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A 22 anni realizzo di essere una gran troia


di pensieroestilelibero
28.08.2024    |    1.737    |    13 9.9
"Il mio corpo rispose in automatico sollevando ancora di più il culo..."
Dopo quella notte indimenticabile quando sperimentai il mio primo threesome (vedi il racconto “L’amico rugbista del mio dolce ragazzo”), mi ritrovai a pensare spesso a Lorenzo. Non riuscivo a scrollarmi di dosso il ricordo delle sue mani sicure, del suo modo di fare deciso, dei suoi muscoli e della sua “enorme” potenza sessuale. Nonostante amassi Marco con tutto il cuore, qualcosa, in quella serata, aveva creato un cambiamento in me e Lorenzo era diventato un pensiero ricorrente, un desiderio segreto che ricercavo mentre mi masturbavo o addirittura durante i rapporti sessuali con Marco.

Un pomeriggio, circa un mese dopo la serata della mia “iniziazione”, mentre ero a casa da sola intenta a studiare un esame bello tosto, il cellulare vibrò. Era un whatsapp di Lorenzo: “Domani abbiamo una partita. Vieni?" Non c'erano altre parole, solo un invito diretto e pieno di implicazioni. Esitai per un momento, ma l'idea di vederlo di nuovo e sentirlo ancora dentro accese in me un fuoco che non riuscivo più a ignorare. Risposi con un semplice "Ok." Un attimo dopo mi ritrovai con la mano dentro alle mutandine che mi stavo mastrubando.

L’indomani, dopo essermi completamente depilata, mi presentai al campo da rugby vestita sportiva per non dare nell’occhio: leggins, felpa e sneakers, sebbene sotto avessi un piccolo perizoma di pizzo molto provocante. Non dissi niente a Marco. Avevo il cuore che batteva forte, ma cercavo di mantenere un'aria disinvolta. Guardai la partita da bordo campo, osservando Lorenzo mentre si muoveva con sicurezza sul terreno. Era un leader naturale, e vedere quella forza in azione mi eccitò da impazzire a tal punto da infradiciare il piccolo perizoma.

Dopo la partita, quando gli altri cominciarono ad allontanarsi, mi avvicinai agli spogliatoi. Il rumore delle docce e le voci dei giocatori riempivano il corridoio, ma io mi sentivo come in una bolla. Lorenzo, bagnato dal sudore della partita, prima di entrare negli spogliatoi mi vide avvicinarsi e mi sorrise in modo complice.

"Non pensavo che saresti venuta," disse, avvicinandosi con uno sguardo più che esplicito.

Mi sentivo vulnerabile e audace allo stesso tempo. "Non pensavo nemmeno io di essere qui," risposi, mordendomi il labbro.

Lorenzo mi fece cenno di passare dal retro degli spogliatoi e una volta lontani dai riflettori mi condusse in un angolo più appartato di quella struttura, lontano dagli altri. Aprì una porta che poi capii essere l’infermeria ed entrammo. C’era una tensione palpabile tra di noi, un'attrazione che sembrava impossibile da ignorare. Mi fermai un attimo, guardandolo negli occhi, cercando di capire se quello che stavo per fare fosse giusto o sbagliato.


"E Marco?" chiesi, con un filo di voce.

"Sa che siamo qui," rispose Lorenzo. "Gli ho detto che volevo vederti, e lui ha capito." Il tono di Lorenzo era calmo, quasi rassicurante, e io si sentii un po' più leggera. Mi sentii legittimata a tradire nuovamente il mio ragazzo. Era come se, anche in questa situazione fuori dagli schemi, ci fosse un filo di complicità che legava tutti e tre.

Le mani di Lorenzo si mossero lentamente, accarezzandomi con una delicatezza sorprendente. Chiusi gli occhi, lasciandomi guidare dalle sensazioni che si riversavano su di me. Non era solo desiderio fisico, ma una connessione profonda e travolgente che mi faceva sentire viva in un modo nuovo. Mi sentivo dentro un’esperienza senza la pressione di definizioni o etichette.

