Lui & Lei
Treno
di Kyloren
18.02.2016 |
713 |
3
"Il treno arriva a Pescara e non la vedo nemmeno scendere dal treno, anche se con lo sguardo cerco di trovarla per chiederle il numero..."
La voglia sale come una vampata, il collo le orecchie la testa. Sono giovane, sto scendendo a casa; il treno è semivuoto perché è mercoledi e sono le 11 di mattina.Lei sale a Bologna, e l'avrei notata anche se lo scompartimento fosse affollato come il diretto per Calcutta. Perchè? Perché è come un sogno, per me che sono un feticista: ha la camicetta bianca infilata in una longhette nera sopra il ginocchio, calze velate e decoltè tacco 12 col dorso del piede scoperto.
Fa due passi, si guarda intorno, svogliata sceglie il posto a due passi dal mio mentre il treno si rimette in marcia. E li inizia la magia.
Quando si siede si scopre un lembo di coscia per mostrarmi l'autoreggente - mi eccito anche soltanto a ricordarlo - poi si stacca il bottone piu in cima della camicetta e si slega i capelli, neri, lunghissimi, che fa ciodolare da un lato all'altro delle spalle con un millimetrico movimento del capo. Non è bellissima, ma è sexy da morire. Ha i lineamenti mediterranei, con la coda dell'occhio noto una serie di particoli deliziosi: le braccia snelle, le cavigoie finissime; gli occhi color nocciola, il viso coperto da qualche lentiggine; un piercing nell'angolo alto dell'orecchio sinistro, le unghie smaltate e il pollice dipinto con dei fiori. Io deglutisco un boccone di saliva, prendo coraggio: la chiamo e mi presento.
Piacere. Piacere. Cosa fai? Ah rappresentante. Io studente. Vado giu a pescara, anch'io. Sposata? No, beh io nemmeno, ho 22 anni (bei tempi, cazzo!). E come mai scendi durante la settimana? Io a casa, a trovare i miri, ho appena finito gli esami di questa sessione.
La magia si avvera a mano a mano. Allungo le mani, lei mi lascia fare, lo scompartimento è vuoto. Le sposto i capelli, le sussurro in un orecchio: il bagno. Lei si alza e mi fa "raggiungimi tra 1 minuto, quello di destra". Quando arrivo la porta è aperta: mi appoggio su una parete, lei col sedere contro il mio cazzo ormai enorme, gigantesco, sta per esplodere. Le sbottono la camicia e mi esplodono ta le mani due tette enormi, non minci stanno nel palmo. Quando la mano scende il perizoma è allagato dei sui umori.
Lei si gira e si abbassa, mi sbottona e me lo tira fuori. Se lo infila in bocca e mi fa un pompino che mi spara direttamente in paradiso. Credo di esseee durato 30 secondi, un minuto al massimo!
Poi mi blocca con la mano e mi dice - esci tra 5 minuti. Mi sciacquo, mi ricompongo ed esco. Quando torno allos compartimento lei è scomparsa: niente piu borsa e giacca, niente capelli sciolti e autoreggenti. Il treno arriva a Pescara e non la vedo nemmeno scendere dal treno, anche se con lo sguardo cerco di trovarla per chiederle il numero. Volatilizzata.
Scrivo questa storia dopo anni, e mi sembra un sogno. Dovunque sia, spero che sia esattamente bella come la ricordo nei miei sogni.
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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