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GITA SCOLASTICA 4- PARTI VERGINE E TORNI SFONDATO
di only_a_boy
21.01.2023 |
7.327 |
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"“hei ma che cazzo state facendo?”..."
Lorenzo quel pomeriggio ebbe modo di sudare freddo e di essere a disagio più di una volta. Era terribile stare in mezzo ai coetanei nelle condizioni in cui si trovava: i suoi due compagni di stanza, Diego e Francesco, l’avevano costretto ad indossare delle mutandine rosse di pizzo e il povero ragazzo stava così, tremando al pensiero che qualcuno se ne potesse accorgere. Ma il motivo che lo faceva sobbalzare dalla sedia più di una volta non era tanto quell’innocuo e ridicolo indumento quanto il dildo-vibratore che i due compagni gli avevano infilato su nel culetto: ogni volta che Francesco aveva voglia di divertirsi spingeva il pulsante di un telecomando e l’ordigno che era tra i glutei di Lorenzo iniziava a muoversi. Era davvero difficile per lui cercare di far finta di niente, di camminare normalmente o di prestare attenzione a quello che gli veniva mostrato in un museo, durante il percorso d’istruzione della gita scolastica, mentre nelle sue viscere c’era una presenza che non smetteva mai, ma proprio mai, di ruotare e vibrare.
Chi l’avrebbe mai detto prima! In poche ore la sua vita era cambiata e il mondo sembrava ribaltato: la notte precedente, aveva dovuto accogliere nel suo culetto il cazzo enorme di Diego e quello un po' più piccolo ma sempre rispettabile di Francesco. Era stato impegnativo perdere la verginità sotto i colpi di questi due ragazzi, alquanto rudi e divertiti dall’idea di avere a disposizione un corpo pronto a subire, ma tutto sommato erano state esperienze che non avevano avuto una durata infinita. Invece questo dildo, molto più piccolo, sembrava instancabile e, sebbene incapace di andare ovviamente affondo come le spinte che aveva ricevuto dai cazzi dei due adolescenti, si muoveva ritmicamente e inesorabilmente. L’unica tregua avveniva a comando, quando Francesco si ricordava di disattivarlo.
All’inizio era stato azionato per pochi minuti, con Francesco che non perdeva di vista il volto di Lorenzo: ci vedeva riflessa ogni emozione e godeva all’idea di essere lui a poter decidere con uno schiocco di dita quando iniziare o quando far cessare quel piccolo supplizio nel culetto di Lorenzo. Una volta, per farsi quattro risate, si avvicinò tirandosi dietro Diego e la sua fiamma Maria, col preciso intento di intavolare una conversazione con Lorenzo. Questo, naturalmente, dopo avergli azionato il vibratore, per poter meglio sogghignare alla difficoltà del ragazzo di cercare di sembrare il più neutro possibile.
Ogni eroica resistenza ha un limite e Lorenzo era allo stremo: quel vortice che gli allargava il culetto lo stava facendo andare su di giri. Quando in un ennesimo museo Francesco fu preso dal corteggiare la figa di turno e si scordò il vibratore acceso, il povero Lorenzo non fu capace di mantenersi e venne nelle mutandine di pizzo, in modo violento. Non aveva più avuto eiaculazioni spontanee da quando era un bimbetto di 13 anni e si svegliava la notte bagnato, anche se è vero che questa eiaculazione di spontaneo non aveva nulla perché era indotta da quel piccolo aggeggio che lo scavava dentro.
Lorenzo riuscì a sgattaiolare nel bagno del museo: si sentiva tutto bagnato e le vibrazioni di quel dildo gli facevano tremare le gambe. Si era abbassato i pantaloni con l’intento di pulirsi e di togliere quella tortura da dentro di sé ma rimase per un attimo pietrificato al vedere la figura che gli ricambiava lo specchio: davanti alle mutandine di pizzo c’era una grande chiazza scura che le rendeva totalmente umide, facendolo sembrare un bambino che si fosse fatto la pipì addosso piuttosto che un adolescente che fosse venuto nelle mutande. Ripresosi, stava per infilare la mano dietro per cercare di estrarre il vibratore quando questo all’improvviso si fermò. Attraverso lo specchio Lorenzo vide Francesco, con il telecomando in mano: l’aveva seguito e raggiunto in bagno.
