tradimenti
Non me l'aspettavo
di Keeper
28.05.2017 |
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"Lo spettacolo finisce, indugiamo qualche minuto, poi ci avviamo verso l’albergo..."
Il ristorantino della spiaggia è stracolmo.La cameriera ci propone di accomodarci ad un tavolo già parzialmente occupato.
Non ne siamo felici, ma l’alternativa è aspettare almeno un’ora.
Ci accompagna ad un tavolo e chiede ai ragazzi seduti di farci un po’ di posto sulla rustica panca di legno.
Ti siedi accanto a quello che sembra il leader del gruppo, io di fronte a te.
Subito lui si accorge che siamo italiani come lui e si presenta.
E’ istruttore di surf alla scuola poco distante e gli altri sono suoi allievi olandesi.
E’ sui 25 anni, l’abbronzatura uniforme di chi vive al mare, fisico atletico ma non palestrato. Ha un bel viso aperto, lineamenti regolari, le labbra carnose si schiudono spesso su una chiostra di denti bianchissimi.
I capelli castani sono tagliati corti.
Il suo punto forte sono però gli occhi, scurissimi, quasi neri, che sembrano scintillare soprattutto quando sorride.
E’gentile ed educato, sicuro di sé.
Trascurando i suoi commensali parla con noi del più e del meno, dispensandoci preziosi consigli su come muoversi sull’isola.
Si rivolge ad entrambi, ma presto la sua attenzione è tutta su di te.
Inizio a parlare con il tipo accanto a me e presto mi trovo coinvolto in una accesa discussione sulla politica italiana.
Tra il brusio della gente capisco che state parlando di musica.
Distrattamente ti guardo e vedo che lui ti parla fissandoti negli occhi, ma spesso il suo sguardo cade sul tuo seno, coperto appena dal pareo.
Noto anche si ti si è avvicinato parecchio, al punto che di sicuro sotto il tavolo le vostre gambe si sfiorano.
Provo una fitta di gelosia.
Vi guardo e quasi non ve ne accorgete neppure.
I clienti gli fanno notare che è giunta l’ora di tornare alla scuola, lui si alza e con naturalezza ti bacia sulle guance, mentre lo fa la sua mano è appoggiata al tuo fianco.
Poco dopo sotto l’ombrellone ripenso a ciò che é successo, non è da te dare confidenza ad uno sconosciuto e soprattutto so che non ami il contatto fisico con estranei.
Soprattutto ripenso che lui stava indubbiamente flirtando con te.
Penso alle vostre cosce a contatto e di nuovo provo una fitta di gelosia, ma anche un pizzico di eccitazione, mista ad orgoglio.
Nonostante l’età sei ancora una bella donna, il tempo é stato clemente con il tuo fisico e mi fa piacere la conferma che non sono il solo ad apprezzarti.
Ti volti sulla pancia e mi chiedi di spalmarti la crema.
Guardo le mie mani che scorrono sulle tue gambe e immagino a quando poco fa era la sua gamba a toccarti.
Con indifferenza ti chiedo di lui.
Rispondi che ti ha fatto una buona impressione e che é davvero un bel ragazzo, simpatico ma soprattutto educato.
Mentre ti passo la crema sul sedere all’improvviso mi si presenta alla mente un’immagine: le mani che scorrono sulla tua pelle non sono più le mie ma le sue.
Mi stupisco, non ho mai avuto pensieri del genere, ma mi accorgo che ho una prepotente erezione.
Per tutto il resto del pomeriggio non faccio che pensare a questo, sempre combattuto tra la gelosia e l’eccitazione, non ho mai avuto fantasie di questo tipo.
Tornati in camera ti spogli per la doccia,io ti seguo nel bagno e mi infilo con te nella cabina.
Ridacchi, come spesso accade sei un pochino imbarazzata dalle mie avances così dirette.
Mi offro di insaponarti la schiena, in realtà ti tocco il seno appoggiandomi a te da dietro.
Ti faccio sentire la mia eccitazione, ti appoggi a me, giri la testa per baciarmi.
Scendo con la mano tra le gambe e ti tocco.
Proponi di trasferirci sul letto per stare più comodi.
Ti sdrai sulla schiena, le goccioline d’acqua scorrono tra i tuoi seni.
Mi avvicino, ti apro l’accappatoio e mi metto sopra di te.
Entro piano e ti trovo già umida e calda.
Mi muovo lentamente dentro di te.
Mi piace quando facciamo l’amore senza fretta, spesso parlando del più e del meno godendoci la sensazione dei nostri corpi uniti.
All’improvviso mi torna in mente lui, rivedo i suoi occhi che scintillano mentre ti sorride, rivedo i suoi occhi posati sul tuo seno, ripenso alle vostre gambe che si toccano sotto il tavolo.
Senza smettere di fare l’amore ti parlo di lui, dicendoti che è stato un peccato non farsi dare il suo numero di telefono per farci dare ancora qualche consiglio sui luoghi da visitare.
Ti faccio notare che l’hai definito “carino” ma che per me è un gran bel ragazzo e che lo trovo particolarmente sensuale e che non trovo nulla di male se ci hai fatto un pensierino.
