Prime Esperienze
La nascita di una Sissy
di Neile
02.01.2024 |
1.025 |
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"Era una giornata di metà agosto, una calda giornata di agosto, che non potrò mai dimenticare..."
Era una giornata di metà agosto, una calda giornata di agosto, che non potrò mai dimenticare. Ogni istante, gesto, suono ed emozione di quel giorno resteranno per sempre impressi nei miei pensieri come istantanee e fotogrammi che ancora oggi a ricordarli destano in me un turbinio di sensazioni. Premetto che questa storia non è frutto della mia fantasia ma cerca di descrivere emozioni e gesti di una storia realmente accaduta.Ma andiamo per gradi, qualche mese prima, sarà stato in primavera, iniziava nei miei pensieri a crescere un desiderio del tutto nuovo per me, dettato forse da alcuni video che avevo visto sul web, o ancora dalla curiosità della scoperta o addirittura dalla consapevolezza di avere un corpicino alquanto aggraziato, sul quale era montato un culetto a mandolino che anche nella mia vita da etero, aveva destato curiosità e apprezzamenti da parte di amici e colleghi. Certo è che fino a quel momento non mi era mai saltato in mente di immaginarmi nella parte opposta del gioco .
Credo quindi che vedere quei video di crossdresser, ossia boy in intimo femminile, vedere come gli uomini venivano rapiti, da tanta sensualità e femminilità, unito alla curiosità di provare a vedere che effetto avrei fatto io su di essi, mi abbia spinto a crearmi un account su un social nel quale ovviamente avevo caricato in bella mostra alcune mie foto in intimo femminile, che avevo ovviamente acquistato fingendo di dover fare un regalo.
E’ da qui che parto per raccontare come, questi mesi di chat, proposte, complimenti e migliaia di messaggi da parte di uomini e ragazzi di ogni età, abbiano fissato in me due concetti chiave, il primo, che nonostante fossi convinto di avere un bel culetto, mai mi sarei aspettato tanto gradimento da parte dei boy, il secondo, molto inaspettato e imbarazzante era che con molta probabilità dentro di me inconsapevolmente era nata una sensazione, un duplice desiderio inconfessabile…quello di trovare il coraggio di indossare intimo femminile d’avanti ad un uomo e quello conseguente di trovarmi di fronte alla sua mascolinità, se cosi possiamo chiamarla.
I giorni passavano, tra chat, video e proposte di ogni tipo. Francamente stava diventando una sorta di ossessione, approfittavo ogni volta della casa libera per indossare un completino, parrucca, provare a truccarmi…e fare dei nuovi scatti per i miei uomini virtuali. Sentivo il bisogno di mostrarmi di cercare gli apprezzamenti degli uomini e pian piano sentivo anche il bisogno di vedere le foto intime che loro mi mandavano. Ero passata (e da qui inizio a parlare al femminile) da una fase in cui vedere le foto di un cazzo mi lasciava del tutto indifferente, ad una fase in cui vederle mi eccitava…fino a fantasticare e desiderare il giorno in cui l’avrei provato. Il problema era che non riuscivo ad ammettere a me stessa questo desiderio, avevo paura, imbarazzo, ma anche intrigo ed eccitazione. Quelle erano le settimane in cui nasceva Kiaretta, con i suoi dubbi, la sua timidezza e la sua voglia di andare avanti cercando di tutelare la sua vita da etero, ma altrettanto di trovare tra le mille persone della chat, quella giusta con la quale aprire una parentesi segreta, per un gioco nascosto che potesse consentire di dar sfogo alla sua curiosità maggiore, ossia quella di mettere le mani nelle mutandine di un uomo.
Tra i miei uomini virtuali, dai quali me ne guardavo bene a scartare maleducati e cafoni, ce ne stava qualcuno che era entrato nelle mie grazie per gentilezza, comprensione e pazienza, anche perché semmai avessi deciso di incontrare qualcuno certo avrei voluto uno che fosse stato disponibile al gioco per piccoli passi. Il problema ero io però, che non riuscivo mai a rompere gli indugi, sopraffatta da mille paure e insicurezze. Finchè ero in casa di fronte al pc era tutto facile ma quando ero li li per dare un appuntamento mi ritraevo, anche perché quelle poche volte che avevo indossato il completino era stato in casa, quindi ero terrorizzata a farlo fuori.
I mesi passavano e con loro anche l’estate stava per finire, tra i miei boy virtuali ce ne stava uno che nel mio racconto chiamerò Luca, con il quale chattavo da un bel po’. Era un bel ragazzo sulla quarantina moro, simpatico e molto dolce con me in chat, diciamo che era entrato nelle mie grazie e più di una volta eravamo andati vicini ad incontrarci senza però mai riuscirci a causa della mia paura. Era carinissimo con me, ed eccitante allo stesso tempo, non ci stava mattina che aprivo la chat e non trovavo un suo messaggio, spesso accompagnato da alcuni scatti del suo cazzo con scritto un messaggino per me… o come era solito chiamarmi lui….la sua gattina!!!
