Gay & Bisex
Stai zitto

08.01.2020 |
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"A 25 anni avevo già sperimentato un gran numero di esperienze sessuali, quasi tutte incentrate sulla sottomissione..."
A 25 anni avevo già sperimentato un gran numero di esperienze sessuali, quasi tutte incentrate sulla sottomissione. L’esigenza di avere qualcuno che mi controllasse e mi dicesse cosa fare aveva condizionato la mia vita sessuale sin dall’inizio ma col passare degli anni, come spesso capita, continuavo a rimanere fatalmente attratto da pratiche sempre meno convenzionali. Tuttavia non ero mai riuscito ad intrecciare una relazione duratura con un “Master”, un po’ a causa del tipo di persone che avevo incontrato, un po’ perché l’attrazione per il sesso estremo, la sottomissione totale e la perdita di dignità è, fortunatamente, intermittente.
Questo è in parte cambiato quando ho conosciuto Marco. Era un ragazzo più piccolo di me, all’inizio frequentava ancora il Liceo, ma aveva già le idee molto chiare sulle sue preferenze sessuali, non so se grazie ad esperienze precedenti o, come spesso accade, grazie all’enorme disponibilità di pornografia di ogni tipo. I primi contatti li abbiamo avuti in una chat per incontri, entrambi i nostri profili indicavano specificatamente una predilezione per la sottomissione, in un solo verso nel mio caso, in entrambi i versi nel suo. Dal mio punto di vista, l’idea di servire un Padrone così giovane rappresentava una novità molto interessante, anche se dai messaggi che ci siamo scambiati inizialmente percepivo un modo di fare un po’ troppo irruento e molto condizionato dalla momentanea eccitazione che si sperimenta di fronte allo schermo di un computer quando l’intero quadro delle pratiche sessuali è idealizzato. In certi casi esagerava, in altri mostrava disinteresse e freddezza. Non mi importava, era così anche per me e lo capivo perfettamente.
Ci siamo incontrati per la prima volta in estate, pochi giorni dopo i primi contatti in chat. All’epoca avevo a disposizione una casa in campagna con una serie di spazi, interni ed esterni, adatti ad incontri di quel tipo. Lui ancora non guidava, quindi dovetti andarlo a prendere con la mia auto. Era un po’ scomodo ma in fondo era giusto così, io ero lo schiavo e lui il Padrone. E lui l’aveva già capito molto meglio di me.
Dopo 5 minuti ad aspettarlo nel parcheggio l’ho visto arrivare, sono sceso dall’auto e, come faccio di solito, l’ho salutato in modo informale, come se fossimo allo stesso livello. Per lui evidentemente non era così.
“Stai zitto” ha risposto al mio saluto
“Entra in macchina”
Con 4 parole dure mi aveva fatto eccitare più di quanto molti altri non avessero fatto con mezzora di preliminari.
Ovviamente ho obbedito. Sono salito davanti, lui dietro.
“Togliti tutto”
Quindi ho tolto tutti i vestiti, già pochi visto il clima, e mi sono trovato completamente nudo fatta eccezione per le scarpe (non sarei riuscito a guidare senza) al posto del guidatore della mia auto. Ero già duro al massimo delle mie possibilità, non potevo e non volevo nasconderlo. Speravo solo che fosse così anche per lui, ma non lo dava a vedere.
“Adesso metti questa”. Dallo zaino che avevo lasciato dietro aveva tirato fuori una ball-gag rossa che faceva parte del mio relativamente ampio arsenale di sex toys. Mi aveva già intimidito con le sue prime parole, quindi dopo il saluto non avevo più aperto bocca. Ora non avrei più potuto neanche volendo.
La situazione mi preoccupava un po’: anche se era buio dovevamo attraversare mezza città e probabilmente da fuori si poteva vedere quanto stava succedendo in macchina. Dopo aver rapidamente vagliato le opzioni a mia disposizione ho subito rinunciato a protestare e ho accettato il rischio, che in effetti non avrebbe avuto nessuna conseguenza.
