Gay & Bisex
La prima volta tra ragazzi
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03.06.2020 |
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"A un certo punto ebbi un’erezione che, nonostante avessi cercato di nascondere, mi accorsi che lui aveva notato..."
Quando avevo tredici anni, mi vedevo spesso con un ragazzo di sedici che si era traferito da poco nell’appartamento proprio di fronte al mio. Anche se era un po’ più grande di me, a quell’età anche tre anni fanno una bella differenza, avevamo fatto presto amicizia. Nel tempo libero, uscivamo spesso insieme oppure lui veniva a casa mia e io andavo a casa sua. Di pomeriggio sia i miei genitori che i suoi erano al lavoro e noi trovavamo sempre qualcosa da fare e da dire. Capitava qualche volta che accennassimo al sesso con le ragazze, io mi mantenevo più sul generico, lui entrava più nei dettagli. Quando questo succedeva, mi capitava di sentirmi un po’ a disagio e, allo stesso tempo, sentivo che il calore del mio corpo aumentava e la respirazione diventava più profonda ma meno libera.
Un pomeriggio, era verso i primi di giugno, a casa sua stavamo guardando la tv e, non ricordo come, andammo a parlare di sesso. A un certo punto ebbi un’erezione che, nonostante avessi cercato di nascondere, mi accorsi che lui aveva notato. Immediatamente dopo mi chiese se volevo una Coca. Risposi di sì. Al suo ritorno si sedette molto vicino a me appoggiando il suo ginocchio, nudo perché eravamo in pantaloni corti, al mio. Riprendendo il discorso precedente, dopo un po’ mi chiese quante seghe mi facevo nella settimana e poi come me le facevo. Lui disse che faceva una sborrata quasi tutti i giorni e mi disse come si strusciava. Mentre lo diceva si abbassò i pantaloncini per farmi vedere nella pratica come se lo strusciava. Io non reagii, e guardai il suo cazzo già quasi ritto e il movimento della sua mano senza distogliere mai lo sguardo. Notai la forma del suo cazzo. Era più lungo e più robusto del mio e aveva una cappella che sembrava una prugna. Io ero silenzioso e, quando mi chiese di fargli vedere come facevo io, non ebbi nessuna reazione salvo un certo irrigidimento del corpo. A quel punto lui allungò la sua mano direttamente all’interno dei pantaloncini tirandomeli giù abbastanza da far restare il mio cazzo rittissimo tutto scoperto. Cominciò a strusciarmelo. La mia cappella era bagnata e mi era venuta una gran voglia di scaricarmi. Lui continuò a strusciarmi con la mano che mi pareva più calda del mio cazzo. Mentre me lo strusciava non diceva niente e continuava a masturbarsi con l’altra mano sollevando il suo bacino e facendo svettare di più il suo cazzo che io continuavo a guardare come se fossi di fronte ad un’apparizione di qualcosa di inquietante e allo stesso tempo attraente. Non molto dopo schizzai in modo decisamente più forte e abbondante di quando mi masturbavo. Lui mi passò dei fazzolettini per asciugarmi. Nessuno di noi parlò. Ci ricomponemmo e riprendemmo a guardare la tv facendo qualche commento qua e là.
La notte, prima di dormire mi feci una sega ripensando a quello che avevo provato e a quel cazzo che mi aveva come ipnotizzato.
Passarono alcuni giorni prima che ci incontrassimo di nuovo. Quando ripensavo a lui era come se mi mancassero le forze, cercavo di scacciare i pensieri, l’immagine della sua erezione e la sensazione fortissima della mia sborrata. In qualche momento avevo quasi voglia di telefonargli con una scusa, subito dopo decidevo di non farlo perché temevo i miei desideri e che lui mi considerasse male.
