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Il Gentiluomo


di MrSix19
17.06.2021    |    1.314    |    1 4.0
"“Ma non dovevi farmi godere? Non sono neanche venuta”..."
Spesso mi interfaccio con persone molto diverse da me, o che provano ad essere simili… a me!

Questa è una di quelle storie, come tante, dove rappresenta la maggior parte degli uomini che ho conosciuto e che spesso hanno rappresentato “l’uomo medio” che spesso fa bagnare molte donne e le fa sentire sexy o uniche.

Premetto, non ho nulla contro il genere maschile, anche perché sarebbe stupido per me andare contro al mio essere uomo, ma per diversificare coloro che rappresentano l’uomo e il maschio. Sono 2 generi molto diversi. E che fanno parte entrambi del genere di essere umano “penedotato”.

Una sera come tante, bugie alla ex fidanzata per uscire a bere un caffè e mi ritrovo in un bar di Novara. Mi avvicino al bancone, saluto la barista e ordino un caffè. Saluto le persone attorno a me e uno dei miei conoscenti mi mette il braccio sulla spalla e mi dice: “Senti ma fai ancora quelle cose là?”. Io facendo il finto tonto alzo il sopracciglio con il mio classico: “Ehm… cioè?!”. “Ma si dai, hai capito, quelle cose dove picchi le donne” ribatte lui.

Lancio uno sguardo fulminandolo, levo il suo braccio dalla spalla e finisco il caffè, tiro fuori l’euro ed esco salutando. Lui mi raggiunge fuori e prendendomi per la giacca esclama: “We Simo ma non te la sarai mica presa!”. “No figurati, ma odio essere considerato un violento davanti a persone che non mi conoscono” controbatto.

Ma alla domanda “Beh dai, posso sapere cosa fai? Se tutti possono farlo?” io rispondo con la mia solita saccenza proprio perché so a chi mi sto interfacciando “Se hai una vena sadica, se ti piace avere il potere e ti piace creare piacere, allora puoi farlo anche tu”. Insomma, ci stringiamo la mano e ci diamo appuntamento ad un evento sex-bdsm poco tempo dopo. Forse qualche settimana dopo.

Entriamo in questa villa dell’800 di Vercelli, io e lui con altri circa 30 invitati tra coppie e singole. Dopo l’autorizzazione da firmare per l’evento, entriamo nella sala, maschere alla mano e cominciamo a spogliarci. Io e la mia fidata valigia sapevamo cosa fare.

“Ma si può scopare qui dentro o no?”, “Beh se la singola o la coppia vuole, perché non si può?!”

Un uomo di una coppia si avvicina a noi e con fare eccitato, guarda il mio amico (che ancora non ho detto come fosse ma lo spiegherò più avanti) in quanto molto più sexy e rappresentava anche come accento, napoletano, l’italiano medio e il “maschio” di cui tanto si parla.

“Ehy ciao, noi stiamo cercando un bell’uomo come te. Durata? Vedo che la dotazione c’è. Se vuole il tuo amico può unirsi”. Lui con fare spavaldo comincia la lista “Piacere Matteo, dotazione 23 cm, duro tanto e mi piacciono le donne. Se tua moglie è magra mi piace ancora di più”. Il lui della coppia guarda me con una faccia impossibile da spiegare e muovendo la mano all’aria esclama un “Vabbè, vediamo. E tu?”.

Io porgo la mano e mi presento “Piacere sono Simone, ho una dotazione medio/piccola e vorrei, almeno per me lasciar parlare il mio essere dominante”. Lui mi guarda incuriosito e ci porta al divanetto dove la sua lei stava sorseggiando un buon calice di vino con una singola di Milano. Niente male.

Lui fa appoggiare il calice alla sua signora e la porta a noi, ci presentiamo e andiamo in una delle stanze adibite al piacere. La richiesta del suo lui era che si iniziasse uno per volta e che fosse lei a decidere come e chi poteva giocare per primo con il suo corpo.

Che ve lo sto a raccontare, Matteo é un omone alto 1,90, ex giocatore di rugby con fisico tonico, capelli brizzolati e occhi azzurri e fa tutt’ora il buttafuori in alcuni locali della zona. In confronto a me è un piacere per gli occhi di qualunque essere umano.

Insomma, lei chiama all’appello Matteo, che si avvicina e fa notare fin da subito il suo gioiello trasparire dal tessuto delle sue mutande bianche.

Io rimango, da solo sui divanetti, in mutande e in attesa di guardarmi quel bel teatrino di gioco a 3. In cuor mio sapevo di non entrarci. Con la mia valigia appoggiata a terra, prendo le corde e comincio a tenerle fra le mani, anche per la tensione.

Il lui mi fa avvicinare mentre la lei cominciava a giocare con i suoi due giocattoli duri in bocca. I gemiti di Matteo erano fortissimi.

Avvicinato a lei, le lego i polsi dietro alla schiena e la chino in avanti preparandola al gioco di suo marito, che duro come un marmo, entra nella sua lei dando sempre meno possibilità a Matteo di tenere l’erezione. Si, lei era magra, ma molto zoccola.

“Mi scusi signora, ma non riesco ad eccitarmi” esclama Matteo. “Tienimi la testa e spingimelo in gola” risponde lei e lui inorridito fa un passo indietro ed esclama “No, non potrei mai obbligare una donna”. In tempo zero parte una risata di gruppo tra me e la coppia che fa sentire a disagio Matteo.

“Non ho mai obbligato nessuno a parte chi fa casino in discoteca, figuriamoci una donna a fare del sesso o a far godere me” “Ti ho detto di spingermelo in gola non in culo!” ribatte lei alzandosi e girando il suo culetto verso Matteo. “Allora scopami, saprai fare almeno questo?”

Lui mette le mani sui suoi fianchi ed entra. “Signora mi sta eccitando troppo” mentre lei succhiava il suo marito.

Nel bel mezzo della scopata un urlo rompe i gemiti “Vengo!”, guardo l’orologio e noto che erano passati 40 minuti da quando eravamo entrati in villa.

“Tutto qui?!” esclama lei. “Ma non dovevi farmi godere? Non sono neanche venuta”.

Io slego lei, imbarazzato e con un ghigno malefico, alzo la mano in segno di sconfitta mentre Matteo si riveste in preda alla vergogna.

Usciamo dalla villa e incazzato chiedo a lui cosa fosse successo e mi risponde: “Sono un gentiluomo, non posso essere anche un gran scopatore. Ci ho provato ma non fa per me”.

Concludo. Non sono tutti così quelli che si professano “UOMINI” ma diffidate da fantocci tutto “Se ti prendo ti sventro”.

Esiste un limite. Il limite dovete conoscerlo prima di trovarvi a fare figure del cazzo.
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