Mi mandi a quel paese e mi dici di piantarla quando ti dico scherzando che non sono geloso e che una scappatella lontano da casa te la potrei anche concedere.
In realtà vorrei chiederti se ti piacerebbe che ora fosse lui dentro di te, ma non trovo il coraggio.
Tengo la fantasia per me, immagino il suo corpo abbronzato sopra di te, le tue gambe incrociate sulla sua schiena, i tuoi occhi chiusi e i tuoi gemiti.
Mi stringi forte le natiche, il segnale che è ora di smetterla di parlare e di fare sul serio.
Ci muoviamo in sincronia, le tue gambe sono spalancate, i talloni appoggiati al letto per accogliermi il più profondamente possibile.
Vengo subito, non ti ho neppure dato il tempo di godere assieme a me.
Mi prendi bonariamente in giro per essere venuto così in fretta, ti rispondo imbarazzato che è tutto il giorno che sono eccitato nel vederti seminuda in spiaggia.
Ridi.
Senza uscire da te dico ridendo che forse dovresti trovarti un amante più giovane e resistente che ti possa soddisfare meglio di quanto riesca a fare alla mia età.
Magari molto più giovane, proprio un tipo come lui.
Mi dai del cretino e ti schermisci dicendo che ha meno della metà dei tuoi anni e che così carino non può certo guardare una come te, visto che avrà stuoli di ragazze ai suoi piedi.
Ti faccio notare che lui ti mangiava con gli occhi, che non staccava lo sguardo dal tuo seno e che sicuro non si tirerebbe indietro se ne avesse l’occasione
Mi fai alzare e giri le spalle, forse sei un pochino imbarazzata, le tue guance sono leggermente arrossate.
Ti alzi tenendo la mano tra le gambe per non far colare sul pavimento il mio sperma corri in bagno a lavarti.
Ti prepari per uscire a cena, non dici una parola.
Abbiamo scelto un ristorante sulla passeggiata a mare.
La cena sta per finire, all’improvviso sorridi e fai un cenno di saluto a qualcuno dietro di me.
Mi giro e lo vedo ricambiare il sorriso e venire verso di noi.
Si avvicina al nostro tavolo, lo invito a sedersi e ad ordinare da bere mentre noi terminiamo la cena.
Declina l’invito dicendo che ha purtroppo un altro impegno per la serata. e che si può fermare solo pochi minuti.
Ci propone di incontrarci la sera successiva: in un locale della zona suoneranno musica dal vivo.
Accetti entusiasta ma poi chiedi il mio parere.
Vado alla cassa per pagare il conto, mi ci vogliono alcuni minuti e quando esco siete già in strada.
Lui ha la mano appoggiata al tuo braccio, mi vedi arrivare e sembri imbarazzata.
Non ci faccio caso.
Ci saluta e noi iniziamo una passeggiata sul lungomare.
Mi sembri distratta e svogliata, propongo quindi di tornare in albergo.
Ti spogli velocemente, indossi una mia t-shirt e vai subito a letto.
Mi piacerebbe parlare un po’ con te, magari di lui, ma ti giri voltandomi le spalle dicendo che hai sonno.
Resto disteso a guardare il soffitto e scivolo nel sonno ripensando a lui che non perde occasione per cercare il contatto fisico con te.
Mi sveglio, ho sete e devo andare in bagno.
Mi accorgo che non sei accanto a me, penso tu sia in bagno, ma la porta è aperta e la luce spenta.
Sto per chiamarti, ma ti vedo riflessa nel vetro della porta finestra, una luce fioca ti illumina il volto, hai il cellulare in mano.
Guardo l’orologio: é l’una passata e mi preoccupo, spero non ci sia qualche problema a casa.
Ma non è possibile, stai guardando il display sorridendo.
Digiti svelta un messaggio e nel giro di pochi secondi ricevi una risposta silenziosa: hai azzerato il volume della suoneria.
Ti vedo perplessa, attendi qualche secondo, digiti e cancelli.
Riscrivi il messaggio e invii.
Anche questa volta la risposta è quasi immediata.
Mi chiedo con chi stia chattando a quest’ora della notte, ma mi torna in mente l’episodio di poche ora prima, quando fuori dal ristorante hai fatto uno strano movimento ed eri imbarazzata.
Rivedo la scena che non avevo notato perché distratto dalla visione della sua mano appoggiata al tuo braccio: stavi velocemente intascando il telefono, evidentemente vi siete scambiati numeri.
Mi sposto un poco sul letto per vederti meglio, hai reazioni diverse ad ogni messaggio, a volte sorridi quasi maliziosa e rispondi in fretta, altre ti mordi il labbro pensierosa e ci metti quasi un minuto.
Cerco di immaginare il tono dei vostri messaggi e mi accorgo di essere ancora una volta più eccitato che geloso.
Verso le due spegni il telefono e rientri dalla terrazza, io fingo di dormire.
Cambi posizione di continuo, ti giri e rigiri nel letto, non riesci a prendere sonno.
Sono ormai quasi le tre quando il tuo respiro diventa regolare.
Non riesco a resistere, mi alzo furtivamente e porto il tuo cellulare in bagno cercando i messaggi, ma li hai cancellati.