Finalmente ci incrociammo di fronte a casa. Lui mi salutò come al solito. Mi raccontò di una cosa buffa che era successa a scuola. Decidemmo di vederci il pomeriggio a casa sua. Quando arrivai da lui, ero emozionantissimo e penso che lui lo vedesse. Al contrario di me, lui si comportava come al solito ed era come sempre piuttosto loquace. Quando ci sedemmo per guardare la tv, lui si mise in modo che i nostri due corpi si toccassero. Sentii il calore del suo corpo, in particolare nel contatto delle nostre gambe nude dato che eravamo come sempre in quei giorni in pantaloncini corti.
Senza dire niente, mi appoggiò una mano sulla parte interna delle cosce. Io strinsi le gambe in modo automatico. Lui cominciò a far salire la mano delicatamente verso le mie palle. Inizialmente non feci niente salvo facilitare l’avvicinamento della sua mano quando ormai stava raggiungendo il suo obiettivo. Cominciò ad accarezzarmi le palle e, poco dopo, avevo il cazzo rittissimo. Mi abbassò i pantaloni e gli slip che vidi un po’ bagnati per l’eccitazione. Poi si chinò e, senza che io me l’aspettassi, mi prese il cazzo completamente nella sua bocca. Io intanto ero tutto un fremito di piacere. Non pensavo a niente, ero tutto preso dal godimento di sentire la sua bocca bagnata e caldissima che accoglieva il mio cazzo e mi piaceva anche sentire il suo fiato sul mio inguine. Non resistetti molto alla fortissima eccitazione, segnalai fisicamente e con l’accelerazione del respiro che stavo per venire. Lui staccò la bocca appena prima che io schizzassi bagnandomi dal collo fino al pube. La maglietta aveva gran parte degli schizzi. Lui mi aiutò a pulirla un po’ con dei fazzolettini.
Io me la tolsi e rimasi così praticamente nudo. Lui mi guardò eccitato per qualche secondo e iniziò ad accarezzarmi in tutto il corpo con una mano e a masturbarsi con l’altra. Io ero agitatissimo e lasciai fare. Mi piacevano le sue carezze e guardarlo mentre si strusciava. Con la mano arrivò ad accarezzarmi sotto i testicoli fin quasi ad arrivare vicino al mio buchetto. Alla fine si irrigidì e fece tre quattro schizzi fortissimi e abbondanti che evitò di farsi arrivare in faccia parandoli con la mano che aveva nello stesso momento smesso di accarezzarmi.
Mentre lui si ripuliva, dissi che dovevo andare. In realtà era una sorta di fuga perché non avrei saputo come gestire la situazione dopo quello che era successo.
Per tutta la sera fui agitato. Mi piaceva e mi spaventava l’aver goduto di nuovo tanto e l’eccitazione che mi aveva dato e continuava a darmi l’immagine del suo cazzo che schizzava.
Il pomeriggio del giorno dopo avrei voluto non incontrarlo per fare decantare un po’ le emozioni, ma ad un certo punto feci l’opposto e gli telefonai per sentire se potevo passare da lui. Lui accettò volentieri senza mostrare esitazioni e con la sua voce di sempre mentre la mia si strozzava un po’ in gola.
Quando arrivai ci salutammo. Ci sedemmo sul divano, ma restammo in silenzio. Prese lui l’iniziativa e mi accarezzò i ginocchi e le cosce. Mentre faceva questo, mi sussurrò la proposta di andare in camera sua. Si alzò e lo seguii. Una volta lì, restai fermo in piedi. C’era una fresca penombra. Lui riprese ad accarezzarmi e nel frattempo mi tolse i pochi vestiti che avevo indosso. Lui rimase vestito. Io ero eccitatissimo e mi accorsi di avere un’erezione fortissima senza che il mio cazzo fosse stato neppure sfiorato né da me né da lui.
