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La cara sorellina


di cyberschiavo
10.01.2015    |    13.662    |    0 5.2
"Si rialzò lentamente, guardandoci negli occhi con aria di sfida e disse “Non è ancora finita, ora voglio che tutti i miei buchi siano riempiti da cazzi..."
In questa storia racconterò di come io, Luca, Marcello e Roberto coninvolgemmo la mia cara sorellina nei nostri giochi pomeridiani.

Nei giorni seguenti al mio sverginamento continuammo ad incontrarci clandestinamente nella campagna e a ripetere gli inculamenti e i bocchini.
Oramai avevo perso il conto di quante volte mi erano venuti in bocca e dentro al culo, ma se una cosa fatta ogni tanto può sembrare interessante e coinvolgente, con l’arrivare dell’abitudine scompare quell’atmosfera magica che si viene a creare la prima volta.
Ci servivano quindi dei nuovi diversivi e stranamente la cosa venne in mente a me.
“Visto che la nominate tanto posso dire a mia sorella di venire con noi, così ce la trombiamo per bene.”
“Eh si ora figurati se tua sorella viene spontaneamente qui a farsi tre ragazzi tutti in una volta.” - disse Luca.
“Quattro prego - precisai - e poi non glielo diciamo mica, la faccio venire qui con una scusa e poi succeda quel che succeda”.
“E quanto puoi organizzare la cosa?”
“Beh domani o dopodomani”.

Alla sera tornai a casa, andai subito a letto e per tutta la notte non pensai altro a che scusa inventare per farla allontanare da casa.
Mi sorella all’epoca aveva quindici anni e li portava proprio bene: aria da troietta, gran culo e due seni non ancora perfettamente sviluppati ma già abbastanza sodi.
Siccome andava a scuola superiore era “costretta” a vivere in città con una mia zia, e a quanto si dice a scuola si dava molto da fare con i cazzi degli studenti.
Nel periodo estivo era però costretta a venire da noi in campagna e sapevo che qui si spallava a morte: sicuramente potevo far leva su questo.

La mattina scesi in cucina e la trovai che stava lavando i piatti della colazione, mi avvicinai e gli chiesi: “Senti Elisa, ci verresti oggi con me in campagna per raccogliere dei fichi per fare la marmellata?”.
Lei rimase un poco perplessa, sapevo che la cosa non le importava per niente, ma anziché stare a casa ad aiutare la mamma decise di acconsentire.
La mattina incontrai i miei amici e rimanemmo d’accordo che loro mi dovevano aspettare su alla cava e che io e la baldracca gli avremmo raggiunti più tardi.
Erano già completamente eccitati e la cosa si poteva osservare benissimo dall’aumentare di volume del pacco che avevano sul davanti.

