Gay & Bisex
The Pleaser

12.11.2016 |
9.162 |
5
"Sentii che cominciava a irrigidirsi, "vengo!", disse come soffocato e me lo spinse ancora più dentro..."
Questo racconto riporta fatti realmente accaduti: è la storia della mia vita sessuale degli ultimi anni, di come un ragazzo etero abbia sviluppato un'ossessione e una dipendenza dal sesso orale, abbracciando una completa e totale sottomissione.Alcuni dettagli su di me: ho 27 anni, sono alto 1.80, qualcuno può testimoniare che sono abbastanza attraente, corpo tonico da palestra, pelle olivastra. Ho fatto sesso per la prima volta che avevo sedici anni, con una ragazza che poi è stata la mia fidanzata fino ai 22. Questa storia parla di eventi che sono accaduti qualche anno fa, durante l'ultimo anno di università, periodo in cui ero single.
Mi ritrovavo quindi da single ad affrontare l'ultimo anno di università. Uscivo di casa pochissimo perché il lavoro da fare era tanto, c'era da studiare e gli esami erano parecchio impegnativi, e penso che furono i tanti film porno, guardati in quel periodo per combattere la solitudine, ad instillare nella mia testa l'idea che potessi andare con un uomo. Mi ero sempre masturbato immedesimandomi nell'uomo che si scopava una bella ragazza finché, non so come non so quando, cominciai a focalizzare l'attenzione sull' aspetto della donna che si portava un cazzo alla bocca, su quella che a me sembrava vera e propria estasi, ma che forse spesso era solo buona recitazione. Sembravano provare un piacere così intenso che cominciai a pensare a quali sensazioni avrei provato, se anch'io avessi avuto un cazzo in bocca. Cambiarono le fantasie masturbatorie, mi eccitavo pensandomi in ginocchio a succhiare un cazzo, mi eccitava il cazzo, lo veneravo, mi eccitava anche un senso di sottomissione e di abbandono che mi restituiva: l'idea di succhiarlo era diventata un elemento persistente del mio subconscio. I porno diventarono esclusivamente a tema sesso orale, i miei preferiti erano i gloryhole dove delle giovani donne erano in completa adorazione del cazzo come qualcosa di supremo, di indipendente dall'uomo che lo "portava". Dopo che venivo, un senso di colpa mi pervadeva, "oddio che sto facendo, sono gay?", poi dopo un po' questi sentimenti sparivano e tornava prepotente la fame, il cazzo, le foto di uomini inquadrati dal basso verso l'alto, i gloryhole, le ragazze bellissime che ingoiavano sperma come se fosse la cosa più prelibata del mondo.
Presto questi pensieri non furono più sufficienti. Cercai incontri su siti di annunci ma non avevo il coraggio di dare realtà alle fantasie, leggevo racconti gay e lo spogliatoio della palestra restava l'unico luogo in cui mi era permesso vedere un uccello che non fosse il mio. Tra l'eccitato e l'imbarazzato, speravo in uno scenario da film porno, che uno di quei tizi, gente che conoscevo, mi prendesse sotto la doccia e usasse la mia bocca per il proprio piacere. Questo ovviamente non accadde mai. Fu invece Massimo, un amico di vecchia data, a "usarmi" per la prima volta e a darmi uno dei piaceri più intensi della mia vita.
Massimo lo conoscevo dai tempi delle medie, era un ragazzo alto e ben piazzato, chiaro di carnagione e di capelli, lui la palestra la frequentava con maggiore dedizione e i risultati li portava a casa. Finite le scuole ci eravamo persi di vista e questa lontananza lo rendeva così sfumato che si ritrovava spesso ad essere il protagonista delle mie fantasie omoerotiche. Il fisico imponente, una certa bossy attitude, un cazzo decisamente notevole, come tutti notavano dopo le partite di calcetto, lo rendevano il tipo ideale a cui mi sarei sottomesso volentieri. Cominciai a riallacciare i rapporti, non sapendo bene cosa volessi fare o fino a che punto spingermi, fatto sta che iniziamo a uscire insieme: passavamo qualche serata in centro a bere sia soli che in compagnia di amici, universitari soprattutto, c'era la tipa figa che piaceva a tutti e due ma che non ci cagava, quella non tanto figa ma interessante che ci provava con me e che una sera ci invitò a casa sua per una festa.