Controllo i contatti whatsapp, ne hai uno nuovo.
Ho la certezza che stavi chattando con lui.
Sono in erezione da due ore, mi tocco e vengo in meno di un minuto.
Fin dal mattino sei strana, un momento sei allegra e chiacchierina, un attimo dopo imbronciata e con la testa altrove.
Hai spesso il cellulare in mano, ma non scrivi messaggi, evidentemente lui sta lavorando.
Noto la tua espressione delusa quando vedi che non ti ha scritto.
Controlli spesso l’orologio.
In tutto il giorno ci siamo scambiati sì e no dieci parole.
Sembri impaziente di tornare in albergo, così anticipiamo la partenza dalla spiaggia.
Ti metti subito sotto la doccia e ti lavi i capelli.
Esci dal bagno con l’ asciugamani attorno alla vita, il seno in vista.
Ti guardo mettere la crema, ti aiuto a spalmarla sulla schiena.
Ti asciughi con cura i capelli e li pettini con attenzione per lisciare le arricciature dovute al sole.
Ti metti davanti all’armadio, sei talmente concentrata nella scelta che non ti accorgi che il telo scivola verso terra e che sei rimasta nuda.
Lascio che il mio sguardo scorra su tutto il tuo corpo.
Certo, non sei più una ragazzina, ma una donna avvenente nel pieno della sua maturità.
Il tuo sedere è un po’ più grosso, le curve più piene, ma mi ecciti ancora come il primo giorno e trovo naturale che tu possa attrarre altri uomini.
Presto sul letto si accumula tutto quello che hai nell’armadio.
Indossi un reggiseno bianco e niente altro.
Sembri pentita di non aver portato qualcosa di più elegante, ma del resto in vacanza vesti sempre in modo semplice e non ti ho mai vista scegliere così attentamente i vestiti da indossare.
Finalmente sembri aver deciso: un paio di pantaloni bianchi e morbidi, sotto i quali metti delle mutandine a calzoncino.
Ti guardi e riguardi nello specchio, mi chiedi se non ti fanno il sedere troppo grosso.
Prima che possa rispondere li hai già tolti, scambiandoli con una gonna corta.
Neppure questa ti va a genio.
Alla fine scegli una morbida gonna colorata sotto il ginocchio, una camicetta a quattro bottoni e scarpe di tela.
Volteggi davanti a me chiedendo ancora il mio parere.
Ti dico che stai benissimo, ma che si vedono le mutandine.
Ti suggerisco di uscire senza.
Mi guardi storto, ma le sostituisci con un paio più sgambato e lasci che le falde della camicetta vadano a coprirti il sedere.
Fai la coda di cavallo con un fermacapelli a forma di farfalla intonato alla camicetta.
Sei davvero bellissima, la pelle appena dorata dal sole ti dona moltissimo, dimostri almeno dieci anni di meno e quando te lo dico mi sorridi soddisfatta.
So benissimo che questi tuoi sforzi di apparire ancora più bella non sono per me, eppure mi sento comunque felice.
Al ristorante non mangi praticamente nulla, giochi distrattamente con il cibo nel piatto, rispondi a monosillabi, bevi il tuo vino a piccoli sorsi, sei svagata, guardi in continuazione l’orologio e il display del telefono.
Finalmente è l’ora di alzarci, onestamente non ne posso più di questa situazione, sono scocciato dalla tua apatia ma sono anche impaziente di vedere il tuo comportamento con lui.
Lui è già lì che ci aspetta, ci viene incontro con un gran sorriso, mi stringe la mano e ti bacia sulle guance, la sua mano sul tuo fianco mi sembra indugiare più del normale.
Indossa una camicia azzurra, con un solo bottone slacciato, le maniche arrotolate, un paio di pantaloni chiari e mocassini di pelle.
Entriamo, lui ci porta verso il tavolo in fondo alla sala che ha prenotato, ti guida tenendo la sua mano sulla tua schiena.
Ti fa accomodare sul divanetto e mi invita a sedermi accanto a te.
Io fingo di non capire l’invito, mi siedo sulla poltroncina e lascio a lui il posto.
Arriva la cameriera che lo saluta con un caloroso sorriso, evidentemente lo conosce e se lo mangia con gli occhi.
Ti guarda con astio, è forse gelosa? O forse invidiosa?
Dopo un breve consulto ordiniamo Gin Tonic per tutti e tre.
Lo spettacolo inizia, è un gruppo di quattro ragazzi che suona cover di musica rock anni ’70 e ’80, quella che tu preferisci.
Sono bravi e presto la musica coinvolge tutta la sala.
Da un pezzo non ti vedevo così felice, canti a squarciagola e batti le mani come una ragazzina.
Vi osservo, felice.
Mi fa piacere che ti diverta come facevamo tanti anni fa, quando eravamo più spensierati.
Vedo chiaramente che le sue attenzioni nei tuoi confronti non sono semplice gentilezza, ma ti sta chiaramente corteggiando, sfoderando tutto il suo fascino per sedurti.
Lo fa in modo diretto, nonostante io sia a due passi da lui.
