, tra le sue gambe e appoggia la cappella sullo sfintere lasciato aperto e ricettivo dal vibratore stesso. “Mmmmmmm – fa lei – continua, penetrami, sfondami tutta!” Si aggiusta sulla pressione del pene e aspetta strusciandosi lievemente contro, invitandolo ad agire. Lui comincia a spingere e pian piano la penetra analmente, E’ bello sentire questo nuovo mondo, questo regalo fatto con passione, questo ambiente nuovo, caldo, bagnato. Inizia a pompare. Anzi pompano insieme come a ritmo di musica, si aiutano vicendevolmente la penetrazione, dividono il piacere. Una mano di lui gioca con il clitoride e l’altra si muove dalla spalla al seno dove cerca e trova i capezzoli da titillare. Ecco che sale il piacere come una marea, come una piena inarrestabile che sale, pervade tutto il corpo e occupa la mente, contrae le membra fino alla eiaculazione totale di entrambi.
Una favola si avvera, un sogno si realizza, una storia comincia………
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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