Quella sera decidemmo di raggiungerli sul tardi, dopo il solito giro in centro, ed eravamo entrambi leggermente brilli quando prendemmo la sua macchina per andare alla festa, in un villetta fuori città. Il tragitto era piuttosto breve ma Massimo non volle aspettare e annunciò solennemente "devo pisciare". Accostò che ci trovavamo in un posto abbastanza desolato ai margini della zona industriale, scese e oltrepassò la macchina verso il mio lato; si fermò a qualche passo di distanza e cominciai a sentire il getto che colpiva l'erba sul bordo dell'asfalto. Come se nella mia testa qualcosa avesse fatto clic, o per coraggio alcolico non lo so, scesi dalla macchina e andai verso di lui, andai all in. Volevo vedere il suo cazzo, dovevo fare qualcosa. Mi misi accanto a lui.
"Anche tu acqua?", chiese, "No", risposi secco, e lo guardai negli occhi, poi guardai in basso e lo vidi: era un cazzo magnifico, grosso, perfetto, l'asta liscia ma venosa, la cappella semiscoperta, ebbi un'erezione istantanea.
"Che? Me lo vuoi scrollare?" disse con un mezzo sorriso, "No Massimo, non hai capito, voglio farti un pompino", e lo guardai fisso negli occhi. Lui si fece immediatamente serio, arretrò verso la macchina e si appoggiò sulla portiera posteriore. Non disse niente, il cazzo ancora fuori dai pantaloni, io avevo paura, ero pronto a girare tutto a scherzo goliardico, ma lui lo prese in mano e lo scappellò lentamente, "Dai prenditelo" un tono quasi autoritario.
Tirai un sospiro forte, ero fuori di me, mi avvicinai e mi accovacciai sull'asfalto. Era lì, finalmente, a due centimetri dalla mia faccia, respiravo forte, volevo l'odore di maschio, l'essenza; chiusi gli occhi e cominciai ad annusare l'asta, la cappella, non riuscivo a fermarmi, mi resi conto che involontariamente avevo aperto la bocca e mi era sfuggito un gemito.
"Annusami le palle" ordinò con un filo di voce, mentre le tirava fuori dalla patta e alzava l'asta verso di sé.
Senza esitare mi portai con la faccia sulle sue palle. Erano grosse, avevano un odore forte, di maschio, un odore buono. Mi scappò un altro gemito. Ero completamente intossicato. Mentre le annusavo, tirai fuori la lingua e accarezzai lentamente quella pelle incredibilmente liscia, vellutata. Le misi in bocca una alla volta, cominciai a succhiarle, la lingua che si muoveva intorno le bagnava. Lui gradiva, gemeva piano. Poi ruppe il silenzio
"Dai fammi vedere quanto vuoi questo cazzo"
Non era ancora completamente in tiro che presi la cappella in bocca e iniziai a massaggiarla lentamente, la lingua spingeva da sotto verso il palato, realizzai che stavo assaggiando il cazzo per la prima volta e che era la cosa più naturale di tutte. Succhiavo la cappella e sentivo che il cazzo si ingrossava, come una cosa magica, e il pensiero che fossi io a provocarlo mi riempiva di una strana euforia. Quindi sentì la mano di Massimo sulla mia testa. Voleva che me lo spingessi dentro, fino alla gola. Cercai di andare giù due tre centimetri finché non soffocai. "Piano, non forzarlo" disse accarezzandomi i capelli. La cosa mi eccitò ancora di più, volevo farlo godere, volevo essere bravo. Cominciai a spingerlo piano, la bocca si abituava lentamente e riuscivo a prenderne sempre di più. Andavo su e giù con la testa, le mani dietro la schiena, nel silenzio di quell'area industriale si sentiva solo il rumore della mia bocca, della saliva che colava dai lati. Ero completamente assorbito, in estasi. Succhiavo, leccavo, facevo l'amore con il suo cazzo, non avevo idea quanto tempo fosse passato, ma non volevo fermarmi.
Sentii che cominciava a irrigidirsi, "vengo!", disse come soffocato e me lo spinse ancora più dentro. Sentii lo sperma inondarmi la bocca. Lui tirò fuori il cazzo lentamente e io cercai di assaporare quel liquido caldo, dalla consistenza strana.
"Fammi vedere" disse. Aprii immediatamente la bocca.
"Ingoialo" ordinò. Lo mandai giù.
"Bravo, dai andiamo che ci stanno aspettando" disse richiudendosi la patta, avviandosi verso lo sportello.
Io ero ancora lì, per terra, senza parole; avevo appena succhiato il mio primo cazzo e avevo un'erezione mostruosa nei pantaloni. Mi rialzai e salii in macchina.
Continua (forse)
Disclaimer! Tutti i diritti riservati all'autore del racconto - Fatti e persone sono puramente frutto della fantasia dell'autore.
Annunci69.it non è responsabile dei contenuti in esso scritti ed è contro ogni tipo di violenza!
Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
Commenti per The Pleaser:
