incesto
In barca con lo Zio
di AmbrosiaTrav
27.01.2024 |
212 |
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"Mi rifugiai in camera tutto eccitato e mi consolai da solo (da alcuni mesi lo facevo giornalmente) pensando a quella stanza e a quei corpi adulti..."
Era l'estate del 1986, finiti i mondiali del Messico trascorsi 2 settimane al Mare da mio cugino, poco più grande di me, e i miei zii.Zio, sui 45, era un uomo robusto, allora portava bei baffi, allegro e affettuoso. Dopo pranzo mio cugino se ne stava sul dondolo a dormire, io quattoridicenne me ne andavo in camera a leggere Diabolik e gli zii nella loro camera di fronte alla mia a riposare.
Mi accorsi subito fin dal primo giorno che il riposino pomeridiano degli zii era anticipato da effusioni particolarmente esplicite. Dalla mia cameretta sentivo un crescendo di sorrisini, sospiri, e poi ansimi, la voce rotta di zia che non riusciva a trattenersi, e ancora i colpi della carne sulla carne. Mi eccitava sentire il suono del sesso, così mi avvicinai, la porta era in parte accostata, una leggera corrente mi accarezzava piacevolmente il viso, e l'odore del sesso che si sprigionava dalla stanza degli zii mi inebriava e mi stordiva! Cercai di vedere qualcosa, ma riuscivo solo a scorgere dei corpi avvinghiati, e la furia di mio zio col suo respiro pesante e qualche parola appena accennata che non distinguevo.
Mi rifugiai in camera tutto eccitato e mi consolai da solo (da alcuni mesi lo facevo giornalmente) pensando a quella stanza e a quei corpi adulti.
Il pomeriggio seguente lo stesso rito, mio cugino sul dondolo, io col mio Diabolik in cameretta e gli zii a fottere come animali selvaggi in camera. Stavolta sbirciando vidi la testa di mia zia muoversi freneticamente, "brava troia" sussurrò zio, con voce pesante. Mi sconquassò, e quando mi parve di scorgere per un attimo il cazzone di maschio adulto di zio, che ondeggiava in piedi prima di affondare sulla troia in modo rozzo e senza rispetto, il cuore mi balzò in gola.
Tornai in cameretta, eccitato, confuso, turbato da quanto avevo visto e sentito: mi sentivo rapito da quell'animale che non conoscevo, con quel cazzo spesso, pesante che desideravo e non capivo perché. Zio da quel giorno era per me un'altra persona, non l'avevo mai visto così, lo desideravo, desideravo essere io nella stanza con lui, volevo solo trascorrere il tempo con lui, e mi sentivo in colpa per provare quel sentimento e al tempo stesso ne ero inevitabilmente rapito.
Da quel momento non c'era istante in cui non cercassi conferme guardandolo, osservando il costume che stretto non poteva più nascondere quella virilità ormai palese ai miei occhi. Cercavo il contatto con lui, che mi sfiorasse...
Lui era affabile, affettuoso, e cominciò ad avvertire il mio interessamento, mi chiedeva cosa fissassi con tanto interesse, se c'era qualcosa che non andava.
Una sera a cena disse che la mattina successiva sarebbe andato a pescare. Mia zia detestava alzarsi la mattina presto, mio cugino poi si alzava tardissimo, così io mi lanciai, e chiesi a zio se potevo andare con lui. Non sembrava molto sorpreso e accettò avvertendomi che saremmo dovuti uscire presto.
La mattina presto eravamo già in auto per andare al porticciolo dove aveva la barchetta; "hai dormito bene?" mi disse con la sua voce profonda ma affettuosa, mettendomi la mano sulla gamba sinistra, in un gesto amichevole ma che a me creava un fremito. Istintivamente anziché ritrarmi, allargai entrambe le gambe, donandogli tutto il campo, lasciandomi accarezzare. Risposi a mala pena, avevo sonno ma quel gesto ormai mi aveva fatto salire l'adrenalina.
Arrivammo presto sulla barca, zio caricò l'armamentario da pesca, uno zaino e prendemmo il largo, col sole che lentamente si levava in cielo.
Il tempo passava lento e silenzioso, zio rilassato con la canna e il giornale, io col mio inseparabile Diabolik.
Zio improvvisamente mi disse: "com'è che sei così silenzioso?" "no, niente" risposi laconico.
"Forse è legato a quello che hai visto nei pomeriggi scorsi, mentre spiavi me e zia mentre riposavamo?" il suo tono era rassicurante e comprensivo, per nulla severo, eppure mi si gelò il sangue. "Ma no zio, io non volevo... Ero in cameretta... ". Mi interruppe per togliermi da ogni difficoltà: "tranquillo, non c'è niente di male. Alla tua età gli ormoni esplodono, è assolutamente normale che tu sia attratto da certe cose, dovevamo chiudere noi la porta, ma fa troppo caldo e l'aria non si muove se non tengo un po' aperto. E ho notato anche un'altra cosa: mi guardi molto, e sopratutto guardi da una certa parte, sbaglio?"