Al pomeriggio verso le tre io e mia sorella muniti di sacchetti e trespolo ci dirigemmo verso la campagna.
Per la prima ora raccogliemmo realmente fichi dagli alberi, ma io aspettavo impaziente che gli altri cogliessero la sua di fiche.
“Vieni conosco un posto dove ci sono moli alberi abbastanza bassi”. - le dissi dirigendomi verso la cava.
Arrivati lei notò subito che vi erano altri ragazzi : “Ciao, ragazzi avete visto che siamo arrivati?” - dissi.
“Ma come - ribattè mia sorella - ci aspettavano qui?” “Beh si, vedi, avevamo pensato di fare un po’ di porcate insieme a te, che ne pensi?” disse Marcello, sempre il più intraprendente.
“Ma, ma, ma - balbetto per alcuni secondi Elisa - e tu Alex mi hai portata qui sapendolo?”
“Dai sorellina rilassati, e piacevole lo sai. Guarda”.
Mi inginocchiai davanti a Roberto , gli aprii la zip dei pantaloni, sfilai il cazzo oramai in tira e mi misi a ciucciarlo avidamente.
Mia sorella sbarrò gli occhi e credo che per poco non svenne poi esclamò .” Sei solo un porco, siete tutti dei porci, ma aspetta stasera quando lo dico al babbo!” e dicendo così scappò via.
Nessuno fece niente per evitarlo, anche se potevano.
“E ora che si fa? Succederà un casino” “Ma no, non glielo dice ai miei genitori, figurati se va a dire che a visto il fratello con un cazzo in bocca”.
“Dai, si ricomincia come sempre purtroppo , in fila ragazzi”.
Continuai il bocchino a Roberto con cura, oramai ero super allenato e avevo imparato a prolungare il suo piacere all’infinito per non farlo venire subito.
Roberto si lamentava dal piacere; ero tutto intento nel mio lavoro quando Luca dice : “Oh, oh guai in vista ritorna l’Elisa!”.
Mi staccai e la guardai mentre incazzata nera si avvicinava velocemente sbraitando :”Non esiste! Non esiste che mi faccia battere dal finocchio di mio fratello a fare bocchini! Dammi l’uccello che ti faccio vedere io!”.
Mi scansò buttandomi a terra, si inginocchiò e senza neanche guardare Marcello in faccia gli prese l’uccello e se lo infilò in bocca pompando come un ossessa “Hei - diceva lui - piano così me lo stacchi! Ho capito ora da dove ha preso Alex a fare i pompini, è un dono di famiglia”.
Io mi misi a ridere dicendo ;”Ragazzi vi presento Elisa la troia”.
Feci venire Luca vicino a Marcello e presi anch’io a succhiare: eravamo uno di fianco all’altro, fratello e sorella che stavano sbocchinando a più non posso due cazzi. Ogni tanto lei mi lanciava delle occhiate come per dirmi “guarda che sono meglio io” ma dai lamenti dei due credo che si divertissero in uguale modo.
Marcello presto dovette venire dal piacere e preferì cospargere la sua preziosa sborra sulla faccia di lei che inutilmente cercava di far entrare gli schizzi dentro la sua bocca.
Mi staccai un momento dal mio uccello e mi avvicinai al viso di lei e gli incominciai a leccare il liquido che oramai gli colava già lungo il collo dicendogli “Dopo lo fai tu a me” e ripresi il pompino.
Stessa scena di prima: Luca mi schizzò con violenza sulla faccia e quella porca di mia sorella ripulì tutto minuziosamente.
“Mi è sempre piaciuto bere lo sperma, a scuola mi sono meritata il soprannome di pompiera per quanti ne ho ciucciati, ma devo dire che anche tu non te la cavi male. Scusa per prima Alex. Beh, a questo punto non resta che concedervi quella cosa che il mio caro fratellino, volente o nolente non vi può dare”.
E dicendo questo si cominciò a togliere da prima la camicetta, poi i jeans ed infine le mutandine fino a restare completamente nuda, tenendo in mostra la sua bella fichetta contornata da una peluria abbastanza folta e morbida di colore chiaro.
“Dove ci mettiamo?- disse quasi spingendo Roberto”. “Vieni, ci possiamo stendere qua - disse lui”
Si spostarono di una decina di metri dove l’erba era più soffice e la fece distendere a gambe aperte: si mise subito a sgrillettarsi ed aprirsi le labbra della vagina fino ad introdursi dentro due dita.
Si potevano notare già gli umori che cominciavano a scendergli tra le gambe; la troia era già venuta dal piacere di prima.
Roberto tenendogli le gambe la cominciò a penetrare lentamente, questa volta non servì neppure l’uso della crema.
La sua figa era già stata violata da tempo e poteva ospitare cazzi ben più grossi di quello di Roberto.
Mentre lui gli pompava dentro lei cominciava a mugolare e lamentarsi dal piacere “Ahha, si dai sfondami col tuo trapano, fammi vedere cosa sia fare, dai, ahhha mi fai impazzire, dai più forte! Fammici entrare anche le palle!”
Sembrava un’ossessa mentre lui impegnandosi fino allo spasimo la infilava con colpi sempre più forti e veloci fino a farle provare l’apice del piacere.
“Cazzo che scopata, però non ti credere che il culo di tuo fratello abbia qualcosa da invidiarti.” - disse Roberto.
Noi eravamo rimasti a distanza a guardare tutti eccitati, mentre l’Elisa fece segno a Luca di venire da lei.
“Dai bel torello, sdraiati a terra che voglio cavalcare sopra il tuo cazzo!”.
Ne sapeva una più del diavolo, mi domandavo come erano fortunati tutti i maschietti della sua scuola ad avere una compagna come lei.