Il viaggio per arrivare a casa è durato circa mezzora, durante la quale non ho mai potuto vedere il mio passeggero. Non osavo guardare nello specchietto perché incrociare il suo sguardo mi avrebbe messo a disagio, quindi provavo ad ascoltare per capire cosa stesse facendo. Per un po’ ha sicuramente rovistato nello zaino, poi ha smesso e non ho più sentito particolari rumori fino all’arrivo a casa. Questa mancanza di iniziativa mi preoccupava un po’ ma in fondo mi stava semplicemente dimostrando la sua superiorità. Uno dei principali limiti degli schiavi come me è la necessità di sentirsi sempre al centro delle attenzioni del Padrone, per quanto degradanti e perverse. A lui non importava, non doveva dimostrarmi nulla né soddisfarmi.
Quando siamo arrivati la bava che mi era scivolata sul petto era già tanta e il cazzo si era di nuovo svegliato sapendo che presto avrei avuto quello che aspettavo ormai da un po’. Prima di scendere ha voluto che togliessi anche le scarpe. Senza poter parlare gli ho aperto e mostrato i vari ambienti che avremmo avuto a disposizione. Visto che era molto caldo ha scelto di rimanere all’esterno, in una piccola zona recintata con un prato, un pavimento di mattonelle e alcuni lettini.
In pochi secondi mi sono trovato in ginocchio, a testa bassa, con il collare e gli accessori di cuoio ai polsi e le caviglie. Da quello che aveva tirato fuori dallo zaino e disposto su uno dei lettini avevo già capito che le soddisfazioni per me non sarebbero state molte, avrei dovuto soprattutto soffrire. Ma ora che potevo vederlo bene ero convinto che per lui ne valesse la pena.
Non mi sbagliavo sulle sue intenzioni e il mio cazzo, ormai durissimo, è diventato la sua prima vittima. I primi colpetti sulle palle con la mano aperta erano rassicuranti, quasi affettuosi, poi con grande autocontrollo ha alzato gradualmente la forza. Dopo neanche due minuti il primo colpo davvero forte mi ha fatto piegare ed emettere il primo suono. Era soddisfatto, evidentemente mi stava testando. Lo stesso piccolo rito preliminare l’ha eseguito col frustino sul culo, ma i colpi erano stati fin da subito più violenti e le mie reazioni molto più scomposte. Evidentemente questo l’ha divertito più dei colpi sulle palle e ha deciso che i protagonisti della prima parte della serata sarebbero stati il frustino e il mio culo.
Una volta sbattutomi sul prato mi ha immobilizzato agganciando i polsi alle caviglie e lasciandomi il culo esposto in alto.
“Ora ti tolgo questa ma ti voglio sentire solo piangere o supplicare” mi ha detto liberandomi la bocca. In cambio della possibilità di parlare ho perso quella di vedere, visto che in un attimo mi sono trovato a indossare un cappuccio nero con solo una piccola apertura in prossimità della bocca.
Avevo già sperimentato punizioni molto violente con la frusta per cui avevo già capito dai primi colpi che non era molto esperto e un po’ troppo irruento. Anche la posizione, per quanto eccitante, mi creava qualche problema e mi avrebbe impedito di arrivare al livello di sopportazione che avrei avuto in un’altra situazione. Ma in fondo da un ragazzo di 18 anni ti aspetti esattamente questo. Quello che non mi aspettavo era la sua insensibilità alle suppliche.
Dopo il primo quarto d’ora ero già caduto su un fianco un paio di volte e avevo cominciato a piagnucolare ma lui continuava come se niente fosse. Al primo “ti prego padrone” non ha avuto nessuna reazione, al secondo mi ha dato venti secondi di tregua e ha ricominciato più forte di prima. Dopo altri 10 minuti non avevo più nessun controllo, quasi singhiozzavo e a ogni frustata lo supplicavo. Ero arrivato a promettergli che avrei fatto di tutto se avesse smesso, anche esagerando. Ma sapeva che lo avrei fatto comunque e non aveva nessuna intenzione di vincolarlo alla fine della punizione.