Mi intriga molto la situazione, e il fatto che un così bel ragazzo, con almeno trent’anni meno di noi sia evidentemente attratto da te mi rende particolarmente orgoglioso.
Potrebbe avere ai suoi piedi decine di ragazze e sta flirtando con te.
Lui ha appoggiato una mano sulla schienale, si avvicina per parlarti in un orecchio per sovrastare la musica a tutto volume e la porta sulla tua spalla.
Con naturalezza fa passare le dita sul tuo collo.
Sembra che non te ne accorga, almeno fingi indifferenza.
Batti il tempo con il piede, la tua gonna è risalita sopra il ginocchio.
Fingo di cercare una visuale migliore del palco e porto avanti la poltroncina, quasi voltandovi le spalle, riesco a vedervi a malapena con la coda dell’occhio.
Visto che gli volto le spalle si sente più sicuro, si sporge ancora verso di te e questa volta la sua mano si appoggia sul tuo ginocchio, quando si ritrae la mano è ancora lì.
Con indifferenza sposta la gonna verso l’alto di qualche centimetro.
La sua mano è sulla pelle nuda della tua gamba.
Non dici nulla, ma gli sposti la mano e riporti la gonna sotto il ginocchio.
Lui però non demorde e poco dopo riappoggia la mano sulla tua gamba.
Non riesco a farmi notare dalla cameriera, magari lo fa apposta perché lui ti sta dedicando le attenzioni che vorrebbe ricevere per sé.
Vado al bancone a prendere da bere, chiedo dose doppia di gin nel tuo cocktail.
Quando torno lui ti sta parlando nell’orecchio, la sua bocca è a un centimetro dal tuo collo, la mano sulla tua gamba si muove leggermente.
Mi vedi e ti irrigidisci, lo sguardo perso nel vuoto, ma presto la musica torna a coinvolgerti.
Lo spettacolo finisce, indugiamo qualche minuto, poi ci avviamo verso l’albergo.
Siamo al tuo fianco e ci prendi sottobraccio, camminiamo vicini commentando la serata.
Sei radiosa.
Fingo di attardarmi a guardare una vetrina e resto indietro di pochi passi.
Non perde occasione per toccarti e sfiorarti, mi piace la sua naturalezza nel cercare di continuo un contatto fisico con te.
Si abbassa a sussurrarti qualcosa nell'orecchio e scoppi in una risata.
Visti da dietro sembrate una coppia di coetanei, attraverso il tessuto della gonna leggera vedo le tue gambe affusolate, ammiro le tue caviglie sottili, decisamente il tuo corpo ancora snello non rivela la tua età.
Guardo compiaciuto l’ondeggiare lento e aggraziato dei tuoi fianchi.
Arrivati all'albergo indugiate, non avete voglia di terminare la serata.
Lui propone un ultimo giro al baretto sotto l’albergo.
Non so cosa mi prende, vi dico che sono stanco e ho mal di testa, tu ti offri di salire in camera, ma si vede che lo fai solo per me.
Insisto perché vi fermiate.
Vi sedete al tavolo mentre io vado verso la hall.
Davanti all'ascensore mi giro, state parlando e ridendo e senza farmi notare vado verso la piscina ed esco dalla porta posteriore.
Attraverso il prato e nascosto dalla siepe vi osservo.
Lui è voltato verso di te, i vostri visi sono vicini, la sua mano sulla tua spalla, sei radiosa.
Ti dice qualcosa, tu esiti per un attimo, poi vi alzate, i bicchieri in mano.
Vi avviate verso la passeggiata a mare.
Girato l’angolo l’illuminazione dell’albergo sembra ovattata, siete in penombra.
Chinato dietro la siepe vi seguo.
Lui si ferma, ti prende il bicchiere dalla mano e lo appoggia sul muretto.
Ti si avvicina, ti accarezza una guancia e poi si china a sfiorarti la bocca con un bacio.
Ti irrigidisci, ma non lo respingi.
Ti prende per mano e ti porta verso la spiaggia.
A un passo dal mare ti fermi per togliere le scarpe, nel farlo barcolli, ti appoggi a lui, per non farti cadere la sua mano finisce sul tuo fondoschiena.
Avete i piedi nell'acqua e ridete come ragazzini, i vostri fianchi si toccano, il suo braccio è sulle tue spalle, con il pollice ti accarezza il collo. L’acqua riflette la luna piena.
Mi voltate le spalle, così ne approfitto per scavalcare la siepe e nascondermi dietro una pila di lettini.
Guardi l’orologio, dici che si fa tardi e che devi tornare in albergo.
Sembra assecondarti ma all'altezza del chiosco si ferma, ti prende la mano e ti porta sotto la tettoia.
Ti spinge dolcemente verso la parete, appoggia il gomito al muro, si china e ti copre il viso con piccoli baci.
Ancora una volta non rispondi ai suoi baci, ma nemmeno lo respingi.
La sua mano si appoggia al tuo fianco e si muove piano, ti parla a bassa voce, la sua bocca è vicinissima alla tua.
Tu non lo guardi, fissi il vuoto, sei turbata, le tue mani stanno abbandonate lungo i fianchi, sei rigida e tesa.
