Gay & Bisex
Un pomeriggio con DominantDaddy

22.09.2024 |
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"DominantDaddy si allontanò da me, ansimando e sorridendo..."
Vivo al quarto piano di un palazzo che si trova in un quartiere tranquillo. Spesso le serate sono lunghe e noiose, e cerco quindi di riempirle chattando online, cercando di stuzzicare le mie voglie. Quella volta, la conversazione era diventata vivace e stuzzicante con un uomo che aveva un profilo interessante: il suo nickname era DominantDaddy e mi attiravano le foto delle sue esperienze e il linguaggio esplicito e forte che usava.Dopo un paio di notti a scambiare messaggi piccanti e ad ascoltare i suoi vocali caldi, sentivo il bisogno di invitarlo a casa e rendere reale la sua voce e le sue parole. Finalmente quel pomeriggio, con il sole che calava lentamente dietro gli edifici, sentii il suono secco del campanello. Mi alzai di scatto dal divano e mi precipitai alla porta, il cuore in gola ed una forte eccitazione.
All'apertura, si presentò DominantDaddy, un uomo robusto e barbuto, con occhi scuri e profondi come il cioccolato. Notai subito che aveva il pene in erezione fuori dai pantaloni, stretto in una presa decisa. Mi guardò negli occhi, e poi il suo sguardo puntò in basso, ad indicarmi il pavimento. Senza esitazione, mi inginocchiai davanti a lui, le labbra umide e pronte ad accoglierlo. Iniziai a succhiarglielo lentamente, il suono del mio pompino si perdeva negli spazi del pianerottolo. La situazione era audace, carica di tensione ed eccitazione, ero qua sull'uscio di casa a succhiare un pisello tra le voci che si perdevano nella tromba delle scale, rumori di chiavi e portoni che si aprivano e chiudevano, come la scena di un film porno. Continuai a succhiarglielo con devozione, le labbra che scivolavano su e giù sul suo cazzo, cercando di non pensare a ciò che poteva succedere se qualcuno ci scoprisse.
DominantDaddy, che apparentemente non si curava di chi potesse scoprirci, si godeva il caldo trattamento della mia bocca. A un certo punto sentimmo una vicina fermarsi a chiacchierare con qualcuno al piano di sopra, con i suoi passi che risuonavano sul marmo. Cercai di rallentare, ma l'uomo mi strinse la testa e mi sussurrò: "Non smettere, ti voglio venire in bocca qui, sul pianerottolo."
Dopo qualche minuto le chiacchiere andarono perdendosi dietro la porta di un appartamento, e io ripresi a succhiargli il cazzo con rinnovata frenesia. Le mani di DominantDaddy afferrarono la mia testa e mi guidarono in un ritmo incessante. Sentivo il suo sapore maschile e avevo voglia di assaggiare tutto il suo carico di piacere. Continuavo ad assecondare il suo movimento, fino a quando l'uomo emise un grugnito e mi riempì di sperma, schizzando anche sul viso e sul pavimento.
Rimasi in ginocchio per qualche attimo, sorpreso ma eccitato, prima che DominantDaddy tornasse a prendere il controllo e mi trascinasse dentro casa, chiudendo la porta dietro di noi. "Ora, spogliati," sussurrò spingendomi sul divano, "Ho intenzione di farti sentire come una vera puttana. Ti romperò il culo come meriti."
Avevo ancora in bocca il sapore del pompino che avevo appena fatto, mi tolsi la maglia e i pantaloni, rimanendo in mutande. Il desiderio e l'agitazione si mescolavano in un mix intenso di emozioni, con la voglia di continuare era troppa. Mentre mi spogliavo, mi resi conto che la stanza si era riempita di un profumo maschile inebriante, un misto di sudore e sesso.
DominantDaddy, soddisfatto del controllo che esercitava su di me, si avvicinò. Non avevo avuto ancora il tempo di guardarlo bene: ovvio, visto che senza nemmeno il tempo di presentarci avevo avuto il suo pisello in bocca. La differenza di stazza tra noi due era evidente: io ero magro e poco muscoloso, con un viso delicato, occhi e capelli castani, in netto contrasto con la sua corpulenza e forza bruta. Mi guardava con un'espressione animalesca, il desiderio che brillava in quei profondi occhi scuri era inequivocabile.
"Mi piace come obbedisci," disse con voce bassa e calma, avanzando lentamente, “Il pompino che mi hai fatto è stato un ottimo biglietto da visita, mi hai dimostrato che il tuo desiderio di assecondarmi è più forte delle distrazioni, e ritengo che tu abbia capito le mie intenzioni.”
Dopo queste parole, la voglia di sentirmi dominato era quasi insopportabile. Mi sporsi in avanti, allargando le gambe e mostrando il mio fondoschiena coperto dalle mutande. Lui le strappò con un gesto deciso, rivelando un culo rotondo e tentatore. Mi sentivo esposto e vulnerabile, il mio ospite si avvicinava e appoggiava il peso del suo corpo massiccio su di me, e io non potei fare a meno di godermi la sensazione del suo cazzo caldo che mi premeva tra le natiche: era come se il cazzo stesse chiedendo di entrare sfregando contro il mio buco delicato.
DominantDaddy prese un po' di saliva e la fece colare sul mio sfintere, spingendo delicatamente con il dito indice. La sensibilità era al massimo e sentire quell'intrusione mi fece provare una stretta alle palle. Lentamente, sentivo il dito intero penetrarmi, esplorando in profondità. Tornai ad avvertire altra saliva, e le sue dita che si infilavano con decisione tra le mie chiappe, come se volesse preparare il terreno per la penetrazione imminente.
"Sei pronto per il vero spettacolo?" chiese a questo punto con un sorriso malizioso. Non potevo crederci, stavo per farmi sfondare il culo da un uomo che avevo conosciuto online e visto per la prima volta pochi minuti prima. Nonostante una sensazione di vergogna, sentivo la voglia di farlo, di provare qualcosa di estremo. Estrasse il dito bagnato e si tolse i pantaloni, mostrandomi un'erezione rinnovata che faceva quasi paura. Era grande, duro come la roccia, con le vene che si intrecciavano come piccole strade su una mappa. Afferrò le mie natiche e mi sollevò leggermente, allineando il suo cazzo con il mio buco. Sapevo che era il momento di rilassarmi e godermi la sensazione.
DominantDaddy spingeva lentamente, il cazzo che si infilava dentro di me un centimetro alla vota. Sentivo che la resistenza del mio sfintere si stava già arrendendo, mentre il buco si adattava a quell'enorme pene, creando una sensazione di pienezza che non avevo mai provato prima. Mi sfuggì un gemito, ma erano suoni di piacere, non di dolore.
Non ci volle troppo tempo prima che cominciasse a muoversi con vigore, il suono del suo bacino che sbatteva rudemente contro le mie natiche riempiva la stanza. "Troia, fottutissima troia," sibilava tra i denti, e anziché sentirmi offeso, mi sentivo eccitato. Era come se quelle parole stessero liberando qualcosa in me, scavando in profondità in un lato di me che non conoscevo, un desiderio di sentirmi posseduto e usato. Il divano vibrava ad ogni suo affondo in armonia con il suono del mio corpo che veniva violato, i suoi colpi diventano via via più forti, il suo cazzo che mi penetrava in profondità, come se volesse sfondarmi il culo. “Voglio sentirti urlare”, disse DominantDaddy, con un'espressione animalesca.
Inizialmente rimasi in silenzio, quasi intontito, ma la sensazione divenne troppo intensa, il piacere troppo acuto. Incominciai a gemere, a mugolare, a chiedere di più. Ogni parola che mi sussurrava, ogni insulto, era come una frustata per il mio orgoglio, mi faceva sentire la troia che volevo essere. I versi che emettevo si alzarono di tono, mescolandosi agli insulti e ai potenti colpi di cazzo creando una sinfonia di lussuria che riempiva la stanza. Intanto DominantDaddy mi tirava i capelli e mi teneva le spalle inarcate, il cazzo che si muoveva dentro di me come un pistone, e il mio culo che cercava di adattarsi a quell'invasione. "Ti piace come ti rompo il culo, sporca troia?" continuava a chiedermi, e io rispondevo con mugoli inarticolati, aggrappandomi al divano. “Puttana questo culo mi fa impazzire” gli insulti erano un dolce veleno, un'affermazione del suo potere, e ne volevo di più. .
DominantDaddy era fuori controllo, il respiro affannato e le mani che mi stringevano i fianchi come se volesse fondersi con il mio corpo. "Sto per venire, puttana," ringhiò, e io mi preparai a ricevere la sborrata . Il suo cazzo mi penetrava a fondo, la cappella che premetteva sulla mia prostata era pronta a eruttare.
“Puttana!” fu il grido bestiale di DominantDaddy mentre spruzzava il proprio seme caldo e denso nel mio culo, sentivo le sue palle che si svuotavano sbattendo sui miei glutei e il liquido che mi riempiva.
"Puttana," disse ancora con il viso rosso e contorto per l'orgasmo, "mi hai fatto venire come un toro." Le sue mani stringevano ancora i miei fianchi e il cazzo non smetteva di pulsare, riversando la propria essenza maschile dentro di me. Rimasi lì, ansimante, a godermi la sensazione di pienezza e la consapevolezza di aver appagato il desiderio del mio uomo. Lo sperma caldo mi inondava, il cazzo scivolò fuori dal mio buco che contraevo per provare a non farlo andare via. Le gocce dense colavano sul perineo scivolando tra le mie palle, bagnando il pavimento, una sensazione umiliante e gustosa al tempo stesso, come se stessi indossando la prova tangibile della dominazione che avevo subito.
DominantDaddy si allontanò da me, ansimando e sorridendo. "Ti ho riempito di sborra, puttana," disse con soddisfazione, fissandomi in quella posizione. "Adesso," continuò, "dimostrami che hai gradito come ti ho trattato. Masturbati sul pavimento, a quattro zampe, come la troia che sei." Con le gambe molli per il piacere appena provato scesi dal divano e mi misi in ginocchio sul pavimento appiccicoso. Mentre DominantDaddy mi guardava, mi chinai in avanti e presi in mano il mio pene iniziando a masturbarmi lentamente. Ogni movimento della mia mano era come un'eco del piacere che il cazzo del mio uomo mi aveva donato. I muscoli del mio culo si contraevano automaticamente, come a chiedere un'ulteriore penetrazione, mentre lo sperma che continuava a colare fuori, lungo le mie palle, si mischiava alle mie mani che si muovevano su e giù sul mio pene.
Di nuovo la sensazione era di essere il protagonista di un film porno, e in un certo lo ero, considerando che DominantDaddy si stava godendo lo spettacolo. Ma era tutto reale. La degradazione, il sapore che mi aveva lasciato in bocca il pompino, l'odore dello sperma sul viso, la posizione in cui mi trovavo con il culo spalancato, mi faceva sentire la puttana che mi aveva detto di essere. Mi sembrava di stare abbandonando qualsiasi vergogna.
"Adesso," mi disse DominantDaddy, "quando vieni, voglio che urli a squarciagola 'Sono la tua troia'." Ad occhi chiusi feci un cenno di assenso, sentivo che il viso stava diventando rosso per l'imbarazzo, ma il desiderio di obbedire era troppo grande. DominantDaddy mi osservava attentamente godendosi lo spettacolo, con il cazzo calmo e appagato che penzolava tra le gambe. "Fallo adesso," mi ordinò, la voce profonda e carica di potere. Accelerai il movimento, le mie dita stringevano il mio cazzo come se volessi strangolarlo, sentivo il piacere crescere in me come un'ondata, come se il mio pene stesse per scoppiare.
Venni con un grido che riecheggiò nel silenzio del condominio. Un getto di sperma spesso e caldo inondò il pavimento, schizzi carichi del piacere che mi travolse come un'esplosione, e con la voce roca e carica di emozione urlavo a squarciagola "Sono la tua troia!" come mi era stato detto di fare. DominantDaddy mi guardò godere con un'espressione di estasi. Sentiva la propria potenza in quell'istante, aver dominato e umiliato un altro uomo. Non poté fare a meno di ammirare quella scena, le mie palle che si contraevano insieme al mio sfintere aperto, al ritmo dello sperma che schizzava sul pavimento mescolandosi al suo seme, una scena di perversione e piacere.
"Bravo, bravo," sussurrò, il tono di voce carico di apprezzamento. "Sei proprio la mia troia." Ma DominantDaddy non era ancora soddisfatto, si chinò e raccolse con il dito lo sperma che colava dal mio culo. Lo fece con calma, come se stesse assaporando il dolce frutto del proprio dominio. Poi, con lo stesso dito, prese un po' del seme che gocciolava dal mio pene, creando un miscuglio di sapori e di odori. Con un sorriso malizioso, mi si avvicinò e mi tenne il dito umido e viscoso sotto il naso. "Annusa," disse, "annusa il tuo sapore mischiato al mio." L'odore era intenso, profumo di sperma e di sesso, ma allo stesso tempo era qualcosa di estremamente eccitante. Le narici si dilatarono, quell'odore stava diventando un aroma delizioso. L'uomo osservò la mia reazione e, lentamente, mi spinse il dito in bocca che leccai con avidità, guardandolo negli occhi. Stavo dichiarando chi sono e di essere di sua proprietà.
DominantDaddy aveva la soddisfazione dipinta sul volto. "Mi piace una troia come te," disse ammirandomi che ero ancora in ginocchio, con il viso sporco e il culo aperto. "Ma adesso devo andare, ho altre cose da fare." Raccolse le proprie cose, si rivestì e si avviò verso la porta. "A presto, troia," mi disse con il tono di voce carico di promesse. Lo guardai andare via con un misto di nostalgia e desiderio, fermo immobile sul pavimento sporco.
I pensieri mi sfrecciavano per la testa come fiumi impetuosi: il pompino sul pianerottolo, i rumori inconfondibili mentre il mio culo veniva sfondato, la sensazione di essere posseduto e usato, la mia voce che rompeva il silenzio gridando la mia umiliazione, l'odore e il sapore dello sperma sul mio viso e nella mia bocca. Tutti elementi che avrebbero potuto spaventarmi, ma che in realtà mi facevano sentire vivo come non mai. Mi alzai e andai chiudere la porta di casa, con una sensazione di completezza e soddisfazione incomparabile.
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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