Dopo che per tre volte, mentendo, mi aveva annunciato le ultime 10 frustate sono effettivamente finiti i colpi. Mi sentivo il culo in fiamme, come se fosse stato sfigurato. Invece era solo leggermente segnato, come avrei scoperto più tardi a casa. Quanta strada avevo ancora da fare per arrivare al livello degli schiavi che avevo visto e invidiato su internet.
Non avevo dubbi che durante la punizione si fosse più volte tirato fuori il cazzo, ma quando è finita era ancora vestito. Dopo aver sofferto tanto, il calore del corpo del Padrone è spesso l’unica possibilità di conforto quindi mi dispiaceva che me lo negasse e questo aumentava il mio senso di inferiorità.
Ma il conforto è arrivato inaspettatamente in un altro modo. Dopo dei brevi momenti sul prato a riprendermi e a riflettere mi ha sciolto i polsi e le caviglie e mi ha tirato su in ginocchio per il collare. Si è sfilato rapidamente i pantaloncini sportivi e le mutande e mi sono trovato il suo cazzo, completamente eretto, in bocca. Ai primi movimenti per succhiarlo l’ha tirato fuori strattonandomi
“Non voglio un pompino, coglione! Devo pisciare”
Non me l’aspettavo in quel momento, ma lo desideravo. Prima di riuscire a emettere il getto sono passati diversi secondi, l’erezione gli ostacolava la pisciata. “Allora sei eccitato anche tu” ho pensato senza dirlo né accennare un sorriso che avrei pagato duramente.
La pisciata è iniziata violenta ma intermittente, per darmi il modo di bere tutto. Era più leggera di quanto mi aspettassi. In chat gli avevo chiesto di bere molto per diluirla ma mi aveva risposto con un secco “Faccio come voglio”. Invece era stato gentile. Avrei voluto ringraziarlo ma ero impegnato a bere il suo piscio e a pensare a quanto mi fosse superiore.
Dopo aver finito, con mio grande sollievo non si è rimesso i pantaloni ma si è spogliato completamente. Attraverso il cappuccio non potevo vederlo distintamente ma sapevo che aveva un bel corpo e speravo di poterne avere almeno un assaggio. Mi aveva letto nella mente:
“Adesso possiamo smettere e torni a casa così oppure soffri ancora un po’ e alla fine c’è un premio”
Non era una domanda e non c’era nessuna scelta da fare, ma ho comunque dovuto rispondere
“Voglio soffrire ancora un po’ Padrone”
“Bene, l’hai scelto tu”
Stronzo, non era vero. E non era vero neanche che avrei dovuto soffrire solo un po’.
Ancora una volta, al centro delle sue attenzioni c’erano le mie palle. Stavolta però niente colpetti, ma una punizione con regole precise a cui evidentemente aveva pensato prima dell’incontro.
“Ti lascio le mani e le gambe libere, ma se provi a coprirti le palle o stringere le gambe ricomincio sempre da zero. Poi ti metto un plug in culo e un dildo in bocca, se uno dei due cade la posizione si inverte. Ogni volta che succede”
Sistemati i due oggetti che aveva preannunciato, ha aggiunto due piccole pinze ai capezzoli. Per dimostrare la mia disponibilità e la mia sottomissione mi sono sistemato con le mani dietro la testa e le gambe leggermente allargate e lui ha subito colto l’invito, prima con le mani poi anche con i piedi. Dal primo vero calcio ho perso la compostezza iniziale ma non l’erezione. La cosa lo divertiva e con il nastro adesivo mi ha fissato il cazzo alla pancia in modo da lasciare le palle esposte.