Non smette di parlarti, la sua mano si sposta a toccarti il seno.
Fa aderire il suo corpo al tuo, muove lentamente il bacino, ti sta facendo sentire quanto é eccitato.
Gli dici qualcosa, ma lui ti chiude la bocca con un dito.
Ti slaccia il primo bottone della camicetta e ti accarezza il collo.
Aspetta prima di aprirti i due successivi, è paziente ma deciso.
Procede con una lentezza esasperante, non comprendo se ti vuole fare impazzire o se teme un tuo rifiuto.
Slaccia l’ultimo bottone e riesce finalmente ad infilare una mano a toccarti attraverso il sottile tessuto del reggiseno, rotea il pollice sopra il cotone, poi prende il capezzolo eretto tra le dita.
Scosta i lembi della camicetta e appoggia la bocca sul capezzolo che ormai spinge sul cotone.
Non reagisci.
Ti fa scendere la spallina sul braccio,ti scopre un seno e ti succhia il capezzolo.
Stai fremendo.
Lui intuisce che stai per cedergli, ti prende il viso tra le mani e ti bacia.
Le sue mani ora scivolano lente sul tuo corpo.
Scende ad accarezzarti la gamba, la sua mano risale e con lei la gonna che ti cade sul davanti ma lascia il sedere scoperto ed esposto alle sue carezze.
Si sposta leggermente di lato per avere più spazio.
Non riesco a vedere bene, ma capisco dai movimenti del suo braccio che la sua mano è arrivata tra le tue gambe.
Ti irrigidisci, porti le mani sul suo petto per respingerlo, sento chiaramente che gli dici di smetterla, che non vuoi e che non te la senti.
Lui però è forte e non si sposta tenendo la mano appoggiata al tuo pube.
Tenta di baciarti ma scuoti la testa, cerchi di sottrarti alla sua presa.
Lui ti schiaccia con decisione contro la parete.
Sto per intervenire in tuo aiuto quando ti immobilizzi, le braccia ti ricadono lungo i fianchi, lasci cadere a terra le scarpe.
La sua mano ricomincia a muoversi piano con carezze circolari.
Posso immaginare la sua mano che si muove sotto la gonna, le dita che scorrono lente sul sottile cotone delle mutandine, sento un suo gemito roco di soddisfazione quando le trova già umide.
Hai un sussulto, le tue gambe iniziano a tremare.
Tenta di abbassarti le mutandine, armeggia con l’elastico ma ti divincoli, scuoti la testa e gli metti una mano sul petto per trattenerlo, così desiste, torna ad accarezzarti sopra il tessuto.
Il tuo corpo sembra percorso da una scossa elettrica, hai una sorta di guizzo.
Deduco che la sua mano è riuscita a trovare la strada per infilarsi sotto le mutandine e che nulla più la separa dalla tua pelle.
Dopo tanti anni conosco ogni centimetro del tuo corpo, ogni tua reazione.
In mezzo al triangolino di peli tagliati corti il suo dito troverà le tue labbra carnose non ancora completamente dischiuse anche se già umide, dovrà scorrere su e giù più volte per separarle.
Presto però riuscirà a raggiungere la tua parte più delicata.
Quando andrà verso l’alto potrà trovare il tuo clitoride, non sarà facile, l’hai piuttosto piccolo.
Capirò quando lo starà accarezzando, avrai un piccolo sussulto, lo fai sempre.
Se invece deciderà di andare più in basso troverà la tua apertura.
Sarà certamente molto bagnata, ma se tenterà di infilarci un dito la troverà ancora abbastanza stretta, ti ci vuole sempre un po’ di tempo per dilatarti.
Sei ancora inerte, lasci che sia lui a condurre il gioco, vorresti lasciarti andare, ma qualcosa ti trattiene.
Te ne stai appoggiata alla parete, gli occhi chiusi, le labbra socchiuse, il respiro leggermente affannato.
All’improvviso il tuo corpo si inarca, sembra percorso da una scossa elettrica, sento un sospiro di piacere.
Sei ancora passiva, ma meno rigida e un po’ più languida.
Lo sento chiaramente che ti dice di rilassarti e di lasciarti andare.
Ecco, lo so, sta entrando, il suo dito si sta fa strada dentro di te, ti dilata e ti esplora.
Ti trova liscia, calda e bagnata.
Ho davanti agli occhi le sue mani, sono forti anche se affusolate, le sue dita lunghe e corpose con le unghie corte e ben curate.
Il suo dito dentro di te ti fa di sicuro l’effetto di un piccolo pene.
Posso percepire la vampata di calore che ti parte dal ventre e si propaga in tutto il corpo.
Finalmente rispondi ai suoi baci, le vostre lingue si intrecciano, gli getti le braccia attorno al collo.
Si muove dentro e fuori con un movimento lento, il palmo della mano a premere sul tuo sesso.
Stai ansimando, non ti trattieni più, ruoti il bacino e lo spingi verso la sua mano, assecondando i suoi movimenti.
Sento il tuo tipico mugolio che precede l’orgasmo.
Le tue gambe sembrano cedere, stai venendo, il tuo orgasmo è intenso.
Sentirà certamente le contrazioni attorno al suo dito.