“Vedo che il giocattolino ti ha fatto bagnare ben bene. E cosa pensavi di fare ora?”, disse fissandolo negli occhi attraverso lo specchio.
“Voglio togliermelo, non ne posso più”, rispose Lorenzo.
“Eppure una parte di te ha apprezzato tanto a giudicare dalle mutandine bagnate.. comunque l’hai tenuto abbastanza e se vuoi questo, ti accontento” affermò Francesco mentre avanzava.
Lorenzo era rimasto immobile, di spalle, pur vedendolo avvicinarsi. Continuava a fissarlo attraverso lo specchio, mentre la mano di lui scendeva sulle sue natiche, gli scostava la mutandina e, senza alcun tipo di delicatezza, gli tirava fuori il dildo, che venne prontamente appoggiato sul lavandino.
“Contenta? Che culo rotto che hai, tutto entra ed esce senza la minima fatica..”
Lorenzo avrebbe potuto obiettargli che non era affatto vero, che si faceva male ogni volta che loro erano così bruschi, o che lui in particolare era così brusco.. E invece gli venne invece spontaneo chiedergli, continuando a fissarlo attraverso lo specchio:
“perché ce l’hai con me?”
Francesco fu colpito da questa domanda così diretta e si sorprese a rispondergli:
“perché mi fai schifo. Sei un maschio e invece di andare a donne sei un ricchione rotto in culo.” Portò la sua mano davanti e, da sopra le mutandine bagnate, gli strinse i coglioni con forza, continuando “hai il cazzo e non sai che farci, perché sei passivo come una femmina. Mi fai schifo”.
“e allora perché mi tocchi se ti faccio schifo? Perché mi inculi se ti faccio schifo? Perché non mi lasci in pace?”, rispose il ragazzo, continuando a dargli le spalle.
“Perché tanto a te piace essere inculato come una femmina, ti piace persino se ti incula un vibratore. Quindi fino a che non trovo di meglio ne approfitto anche io”. Detto questo, con la mano rimasta libera si abbassò i pantaloni della tuta fino alle ginocchia e, dopo aver tirato fuori il cazzo in erezione e dopo aver scostate le mutandine, lo inculò con un solo colpo.
“allora, cosa si prova quando si viene inculati?” gli chiese, andando su e giù.
“dolore, senso di sopraffazione. Hai una cosa che ti viola dentro, che non puoi controllare mentre ti sconquassa e che subisci nel tuo intimo”, rispose Lorenzo. Certo non era quella l’occasione per fare quattro chiacchiere, con quel palo che lo stava trapanando, ma non voleva chiudere questo canale di dialogo aperto con il suo aguzzino.
Francesco smise di stritolargli le palle e gli palpò il pisellino, già in erezione: “…e provi anche piacere, o questo cosino non sarebbe duro”. Perso ogni ritegno, Lorenzo, girando il volto all’indietro verso di lui, ammise:
“Si, anche piacere… mi piace essere sopraffatto e ricevere cazzi dentro di me”.
“Lo vedo, piccola troia”, gli rispose Francesco, prima di sputargli in faccia e raddoppiare la spinta nel culetto. Francesco stava godendo, sapeva di stare dominando completamente il piccolo Lorenzo, sapeva di potergli fare di tutto perché avrebbe subito in maniera arrendevole e questa consapevolezza gli stava dando un senso di onnipotenza e un enorme piacere: altri due o tre affondi e gli sarebbe venuto dentro per l’ennesima volta, quando una voce alle loro spalle lo fece trasalire.
“hei ma che cazzo state facendo?”. Era Davide, un loro compagno di classe, che era appena entrato in bagno. Per lo spavento a momenti Francesco cascava, sfilò immediatamente il cazzo dal povero Lorenzo, che rimase un attimo col culetto all’aria, e si ricompose.
“ma niente Davide, il ricchione qui voleva un cazzo vero in culo e gli ho fatto questo favore!” E, prendendo il vibratore che era rimasto sul lavandino, aggiunse “Vedi con cosa andava in giro prima? Deve avere qualcosa o qualcuno a rompergli il culo”.
Davide era esterrefatto, con i compagni spesso aveva scherzato anche lui sul fatto che Lorenzo dovesse essere ricchione, ma non si aspettava che lo fosse davvero né si sarebbe mai sognato di trovarlo a farsi scopare da un figo come Francesco, il quale, coi suoi begli occhi azzurri e la sua barbetta, incantava le compagne.
Francesco era imbarazzatissimo infatti, ma seppe ben deviare l’attenzione da lui a Lorenzo, che dopotutto era il frocio che si stava facendo inculare e che con quelle mutandine di pizzo bagnate era proprio ridicolo: “Vedi un poco come va in giro? Tutta bella rasata integrale” – disse, omettendo naturalmente che erano stati lui e Diego che l’avevano rasato per gioco la sera prima- “e guarda che biancheria sexy che indossa! Ce l’ha messa tutta l’altra notte per attirare la nostra attenzione e alla fine visto che Bardi stava pattugliando il piano e non potevamo andare dalle femmine, io e Diego l’abbiamo accontentato”.
Davide era ancora più incredulo: “Ma pure Diego se l’è inculato a questo qui?”.
“E certo, e non solo questo, fa delle pompe con ingoio che sembra un’aspirapolvere! Vuoi provare? Tanto è un’affamata di cazzo, non dice di no a nessuno, vero?” e così dicendo diede uno sgambetto a Lorenzo, che cadde sulle ginocchia ad altezza del pacco di Davide.
A Davide stava venendo duro: non era un ricchione ma lo intrigava l’idea di ricevere una pompa, senza dover fare acrobazie tra corteggiamenti e altro alla puttana di turno. E poi, se quei super fighi di Diego e Francesco se l’erano fatto, non rischiava lui di farsi passare per frocio nell’approfittare della situazione. Così, la sua mano, quasi senza accorgersene, lo portò a sbottonarsi la patta e a tirare fuori un pisello barzotto, attraversato da una grande vena centrale fino alla sua base.
A Lorenzo Davide non era mai piaciuto: coi suoi capelli biondi, i lineamenti morbidi, il fisico un po' cicciottello e la carnagione rosata aveva l’aspetto di un bambinone sedicenne, senza contare invece che le sue sparate demenziali lo facevano sembrare mentalmente un tredicenne.
Eppure, ora Lorenzo aveva un nuovo cazzo di fronte, per la precisione il terzo cazzo consecutivo che vedeva in meno di 24 ore. A Lorenzo Davide non piaceva, ma aveva scelta? E poi, voleva avere una scelta? Neanche il tempo di riflettere se fare o meno il sostenuto e di nuovo l’istinto lo trascinò, portandolo ad accogliere nella sua bocca il nuovo membro, che crebbe con generosità inattesa: divenne ben presto rigido e lungo, sarà stato sui 14 cm, l’unica pecca il diametro, molto sottile. La mente oramai esperta di Lorenzo nel leccarlo e ciucciarlo doveva implicitamente stimare che con un attrezzo simile non ci sarebbe stato poi molto da divertirsi.
Davide dal canto suo era colpito da mille sensazioni inattese: da quando aveva tirato fuori l’uccello il suo organo era stato requisito per sparire in quella boccuccia, che lo aspirava con una cura che mai nessuna delle troie che doveva conquistarsi gli aveva dimostrato. La lingua di Lorenzo correva esperta ed inarrestabile, leccando il frenulo, passando sotto la corona, lasciando momentaneamente il cazzo per fiondarsi sui coglioni e poi risalire dalla base dell’asta al glande, che poi spariva di nuovo nella bocca e veniva risucchiato fino alla gola. Dopo pochi minuti di tali attenzioni Davide esplose ansimando, non credendo ai propri occhi al fatto che Lorenzo continuasse inarrestabile a succhiare e ad ingoiare, non lasciando cadere neanche una goccia.
“Fantastico” fu il solo commento che disse con voce roca, mentre se lo risistemava nei pantaloni.
“Te l’ho detto, non è una femmina ma è molto brava. Purtroppo, non ha la figa però compensa con la boccuccia e anche col culo”. A queste parole Davide ebbe un sussulto e guardò ancora quel ragazzo che aveva appena dissetato e disse: “bisognerebbe provare anche quello, non è giusto che solo voi due lo usiate”.
“Nessun problema, devi solo riuscire a venire in stanza da noi senza farti sgamare da Bardi questa stasera e te lo mettiamo a disposizione… Io e Diego non siamo egoisti”.
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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