La punizione è andata avanti, meno intensa della precedente ma ugualmente dolorosa. Sentivo le lacrime agli occhi ma non uscivano e stavolta non potevo neanche supplicare. Non potevo chiedere pietà né direttamente né indirettamente.
Dopo 10 minuti e circa 15 calci con altrettante cadute sulle ginocchia l’erezione era scomparsa. Non volevo deluderlo ma il dolore era troppo forte. In compenso ero ancora in grado di tenere il plug in culo e non avevo lasciato il dildo, anche se ormai dovevo averci lasciato diversi segni con i denti.
La cosa non gli andava a genio e la forza dei colpi è aumentata ulteriormente. Ne sono bastati 3 per farmi finire a terra, piegato in avanti, e perdere il controllo del plug, che è uscito quasi senza che me ne accorgessi, visto che il dolore alle palle mi aveva quasi fatto perdere la sensibilità alle altre parti del corpo in quella zona.
“Le regole sono regole” mi ha detto sfilandomi il dildo dalla bocca.
“È anche già lubrificato” e con un colpo molto meno gentile di quanto sperassi me l’ha infilato completamente in culo.
Raccolto il plug da terra, dove si era anche leggermente sporcato, mi ha fatto aprire la bocca e l’ha inserito. Per un attimo un senso di repulsione mi ha impedito di chiudere completamente la bocca intorno all’oggetto che era stato nel mio culo per tutto quel tempo, ma uno schiaffo ha subito messo a posto la situazione.
Avermi inflitto quell’umiliazione l’aveva soddisfatto e la punizione è andata avanti per soli altri 5 minuti, dopo i quali ho potuto lasciare il plug e il dildo, mentre le pinze ai capezzoli erano scivolate via già da un pezzo. Non stavo più pensando al premio, mi bastava la fine del dolore, ma in fondo me l’aveva promesso. Mi aspettavo il cazzo, era lì davanti a me pienamente in tiro nonostante se lo toccasse molto raramente. Mi sarebbe piacito succhiarlo, perché il culo mi bruciava sia fuori che dentro, magari mi avrebbe fatto bere ancora. Invece aveva altro in mente.
Mi ha fatto sistemare su uno dei lettini, completamente orizzontale, con la pancia in su e la testa appoggiata e senza troppi preamboli si è seduto esattamente sopra la mia faccia. Non appoggiato, ma sospeso quel tanto che bastava perché potessi fargli un vero e proprio servizio di lingua. Era quello il mio premio e non avrei potuto sperare di meglio.
Si stava segando e io ero completamente sottomesso al suo buco del culo. Sperando che me lo consentisse o che non ci facesse caso ho provato ad avvicinare una mano al mio cazzo ma con più gentilezza del solito l’ha immediatamente allontanata. Ho subito recepito il messaggio: davanti a lui non potevo godere. Non mi importava, il servizio che gli stavo facendo al culo stava dando certamente più piacere a me che a lui. Non che a lui dispiacesse, in pochi minuti è arrivato all’estremo e ha ricoperto di sborra la mia pancia, il mio cazzo e parte delle mie gambe. Ormai era completamente appoggiato sulla mia faccia e a fatica respiravo.
Avrei voluto ringraziarlo, ingoiare tutto, pregarlo di rimanere ancora un po’ in quella posizione, ma non l’ho fatto e dopo qualche secondo si è alzato. Con un tono molto più amichevole rispetto alle due ore precedenti mi ha detto che avevamo finito e mi ha fatto rivestire, scherzando anche sul fatto che con l’erezione che avevo dovevo stare attento a non rimanere incastrato nella zip dei pantaloni. Si era svuotato ed era molto più rilassato ma ci godeva a vedere che io ero ancora eccitato e succube.
Nei giorni seguenti ho provato più volte a immaginare un modo per ottenere il premio senza punizioni. Ma era un enigma senza soluzione. Per avere di nuovo un assaggio del mio Padrone avrei dovuto soffrire ancora, sempre di più.
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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