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La Befana vien di notte.... e non solo


di amicopersonale2017
08.01.2020    |    22.249    |    6 9.5
"Vedevo solo la sporgenza della sua nuca che si muoveva sotto la stoffa della gonna, non osai alzare la gonna, rispettai quella che per Lei poteva essere una..."
Un tempo facevo il Babbo Natale per il miei figli, mai avrei immaginato che un giorno mi sarei immedesimato nei panni della Befana.

Era il giorno di Santo Stefano, giorno dedicato allo scambio di auguri con amici e parenti meno importanti. Mi recai a casa dei miei ex suoceri, con cui mantengo un rapporto di amicizia saltuario, dopo il consueto scambio di auguri e qualche chiacchiera, mia suocera si rivolse alla figlia e disse: "A Lui puoi chiedere quel piacere"; Io mi girai verso Antonella, mia ex cognata, e Lei mi fece capire a gesti "Dopo ti dico"; proseguimmo le chiacchiere, poi Lorena la nonna prese i nipoti e li portò fuori, io rimasi in cucina con Antonella e suo marito.
Antonella si spostò verso la finestra, controllò la madre dove si era diretta, poi si avvicinò a me e disse: "Dobbiamo fare la Befana ai ragazzi, parenti e qualche amico, ma qualcuno ha iniziato a dubitare che la Befana possa essere io o Lui (indicando il marito) ci servirebbe una persona che ci possa fare questa figura e che non sia una persona nel gruppo: ci aiuteresti? Procuriamo tutto noi per il travestimento e quando vedranno, che tutti i genitori saranno presenti nessuno potrà più dubitare."
Io alzai le ciglia , non sapevo cosa dire. Poteva anche essere divertente, l'unica mia paura era di poter essere riconosciuto.
Loro mi garantirono che avrebbero fatto un ottimo travestimento che sarei stato irriconoscibile e cosi accettai.
Ci sentimmo il giorno seguente al telefono, Luigi, il marito di Antonella, mi spiegò come avevano organizzato la festa.
Arrivò il 6 Gennaio, quel mattino mi svegliai allegro, i miei figli ormai sono grandi, nipoti diretti ancora non ne ho , quindi era un modo divertente e diverso per tornare un po' ai vecchi momenti e alle vecchie tradizioni.
Mi recai come stabilito al luogo della festa, o meglio; al luogo dove dovevo travestirmi. La festa era stata organizzata in una vecchia casa colonica di campagna, a distanza di 300 metri si trovava un deposito attrezzi; Io sarei partito da lì;anzi mi correggo, sarei partita, visto che sono la Befana.
Dovevo percorrere 300 metri in mezzo ai campi perché i due siti non erano direttamente collegati tra loro da una strada diretta.
Quando arrivai, Antonella era già lì, aveva già preparato un piccolo carretto tutto addobbato con dentro le calze per i bimbi e altri pacchi; immaginai per i più grandi. Tutto era etichettato con nome quindi non potevo sbagliare.
Non feci in tempo a scendere dalla macchina che Antonella emozionata come una bimba saltando in punta di piedi mi disse sorridendo: "Daiii muoviti, i bambini sono tutti super emozionati e stanno aspettando", io sorrisi e gli risposi imitando la voce della befana, Lei scoppiò a ridere a squarcia gola.
Entrammo in questa specie di piccolo capannone, c'era il caos totale, si doveva procedere a zig zag , in fondo c'era una stanzetta che un tempo veniva usata per la vendita dei prodotti dell'azienda agricola.
Aiutai Antonella a portare le borse con tutto il materiale che aveva preparato e per scherzo dissi: "Babbo Natale era più grosso ma aveva meno roba" Lei giustificò dicendo che aveva portato cose in più non sapendo cosa poteva andar bene per me.
"Bene"... disse Lei, "....appoggia qui sul tavolo, svuotiamo tutto e vediamo cosa mettere, intanto togli un po' di roba e iniziamo a prepararti, non c'è molto tempo, tutti fremono per vedere sta Befana", e sorrise con malizia.
Antonella era sempre stata una donna organizzata, a differenza della sorella che io mi ero sposato, aveva sempre tutto sotto controllo. Mi ricordo le gite che facevamo tutti insieme, se alla nostra famiglia mancava qualcosa, Lei ce l'aveva , a volte mi chiedevo come facesse a prevedere tutto, a programmare tutto, ed avanzare tempo per garantire anche agli altri qualsiasi aiuto. Già da giovane, nello studio, aveva dimostrato grande affidabilità e intelligenza, nei primi anni di lavoro aveva potuto progredire in maniera rapida e remunerante. Dopo qualche tempo che frequentavo la loro famiglia, ero convinto che parte della sua fortuna, fosse legata anche al suo lato esteriore; era una ragazza alta con un bel portamento, capelli lunghi scurissimi, occhi chiari, una donna, che in un lavoro manageriale, sicuramente può dare un impatto positivo. Ma la sua determinazione risultò positiva anche quando uscita dal lavoro con la prima gravidanza, decise di dedicarsi alla famiglia.
