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incesto

AMALIA - 2


di MISTER-T
11.02.2025    |    4    |    0 6.0
"“Facciamo piano, non svegliamo la piccolina” ci sussurrò Beatrice, come una buona e premurosa mamma..."
AMALIA -2
Le ragazze soprese si guardarono in faccia, si sorrisero e poi Amalia fece cenno con la mano, fece posto a sua madre, io allora la seguii. mi distesi sul letto con il cazzo ancora turgido e le dissi che poteva fare quello che voleva. Si avvicinò con gli occhi pieni di voglia, si spogliò completamente, i capezzoli erano duri, anche il seno si vedeva che era pietrificato, si avventò sul cazzo divorandolo, allargò le gambe quasi a voler far prendere aria alla sua passera fradicia. Matilda ed Amalia si guardarono felici, “avete visto che mamma troja che avete? Ora capisco tutto” gli dissi, “la sua passera è fradicia come immagino?” chiesi. Matilda senza pensarci due volte infilò le dita nella figa della madre, la quale mugulò in segno di piacere, Amalia restò paralizzata nel vedere quel gesto da parte della sorella, “non fare la schizzinosa, visto che è troja quanto noi non capisco perchè non debbo farla godere, è mia madre mica una estranea!” disse Matilda, e cominciò a masturbarla sembre più forte, poi estrasse le dita e me le mostrò. “È abbastanza fradicia?” mi chiese Matilda, poi la vidi mettersi dietro la madre e le infilò la lingua nel culo. Beatrice mugulò di nuovo e poi rantolò, io ero estasiato, Amalia mi salì sulla faccia e si fece leccare la rosetta del culo e poi la passerina godendo anche lei, era fradicia anche la sua fighetta. “Questa troja di nostra madre mi ha squirtato in faccia!” disse Matilda, “assaggia sorellina, senti quanto è buono il succo di fica di nostra madre” disse ancora Matilda.
Dopo essere venuta in faccia alla figlia Beatrice si alzò, “ho bisogno di cazzo ragazze, mi avete fatto godere come mai avrei creduto, ma ora ho bisogno di carne umana dentro di me, scusatemi ma devo averlo dentro!”. Amalia si alzò, Beatrice si mise supina a gambe aperta “dai vecchio toro vediamo se riesci a soddisfare una vacca da monta come me, queste due saranno troie ma sono giovincelle, vediamo quanto resisti con una troja da corsa come me!”. La guardai infoiato, le passai il glande sul clitoride che svettava imperioso e voglioso sulle grandi labbra, lo leccai un po' per il gusto di sentirlo sulle labbra, lei gemette e mi imperò di smetterla con questi giochini, dovevo fotterla come una vacca sino allo sfinimento!! Avevo paura di venire subito, erano due ore che scopavo, ma per una ragione o un'altra ero sempre stato distratto e così non ero ancora venuto, ero carico come un cannone. La infilai come un guanto, era perfetta, ci andai piano, la baciai con foga, le strizzai i capezzoli, mi misi le sue gambe sulle spalle per farglielo sentire meglio, “ti piace vaccona come ti scopo la figa fradicia? Ti piace sentirlo tutto? Puttana!!” Lei rantolò un siiiiiiiii..... “Dai scopami più forte, dai che lo sento, dai che vengo....!” Aumentai il ritmo, andai avanti per due minuti abbondanti, avevo l'orologio sul comodino ed usai quello per distrarmi, ogni tanto guardavo anche le ragazze che si erano distese di fianco a noi in uno splendido 69. Beatrice venne urlando, mi allagò l'inguine, io scivolavo dentro di lei mentre il suo utero mi stringeva il cazzo come una mano umida che non riesce a trattenere ciò che ha tra le dita. Continuavo a pomparla ma lei mi respinse, io uscii dal suo ventre e........ Bhe il culetto era lì, il mio pene era ben lubrificato..... Le infilai il cazzo nel culo, urlò ma al secondo affondo lei allargò le gambe e mi attirò verso il suo seno, “dai ficcami la lingua in bocca e poi pompami e sborami nel culo, poi mi faccio leccare da queste due trojette!” mi disse Beatrice. Feci ciò che mi chiese, la sua bocca mi faceva impazzire, non mi stava scopando con la lingua, stava facendo l'amore con me, ora non era più una troja ma un angelo, il suo sfintere si stringeva intorno alla mia asta assecondando i movimenti, opponendo resistenza in modo graduale, incredibile, usava il retto come una vagina, poco dopo le venni dentro e anche lei raggiunse l'orgasmo.