Mi trovavo in quell’infermeria, il cuore che batteva più forte di quanto avessi previsto. I rumori delle docce in sottofondo e il chiacchiericcio dei compagni di squadra di Lorenzo erano appena percepibili, come una colonna sonora distante che lasciava spazio solo al ronzio dei miei pensieri e al calore crescente dentro di me. Lorenzo mi si avvicinò lentamente, le spalle larghe ancora imperlate di sudore e il respiro leggermente affannato dalla partita.

Mi guardava con un’intensità che sembrava già mi stesse penetrando, come se cercasse di decifrare ogni esitazione, ogni battito del mio cuore e ogni pulsazione della mia passerotta ormai fradicia. Senza dire una parola, si avvicinò di più, i nostri corpi quasi a sfiorarsi, lasciando che l'elettricità tra di noi parlasse al posto dei discorsi.

Sentivo il calore irradiarsi dal mio corpo, e quando Lorenzo sollevò una mano per sfiorarle il viso, il suo tocco era così leggero da sembrare un soffio. Le sue dita tracciarono una linea immaginaria lungo la guancia, poi si fermarono all’angolo delle labbra. Il gesto era dolce, ma carico di un'aspettativa che fece vibrare l'aria attorno a noi.

Proseguì lungo il collo per poi, sempre con quel tocco delicato, togliermi la felpa ed abbassarmi il leggins, facendomeli sfilare dai piedi. Rimasi nuda, con solo il piccolo perizoma e le sneakers. Passò le dita tra i miei seni, sfiorando i capezzoli ormai turgidi e percorse l’intero ventre, fino ad approdare al bordo del perizoma.

Con uno scatto fulmineo, afferrò l’elastico e lo strappò. Io ebbi un sobbalzo e il cuore sembrava che impazzisse. L’istante dopo mi ritrovai due sue enormi dita dentro la mia fica fradicia. Con colpi energici mi stava scopando con le dita e credo che in una manciata di secondi ebbi il primo orgasmo.

Lorenzo si chinò leggermente, portando il viso vicino al mio orecchio. Potevo sentire il respiro caldo sul collo, un brivido che mi fece socchiudere gli occhi. “Sei zuppa, sei gran troia” sussurrò Lorenzo, con una voce bassa, carica di una calma che contrastava con la tensione del momento. “Ora ti sfondo. Sei mia.”

Il cuore batteva forte, la mente un tumulto di pensieri contrastanti. Ma il mio corpo, invece, sembrava sapere esattamente cosa volesse. Le mie mani si mossero quasi da sole, trovando il gran cazzo di Lorenzo, che sentii contrarsi e diventare ancora più duro sotto il mio tocco. Da quanto era largo non riuscivo a chiudere l’impugnatura. Lo stringevo forte e lo sentivo pulsare.

Lorenzo mi accarezzò il volto e con le sue grandi mani mi fece inginocchiare. Avevo il suo gran cazzo eretto di fronte a me. Uno spettacolo incredibile. Non c’era bisogno di parole. Avidamente iniziai leccarlo, partendo dalle palle fino alla cappella, per poi succhiarlo e ritornare a leccarlo. Stavo quasi godendo nuovamente nel succhiare quel gran cazzo.

Quando i nostri sguardi si incontrarono di nuovo, fu come se tutto il resto scomparisse. Lorenzo abbassò lo sguardo verso di me, un invito silenzioso che accolsi senza esitazione. Mi misi a pecorina sul lettino dell’infermeria. Le labbra e la lingua di Lorenzo si muovevano con una dolcezza sorprendente, esplorando con calma ma decisione le mie piccole e grandi labbra, fino all’ano, nel quale più volte mi penetrò con la lingua facendomi sobbalzare nel lettino. Si stava sciogliendo ogni remora.

Ogni tocco, ogni sfioramento sembrava un dialogo segreto tra noi. Tra la sua lingua, la mia fica e il mio culo. Lorenzo, da dietro, passò una mano tra i miei capelli, intrecciandoli tra le dita e tirando leggermente, solo il giusto per farmi inarcare. Risposi inarcando la schiena il più possibile per porgergli tutta la mia intimità. Il calore aumentava con ogni gesto. Mi appoggiò la grande cappella all’entrata della fica e si fermò un attimo. I nostri corpi comunicavano in un linguaggio fatto di piccole spinte, di tocchi fugaci e sospiri.