Sei venuta molto in fretta, anche se di sicuro hai cercato di trattenerti, un po’ per vergogna, un po’ perché è la prima volta che mi tradisci.
Ma lui è davvero esperto ed è riuscito ad eccitarti al punto di far cadere ogni barriera.
Ti aggrappi a lui per sorreggerti, la tua testa è appoggiata al suo petto, ti sostiene con un braccio, ti bacia i capelli ma la mano tra le tue gambe non si sposta.
Lascia che ti goda l’orgasmo, aspetta che tu smetta di tremare.
Sfila il dito e te lo passa sulla bocca, facendoti assaggiare i tuoi stessi umori.
Il dito ti schiude le labbra, si infila nella tua bocca, scorre piano.
Ti appoggia le mani sulle spalle e ti spinge gentilmente verso il basso.
Ti inginocchi davanti a lui e armeggi con i suoi pantaloni, le tue mani tremano, sei impacciata, ti deve aiutare, si slaccia la cerniera.
Avvicini la testa.
Non vedo molto, solo la tua coda di cavallo che va su e giù.
Dopo pochi minuti ti fa rialzare e senza sforzo ti solleva e ti siede sul tavolo lì vicino.
Ti sfila la camicetta dalla testa, il fermacapelli si impiglia e cade a terra.
Scuoti la testa e i capelli ti ricadono sulle spalle.
Ti slaccia il reggiseno e lo lascia cadere a terra.
Ti dà un bacio, poi si inginocchia davanti a te, infila le mani sotto la gonna, afferra le tue mutandine.
Ti dimeni per aiutarlo a sfilartele e lasci che scivolino lungo la tua gamba fermandosi sulla caviglia.
In piedi di fronte a te sbottona la camicia, poi toglie pantaloni e slip in un solo movimento, non ha fretta, é fiero del suo fisico, sembra eseguire uno spogliarello da manuale.
I tuoi occhi scorrono sul suo corpo,ammiri il suo fisico scolpito e abbronzato, fino a scendere in basso.
Guardi il suo pene eretto che svetta tra di voi, non è lunghissimo, ma più largo del mio.
Allunghi una mano a sfiorarlo, sembri saggiarne la consistenza.
Intanto lui ammira il tuo seno, ancora ben rotondo, i tuoi piccoli capezzoli turgidi che risaltano sulle pelle.
Appoggia le sue mani sulle tue ginocchia e ti apre le gambe.
Ti bacia prima di inginocchiarsi davanti a te.
Avvicina il suo viso e comincia a leccarti.
Immagino la lingua che si insinua tra le tue pieghe, che sale sino al clitoride, le sue labbra che lo suggono come un piccolo capezzolo.
Presto inizi a muovere i fianchi, sollevi il bacino e gli spingi la testa contro di te, tenendola stretta tra le cosce serrate.
So bene cosa stai provando, ti piace da morire essere baciata lì, ma so anche che sei impaziente di essere penetrata.
Lo prendi per la testa e gli fai capire che vuoi altro.
Si solleva, ti alza il mento, mentre ti bacia per farti sentire ancora una volta il tuo sapore sulle sue labbra ti bisbiglia qualcosa.
Annuisci.
Afferra i pantaloni alla ricerca del preservativo, lo infila in fretta.
Ti afferra le caviglie e porta le tue gambe sulle sue spalle.
Senza alcuno sforzo entra lentamente dentro di te.
Te lo infila sino in fondo, resta fermo per un attimo e poi comincia a muoversi dentro e fuori.
Vedo le sue natiche sode contrarsi ad ogni spinta.
Aumenta il ritmo, la sua schiena si copre di sudore.
Abbassi le gambe e le intrecci sulla sua schiena per accoglierlo più profondamente.
E’ un amante generoso e altruista, non si risparmia per darti il maggior piacere possibile.
E’ instancabile, ma spesso rallenta per trattenersi.
Alterna lunghe spinte veloci a movimenti lenti, lo ritrae per poi affondarlo sino in fondo.
Sono così vicino da poter sentire il rumore provocato dai tuoi succhi abbondanti.
Sento i tuoi gridolini crescere di intensità, ti trattieni, mordi la tua mano per non gridare dal piacere.
Stai venendo.
Lui non si ferma, anzi aumenta il suo ritmo, le sue spinte sono sempre più profonde.
Continui a venire, quando sei così eccitata i tuoi orgasmi sono sempre molto lunghi.
Guardo distrattamente l’orologio, lo state facendo da più di venti minuti e lui non sembra essere neppure affaticato.
Ho il pene talmente duro che mi fa male.
Stai per godere di nuovo, però lo fermi e lo allontani da te.
Ti metti in piedi e armeggi con la gonna, sembri impaziente, ti tremano le mani e solo dopo qualche frenetico tentativo riesci a slacciarla e la lasci cadere a terra.
Ti metti a terra carponi, la posizione che preferisci verso la fine del rapporto, dici sempre che così lo senti fino in fondo.
Ora sei più vicina a me, nell’alone di luce di un lampioncino della passeggiata e ti vedo ancora meglio.
Dimeni lentamente il sedere in un muto e sensuale invito.
Giri la testa e lo guardi da sopra la spalla.
Hai un’espressione che mi è familiare, un sorriso misto di malizia ed eccitazione.
Mi piace quando fai così, mi piace il tuo viso impaziente, mi piace indugiare e far scorrere il mio sguardo sulle tue natiche, vedere tra le gambe divaricate le tue labbra ancora socchiuse, nel mezzo una striscia di umori perlacei.
Se però aspetto troppo mi solleciti impaziente.
Anche lui perde qualche secondo ad ammirarti il didietro, poi si inginocchia dietro di te, si tiene il pene con la mano e lo passa lungo il solco tra le natiche per poi indirizzarlo verso la tua fessura.
So bene che a questo punto sarai eccitata da morire e che entrerà in te senza sforzo alcuno.
Tu però ti giri di nuovo, i tuoi occhi sono velati, gli dici qualcosa.
Con un sorriso si sfila il preservativo ed entra dentro di te al naturale.
Ho un tuffo al cuore, da tempo non sei più fertile, ma lo stai facendo senza alcuna protezione con un perfetto sconosciuto.
Resta immobile qualche istante, si sta godendo la sensazione della tua pelle che avvolge il suo pene come un guanto, poi ti prende saldamente per i fianchi e ricomincia il suo avanti e indietro.
I tuoi seni si muovono sotto le sue spinte, ansimi.
Si ferma, te lo sfila, lo impugna e te lo sfrega di nuovo nel solco delle natiche.
Sta cercando di mettertelo dietro e tu sembri accettarlo.
Resisti, ma poi ti porti in avanti dicendogli che senti troppo male.
Mi fa male vedere che con lui almeno ci hai provato, a me lo hai sempre negato.
Lo rimette davanti e ricomincia.
Si china sulla tua schiena e ti dice qualcosa nell'orecchio, tu annuisci.
Ora capisco, lui ti ha chiesto di poterti venire dentro e tu hai acconsentito.
So che ti piace farti venire dentro, dici sempre che ti eccita da morire sentire i getti caldi é per questo che gli hai fatto togliere il preservativo.
Per un attimo penso di nuovo a quanto sei irresponsabile.
Lui accelera e affonda i colpi, vuole godere.
L’imminenza dell’orgasmo lo trasforma, non è più l’amante attento e delicato, é rude e affonda i colpi con violenza.
I tuoi gemiti ora sono un misto di piacere e dolore, gli dici di far più piano, che ti sta facendo male.
Lui però sta cercando il suo piacere e non ascolta i tuoi lamenti.
Cerchi di sottrarti alle sue spinte, ma lui affonda con forza le mani nella morbida carne dei tuoi fianchi e ti trattiene in posizione, trascinandoti verso di sé.
Si inarca e geme, si sta scaricando dentro di te.
Quando senti il suo seme caldo porti la mano tra le gambe, ti tocchi e vieni insieme a lui.
Vedendovi godere insieme vengo anche io.
Non mi sono neppure toccato.
Ora siete sdraiati fianco a fianco, lui è appoggiato sul gomito, ti guarda e intanto passa la sua mano sul tuo corpo.
Vi sorridete con tenerezza, i vostri visi sono soddisfatti.
Provo una fitta di gelosia, paradossalmente mi ferisce di più questa vostra intimità che il fatto che abbiate fatto l’amore.
Poco dopo però ti rabbui, inizi a parlare fitto, colgo solo qualche parola.
Guardi l’orologio e ti allarmi, dici che è tardissimo e che devi tornare in albergo.
Ti alzi ancora incerta sulle gambe, giri come un automa a raccogliere i vestiti sparsi sulla spiaggia.
Mentre lo fai scuoti la testa e gli dici che non ti capaciti di quanto é successo, che non è giusto e che non dovrà più accadere. Sembri pentita e sopraffatta dai rimorsi di coscienza.
Sei nervosa e confusa.
Ti rivesti in fretta , prima di rimettere le mutandine ti asciughi con dei fazzolettini.
Vi avviate verso l’albergo, lui cerca di prenderti per mano, ma lo rifiuti.
Sulla sabbia è rimasto in tuo fermacapelli, poco distante ci sono i fazzolettini che hai appena usato.
Lo raccolgo, mi avvio, poi torno indietro e raccolgo anche i fazzolettini usati.
Avete girato l’angolo, corro verso la siepe, la scavalco e presto sono in camera.
Mi spoglio in fretta e mi metto a letto, il cuore mi rimbomba nel petto, guardo l’orologio, siete stati soli per più di un’ora.
Arrivi dopo pochi minuti, non accendi la luce, ti spogli silenziosamente e vai nel bagno.
Ti sento fare la pipì, ma non ti lavi, non mi vuoi svegliare.
Ti infili nel letto con indosso la mia t-shirt e ti copri con il lenzuolo.
Mi pare di sentire un forte afrore di sudore e sesso, ma forse non è che suggestione.
Mi piacerebbe avvicinarti e fare l’amore con te, infilarmi dentro di te, metterlo tra le tue labbra che so essere ancora gonfie e umide, cercare dentro di te le tracce che lui ti ha lasciato, mischiare il mio seme al suo.
