La professoressa...

Era un'estate calda e afosa, di quelle in cui la canicola ti toglie il respiro, l'estate che la conobbi. Eravamo ad una mostra, io un giovane studente con la passione per la poesia, lei una professoressa di Lettere. Ci presentarono, le iniziai a parlare dei miei progetti, lei mi ascoltava interessata. Era mora, abbronzata, con il fascino che ti regalano anni e anni di seduzione, era sposata con due figli piccoli ma i vestiti leggeri sembravano nascondere un fisico sodo e sensuale. Ci scambiammo i contatti social, voleva leggere quello che scrivevo. Nemmeno il tempo di arrivare a casa dopo averla salutata che mi arrivò una notifica. Era lei. Iniziai ad inviarle qualche poesia, reagì subito con entusiasmo. Pensavo sarebbe finita là ed invece i suoi messaggi diventarono sempre più insistenti, ad orari inusuali, mi scriveva in piena notte. Mi faceva i complimenti, mi diceva che non smetteva di pensare a me, mi invitava sulla spiaggia quando il marito non c'era. Voleva vedermi, soli, senza nessuno a disturbarci, voleva sentire dalla mie labbra le mie poesie e voleva baciarle. Il secondo incontro fu breve. Bevemmo un caffè e mi lasciò un libro di poesie. I giorni a seguire furono un incubo, messaggi sempre più insistenti, ad ogni ora. I complimenti si trasformarono in desiderio, desiderio sessuale. Avrei voluto tanto scoparla anche io, immaginando il suo culo sodo muoversi su e giù sul mio cazzo, fino in fondo. Ma il marito era una persona conosciuta nel paese dove tornavano ogni anno per le vacanze estive, era geloso, un pazzo. Con una scusa le scrissi per chiudere questa corrispondenza e per porre fine a questo rapporto rischioso, riportandole il libro che mi aveva prestato. Accettò subito, stranamente. Disse che sarebbe scesa sotto al portone di casa e avrebbe ripreso il libro. Arrivai all'appuntamento subito, bussai e aprì in un attimo. Mi stava aspettando. Lo capii in un dopo pochi secondi, quando arrivò con una sottoveste trasparente, senza biancheria. Mi invitò a salire, il marito non c'era, era al parco con i figli. Poteva tornare da un momento all'altro, non potevo accettare. E se fosse tornato all'improvviso? Non potevo ma guardai il suo seno, i capezzoli erano talmente turgidi che rischiavano di bucare la camicetta. Sicuramente si stava toccando, pensando al mio arrivo. Salimmo sopra. Nemmeno il tempo di entrare in casa e le strappai l'abito di tessuto leggero. Aveva il corpo di una ragazzina, un seno sodo che iniziai a succhiare con avidità, un culo duro come il marmo. Pochi istanti ed eravamo nudi. La presi, la feci piegare e iniziai a sbatterla forte, mentre con colpi secchi la colpivo sul culo, unica parte chiara di un corpo abbronzato dal sole. Iniziò a gemere, non scopava così da anni, era chiaro. Dopo un paio di minuti, però voleva comandare lei, mi buttò a terra e mi salì sopra. Iniziò a saltare sul mio cazzo, ad ogni colpo urlava sempre di più di piacere. Ci avrebbero scoperto se avesse continuato , le tappai la bocca ma cominciò a mordermi le dita. Voleva urlare il suo piacere. Sentivo che stava per venire , la sua figa era come il mare che stava a pochi passi da noi, anche io stavo per esplodere. Dopo un gemito intenso, capii che era arrivata. Tolsi il mio cazzo, lo prese subito in bocca, la sua lingua si muoveva in modo forsennato. Le arrivai in faccia, con le dita raccolse il frutto del mio godimento, voleva sentirlo dentro. Era tardi. Dovetti rivestirmi al volo. Scappai fuori e mentre mi allontanai, scorsi il marito arrivare in lontananza. Fu l'ultima volta che la vidi. L'inverno seguente vendettero la casa. Continuai a scrivere poesie a tempo perso ma non ricevetti mai più una ricompensa migliore per i miei versi..

LUI di JackieB