Iniziai a togliermi la mia giacca e camicia ed indossai una camicia a fiorellini, Antonella mi posizionò un po' di ovatta sotto la camicia per simulare il seno, poi chiuse la camicia con una grande spilla.
Per la parte "bottom" aveva pensato ad una gonna a puà lunga, me la infilai ma essendo io abbastanza alto parte dei miei pantaloni era visibile.
Allora Lei disse: "Passiamo al piano "B" non avevo dubbi pensai io; Data la sua indole organizzativa penso potesse arrivare al piano "Z".
Proseguì il suo discorso rovistando nel bancone dove avevamo appoggiato tutto il materiale: "Questa Befana sarà sexy" e sentii una risata.
"Devo preoccuparmi " chiesi io con aria divertita; "No no" mi rispose. "Devi solo toglierti i pantaloni" e si udì un altra risata.
Mentre brontolavo da solo, senza togliermi nuovamente la gonna, riuscii a togliermi i pantaloni.
Antonella mise un piccolo sgabello davanti e mi disse: "Dai appoggia qui un piede"
Prese il mio piede, tolse il calzino e iniziò a infilarmi una calza. Per proseguire allegramente quel momento che rimaneva comunque una divertente festa, io sparai qualche cazzata, parlando con una voce femminile, Lei divertita però replicò: "Va bhè che sono di larghe vedute, ma sii maschio per favore, almeno fino a quando non esci da qui" .....forse non aveva apprezzato il mio umorismo pensai.
Mentre stava infilando la prima calza autoreggente, senti le sue mani che salivano sul mio polpaccio per far aderire bene la calza, ed il mio cuore aumentò il battito per qualche secondo.
"Bene !" disse Lei, ..."una è andata, dai su forza, l'altro piede qui !"
Iniziò la seconda calza, come la prima ebbi ancora quella sensazione, e questa volta però ebbi la conferma ; era eccitazione sessuale .
Lei non si accorse perché avevo il bacino coperto dalla gonna, ma il mio cazzo non rimase indifferente al tocco delle sue mani sulle mie gambe.
"Ed ora il tocco finale ! " disse
"Oddio.... ora che cosa mi devo aspettare ?" replicai io.
"Tranquillo, ti ho detto chela befana sarà sexy, dopo la consegna delle calze e doni, prima di salutare tira un po' su la gonna e fai vedere questa !" Agitò sorridendo una giarrettiera in pizzo rosso. "Dobbiamo divertire anche i grandi no? " aggiunse Lei
Spalancai gli occhi. "Ma per chi mi hai preso ?" dissi.
"Dai dai , so che ti piacciono e mi strizzò l'occhio" forse tra sorelle si erano confidate qualche intimità , in effetti, nei giochi trasgressivi con la mia ex moglie, amavo strappare slip calze con i denti, ed iniziavo sempre dalla giarrettiera.
Prese il mio piede ci passo dentro la giarrettiera la vidi sparire sotto la gonna per posizionarla all'altezza giusta.
Istantaneamente provai la terza eccitazione e da sotto la gonna sentii Antonella sussurrare: "Oddio !"Si era accorta della mia erezione, posizionando la giarrettiera aveva involontariamente toccato il mio cazzo che a stendo rimaneva dentro i boxer.
Ci fu un attimo di smarrimento per entrambi , silenzio assoluto , non sentivo più le sue mani, di Lei vedevo la sagoma della sua nuca coperta dalla gonna, ferma immobile.
Pregavo che passasse l'erezione, mi sarei scusato e tutto sarebbe finito lì; invece il mio pensiero aveva un effetto contrario, il cazzo diventava ancora più turgido.
Non sapevo cosa dire o cosa fare, e non capivo perché Lei non fosse scattata fuori dalla gonna immediatamente; era impietrita.
Sentii una mano appoggiarsi sopra i miei boxer, non la sentivo fiatare, nel capannone era calato il silenzio totale.
La mano accarezzava lentamente i boxer, il mio cazzo ormai si era sporto dall'elastico e la mano arrivò alla cappella.
Sapevo che li sotto cera la mia ex cognata, questo pensiero mi creava una situazione contrastante tra l'imbarazzo e la massima eccitazione.
Antonella con la mano avvolse la cappella e poi scivolò verso giù in modo da abbassarmi i boxer ed avere il cazzo tutto esposto al suo piacere.
Iniziò un lento massaggio, delicato, dolce, io non la vedevo ma avevo l'impressione di avere li sotto una donna con forte desiderio, ma che non voleva osare oppure che vuole godersi al tatto e alla vista (per quel che poteva vedere) un cazzo al massimo della possibile erezione, non avendo sotto controllo visivo il suo sguardo non potevo capire
Appoggiai le braccia al bancone che avevo alle mie spalle inarcando la schiena, dando modo ad Antonella di avere più di fronte il mio arnese.