Nonostante l'argomento fosse ormai inequivocabile, la sua naturalezza e il tono rassicurante mi incoraggiavano. Ma ero timido, non potevo dire ciò che sentivo.
"vedi, alla tua età è assolutamente normale sentirsi attratto dal sesso, da ciò che è nuovo, sperimentare. Anche a me è successo, succede a tutti, non devi essere preoccupato o sentirti in colpa".
Mentre mi parlava con tono affettuoso notai che il costume era gonfio, tirato, che l'animale pesante che si nascondeva e che mi ossessionava mi stava chiamando.
"ok zio grazie, è che mi viene spontaneo guardare lì... ". "Lo vuoi vedere, vero?" "beh, si". Zio si abbassò il costume e quel cazzone spesso, venoso, pesante, maestoso, si palesò a pochi centimetri dal mio viso, meraviglioso. Spontaneamente avvicinai la mano, ma zio mi fermò. "Dai non si può, ma questa cosa resterà un segreto tra me e te". La vista del suo scettro immane mi diede un coraggio che mai avrei immaginato. "non c'è nessuno qui zio, è un segreto tra me e te no?" Avvicinai la mano e stavolta non trovai resistenza, impugnai quel cazzo bollente, duro come il marmo, sudato e spesso più di quanto avevo immaginato. Iniziai a masturbarlo.
"Ti piace, vedo!" disse zio compiaciuto.
Continuai, con 2 mani, la cappella era enorme, gonfia e rossa che sembrava scoppiare, sfacciata e prepotente, l'odore forte... mi attirava sempre di più, mi chinai spontaneamente e posai le mie labbra ancora vergini su quella cappella così adulta, odorosa e umida... la baciai.
Guardai mio zio, appoggiato sul bordo della barca, stavolta silenzioso e serio, che mi lasciava fare, a godersi ancora una volta una bocca, diversa, più giovane e inesperta. Tornai goloso su quel cazzone gigante e dopo un altro bacio più intenso alla cappella spalancai la bocca per accoglierlo. Con le labbra tirate e la bocca spalancata come una troia affamata, avevo finalmente la mia ricompensa, il cazzone di mio zio in bocca!
Lui mi lasciava fare, non diceva nulla ma sentii spingere nella mia bocca, me la stava scopando, quel Cazzo così forte si faceva strada sempre più prepotente, non potevo controllarlo, ero piacevolmente in balia di zio. Nemmeno a metà e la spranga così spessa è nodosa mi era arrivata alla gola e mi venne da vomitare, lui si ritrasse e io tossii. "piano, prendi fiato... E continua.. " mi accorsi che ormai ero la sua puttanella e dovevo soddisfarlo, volevo soddisfarlo. Ripresi a ciucciare quel totem gigantesco, carnoso, che sapeva di uomo. Andai avanti ancora non saprei quanto, finché non avvertii un fiotto aspro e bollente scoppiarmi in gola e un rantolo sordo di mio Zio. Mi ritrassi e quel Cazzone enorme e pesante continuò la sua sborrata schizzando nella barca.
Rimasi in silenzio a guardarlo, lui mi guardava in silenzio con un sorriso misto tra l'affetto e il compiaciuto.
Dopo qualche minuto di quiete, il mare, le onde che ci cullavano, Zio si tolse definitivamente il costume e si tuffò in mare per rinfrescarsi, invitandomi a seguirlo.
Ritornati sulla barca, riprese a pescare e io a leggere i fumetti. Mi disse ad un certo punto: "lo Sai che hai un bellissimo fisico, da ragazza? Non me ne ero accorto, ma vedendoti in costume potresti essere una ragazza stupenda con quelle gambe e quel sederino perfetti". Questa cosa mi eccitò, ormai volevo solo una cosa : essere la sua puttanella e soddisfarlo.
"Zio, anche questo è un segreto, vero?"
Il tempo era volato per me, zio mi disse che dovevamo rientrare.
"mi riporti con te un'altra volta a pesca?" "perché, vuoi essere la mia nipote segreta, vero?" con un filo di imbarazzo annuii mentre a quel pensiero la nerchia possente di zio si era risvegliata. La nipote doveva mettersi al lavoro, prima di tornare a casa...
Non avrei immaginato che da quel giorno sarei diventato la troia segreta di zio; quel giorno era soltanto il primo di 10 giorni intensi ed indimenticabili di una vacanza che mi fece scoprire la mia vera natura. [CONTINUA]
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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