Però non oso, ho paura che tu mi respinga, magari nel timore che mi accorga che sei ancora dilatata.
Sono eccitato.
Ti basta poco per cedere al sonno, sarai stravolta, non sei certo abituata a certe performances.
Il display del tuo cellulare si illumina e lo porto con me in bagno.
Leggo il messaggio, è molto tenero, ti ringrazia per la magnifica serata, ma nessun cenno a quello che è accaduto in spiaggia.
Resto quasi deluso, avrei voluto leggere qualche commento piccante, ma apprezzo la sua educazione.
Noto che l’antina del mobiletto non è ben chiusa, sporge un piccolo pezzo di tessuto bianco, sono le tue mutandine.
Le hai nascoste perché sono completamente zuppe.
Le annuso, sento il profumo di entrambi.
Mi eccito ancora di più e me lo prendo in mano avvolto nelle tue mutandine.
Penso a lui che ti viene dentro e vengo ancora, mischio il mio seme ai vostri umori.
Torno a letto, ma faccio fatica ad addormentarmi.
Resto disteso, il cuore che mi batte ancora forte, davanti agli occhi rivedo tutta la serata come in un film.
Ti sento mentre ti alzi, apro gli occhi, il sole è già alto.
Abbiamo dormito un paio d’ore in più.
Vai in bagno e ti metti subito sotto la doccia, restandoci un po’ più del solito.
Forse vuoi essere sicura di togliere ogni traccia di quanto è successo, o forse stai solo cercando di lavar via i sensi di colpa?
Esci dal bagno mentre sto disteso sul letto a guardarti, non ti sei accorta che sono sveglio
Mi sembra che le tue gambe siano un po’ rigide, sembri indolenzita.
Noto sul tuo corpo i segni della notte precedente, le impronte che il tuo amante ha lasciato su di te, la macchia sul collo, i segni delle sue mani sulla pelle delicata dei tuoi fianchi ed in ogni punto dove ha palpato e rovistato.
Le tue ginocchia sono arrossate, sul sedere i graffi lasciati dal legno grezzo del tavolo, su un fianco si sta formando un livido là dove lui ti ha stretto mentre godeva.
Ti siedi davanti allo specchio, vedo il tuo volto riflesso, sei assorta.
Cerco di capire a cosa stai pensando, come ti senti.
Sarai pentita o appagata?
Alzi gli occhi e capisci che sono sveglio, mi guardi senza dire una parola.
Con un cenno della mano ti invito a sdraiarti accanto a me.
Ti accoccoli silenziosa al mio fianco, la testa appoggiata sul mio petto.
Ti abbraccio e cercando di avere un tono più naturale possibile ti chiedo a che ora sei rientrata, che non ti ho sentita tornare perché mi sono addormentato immediatamente.
Rispondi sottovoce, quasi esitante, che avete bevuto qualcosa e poi sei rientrata, capisco che non hai voglia di parlare.
Restiamo lì in silenzio, la mia mano scorre distrattamente sulla tua schiena.
La passo là dove ho visto i segni che lui ha lasciato sulla tua pelle, non c’è nulla di erotico in questi miei gesti, mi sto solo riappropriando del tuo corpo.
Quando i miei polpastrelli sfiorano il livido hai un sussulto, hai provato dolore o ti ho fatto ricordare quello che è successo?
Restiamo abbracciati a lungo, senza dire nulla, abbiamo solo voglia entrambi della familiare sicurezza che ci diamo a vicenda.
Intanto rifletto su quando accaduto.
Hai fatto l’amore con un altro uomo.
Ti sei concessa totalmente ad uno sconosciuto, hai lasciato che le sue mani toccassero ogni centimetro della tua pelle, lo hai baciato, hai preso il suo pene nella tua bocca, lo hai accolto dentro di te, hai acconsentito a farti venire dentro.
E io te l’ho lasciato fare, anzi, ho fatto in modo che succedesse.
Ti ho lasciata sola con lui accettando il rischio che sarebbe potuto accadere.
Forse inconsciamente ho creduto che non saresti arrivata a tanto.
Forse mi sarebbe bastato che lui ti corteggiasse, vederti apprezzata e desiderata da un altro uomo.
Forse volevo solo farti capire che sono sincero quando ti dico che sei ancora bellissima e che i segni del tempo ti rendono ancora più sensuale e che non sono l’unico a trovarti attraente e a desiderarti.
Forse volevo che ti sentissi rassicurata sulla tua femminilità e che il sentirti desiderata ti lusingasse.
Mi chiedo se non abbia commesso una grave sciocchezza, se sarò ancora in grado di guardarti negli occhi senza rivederti ogni volta tra le sue braccia, se le cose potranno mai tornare come prima ora che mi hai tradito, potrò avere ancora fiducia in te?
Cosa farò una volta tornato a casa?
Poi però ti sento accanto a me, abbracciata a me e non a lui.
Lui ti avuto per una sera, io per tutta la vita.
Ho la certezza che le cose tra noi non saranno come prima ma ancora meglio di prima.
Scopro di amarti ancora di più e te lo sussurro.
Non rispondi, ma mi abbracci forte.
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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