Ed eccoci qui… Era una giornata di metà agosto, una calda giornata di agosto e come le giornate e settimane precedenti ero in chat a stuzzicare ed essere stuzzicata. Non so spiegare il perché quel giorno mi sia decisa a rompere gli indugi, forse perché un pò stanca di aspettare dopo molti mesi di paure, probabilmente perché quel giorno ero particolarmente eccitata, sicuramente perché quel ragazzo mi ispirava fiducia…decido di vederlo!!!
Ovviamente data la mia paura e il mio imbarazzo, volevo essere io a comandare l’incontro, scegliendo luogo, orario e modalità. Questo era il programma: sarei uscita da casa versione boy fingendo di andare a fare jogging, portando con me nello zainetto, perizoma, reggiseno, autoreggenti, parrucca e mascherino (non volevo essere riconosciuta in volto), una volta trovato un posto segreto e lontano da occhi indiscreti avrei comunicato a lui, che ne frattempo era uscito da casa dirigendosi nei pressi della località di mare concordata.
Erano le 19.30 circa, parcheggio su un litorale a scogliera lontano dal paese con la speranza che una volta scesa avrei trovato un posto adeguato, ancora in macchina indosso solo il perizoma di pizzo e un paio di leggins neri, il resto lo avrei indossato nel posto segreto da cercare. Una brezza sottile accarezzava il mio viso appena fuori dall’auto, lo sguardo rivolto verso il mare, la sensazione del perizoma sul culetto che amplificava quella sorta di solletico dettato dall’eccitazione, la paura di stare per fare la cosa sbagliata, ma la sensazione confortante che ancora sarei stata in grado di abortire l’incontro, in quanto lui non sapeva il posto, mi fece stare tranquilla. E fu così che iniziai a camminare alla ricerca di un posticino, non passo molto e il destino mi mise d’avanti un anfratto nella roccia che scendeva giù nell’entroterra, praticamente un buco con una scala ricavata nella roccia. Mi affaccio, scendo due gradini, risalgo…ho paura, sospiro e dico a me stessa: se il destino ti ha messo di fronte qst posto vorrà dire che il destino vuole che tu provi ad essere kiaretta, e scendo giù. Dopo una decina di scale e una curva arrivo in una sorta di grotta che aveva affaccio su mare, era un posto magnifico…il rumore delle onde, il buio e la segretezza mi diedero coraggio. Chiamo Luca e gli do indicazioni circa il posto, gli dico di parcheggiare e scendere a piedi procedendo nella direzione indicata che mi sarei fatta vedere io. Nel frattempo nella grotta avevo indossato reggiseno, autoreggenti sotto i vestiti, inizio a spaventarmi, risalgo su dalle scale e guardando in direzione del parcheggio vedo la sagoma di Luca a un centinaio di metri che si avvicinava…o cazzo mi ha vista, mi ha fatto un cenno…scendo di corsa giù, indosso parrucca e mascherino e risalgo. Le gambe iniziavano a tremarmi, il cuore batteva fortissimo, risalivo e scendevo per controllare la sua posizione in avvicinamento…sono in trappola mi sono detta, non posso più scappare…era quasi arrivato, era fatta, da li a qualche secondo me lo sarei ritrovato di fronte senza saper che dire e fare. Salgo del tutto sul litorale erano quasi le 20 ormai e il tramonto era quasi completo, il vento continuava a soffiare sulla mia parrucca e sul mio imbarazzo, gli faccio un cenno era praticamente arrivato…accenno un saluto timido, li tendo la mano e lo accompagno giù. Dove mi porti fa…e io sccccccccc, facendo cenno con il dito sulle labbra. Una volta giù lo faccio sedere su uno scoglio, lui fa per mettermi le mani sui fianchi, che puntualmente tolgo, poichè ero nel pallone…ma vedendolo tranquillo, la paura pian piano cedeva il posto all’eccitazione. Gli faccio cenno di aspettare li seduto e mi dirigo verso l’uscita della galleria per cercare un filo di luce…ero pronta, volevo far scivolare giù i miei leggins e mettere il mio culetto in perizoma di fronte ad un uomo….volevo la prova del nove, volevo vedere l’effetto reale, ero eccitatissima…non si sentiva un rumore, di lui non percepivo neppure il respiro, solo il mare che si infrangeva sullo scoglio. Era seduto a pochi passi da me, mi volto di spalle e in un attimo faccio scivolare i leggins sulle mie gambe, e mi ritrovo in autoreggenti e perizoma di spalle a lui. Secondi infiniti, in cui muovevo in modo sinuoso il mio culetto per calamitare la sua attenzione (anche se col sennò di poi non ci sarebbe stato bisogno)…saranno stati veramente 10 secondi e poco più…le onde coprivano i rumori e di colpo avverto contemporaneamente una sensazione alle mie spalle che precede una voce calda che mi sussurra in un orecchio… “sei bellissima…in foto mi piacevi, ma dal