Dopo qualche istante, sentii un focolaio avvolgere la cappella, era la sua bocca, sempre in modo delicato ma con un calore incredibile. La voglia di godere era alle stelle.
Lei iniziò una lenta ed delicata pompa, sentivo il calore delle labbra salire e scendere sulla pelle, desideravo molto poter osservare, ma dovevo accontentarmi. Vedevo solo la sporgenza della sua nuca che si muoveva sotto la stoffa della gonna, non osai alzare la gonna, rispettai quella che per Lei poteva essere una specie di privacy.
Il ritmo cambiava da momenti delicati e lenti a momenti più veloci e irruenti, in cui Lei si spingeva il cazzo fino alle tonsille. Sentivo chiaramente sulla mia cappella infilarsi nella strettoia all'inizio della sua faringe tanto da provocarle la sensazione di conato.
Dopo qualche minuto di succoso pompino, la sua bocca lasciò libero il cazzo e mentre lo masturbava con la mano, ingoio completamente lo scroto, le sue labbra strinsero così forte l'attacco dello scroto da simulare un anello, era tutto in bocca e la lingua per quanto possibile spingeva. Trattenne a lungo questa presa, le vene del cazzo si ingrossarono, le sentivo scorrere sulla sua mano ed il cazzo aumentò notevolmente la circonferenza.
Quando Antonella capì che ero all'estremo dell'erezione aprì la bocca , rilasciò i miei testicoli e si riprese il cazzo.
Ora si era trasformata in una assetata porca ex cognata, la sentivo gemere , una bocca irrequieta che non mollava, una lingua ribelle che ad ogni passaggio spingeva sulla cappella ; era in quel momento una donna assetata di cazzo che poteva assaporare il momento erotico non previsto ma molto trasgressivo.
Ero al massimo della mia resistenza, le appoggia le mani sulla testa, senza spingere, volevo solo farle capire che stavo per godere, diede altri tre colpi molto intensi, poi si fermò con il cazzo in bocca, sentii lo sperma partire dai testicoli , e fare il giro della prostata e passare attraverso il pene per liberarsi nella sua bocca, sembrava una bolla d'aria che passa all'interno di un tubo elastico, lo allarga e poi si ristringe e quando arriva al capo, sfocia nel vuoto esplodendo.
Lanciai un urlo di godimento non potevo trattenermi e nessuno comunque poteva sentirmi.
Sentii la sua sete venir soddisfatta, sentii che deglutiva e poi con desiderio ma anche delicatezza , la sentii leccare tutto quello che era rimasto sulla cappella.
Ricordo perfettamente quando diede l'ultimo passaggio di labbra e lingua al pene per poi riavvolgerlo nei boxer.
Scostò la gonna, si alzò repentina, senza guardarmi negli occhi si mise di lato, rivolta verso il bancone, in silenzio.
Spostò un po' di cose, e spinse verso di me sopra il banco, la maschera ed il cappello.
Pronunciò solo queste parole fissando con il capo chino il bancone: "Quando hai finito, lascia tutto qui sopra, passerò io domani a prendere tutto".
Non aggiunse altro. La osservai uscire, non si girò, non vidi più il suo sguardo.
Mi misi la maschera e cappello, inforcai il carretto e mi diressi a piedi verso il casolare.
Più che pensare a quello che era appena successo, ero ansioso di incrociare il suo sguardo da sotto la maschera da Befana, ma non potei esaudire questo desiderio, quando consegnai calze e doni, Antonella non mi rivolse un solo sguardo. Nel breve tempo che dedicai alla sceneggiata, Antonella era immersa nelle mille attenzioni verso la sua famiglia.
Tornai al capannone mi cambiai e rientrai a casa. Pensavo a che pensieri potesse avere Lei, ma non potevo darmi una risposta. Volevo solo sapere se era felice o pentita, non cercavo un proseguo della vicenda, desideravo che fosse felice e senza rimorsi.
La risposta arrivò il giorno dopo da parte di mio cognato.
Sentii l'avviso di un messaggio sul cellulare; Luigi sul display.
"Ciao, volevo ringraziarti per la tua disponibilità e per l'ottima interpretazione del personaggio, hai fatto felice piccini e grandi, anche Antonella è molto felice e se sarai disponibile Antonella ti anticipa già l'invito per ripetere la festa il prossimo anno, grazie di tutto Luigi e Antonella.
"Con piacere !!!" risposi io.


Ringrazio tutti per la lettura, perdonate se il racconto può sembrare meno dettagliato ed intenso dei precedenti, ma al contrario, la mia intensità e il desiderio di raccontarvi questa avventura a pochi giorni dall'avvenimento, mi ha fatto scrivere di getto e senza tanto rileggere.

Buon 2020 a tutti e ricordate..... festeggiate sempre la Befana , ne vale sempre la pena.

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