"Adesso ti scoperò forte!”. Il mio corpo rispose in automatico sollevando ancora di più il culo. Lorenzo, con un gran colpo secco, spinse il suo enorme cazzo dentro di me.  Mi lamentavo e dimenavo contro il suo bacino come una cagna in calore, pronta e disposta a prenderlo tutto, in tutta la sua larghezza e lunghezza. 

Anche se mi stava faceva molto male, non potevo far altro che implorarlo di fottermi sempre più forte. Non stavo capendo più niente. "Se vuoi essere scopata come una puttana, allora è proprio quello che farò!" ringhiò mentre infilava il suo enorme cazzo dentro di me. Urlavo contro il lettino da quando mi stavo sentendo divisa in due dal suo membro. Mi scopava brutalmente e io stavo avendo un orgasmo dietro l’altro. Persi il conto delle volte che venni.

 "Sì! Sei un Dio… SÌ! Fottimi, più forte! Scopami!" urlavo. Il dolore è stato rapidamente sostituito dal piacere totale, mentre  prendevo tutto il cazzo più grande che avessi mai avuto in me. Non ero mai stata scopata così forte. Facevamo rumori gutturali mentre scopavamo come animali. Il cazzo di Lorenzo era duro come una roccia e potevo sentire la mia figa spremere il suo cazzo.

"Mmmmm ... la tua figa è meravigliosa ... ma ora voglio il tuo culo!”. Tirò fuori il cazzo dalla mia figa mentre gemevo, mi voltai, e lui prese le sue mani forti e allargò le mie gambe. Guardai in basso e vidi con stupore quanto fosse completamente aperta la mia figa. Mentre spostava il suo cazzo verso il mio culo, mi venne spontaneo gemere in anticipo.

Allungando la mano e iniziai a massaggiarmi il clitoride mentre aspettavo che iniziasse a spingermelo nel culo. Completamente zuppa, sentii la cappella entrare con facilità nel mio buchino. Tuttavia, mentre mi faceva scivolare lentamente il cazzo bagnato dai miei umori nel culo, sapevo che stava per allargare il mio ano più della mia figa. Ho fatto scivolare due dita nella mia fica mentre il cazzo mi spingeva più a fondo nel culo. Ha iniziato a scopare forte dentro e fuori, scivolando di più ogni volta.

 "Oohh, sì ... voglio sentire tutto il tuo cazzo nel mio culo!". Io continuavo a toccarmi la fica mentre prendevo il suo cazzo dietro di me. In poco tempo, il suo cazzo è stato sepolto completamente tra le mie natiche. Il suo cazzo scivolò dentro e fuori dal mio culo mentre le mie dita facevano lo stesso con la mia fica.
 "Voglio che tu mi venga nel culo! Sborra dentro di me! Per favore, sborrami nel culo!" L’ho supplicato. Ha aumentato la velocità e sapevo dal modo in cui respirava che sarebbe venuto presto. Volevo sentire il calore della sua sborra dentro di me.

 "Sì .... vieni nel mio culo. Riempimi! Riempimi il buco del culo con il tuo sperma caldo!" Ho urlato. Il mio orgasmo è esploso quando l'ho sentito iniziare a venire. Un carico dopo l'altro di sperma caldo mi ha riempito il culo mentre venivo sulle mie dita. Abbiamo avuto un orgasmo lunghissimo.  È crollato sopra di me, con il suo cazzo ancora dentro. Mi ha baciato e siamo rimasti lì per più tempo, cercando di riprendere fiato. “E’ stato un fantastico terzo tempo!” Commentò lui.

Mentre usciii dall’infermeria adiacente allo spogliatoio di quel campo da rugby, ancora colante degli umori sia miei che di Lorenzo, continuavo a sentire il cuore battere forte ma con un senso di chiarezza. Avevo scelto di seguire un percorso insolito, ma lo avevo fatto con consapevolezza e sincerità. Non era solo un’avventura segreta, ma una parte della mia crescita e della scoperta di me stessa. Avevo solo 22 anni ma realizzai di essere un gran troia che mai avrebbe potuto rinunciare a prendere grandi cazzi.
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