vivo sei stupenda”…mentre la sua mano sinistra dolcemente scivola sul mio culetto. Era la prima volta che un uomo mi toccava, una sensazione stranissima, percepivo il suo gradimento, il suo desiderio, la sua voglia di me. Fa per baciarmi il collo, dopo un attimo mi stacco e riprendo io il gioco, non volevo spingermi troppo oltre, era il mio primo incontro…ma di certo volevo provare a vedere e toccare un cazzo vero, erano mesi che lo immaginavo e desideravo. Avevo il solletico allo stomaco e al culetto, ero in intimo di fronte ad un uomo e da li a poco avrei toccato il suo cazzo…mai e poi mai ci avrei creduto. E invece mi avvicino di nuovo a lui, questa volta di fronte, di colpo mi trovo le sue mani sui fianchi (secondo me voleva anche baciarmi, ma mi vergognavo troppo)…un attimo di stallo, e poi lascio scivolare la mia mano giù fino alla sua patta, già rigonfia. Inizio un paio di su e giù, ma ormai ero pronta, dopo mesi di indecisione…minuti di imbarazzo e timidezza…lo volevo. Lo faccio restare in piedi e sono io a sedermi questa volta, lo dirigo verso di me e con le mie manine gli slaccio i pantaloni che vanno giù in un istante. Gli slip rigonfi volevano farlo uscire fuori, era a 30 cm dalla mia faccia…mi avvicino lentamente lo annuso da sopra le mutandine e gli do un paio di baci e di morsetti. Mi stacco afferro gli slip con due mani e li tiro giù… avevo veramente le farfalle nello stomaco finalmente si presentava di fronte a me… il mio primo cazzo, era bellissimo, era eccitato da me, era desideroso…ma soprattutto mi sentivo al suo servizio, era stupendo stare seduta li a servire il mio primo cazzo. Dopo averlo osservato inizio toccarlo dolcemente e a fare su e giù…i suoi gemiti si mischiavano al rumore delle onde e le mie manine proseguivano in un movimento naturale. In quei momenti mi passarono mille cose per la mente e onestamente una su tutte…volevo assaggiarlo!!! Continuavo a toccarlo e continuavo a immaginare di averlo in bocca ero veramente eccitata, anche se questa voglia veniva un po frenata dalla paura della malattie, spesso sottovalutate nel sesso orale. Però lo volevo, senza dire niente a lui, vado nello zainetto tiro fuori un profilattico che avevo portato, cosciente che non sarebbe stata la stessa cosa, ma avevo voglia di prenderlo in bocca, chissà se avrei avuto più il coraggio di incontrare un uomo…e così, feci per mettergli il profilattico…e lui con gli occhi chiusi da piacere…mi dice: cosa fai?...cosa stai facendo gattina? Ed io: gli faccio sempre il solito cenno di fare silenzio…e da li a poco eccolo li di fronte a me, dritto e turgito pronto a soddisfare la sua gattina curiosa. Non mi faccio pregare e apro la bocca per farlo entrare e inizio cosi il mio primo pompino, imbarazzata e vogliosa di imparare…lui inizia gemere e inizia a dirmi cosette del tipo…gattina, mi stai facendo un pompino, sei stupenda…brava…lo vedi che ti viene naturale. Ero in preda all’eccitazione e mentre ero piegata sento la sua mano che si infila nel mio perizoma…e brrrrrrrr di colpo un brivido mi trapassa la schiena, non volevo crederci ma partiva proprio da li, la sua mano era proprio li…sul mio buchetto sfiorandolo e toccandolo con delle leggere pressioni…ero indifesa ormai con un cazzo in bocca una mano che gli accarezzava le palle e la sua mano che si era impossessata del mio culetto.
Fù quello, il momento di massima eccitazione, anche il momento in cui un pensiero la ruppe…il pensiero che arrivasse qualcuno. Una doccia fredda mi riporto alla realtà facendomi passare di colpo l’eccitazione e la magia che si era creata e facendomi sprofondare in uno strano senso di colpa che mi portò ad interrompere bruscamente tutto. Non dissi nulla, presi le mie cose e scappai via.
Una volta in macchina, durante la strada del ritorno mi cambiai e una sorta di pentimento iniziò ad assalirmi…il senso di colpa era fortissimo tanto da convincermi che quella esperienza non mi fosse piaciuta. Appena a casa la sera stessa mi cancellai addirittura dalla chat in cui avevo conosciuto questo ragazzo.
Non passò giorno che non pensai a quella grotta e al mio primo cazzo…ma ogni volta il senso di colpa era li ad impormi di credere che fosse stata un’esperienza, provata e non gradita…ma le sensazioni e l’intrigo provate in quel gioco segreto, quella strana eccitazione di proibito e perverso, ormai agivano dentro di me come un rubinetto rotto il quale goccia dopo goccia avrebbe colmato l’orlo del senso di colpa, facendo riemergere i miei desideri.
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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