Lui si mise dietro di me e sentii il suo cazzo ritto sotto i pantaloncini che pigiava tra le mie natiche. Mi era capitato qualcosa di simile poco tempo prima in un autobus affollato andando a scuola. Un trentenne me lo aveva puntato dietro per quasi una ventina di minuti di viaggio e io, con il cuore a cento, non mi ero mosso. Stavolta però ero nudo e la sensazione era più forte. Stando sempre nella stessa posizione mi accorsi che lui si sfilava i pantaloncini. Subito dopo sentii il calore e la durezza del suo cazzo pelle contro pelle. Non pensavo a niente e neppure riuscivo a prevedere o desiderare le mosse successive. Mentre mi accarezzava dappertutto compresi il cazzo e le palle, mi puntò direttamente la cappella sul buco. Io quasi tremavo ma non era di paura. La pressò più volte come per vedere quanto il mio buco cedeva. Poi lo bagnò con la sua saliva accarezzandolo delicatamente. Continuando la carezza venne davanti a me e prese per un po’ la mia cappella in bocca. Quando si alzò, si bagnò una mano con la saliva e mi accorsi che fece risalire la pelle del prepuzio fino a ricoprire tutta la cappella che, dopo essersi messo dietro di me, puntò direttamente e con maggiore forza di prima sul mio buco. Fu una sensazione estrema per me, ma non mi contrassi. Lui spinse piano piano di più e io mi piegai naturalmente per facilitarlo. All’improvviso, la sua cappella che ormai era abboccata al mio buco, scivolò dalla pelle del prepuzio direttamente nel mio retto. Per un momento sentii male e trattenendomi feci come un piccolo gemito. Lui si fermò aspettando che il mio buco si adattasse al suo cazzo. Io mi sentivo totalmente abbandonato alla situazione e lui, muovendo il bacino lentamente continuò ad andare sempre più a fondo finché il suo inguine fu a contatto con il fondo della mia schiena.
Mi sospinse delicatamente verso il suo letto e mi fece capire che mi dovevo sdraiare bocconi. Cominciò allora ad andare su e giù nel mio retto e più passava il tempo più la cosa mi piaceva specialmente quando estraeva quasi completamente la sua verga e poi me la affondava giù fino a farmi sentire le sue palle che toccavano le mie cosce. Per il movimento, anche il mio cazzo poteva strusciare un po’ sul letto e questo aumentava il piacere. Lui ogni tanto mi abbracciava forte e accelerava il movimento facendo andare il suo cazzo più a fondo possibile. Credo che mi abbia scopato così quasi mezz’ora finché a causa di un suo affondo con un abbraccio più intenso sborrai sul letto. Le mie contrazioni provocarono il suo orgasmo proprio mentre anch’io ero al massimo del godimento. Sentii le contrazioni del suo cazzo e il fiotto della sua sborra allagare il mio retto. Restammo nella stessa posizione finché il suo cazzo scivolò fuori dal mio buco bagnatissimo. Ci asciugammo e asciugai il letto come potei. Era ora per me di tornare a casa. Quando, dopo qualche minuto, andai in bagno, mi uscì tutta la sua sborra dal buco e mi resi conto di quanta era, probabilmente aumentata dal liquido provocato dallo strofinamento del suo cazzo nel mio retto.
Dopo quella volta, anche se mi era restato un leggero dolore al buco, feci in modo da incontrarlo molto presto. Tanto presto che lui quasi non se l’aspettava.
Continuammo per tutta l’estate. Mi eccitava tutto di quello che facevamo insieme, in particolare mi eccitava il pensare che quel cazzo robusto e quella grossa cappella entravano completamente dentro di me. Quasi sempre lui mi scopava dietro. Provammo altre posizioni, ma quella usata più spesso rimase quella della prima volta. In alcune situazioni, lui, prima di incularmi, mi facevavuna pompa. In quei casi, anche dopo essere già venuto, godevo ugualmente a prenderlo dietro e capitava che sborrassi una seconda volta se la scopata durava più a lungo o lui mi montava con più forza.
Quando ricominciò la scuola, ognuno riprese le proprie attività. Diradammo gli incontri. Lui si mise con una ragazza, io cominciai a frequentare amici diversi.
Ogni tanto, quando mi masturbavo, mi eccitava il ricordo delle tante scopate che avevamo fatto per più di tre mesi. Dopo quell’esperienza così intensa, passarono molti anni prima che mi trovassi di nuovo, ormai uomo, con altri uomini.
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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Commenti per La prima volta tra ragazzi:
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