Prime Esperienze
la prima volta
di libero1150
05.01.2014 |
61.996 |
6
"Pensai se c’è un animale di sicuro c’è una persona e mi accinsi a raggiungere la cabina dove avevo lasciato i miei indumenti..."
Quell’inverno era stato troppo lungo, lo studio, gli esami lo avevano reso ancora più duro.Il primo sole incominciava a scaldare le giornate. A Milano faceva ancora freddo, ma giù dalle mie parti, al sud, le giornate erano già calde.
Fu così che mi decisi a partire, andare a trovare i nonni era piacevole e poi l’emozione di vedere i luoghi estivi in un periodo diverso dell’anno mi incuriosiva.
Quel pomeriggio, passata l’euforia dei primi giorni, sembrava non trascorrere più: gli amici del mare non c’erano e la rassegna dei parenti da andare a visitare era finita, quando all’improvviso mi venne l’idea, tutti riposavano e io non avevo ancora visto il luogo dove di solito si andava al mare.
Così me ne uscii e a piedi me ne andai fuori paese verso quei luoghi.
Arrivato sul posto, il deserto, non c’era anima viva solo io il mare e la spiaggia.
Mi piaceva camminare nella sabbia, visitare quei luoghi dove in estate passavo le mie giornate: il lido lo spogliatoio, le cabine e …il silenzioso brusio del mare.
Quasi quasi mi faccio un bagno, l’aria è calda e il sole scalda.
Mi spogliai nudo, non c’era nessuno in giro e mi tuffai nell’acqua: dolce sensazione l’acqua scivolare sulla mia pelle nuda.
Mi stavo asciugando al sole quando mi accorsi, in lontananza della presenza di un cane, un pastore tedesco, che si stava avvicinando. Pensai se c’è un animale di sicuro c’è una persona e mi accinsi a raggiungere la cabina dove avevo lasciato i miei indumenti. Cercavo di chiudere la porta ma non mi resi conto che era incastrata e in men che non si dica il cane era lì fermo sull’uscio con un’aria quasi minacciosa.
Impietrito non sapevo cosa fare e come avrebbe reagito, rimasi così nell’attesa che arrivasse qualcuno anche se ero imbarazzato e nudo d’avanti a quel cane.
Lentamente passo dopo passo si avvicina, incomincia ad annusarmi i piedi e le gambe, l’odore di salsedine gli piaceva, allunga la lingua per assaggiare la mia pelle: mi annusa e mi lecca sempre con più insistenza ma dolcemente. Sale sempre più su verso il mio sesso e i miei testicoli. Sento la sua lingua umida leccarmi le palle che iniziavano a gonfiarsi.
Che strana sensazione, la testa mi scoppiava, pensieri strani nella mente, paura che arrivasse qualcuno e mi trovasse in quella posizione, paura di muovermi con il terrore di una mossa falsa che poteva irritare l’animale. Lui mi stava girando intorno, incomincia a leccare le mie natiche e poi col muso mi punta dritto nella parte più intima , con forza insinua il suo naso verso il buco del culo e con ardore comincia a leccarlo tutto dilatandolo sempre più.
Non capivo più niente, il mio uccello era diventato duro come non mai, dritto come un’asta di bandiera, che voglia di spararmi una sega, ma non osavo toccarlo sempre per paura di un gesto sbagliato, ci pensò lui a prenderlo in bocca e a farmi un bocchino.
Strano come un animale così grande possa avere una tale delicatezza. La sua lingua umida e lunga andava su e giù lungo tutto il mio cazzo e poi con repentina velocità si incuneava nel mio buco del culo e sulle mie palle, portarsele in bocca con una delicatezza e poi l’uccello.
Oramai ero in balia di quella bocca, la testa chi sa dove. Al diavolo tutto e tutti: solo un immenso piacere.
Aumentò il suo ritmo quasi a capire che stavo per venire e venni godendo come un porco, lo sperma fuori usciva copiosamente e lui con la sua lunga lingua andava a prendersi ogni goccia, goccia dopo goccia con ingordigia facendo andare il mio godimento fino allo spasimo.
Poi si pulì con la lingua l’ultima stilla di sperma rimasta sul suo naso, mi guardò quasi compiaciuto e se ne andò.
Mi rimisi i miei abiti e me ne andai furtivamente nella speranza che nessuno avesse visto ciò che era accaduto ma compiaciuto per quello che era successo: era la prima volta.
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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