Mi ero innamorato, mai fatto e provato una cosa del genere.
Mi sfilai da Beatriche, che mi guardò felice, chiamò le figlie: “dai troiette, ora che siamo passate attraverso lo specchio e sotto un toro, leccate la vostra mamma vacca. Sentite che bella cremina che ha per voi, avanti da brave!”. Le ragazze smisero il loro 69 ed ubbidirono senza discutere, Beatrice si crogiolò in quella goduria, io mi avvicinai a lei, le presi in bocca un capezzolo e lo feci diventare turgido, lei raggiunse un altro orgasmo e sbrodolò copiosamente in faccia alle figlie impegnate a leccare lo sperma che usciva dalla sua splendida rosetta. “Sei proprio un bravissimo maiale, come mai sei ancora single?” mi chiese, io la guardai, “chi ti dice che sia single?” le dissi.
“Bel toro abbiamo un problema, io e le mie figlie queste cose non le facciamo, se avessimo saputo che avevi già un impegno non avremmo indugiato a cacciarti!!!”
Matilda ed Amalia, che nel frattempo avevano smesso di leccare la madre, dissero che a loro non interessava nulla della mia vita privata, fino a quel momento non avrebbero mai immaginato che loro madre fosse quella gran vacca di cui ha dato prova qualche istante prima.
Capii che la situazione stava precipitando, calmai le ragazze, dissi a Beatrice che aveva ragione, che mi lasciasse un po' di tempo per riflettere, per me Amalia era speciale, tutte e tre erano speciali ed avevo capito benissimo il bacio di poco prima.
Beatrice si calmò, mi diede tempo, nel mentre potevamo vederci ma la cosa doveva essere risolta entro l'estate, sia in senso positivo che negativo, in caso contrario mi avrebbe sputtanato in tutta la città, e anche se la mia compagna abitava in una città vicina ci avrebbe messo poco a sapere cosa avevo combinato, “odio chi tiene il piede in due scarpe!!” mi disse.
Amalia tranquilla si alzò, mi guardò e mi disse: ”non dovevi portarmi fuori per un aperitivo? mi faccio, ci facciamo una doccia ed usciamo, dai sbrigati!” seguii Amalia in doccia, ci lavammo ed uscimmo, le altre due ragazze fecero altrettanto ma stettero in casa invidiose della mia uscita con Amalia.
Amalia si mise un vestitino nero con un bellissimo décolleté che lasciava intrevvedere il seno, calze autoreggenti nere velatissime e due gocce di Chanel N.5 per citare la divina Marilyn come disse lei. Io ero di nuovo su di giri, e anche lei, i capezzoli puntavano il vestito in modo impressionante, salimmo in macchina, subito le allungai una mano sulle cosce, che lei allargò, mi portò la mano a toccare il bordo di pizzo delle calze, lei sospirò. Presi la direzione dell'autostrada, “ristorantino?” le chiesi, lei annui, si tirò indietro i capelli, mi slacciò la patta e si chinò sul mio pene ingoiandolo tutto, per fortuna che avevo il cambio automatico!! Ci impiegai un po' ma venni copiosamente una secona volta a distanza di mezz'ora, “ecco il mio aperitivo” disse lei, “ora il mio stomaco può smettere di brontolare per un po', sai di buono sai? Che cosa hai mangiato oggi?” mi chiese.