Luca si mise disteso a terra e lei gli si era messa sopra infilandosi in un colpo solo il cazzo nella sua figa ancora piena della sborra di Roberto. “ Ahha, questa è la posizione che preferisco - disse cominciando a infilarselo e sfilarselo ad un ritmo impressionante.
“Me lo sento tutto dentro la pancia, voglio che mi sventri la figa!”
Continuò fino a farlo venire, poi si stacco da lui, glielo ripulii accuratamente e non ancora contenta si infilo due dita dentro la vagina per raccogliere lo sperma che vi era rimasto e se le leccò avidamente.
“Ora tocca a me - disse Marcello avvicinandosi - ma siccome la figa oramai ce l’hai sfondata ti prenderò in culo”.
“Eh no bello, il culo ce l’ho ancora vergine e lo voglio mantenere così per un bel po’ e poi mi hanno detto che è dolorosissimo”.
“Ma sorellina, non sai cosa ti perdi e poi se entrato nel mio buco strettissimo figurati nel tuo”.
“No, guarda non me la sento, e poi l’uccello di Marcello è troppo grosso”.
“Ma dai non fare così “ - mi cominciai ad avvicinare mentre lei era ancora a terra in ginocchi - Se vuoi puoi provare con il mio che non è molto grande”. Cominciai a baciarla per farla stare tranquilla e dolcemente la feci mettere a pecorina, mi chinai su di lei fino a che il mio viso non fu vicino al suo sfintere e cominciai a leccare quelle sue piccole pieghette; sentivo che ad ogni colpo di lingua lei aveva come dei brividi di piacere e che oramai non vedeva l’ora di provare quell’esperienza.
Intanto uno dei ragazzi era andato a prendere il tubetto della crema e me lo aveva dato.
Come Roberto aveva fatto con me la prima volta unsi bene sia il mio cazzo che il suo buco, poi mi alzai, avvicinai il cazzo al buco e spinsi; non vi fu alcuna difficoltà, date le dimensioni del membro e dall’abbondante presenza di crema.
Cominciai a fare avanti e indietro, mentre lei si cominciava a sciogliere come burro al sole.
Si lamentava sommessamente mentre con una mano si sgrillettava allegramente.
Con il continuare della mia azione cominciavo a percepire qualcosa: sentivo che i testicoli mi si erano fatti gonfi e che qualcosa dentro il mio ventre cercava di venire fuori, non avevo mai provato una sensazione simile mentre mi inculavano o facevo pompini.
Alla fine mi accorsi che non e la facevo più, stavo per la prima volta venendo, estrassi di colpo il cazzo dal suo culo, mi portai davanti a lei ancora gemente e gli ordinai “Bevi la sborra di tuo fratello troia!.
Lei obbedii aprendo la bocca e ospitando al suo interno il mio uccello che oramai stava eruttando.
Con violenti spasimi gli schizzai una, due, tre volte mentre lei inghiottiva tutto avidamente.
Nel frattempo appena io avevo lasciato il suo culo Marcello si era preso la briga di cominciare a ungersi ben bene l’uccello e si era portato dietro a mia sorella e appena io ero venuto lui glielo aveva piantato dentro.
Mia sorella emise un urlo di dolore, poiché stavolta le dimensioni erano maggiore e lo sfintere doveva allargarsi di più.
A differenza che con me stavolta non Marcello non andò sul sottile, sfondandoglielo completamente in un solo colpo.
“Mi fai male AAAAAHGG! Ma lui imperterrito cominciava a stantuffargli dentro. “Dai troia vedrai domani come caghi meglio! Ho sempre sognato di svergina re il culo di una donna.
Lei oramai non si reggeva più sulle braccia ma era caduta completamente a terra mentre lui era più eccitato di un mandrillo fregandosene delle sue urla.
Intanto noi facevamo il tifo per lui battendo il ritmo che teneva.
Venne dopo un paio di minuti riempiendogli il culo di calda sperma, poi si ritirò da Elisa che rimase ancora un poco a terra con il buco del culo allargato all’inverosimile e completamente provata.
Si rialzò lentamente, guardandoci negli occhi con aria di sfida e disse “Non è ancora finita, ora voglio che tutti i miei buchi siano riempiti da cazzi.”
Fece distendere di nuovo Roberto e gli si salì addosso, poi fece andare Luca sul di dietro a fargli il culo oramai profanato.
Stavolta la penetrazione fu meno dolorosa; mentre Luca si dava da fare nel suo sedere lei gli prese il ritmo e cominciò a fare su e giù sull’asta di Roberto.
Ad un certo punto mi disse di avvicinarmi e di metterglielo in bocca “E io cosa faccio? - chiese Marcello.” “Tu ti sei divertito anche troppo”. - gli rispose mia sorella.
“Va bene allora mi diverto a modo mio” - e dicendo questo mi si avvicino e me lo sbatte dentro il culo.
Eravamo una cosa mai vista neppure nelle nostre fantasie potevamo immaginare una cosa del genere.
Ci sarebbe voluta una foto ricordo.
Mia sorella che aveva due cazzi stantuffanti nel culo e nella vagina, mentre io, il suo indifeso fratellino la stava chiavando in bocca mentre lo prendeva in culo!
Uno spettacolo sublime! Non ricordo più chi venne per primo, mi ricordo soltanto che ad un certo punto mia sorella sembrava avesse fatto una doccia di sborra tanta che ne era piena.

Quella fu un’estate stupenda: due o tre volte alla settimana( per non destare sospetti in famiglia) ci appartavamo per divertirci come non mai, ma quello che non ho mai detto neppure ai miei amici, sono le chiavate che mi sono fatto con la gentil sorellina in casa, di notte, quando lei veniva a trovarmi nel mio letto e dava sfogo alle sue depravazioni.
E brava la sorellina!

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