“Ananas” le risposi. La cena fu tranquilla, mi disse di scusare la madre, suo padre era scappato con un travestito, l'azienda che avevano fondato aveva rischiato la bancarotta a causa sua. Era scappato svuotando i conti, per fortuna il nonno materno e la sorella avevano garantito, la mamma inotre aveva dei terreni che hanno tranquillizzato banche e fornitori, ci impiegarono 3 anni per rimettersi in piedi, ora il padre viveva all'estero, avevano divorziato, si era fidanzato con un ballerino. Mamma l'ha perdonato anche se avrebbe preferito chiarire fin da subito la sua nuova sessualità e non mettere a rischio la vita di venti famiglie! Da poco avevano ricominciato a parlarsi, lei e Matilda non avevano perdonato ancora il padre, soprattutto Matilda. I nonni paterni avevano accettato la cosa, avevano sempre sospettato che il figlio fosse omossessuale, se solo non avesse finto per così tanto tempo, lo stesso dicasi della sorella, che io conoscevo, gran bella donna e gran vacca, libertina e splendidamente bisessuale.
Più ascoltavo Amalia più mi invaghivo di lei, anche se la madre........
Matilda era una bomba sexy, con quel suo candore vergineo solo apparente, una teen senza eguali, tutti in piscina lo dicevano, io avevo sempre minimizzato ma ora dovevo ammettere che mi sbagliavo.
Arrivammo a casa verso le 23, la accompagnai sotto il portico, faceva caldo, una temperatura gradevole, aveva gli occhi dolci, brillavano, i capezzoli erano diventati di nuovo turgidi, capii subito che aveva voglia, il problema erano le altre due compagne di merende, chi ci sarebbe riuscito....?
Guardai Amalia era languida in ogni suo movimento, la attirai a me le la baciai, mi si sciolse tra le braccia, le infilai la mano sotto il vestito, era fradicia, la appoggiai alla colonna del portico, le sfilai il vestitino, erano uno spettacolo, in autoreggenti nere e scarpe laccate nere, una troja da night di alto bordo. Mi guardò vogliosa “dai scopami, non ce la faccio più!” mi disse, la presi da dietro ed iniziai a scoparla, venne rumorosamente dopo qualche minuto, le infilai un dito nel vergineo culo, lei inarcò la schiena e gioì per il piacere. Dopo poco uscì Beatrice vestita di una T-shirt e pantaloncini, “perchè non entrate? Vi divoreranno le zanzare!” ci disse con fare dolce e palesemente eccitato. Io sfilai il pene fradicio da Amalia, mi tolsi i pantaloni, mocassini, tutto, raccolsi il vestito di Amalia ed entrammo in casa. Matilda era a letto, Beatrice ci disse che era crollata subito dopo cena, chiuse la porta che conduce al piano superiore, si sistemò sul divano, si tolse la T-shirt, i pantaloncini e restò nuda ed eccitata, la sua vulva luccicava di umori caldi e succulenti.
“Facciamo piano, non svegliamo la piccolina” ci sussurrò Beatrice, come una buona e premurosa mamma.
Io mi avventai su quel succoso frutto, era un digestivo fantastico Beatrice cominciò ad ansimare, guardò la figlia e la invitò ad avvicinarsi, “baciami piccola mia, saziati al mio seno come facevi da piccola” le disse, Amalia eseguì gli ordini della madre, io infilai una mano tra le cosce della giovane puledra masturbandola e facendole colare il piacere sulle mie dita che infilai nel retto della ancor giovane madre, che inarco la schiena e mugulò di piacere soffocando tutto tra le labbra della figlia.
Mi fecero stendere sul tappeto, Beatrice mi montò sopra, Amalia mi si mise sulla faccia, iniziai a scoparle entrambre, sentivo le loro lingue avvinghiarsi le une alle altre, sentivo le loro mani intrecciarsi, il loro mordicchiarsi i turgidi e rosei capezzoli, il prendersi i glutei e poi..... Sentii il loro piacere inondarmi la fronte ed il ventre mentre io spruzzavo copioso nell'utero di Beatrice che si staccò da me, imboccò il pene ancora duro e lo leccò finchè non si afflociò tra le sue calde labbra, Amalia si stese sotto la madre e bevve tutto il mio nettare. Ci alzammo, ci mettemmo sul divano, Beatrice mi guardò e mi disse: “potresti avere questo tutti i giorni, ora non ho più limiti e questo grazie a te, inoltre mi serve un avvocato con le tue qualità, che ne pensi?”
Continua...
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